martedì, giugno 30, 2020

Mare a Bagnoli

Viva il mare

Comune di Napoli

COMUNICATO DEL 29  GIUGNO 2020
Nei week end ecologici, arrangiatevi

Errare è umano ma perseverare è diabolico
Il Sindaco di Napoli  e la sua Giunta continuano a proporre provvedimenti senza alcuna considerazione della situazione reale del trasporto e privi di azioni concrete, con la scusa della difesa dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici e soprattutto tutelando la qualità dell’aria.

Nel 2016 furono approvate le linee guida del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) per (favorire l'uso del trasporto collettivo,migliorare la sicurezza della mobilità, incentivare la mobilità ciclo-pedonale, restituire qualità agli spazi urbani, ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, riorganizzare il sistema della sosta, rendere intelligente il sistema di mobilità) ma di queste azioni non vi è traccia, anzi  la pista ciclabile del lungomare sempre più spesso occupata da vari eventi con palchi e tavoli rendendola spesso inutilizzabile e quindi scoraggiando l’uso della bicicletta e la  sperimentazione del progetto di bike-sharing  del 2012 è stata abbandonata;
Nel 2019 la Giunta comunale ha riconosciuto l'ossigeno quale bene comune al fine di concorrere all'inibizione del processo di surriscaldamento del pianeta e ha approvato un sistema di misure strategiche di contrasto ai cambiamenti climatici e a salvaguardia della qualità dell'aria in città, però nel 2018 la stessa Giunta ha acquistato con i fondi europei PON Metro per 14,7 milioni di euro 56 bus a gasolio e che arrivano poco alla volta, non era meglio prendere quelli elettrici ? Inoltre hanno preferito approvare il progetto di 13,2 milioni  di euro per la riqualificazione urbana del Lungomare tra Piazza Vittoria e il Molosiglio invece acquistare altri autobus.
Durante la fase di lockdown vi è stata drastica riduzione dell’offerta del trasporto pubblico a Napoli ma con la ripresa della fase 3 le corse di autobus e treni non sono state ripristinate  anzi sono stati  ridotti gli orari e la funicolare di Mergellina viene chiusa per il periodo estivo.

È inconcepibile deliberare lo stop ad auto e scooter il sabato e la domenica, dalle 9 alle 18, per i primi tre fine settimana di ogni mese in estate a partire dal 1 luglio prossimo e fino al 30 settembre, per diminuire lo smog, senza preoccuparsi minimamente dei cittadini con un sistema di trasporto pubblico inefficiente e indegno della terza città d’Italia.
Come faranno i cittadini in estate a recarsi al mare oppure a fare una passeggiata in uno dei pochi parchi aperti al pubblico?  Non ci resta che utilizzare la bici oppure il monopattino elettrico se ci riuscite, altrimenti arrangiatevi.
  #senzaDemacelafaremo                
I portavoce comunali del Movimento 5 Stelle Napoli
Marta Matano      Matteo Brambilla

lunedì, giugno 29, 2020

L’isola che non c’è.

Bagnoli

Reddito universale

Beppe Grillo
Quello che cerchiamo, quello che vediamo, cosa ci piace, cosa compriamo, dove andiamo e quello che facciamo nel web, sono tutti dati e le grandi big tech non fanno altro che osservarli e raccoglierli. Perché con i nostri dati stanno facendo miliardi. La vendita di dati dei consumatori è un’industria da 200 miliardi di dollari. Ecco quanto guadagnano le big tech.
Tutto questo è sempre successo sotto i nostri occhi. Infatti per anni non abbiamo capito cosa volesse dire immettere tutte quelle informazioni nel web. Così facendo stiamo letteralmente “regalando” i nostri dati.
Ma quest’anno è successo qualcosa di diverso. Il California Consumer Privacy Act (CCPA), entrato in vigore il 1 gennaio 2020, ha riconosciuto che i dati sono nostri. E dal 2021 questo vorrà dire essere pagati per i dati che ci appartengono. Almeno per i cittadini californiani.
Qualche giorno fa è così nato il progetto Data Dividend Project (DDP), un movimento centrato sul fatto che i nostri dati sono di nostra proprietà e se le aziende vogliono utilizzarli, dovrebbero pagare i proprietari.
A proporre il Data Dividend Project è Andrew Yang, colui che è stato il candidato alla corsa presidenziale dei democratici (abbiamo parlato molto di lui) e che ha incentrato la sua campagna sulla visione di un’economia centrata sull’uomo, proponendo un Reddito Universale di 1000 dollari al mese per tutti gli americani.
Alla nostra economia servono nuove regole. In fondo i dati dei consumatori sono il nuovo petrolio e i consumatori dovrebbero essere titolari dei propri dati personali e dovrebbero essere compensati per il loro utilizzo. In effetti gli strumenti che abbiamo oggi non misurano più nulla di sensato, possiamo essere colpiti da una nuova crisi di ogni tipo, ogni anno. Per questo servono iniziative come il DDP. Un vero e proprio Reddito dai nostri dati.
Le società tecnologiche possono estrarre i dati dalla nostra posizione dal nostro cellulare e venderli agli inserzionisti che possono quindi pubblicare annunci locali in tempo reale. Fino a poco tempo fa, il raccoglitore di dati (per esempio Faceboook o Google) era ritenuto proprietario dei dati. In qualità di proprietario, la società tecnologica poteva vendere tali dati e trarne profitti.
Il Data Dividend Project prevede di cambiare le cose. Ora, grazie al CCPA, i californiani hanno il diritto inalienabile di sapere quali informazioni vengono raccolte su di loro, il diritto di eliminare tali informazioni e il diritto di recedere dalle società tecnologiche che raccolgono i dati. Questi diritti, tuttavia, vengono ignorati e abusati dalle società tecnologiche. E sfortunatamente, i singoli consumatori non hanno la leva per poter competere con queste aziende. Ed è qui che entra in gioco il Data Dividend Project, con il suo team di esperti legali che combatteranno per i diritti sui dati, sia nelle sale riunioni delle società tecnologiche che, se necessario, in tribunale. In questo modo il movimento può legalmente difendere i diritti degli iscritti.
Dal 2021 i cittadini californiani verranno pagati per i dati che gli appartengono. Quando toccherà all’Italia?

