lunedì, marzo 05, 2007

Pensioni e sindacato

Comunque vada «non sarà una passeggiata». Il sindacato «non subirà passivamente politiche che non condivide» e - se sarà il caso, cioè se avrà la sensazione che il governo provi a «scavalcarlo» - andrà «allo scontro». Ammesso che vi siano stati dubbi, ora la certezza è totale: la partita sulla riforma della previdenza non sarà facile. Strappata per un soffio la fiducia al Senato per l´esecutivo Prodi si aprirà subito una battaglia altrettanto difficile: quella della riforma previdenziale. Le indiscrezioni sul piano allo studio mettono a fuoco due punti d´attrito: l´innalzamento dell´età minima dagli attuali 57 anni ai 58 (ma la riforma Maroni prevede uno scalone che la faccia passare direttamente a 60) e la revisione dei coefficienti di trasformazione (utilizzati per adeguare l´entità dell´assegno al miglioramento delle prospettive di vita). Un piano che non piace al sindacato: se sull´innalzamento dell´età la Cisl di Raffaele Bonanni ha manifestato una certa apertura, sulla revisione dei coefficienti il «no» è compatto. I tre leader lo hanno ribadito ieri, con evidenza, davanti al ministro del Lavoro Cesare Damiano, durante un convegno organizzato a Roma dalla Confcommercio.

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