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Tommaso Merlo
L’incazzatura di Trump e le colonie europee
Trump prende a pesci in faccia le colonie europee. Si è arrabbiato perché non fanno quello che vuole lui e cioè ammettere la sconfitta ucraina e metterci una pietra sopra. Narcisismo, ma nono solo. America first, tradotto significa farsi gli affari propri. Un concetto che non vale per il Venezuela, per il Medio Oriente e un domani non varrà nemmeno per la Cina, ma vale per le parassitarie colonie del vecchio continente. Già, il vento sovranista o neofascista che dir si voglia, si è trasformato in una brezza ma ancora soffia tra i palazzi di Washington. E l’ideona di Trump e compagnia bella, è quella di far saltare l’ordine emerso con la fine della Seconda Guerra Mondiale e rimpiazzarlo con gli amichetti ideologici del quartierino. Rimanere cioè amici solo dei paesi che la pensano come loro. Davvero una ideona. Faziosità istituzionale e quindi internazionale e dato che i governi cambiano di continuo, caos. Ora, se Trump fosse una persona sana e saggia ed il suo movimento politico fosse ancora vivo e vegeto, ci sarebbe da preoccuparsi, ma visto che cambia idea alla frequenza dei calzini ed è detestato perfino dagli assalitori a Capitol Hill con la pelle di bisonte in testa, possiamo stare tranquilli. I sondaggi dicono che alle prossime elezioni i democratici vincono a valanga anche se candidano un labrador retriever. E questo vuol dire che tutti i deliri di Trump finiranno insieme a lui in una bara in oro 24 carati sooner than later. Nel frattempo a noi sudditi dell’impero più demente e narciso della storia dell’umanità, non resta che sperare che il vento giri a favore. Trump ha tradito gran parte delle sue promesse elettorali, ma quella di voler la pace con la Russia ancora no. Non vuole buttar via soldi per una guerra persa e al contrario vuole guadagnarne a palate con Putin, un suo idolo da sempre. Ma per riuscirci, Trump deve piegare alla sua volontà le colonie europee infestate di russofobi e tecnocrati di vario genere e specie. E su questo ha ragione da vendere. In Europa siamo al trionfo della mediocrazia con classi dirigenti che hanno superato di slancio il limite del ridicolo. Basta vedere il trio comico Macron-Starmer-Merz che ha indici di gradimento peggiori delle emorroidi urticanti. Continuano ad esibirsi in spettacoli lampo sempre più patetici ed inutili, con pacche reciproche e frasette strafatte circondati da un disprezzo di dimensioni ormai continentali. Hanno buttato nell’umido miliardi di soldi pubblici mentre i loro paesi sono in piena crisi economica, e questo con l’unico risultato di aver spinto il popolo ucraino al suicidio di massa e tutti noi verso la terza guerra mondiale nucleare. Roba da gogna perpetua. E adesso, rimasti al verde e odiati anche dai parenti più stretti, vogliono pure rubare i soldi russi. Davvero senza vergogna. Ma del resto per ogni poltronaro che si rispetti, l’unico vero cruccio è l’exit strategy per il suo deretano. Prima di congedarsi cioè, devono trovare scuse e capri espiatori per i disastri commessi, altrimenti non vedranno più una poltrona vellutata nemmeno col telescopio astronomico. Trump su questo è stato furbo, ha sempre dato tutta la colpa della guerra a Biden anche mentre inviava soldi ed armi a Kiev ed ha sempre giurato sul Padreterno che di secondo nome fa Madre Teresa. Quanto a paesi come l’Italia, contiamo meno del due di picche quando briscola è bastoni. Molto meno. È il destino dei leccapiedi a prescindere dagli inquilini della Casa Bianca e con pure la reputazione da voltagabbana cronici. Una tradizione nazionale che i sovranisti nostrani al governo stanno portando avanti con assoluto rigore. L’unica speranza è che Trump questa volta si sia incazzato per davvero e invece di rimangiarsi tutto, mandi definitivamente in quel posto il trio comico Macron-Starmer-Merz e di conseguenza il loro idolo e collega di scena Zelensky. A Kiev serve un governo con un minimo di sale in zucca, in grado di ingoiare la perdita del sud-est del paese e la neutralità. L’unica garanzia di sicurezza dell’Ucraina è ristabilire rapporti solidi con la Russia. Nel frattempo, a noi sudditi dell’impero più demente e narciso della storia dell’umanità, non resta che sperare che il vento non solo giri a favore ma generi una tempesta politica che porti ad un cambiamento radicale in modo da liberarci per sempre da una mediocrazia imbarazzante e da classi dirigenti che hanno superato di slancio il limite del ridicolo.
Tommaso Merlo