domenica, giugno 28, 2020

Io in foto

Io

Pepe Mujica

IL TEMPO E' TUTTO

"La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere".

José Mujica, Presidente dell'Uruguay

No trivellazioni a Agnano


La Regione Campania non sa
INGV neanche
il Comune di Napoli tace
Il Comune di Pozzuoli vuole fare una commissione
intanto il buco c'è e sputa gas
i 4 milioni chi li ha avuti non si sa...

anche stavolta solo la Procura della Repubblica potrà fare chiarezza in questo mondo di "incertezze"

sabato, giugno 27, 2020

venerdì, giugno 26, 2020

Decreto sviluppo

Con l’approvazione del decreto attuativo per il Piano Transizione 4.0, firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, stanziamo 7 miliardi di euro per favorire il processo di sviluppo digitale e tecnologico delle imprese italiane: rendiamo così le nostre aziende più competitive e all’altezza delle sfide future. Una svolta fondamentale verso una nuova politica industriale che il MoVimento 5 Stelle ha finalmente impresso per l’Italia. Una politica più inclusiva e attenta alla sostenibilità.
Si tratta di un Piano che punta a potenziare l’innovazione, gli investimenti green, in ricerca e sviluppo, le attività di design e la formazione 4.0 del nostro tessuto produttivo. Ambiti fondamentali, su cui è necessario investire sempre di più per essere al passo con i tempi e incentivare la transizione digitale delle imprese italiane.
Nel merito, con l’approvazione del decreto, allarghiamo la platea dei beneficiari del 40%, andando a coinvolgere sempre di più le piccole e medie imprese che caratterizzano l’ossatura del nostro sistema produttivo. Con l’adozione del credito d’imposta come strumento unico di accesso agli incentivi, rafforziamo in maniera sostanziale l’efficacia del Piano. L’obiettivo è quello di estendere l’innovazione industriale a più aziende e attività, incentivando l’acquisto di nuovi beni materiali e immateriali che favoriscano la trasformazione tecnologica e digitale delle aziende su tutto il territorio nazionale.
Con il Piano 4.0 poniamo maggiore attenzione nei confronti di progetti legati alla sostenibilità ambientale, all’economia circolare e ad accrescere le competenze tecnologiche dei lavoratori. Il sostegno del made in Italy sarà al centro di questo percorso verso l’innovazione, un salto di qualità che il nostro sistema produttivo attende da tempo.

Pepe Mujica

Il presidente

Senato

Vitalizi

Vitalizi

Quello che è successo poco fa è vergognoso ed irrispettoso verso tutti gli italiani e i sacrifici che stanno facendo.

Al Senato hanno ANNULLATO la delibera sul taglio dei #vitalizi.

Avevamo lavorato per riportare dignità ed equilibrio all’interno delle istituzioni, dove i sacrifici si chiedevano sempre ai cittadini e mai alla politica, e alcune forze politiche si sono arrogate la scelta incredibile e surreale di riportare tutto com'era prima: devono vergognarsi!

Non finisce qui: loro non molleranno mai, noi neppure.

