sabato, febbraio 17, 2007

Bella manifestazione


Dopo Vicenza il Governo non cambia la linea sulla base Usa
L'incubo-incidenti svanisce, la manifestazione di Vicenza contro l'ampliamento della base Usa si è svolta senza problemi e il Governo può tirare un sospiro di sollievo. Ma se Prc, Verdi e Pdci si affrettano ad usare il corteo di oggi per chiedere che il Governo torni sulle sue decisioni, il premier Romano Prodi non perde tempo per chiarire che la linea non cambia: "Il governo - spiega - ha detto e continuerà dire i suoi sì e suoi no in coerenza con le linee generali di politica interna ed estera che si è impegnato ad attuare". Prodi ricorda che tutti gli alleati dell'Unione hanno "sottoscritto un programma di legislatura che non sarebbe degno di questo nome se cambiasse orientamento sotto la spinta di una manifestazione pure legittima e importante".
Dunque, nessun ripensamento sull'ampliamento della base, anche se il ministro della Difesa Arturo Parisi tende comunque una mano alle istanze della popolazione vicentina: si farà di tutto, ha assicurato, per ridurre l'impatto sulla città. Dice Parisi: "Ho sollecitato e ottenuto da parte del ministro della Difesa americano Gates, incontrato la settimana scorsa a Monaco e a Siviglia, la disponibilità a cooperare per ridurre l'aggravio che alla comunità ospitante potrebbe derivare dall'ampliamento della presenza dei militari Usa a Vicenza". Parole che riecheggiano quelle già pronunciate nelle scorse settimane dal ministro degli Esteri Massimo D'Alema al segretario di Stato Usa Condoleeza Rice: nel confermare l'impegno italiano sulla base, D'Alema aveva anche sottolineato che "bisogna tenere conto dei cittadini di Vicenza". Insomma, si può trattare con gli Usa per ridurre al minimo l'impatto ambientale, ma la base verrà ampliata. Ma il Governo, in realtà, è ora già proiettato verso il dibattito che si terrà mercoledì in Senato sulla politica estera. Un appuntamento che, dopo la giornata di oggi, può essere affrontato con un po' più di tranquillità dal Governo, anche se la posizione dei 'dissidenti' resta comunque un'incognita. Tanto più che sempre Parisi ha oggi ribadito la data del 2011 come momento per una verifica della missione in Afghanistan. Se l'intesa politica con Prc-Verdi-Pdci non dovrebbe mancare, è ancora da valutare il comportamento degli irriducibili. Questa volta l'Unione non ricorrerà ad una mozione che si limita a "prendere atto" delle dichiarazioni del ministro D'Alema, formula che rese possibile il 'tranello' della Cdl quando fu Parisi a riferire sulla base Usa e che mandò in tilt la maggioranza. Il Governo ha bisogno di un chiaro sostegno sulla politica estera, anche per poi affrontare con una minima rete di protezione il difficile voto sul rifinanziamento della missione in Afghanistan

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