🗣 Fabio Massimo Castaldo

giovedì, giugno 25, 2020

Il Presidente

Andrea Cioffi m5s

Ci sono parole che non hanno bisogno di particolari interpretazioni. Frasi limpide, che è sufficiente leggere esattamente nella forma in cui sono state pronunciate. E’ il caso delle parole riferite ieri dalla Corte dei conti in Commissione lavori pubblici del Senato, dove stiamo svolgendo un’indagine conoscitiva sul sistema delle concessioni autostradali. Leggete questo passaggio, testualmente riportato dai giudici contabili a proposito della Convenzione ottenuta da Autostrade nel 1997, l’atto da cui tutto ebbe inizio. Una sorta di peccato originale. 
“La Convenzione madre dal punto di vista tecnico è illegittima”, hanno spiegato in Commissione i magistrati contabili, “perché non ha superato il vaglio della Corte dei conti. Nel 1997 fu ricusato il visto sulla Convenzione sostanzialmente per la violazione dei principi comunitari. Il Governo chiese la registrazione con riserva e in quella sede, pur dovendo per legge poi registrarla, le Sezioni riunite della Corte dei conti ribadirono l’illegittimità della Convenzione madre, da cui poi sono nate tutte le altre. La Convenzione è quella relativa ad Autostrade per l’Italia”. Questo, voglio ribadirlo, è ciò che ha testualmente detto ieri la Corte dei conti davanti alla Commissione lavori pubblici. 
C’è poco da commentare. Per l’ennesima volta, dopo le censure già espresse negli anni scorsi dal Garante per la concorrenza, dall’allora Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, dalla stessa Corte di conti, i magistrati contabili tornano a emettere un verdetto chiaro. Un verdetto che conferma quanto denunciato da anni dal MoVimento 5 Stelle e che assume un sapore ancora più amaro dopo la tragedia del Ponte Morandi.
Questo sistema deve essere smantellato e fare spazio a un modus operandi diametralmente opposto.
Investimenti, manutenzione e tariffe più basse. È questo il nostro progetto per Autostrade. Ed è un progetto che, carte alla mano, si può portare avanti mantenendo degli utili. 
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito che dall’analisi degli atti si rilevano gravi inadempienze, che sono alla base della procedura di caducazione, ovvero la perdita di efficacia degli atti giuridici, del contratto originale sostanzialmente. Al momento l’offerta di Aspi è stata giudicata non sufficientemente congrua rispetto dell’interesse collettivo. 
Rifacciamoci alle carte. 
Partiamo dal conto economico proprio del 1997, quello in base a cui si fece la privatizzazione di Autostrade, che contiene le previsioni di costi e di utili, e poi abbiamo i piani finanziari degli anni che si sono succeduti. 
Cosa ci dicono i dati? Cosa era previsto per il 2018 dal piano finanziario del 1997 e cosa è successo realmente nel 2018? Erano previsti ricavi per 1,7 miliardi di euro, quindi quello che pagano i cittadini. Nel 2018 però vediamo che i ricavi sono stati di 3,65 miliardi, più del doppio del previsto!
Costi personale? Erano previsti nel piano originario in 343 milioni di euro, invece ne sono stati spesi 270. Quindi i ricavi raddoppiati, il costo del personale è diminuito. Era previsto in 890 milioni di euro il margine operativo, invece è stato di 1,88 miliardi. La manutenzione nel piano originario era di 236 milioni per il 2018, vediamo che ne sono stati previsti 273 milioni. Quindi le manutenzioni sono costate poco di più, i ricavi invece sono stati più del doppio del previsto. 
Cosa capiamo da tutto questo? Che questa concessione genera utili notevolissimi. Stratosferici. Questi signori hanno avuto in mano una gallina dalle uova d’oro. Non è più accettabile. Se c’è qualcuno che deve guadagnarci questi sono i cittadini.
Noi facciamo gli interessi di Aspi. Non ci interessano gli utili dei Benetton. Ci interessa una cosa sola: tutelare l’interesse pubblico. 
E come si tutela l’interesse pubblico? Facendo investimenti, manutenzione e applicando tariffe più basse.

mercoledì, giugno 24, 2020

Fase a due


Viva l’Italia

La bellezza dell’Italia non è mai andata in quarantena.
Abbiamo fatto tutto il necessario per voi e la vostra sicurezza.

Finalmente possiamo tornare a viaggiare, nel Paese più bello del mondo...

#ItalyIsBack

martedì, giugno 23, 2020

lunedì, giugno 22, 2020

Per George Floyd

Omaggio a George Floyd

Matteo Brambilla

Oggi sono stato intervistato da una giornalista della radiotelevisione nazionale austriaca. Si, ha chiesto proprio di me come esponente del movimento 5 stelle. Mi ha fatto domande sia sull'essere consigliere 5 stelle a napoli, sia a livello nazionale sul presente e sul futuro del movimento. Si è interessata a me per il ruolo di esponente locale di un movimento che a livello nazionale ha avuto un boom alle politiche 2018  in particolare a napoli città.  Noi "eroi" e portavoce nei comuni siamo visti da fuori come una grande risorsa per il movimento, ma siamo visti ancora così anche all'interno? L'intervista andrà in onda in tedesco.... posterò il link, cercando di tradurlo.

Italia 5 Stelle

Italia 5 Stelle

Stati generali

In questa ultima giornata di lavori a Villa Pamphili per #ProgettiamoIlRilancio un bel momento di confronto con alcuni protagonisti del mondo della musica, del cinema, del teatro, della letteratura, dell’architettura: Alessandro Baricco, Stefano Boeri, Massimiliano Fuksas, Stefano Massini, Franco Maria Ricci, Elisa, Giuseppe Tornatore, Monica Guerritore.

Un settore, quello della cultura, vero punto di forza del Paese, di fondamentale importanza e a cui questo Governo vuole dare la dovuta attenzione. Giuseppe Conte

domenica, giugno 21, 2020

Nessuno è straniero sulla terra

Fratelli

Viva il mare.

Mare

Italia riparte

Con il #DecretoRilancio siamo intervenuti per supportare il turismo, un settore strategico e fondamentale dell’economia italiana.

Per gli alberghi, pensioni e stabilimenti balneari è stata abolita il versamento della prima rata dell'Imu e rinviate a settembre le ritenute fiscali e contributive e i versamenti iva.

Sosteniamo così, in modo immediato, un settore fortemente colpito dalle misure restrittive che abbiamo adottato per contrastare la diffusione dell’epidemia Covid-19 nel nostro Paese.

sabato, giugno 20, 2020

venerdì, giugno 19, 2020

Meetup Napoli


Alessandro Di Battista

A. Di Battista
Il nome di Gianroberto viene ancora infangato. Nemmeno da morto sanno rispettarlo. Si può (e si deve) difenderlo con smentite, querele, prese di posizione. Io lo difendo con questa cosa che scrissi anni fa.

"Quando, in chiesa, durante il funerale di suo padre, Davide Casaleggio finì di parlare io mi sentii sollevato. Era stato bravo, si era commosso ma riuscì a terminare il discorso. Ascoltando lui e soprattutto guardando con attenzione i volti di tutti quelli che lo avevano conosciuto davvero, pensai che Gianroberto aveva seminato molto bene durante la sua vita. Già alla camera ardente mi avevano colpito gli occhi colmi di dolore ma anche di gratitudine dei suoi dipendenti. Io, al funerale, provavo queste stesse sensazioni. Dolore e gratitudine. Poi, molta rabbia. Perché se è vero che la morte di chiunque arriva troppo presto, quella di Gianroberto ancor di più. In chiesa ero seduto di fianco a Luigi Di Maio, ce lo dicemmo un paio di volte che quella morte era un’ingiustizia e ci dicemmo anche che ce l’avremmo messa tutta per vincere le elezioni a Roma. A me non andava giù che se ne fosse andato così presto. La rabbia mi uscì fuori quando appresi la notizia della sua morte e si sciolse solo quando uscì la bara dalla chiesa. La sera prima del funerale raggiunsi i deputati Alessio Villarosa, Daniele Pesco e Dino Alberti a Siena per parlare della tragedia del decreto salva-banche, dello scandalo del Monte dei Paschi e delle nostre misure a tutela dei risparmiatori. Durante il comizio mi sfogai, dissi che non avremmo dovuto mollare e che dovevamo mettercela ancora di più ora che Gianroberto ci aveva lasciato. Ricordo le pacche sulle spalle, gli «andate avanti», quelle stesse pacche sulle spalle e quegli stessi «andate avanti» che ci diedero e ci dissero centinaia di persone, mentre percorrevamo la navata verso l’uscita della Chiesa.

Davide aveva appena finito di parlare. Aveva detto di essere orgoglioso di suo padre e che è una bella sensazione esserlo. Aveva parlato della sua ostinazione, Gianroberto era innamorato dei fumetti di Tex Willer e Davide disse che suo padre per costringere i genitori a comprarglieli non faceva i capricci ma si stendeva direttamente sui binari del tram. Poi raccontò questa storia per descrivere Gianroberto: «Un gruppo di cinquanta persone stava frequentando un seminario. Improvvisamente l’oratore si fermò e decise di fare un’attività di gruppo. Iniziò a dare un palloncino a ciascuno dei cinquanta seminaristi. Ad ognuno fu chiesto di scrivere con un pennarello il proprio nome su di esso. Poi tutti i palloncini furono raccolti e messi in un’altra stanza. Una volta riempita la stanza di palloncini, l’oratore chiese ai cinquanta seminaristi di rientrare dentro e trovare il palloncino col proprio nome entro cinque minuti. La scena fu questa: tutti erano freneticamente alla ricerca del palloncino col proprio nome, ognuno si scontrava con l’altro, spinte, gomitate... nella stanza regnava il caos totale! Allo scadere dei cinque minuti nessuno riuscì a trovare il proprio palloncino. Vista la prova fallimentare ad ognuno di loro fu chiesto di raccogliere un palloncino qualsiasi e darlo alla persona che aveva scritto il nome su di esso. In pochissimi minuti tutti avevano in mano il proprio palloncino! A questo punto l’oratore disse: Questo è esattamente ciò che sta accadendo nella nostra vita. Tutti siamo alla ricerca frenetica della felicità... giriamo come delle trottole, ma non riusciamo a trovarla. La nostra felicità sta nella felicità delle altre persone. Rendete loro felici e avrete la vostra felicità. Mio padre non ha mai tenuto per sé palloncini, ma li ha sempre donati agli altri con il sogno di cambiare in meglio questo Paese. Chi sente di aver ricevuto un palloncino da mio padre lo conservi con cura. Chi condivide il suo sogno lo persegua senza mollare mai come ha fatto lui, fino alla fine».

Anch’io avevo ricevuto un palloncino da Gianroberto. A volte mi dimentico di averlo ma poi alzo la testa e lo vedo. Lo vedo in alcune frasi che dico accorgendomi di averle ascoltate da Gianroberto o in alcuni miei modi di pensare, influenzati dai suoi. Fuori dalla chiesa c’era un gran sole e mentre la bara veniva caricata sull’automobile a centinaia hanno iniziato a gridare «onestà, onestà». Io non credo vi sia un traguardo più grande per un essere umano che ricevere, il giorno del proprio funerale, un canto del genere.

Quel grido di dolore e commozione spazzò via in un istante tutta la mia rabbia e io piansi come un bambino. Spazzò via le indicibili menzogne dette su quell’uomo. «La morte non è reale se hai realizzato bene l’opera della vita» disse José Martí. Non lo so, la morte è una cosa seria, tuttavia l’intensità con la quale viviamo può illuminarla dandole una luce differente. La morte c’è, e sta davanti a me e io non me lo dimentico. A volte rabbrividisco e mi tremano le vene ai polsi. Ma negli ultimi anni sono riuscito a trasformare le angosce in stimoli. Perché la vita è una e non voglio rimpianti. Non mi interessa accumulare nulla fuorché persone di qualità intorno a me. E ne ho tante grazie a Dio. Quel che prendo da loro non ha prezzo, non si può misurare così come l’eredità di Gianroberto. Io ho nulla di materiale di quell’uomo immateriale. Nemmeno una fotografia insieme, ci saremo visti centinaia di volte ma nessuno ce l’ha mai scattata una. Mi regalò un libro con una dedica prima delle elezioni europee del 2014. Era il Discorso sulla servitù volontaria di Étienne de La Boétie e sono riuscito a perderlo. Ma non mi importa di averlo perso, evidentemente era destino che mi restasse solo un palloncino".

P.S. Questa sera sarò a Diritto e Rovescio ru Rete4. Buona serata!

giovedì, giugno 18, 2020

No trivellazioni

No triv

Trivellazioni ad Agnano

No trivelle ad Agnano

4 Giugno 2020

Forza Napoli

Alzala Capitano, alza la Coppa al cielo! 😍🏆
🥇#CoppaItaliaCocaCola
💙 #ForzaNapoliSempre

mercoledì, giugno 17, 2020

Covid-19

Si è detto che dopo l’emergenza coronavirus nulla sarebbe stato come prima: invece è triste assistere agli stessi atteggiamenti miopi e opportunistici di politici e sindacati sulla questione Alitalia.
Dopo aver influenzato alcune assunzioni o i percorsi di carriera negli anni passati, come accaduto d’altronde in ogni società di Stato, ancora oggi in molti continuano a ritenere Alitalia una azienda che non opera sul mercato e che pertanto non debba essere lasciata libera di cercare le opportunità di profitto, al pari di tutti gli altri operatori, ma un apparato para-statale a cui tirare la giacchetta. 
Confondere l’enorme, ennesimo sforzo che questo Governo sta compiendo per rilanciare Alitalia stanziando risorse pubbliche, come fosse una sovvenzione che giustifichi ogni pretesa, come se essa erogasse un servizio pubblico essenziale, è un errore in buona fede di tanti, ma certamente strumentale da parte di coloro che dovrebbero spiegare ai cittadini che il settore aereo è liberalizzato.
Volare, salvo per quei territori per cui questa attività costituisce una necessità di coesione sociale e continuità territoriale, è un servizio non paragonabile all’istruzione, alla sanità o al trasporto regionale. Bisognerebbe quindi tagliare definitivamente il cordone dell’ingerenza della politichetta di campanile nelle scelte di ricerca di remunerazione dell’azienda. E comprendere una volta per tutte che l’indirizzo politico nazionale è quello ambizioso di rendere il vettore di bandiera in grado di competere su scala globale, anche grazie al raggiungimento di una situazione finanziaria florida nei prossimi anni.
D’altronde, era già accaduto con Trenitalia e il servizio a mercato dei “Freccia”, dove la politica, nazionale e locale, purtroppo non ha avuto vergogna a chiedere “favori” di fermate e tratte a un’azienda che ripaga il servizio esclusivamente da tariffa, cioè attraverso il pagamento dei biglietti senza alcun contributo pubblico.
Se almeno tali “pressioni” e richieste fossero fatte nei confronti di tutti gli operatori, si avrebbe la parvenza di non discriminazione, invece si continua a vincolare Alitalia ad accumulare perdite.
Ve lo immaginate, un politico che imponga un prezzo o la presenza di un prodotto al supermercato? Cosa accadrebbe se si arrogasse il diritto di decidere in che zona un ristorante debba consegnare l’asporto o se una impresa di costruzione fosse vincolata a scegliere dove realizzare degli appartamenti, o a chi e a che prezzo venderli? 
Allora è compito di tutti alleggerire Alitalia da ogni zavorra e dalle ingerenze della politica sull’impresa, che in tutti questi decenni hanno inquinato il rapporto tra il potere di indirizzo e quello economico.
Non voglio negare che tanti territori traggano benefici dalla presenza di voli e vettori, ma è proprio per questo che reputo illegittime e scorrette le pretese nei confronti di Alitalia. Tali sollecitazioni dovrebbero invece essere rivolte, in tutto il territorio nazionale, verso le società di gestione aeroportuale. Sarebbe utile infatti sapere se siano in atto meccanismi distorsivi: ci sono aeroporti nel nostro Paese dove la compagnia di bandiera paga per atterrare alla società aeroportuale 10-15 volte di più di quanto richiesto ad altri vettori: le tariffe di toccata sono uguali per tutti, ma ad alcuni vengono vettori viene applicato uno sconto molto superiore rispetto a quanto versa Alitalia. Questo spiega perché poi, a parità di tasso di riempimento – cioè la percentuale dei posti effettivamente occupati sul volo -, Alitalia stenti a fare utili, o sia costretta a tariffe mediamente più alte registrando pertanto tassi di riempimento minori. 
Se cumuliamo questo effetto alle pressioni di alcuni politici che vogliono determinare numero dei voli, frequenze e orari, si ha una miscela che paradossalmente, proprio in quelle tratte, continua a essere foriera di perdite economiche per la compagnia e per i territori, che pagano un servizio a prezzi più alti, agevolando ancor di più gli operatori esteri.
Si smetta quindi di andare a bussare alle aziende che erogano i servizi a mercato, a prescindere dalla partecipazione del pubblico nella compagine societaria e nella composizione dell’azionariato; si smetta di imporre condizioni che comportano inevitabilmente e dolorosamente la perdita di competitività. Gli effetti nel breve periodo di tale comportamento scellerato producono conseguenze insostenibili nel medio-lungo periodo, al pari della prassi delle raccomandazioni nelle assunzioni della prima Repubblica, che hanno privilegiato il criterio “è parente di” rispetto a quello di meritocrazia e competenza. Oggi quelle logiche sono considerate largamente riprovevoli nell’opinione pubblica perché hanno impoverito le nostre aziende e portato all’estero le menti migliori.
Ribadisco che è con questi atteggiamenti che la politica alimenta la concorrenza sleale delle compagnie verso quella di bandiera, attuando pressioni indebite con l’effetto di ostacolarne il successo. Se veramente si ha a cuore lo sviluppo del territorio e contemporaneamente delle nostre aziende, si deve dare un indirizzo politico chiaro per agevolare l’accesso paritario e trasparente dei vettori, e questo compito spetta agli enti locali, ove siano presenti in parte maggioritaria nella società aereoportuale. 
Fino ad allora, negli scali aeroportuali italiani, si abbia il pudore di non rimproverare ad Alitalia di operare in regime di mercato e di concorrenza, atteso che troppo spesso le condizioni economiche sono pure a suo sfavore. La politica di campanile si faccia da parte e permetta finalmente ad Alitalia di diventare forte e competitiva anche sui mercati internazionali. Altrimenti non ha senso continuare a mettere soldi pubblici in questa azienda solo per dare l’alibi ai soliti di usarla come un bancomat.

Festa

Io

martedì, giugno 16, 2020

Amicizia legame indissolubile

Amicizia legame indissolubile

m5s

Il blog delle stelle.
Io non so perchè un giornale spagnolo racconti in copertina una fake news.
Io non so perchè i giornali italiani non approfondiscano minimamente la notizia scoprendo, ad esempio, che se ne parlò anche negli anni scorsi, ma finì nel nulla come tutte le fake news.
Io non so perché dopo dieci anni da un fatto mai accaduto se ne parli proprio oggi.
Io non so perchè si tolleri il fango su persone che non ci sono più. 
Io non so perchè i direttori dei giornali italiani pubblichino fango in prima pagina solo per qualche click. I trenta denari moderni sono i click sul proprio articolo. Non è più importante se è vera o falsa, l’importante è che faccia traffico. 
Ma ci sono alcune cose che so.
Il MoVimento 5 stelle è sempre stato finanziato in modo trasparente e siamo gli unici ad aver reso pubblici tutti i bilanci, anche di dettaglio, prima ancora che fosse la legge a richiederlo.
Il MoVimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti occulti.
Il Governo attuale venezuelano ha smentito la fake news.
Mio padre non è mai andato in Venezuela.
Il MoVimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti pubblici.
Il MoVimento riesce a sostenersi in modo così snello perché ha una nuova impostazione completamente digitale. Chiunque sia interessato ai dettagli dei costi li può trovare in una presentazione di 60 slide illustrata pubblicamente in un evento aperto a tutti con 3mila partecipanti la settimana scorsa. https://rousseau.movimento5stelle.it/rendiconti 
Il MoVimento 5 Stelle spende 10 volte in meno delle altre forze politiche e al posto dei debiti di decine di milioni di euro che hanno i partiti (es. 99 milioni di Forza Italia, seguito dalla Lega con 19 milioni), ha invece restituito 107 milioni allo Stato con i tagli degli stipendi e le rinunce ai finanziamenti pubblici.
Se mio padre o Beppe avessero voluto soldi li avrebbero potuti ricevere anche legalmente accettando non 3, ma 42 milioni di euro che il MoVimento 5 Stelle era titolato a ricevere dopo le elezioni del 2013. Ma non lo fecero, perchè non sono mai stati i soldi il motore di questo movimento. Sono sempre state la passione e le idee a trainare il MoVimento.
Chiunque abbia conosciuto mio padre sa che il suo più grande lusso fu quello di passare dal vivere in un bilocale a Milano a un appartamento con una camera aggiuntiva quando nacque il mio fratellino.
Quello che hanno fatto a mio padre in vita è incredibile, forse un giorno avrò anche il tempo di raccontarlo. Ma credo che un video che mi hanno inoltrato pochi giorni fa possa essere una buona sintesi. Non pensavo in realtà che il “giornalista” avrebbe mai avuto il coraggio di pubblicarlo, ma visto che a 4 anni dalla morte di mio padre ha deciso di rendere visibile un video dell’ultimo giorno in cui mio padre uscì di casa sulle sue gambe penso sia giusto che tutti sappiano. 
Quel giorno andai a prenderlo a casa per portarlo in ufficio dove volle andare fino all’ultimo. Davanti al portone trovammo due persone che si qualificarono come giornalisti freelance per conto delle Iene. Nonostante l’evidente difficoltà a reggersi in piedi di mio padre fecero comunque il loro “servizio” aggressivo basato ora come allora sul nulla. 
Dopo quel giorno mio padre vide solo la sua camera d’ospedale.
Se fino a quando era vivo ha avuto modo di difendersi da solo, ora che non c’è più non permetterò che si infanghi in alcun modo il suo nome.

In festa

Io

lunedì, giugno 15, 2020

Al mare

Io

Ambiente

Beppe Grillo – 12 e 13 giugno 2011: 9 anni fa, oltre 27 milioni di italiani hanno votato SI all’acqua pubblica, definendo con il loro  voto l’acqua come bene comune, prezioso e inalienabile, e come tale va trattato.
Per noi adesso è la grande occasione per passare dalla teoria ai fatti. Abbiamo sostenuto da sempre il diritto umano all’acqua, che la gestione idrica debba essere pubblica, che si debba investire e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione. Abbiamo l’opportunità per mettere in campo lo sforzo necessario, per realizzare il nostro sogno. Un progetto dove la persona è al centro e non il profitto, perchè è importante ripeterlo, non si possono fare affari sull’acqua.
Abbiamo tutte le più sofisticate tecnologie da utilizzare, intelligenza artificiale, droni, algoritmi, blockchain, realtà aumentata etc… con le quali possiamo garantire una condizione di benessere per tutta la popolazione, in perfetto equilibrio con la natura.
Il 90% delle risorse idriche nel mondo sono consumate tra quello che ci serve per allevamenti e coltivazioni, e quello che usiamo per produrre gli alimenti trasformati. Solo l’agricoltura, ne utilizza il 70%. E questo mentre 2 miliardi di persone nel mondo hanno difficoltà ad accedere all’acqua. Per questo va ribaltato completamente il sistema, cambiando la visione di come produciamo cibo, di come fabbrichiamo prodotti e di come li trasportiamo, o di come nell’agricoltura viene utilizzata l’acqua. L’acqua è un bene prezioso ma il suo spreco ne fa un bene di poco valore, perchè non usata con intelligenza.
Dobbiamo creare una cultura del valore dell’acqua; sviluppare, ad esempio, sistemi di irrigazione computerizzati che possano dirigere i flussi d’acqua direttamente sulle piante, utilizzando magari l’acqua  dissalata di mare, laddove è meno agevole l’approvvigionamento, potrebbe essere uno degli innumerevoli esempi da mettere in atto.
Ripensare i sistemi idrici domestici, per limitare gli sprechi di acqua in casa, attraverso un recupero dell’acqua piovana e un suo riutilizzo per lavatrici, lavastoviglie etc… così come per il settore industriale. Quando ho fatto visita al Morigasaki Water Reclamation Center di Tokyo, il più grande centro di bonifica delle acque del Giappone, le acque depurate venivano gettate in mare! Uno spreco pazzesco!
O prendere spunto dalla nostra natura di esseri umani per reinventare i servizi igienici: abbiamo due “uscite” nel nostro apparato urinario-intestinale, perchè non separiamo i rifiuti solidi da quelli liquidi?  I vantaggi sarebbero infiniti: la separazione delle urine consente di utilizzarle come fertilizzante agricolo, risparmiando acqua ed evitando così che le grandi quantità di fosforo in esse contenute giungano nei fiumi favorendo la proliferazione di alghe. (Abbiamo approfondito un altro utilizzo delle urine in questo articolo). E dalla parte solida si potrebbe ricavare compost per l’agricoltura o carburante ecologico a bassissimo costo.
Le innovazioni tecnologiche ci sono, così come le soluzioni che possano favorire il processo di ripubblicizzazione: la creazione di una nuova figura di azienda pubblica, che realizzi l’acqua di comunità; la concessione di benefici fiscali; una pianificazione più vicina ai territori e compatibile con l’esercizio delle prerogative dei Comuni, che devono tornare, così come le Regioni, a fare la propria parte; l’esclusione del profitto dagli obiettivi, a parità di costi per la collettività, consentirà gli investimenti per la riduzione delle dispersioni, la ristrutturazione e la creazione delle infrastrutture. Non possiamo mettere a rischio le fonti d’acqua, cedendo il nostro bene più prezioso, ciò porrebbe gravi limiti alla sovranità del nostro Paese e ci esporrebbe agli appetiti delle mafie.
Dobbiamo intervenire sui grandi adduttori dell’Italia del centro sud ponendo gli oneri a carico di un sistema di contribuzione, cosicché le fasce più agiate della popolazione si possano impegnare in proporzione alle proprie capacità e non siano i poveri a pagare più dei ricchi.
Le multinazionali francesi sono entrate nelle gestioni idriche con l’acquisizione di quote di numerose società pubbliche e ne hanno preso il controllo esautorando la politica.  Il Governo e il Parlamento, Regioni, Provincie e Comuni devono tornare ad esercitare a pieno le proprie funzioni. Non possiamo mettere a rischio le fonti d’acqua del Mezzogiorno, dobbiamo ripubblicizzarle ponendo rimedio agli errori del passato. Molte sono già nelle mani delle Corporation straniere (Suez e Veolia), ce le dobbiamo riprendere!
Creiamo un sistema di sicurezza nazionale dell’acqua, con la ricostituzione di un corpo di Polizia Idraulica 2.0, e di una Protezione Civile dell’Acqua, che garantisca a tutti la disponibilità della preziosa risorsa anche nell’ipotesi di calamità. Contribuiremo così alla nascita di nuove occupazioni e saremo un esempio per tanti Paesi.
C’è molto lavoro da fare per tutti. E più coraggio da mettere in campo. Il Parlamento dovrà correggere alcune norme discriminatorie che negano l’acqua alle persone più fragili. Il Governo e le Regioni dovranno pianificare le soluzioni, i Comuni dovranno ascoltare i territori e tutti insieme dovremo rimboccarci le maniche, per dare solide basi al rilancio del paese, per noi tutti e per le generazioni che verranno.
Cosa stiamo aspettando?

sabato, giugno 13, 2020

venerdì, giugno 12, 2020

giovedì, giugno 11, 2020

mercoledì, giugno 10, 2020

martedì, giugno 09, 2020

Con Roberto Fico

Con il Futuro Presidente della Camera

Stampa

Colaopiano piano

lunedì, giugno 08, 2020

Il mare

Arte

Io

Io

Informazione

ANALFABETISMO NAZIONALE: LIBERI DI DISINFORMARE
Un Paese in cui una buona fetta di adulti è rappresentata da analfabeti funzionali che hanno difficoltà a distinguere le notizie vere da quelle false, corre il rischio di essere terreno fertile per politici (o presunti tali) che sfruttano l’ignoranza di molti come un’arma, a suon di slogan, per muovere rivolte a colpi di bugie e fake news.

domenica, giugno 07, 2020

M5S

Il nostro giornale.

Covid-19

Un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo per il Covid-19 lascia delle cicatrici profonde. Abbiamo perso amici, familiari. Abbiamo visto i mezzi militari portare fuori da Bergamo le salme. Persone che non ce l’hanno fatta. Ci siamo chiusi in casa per due mesi. Abbiamo visto gli operatori sanitari combattere una vera e propria guerra con coraggio e abnegazione.

Ma da un’emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo abbiamo anche l’obbligo di imparare qualcosa. Dobbiamo imparare, per esempio, che non dovranno più esserci tagli in sanità, dopo i 37 miliardi che la sanità ha perso negli ultimi dieci anni. Una battaglia che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da quando è al governo.

Dobbiamo imparare che la vera sfida per potenziare il nostro Servizio sanitario nazionale è puntare sulla medicina del territorio, in modo da alleggerire i nostri ospedali. Per questo nel decreto Rilancio non solo si assumono 9.600 infermieri e si istituisce l’infermiere di famiglia, ma si punta alle Usca.

Cosa sono le Usca? Leggi qui ⤵️

sabato, giugno 06, 2020

Da soli i Campania
NOI SIAMO PRONTI!

Alle elezioni regionali in Campania il MoVimento 5 Stelle si presenterà da solo.

Ci abbiamo provato ad indicare la strada per un cambiamento condiviso, partecipato. Ci abbiamo provato, proponendo un nome per un percorso unitario, nel quale potessero convergere tutte le forze politiche -civiche e non solo- che hanno a cuore il futuro di quella comunità straordinaria che sono i cittadini campani. Ci abbiamo provato, individuando valori ed obiettivi irrinunciabili come legalità, tutela dell’ambiente e del territorio, efficienza dei servizi sanitari, modernizzazione delle strutture.

Purtroppo, nonostante i nostri sforzi per promuovere un cambiamento partecipato, ha prevalso la logica del consenso. Ecco allora che in tanti fanno a gara per salire sul carro dell’imbonitore, del piazzista che promette di mantenere tutto com’è, di chi non ha altro obiettivo che la continuità e la conservazione. Un carro sul quale oggi salgono anche quelle forze che si definiscono ‘progressiste’, ma che al vero progresso, al vero sviluppo, alla vera crescita collettiva, preferiscono la conservazione.

Siamo convinti che questa terra e chi la abita meriti di più. Merita più di quella confezione di naftalina nella quale da anni è confinata. Per questo, ancora una volta, daremo battaglia da soli. E lo faremo per vincere, per far vincere tutta la comunità campana. Lo faremo con la forza delle nostre idee e la genuinità della nostra passione civile. Lo faremo con quella volontà di cambiare che da sempre ci contraddistingue, quella volontà che ci ha portato a governare questo Paese. Lo faremo con l’entusiasmo di chi lavora per un vero cambiamento, di chi desidera davvero migliorare le cose.

Ovviamente le nostre porte rimangono aperte. Chi non vuole sottomettersi all’ennesima presa in giro, chi vuole cogliere l’occasione di spezzare le catene che opprimono questa terra e liberarla per darle un futuro migliore, è libero di partecipare.

La prossima settimana procederemo alle votazioni per la scelta del nostro candidato Presidente, individuandolo tra coloro che hanno espresso la propria disponibilità, ed inizieremo la nostra corsa.

Sarà una corsa in salita, lo sappiamo. Gli ostacoli sono tanti. C’è un’emergenza sanitaria e socioeconomica senza precedenti nella storia recente, che merita tutta la nostra attenzione e il nostro impegno, affinché l’Italia possa uscire al più presto dalla crisi. E c’è il poco tempo che ci separa dalle elezioni. Ma daremo il massimo, non ci fermeremo. E non si può fermare chi non si arrende mai.

Andiamo avanti, con coraggio, per tutti i cittadini campani.

venerdì, giugno 05, 2020

A Bagnoli
Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l’importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire.
(Jesse Owens)

giovedì, giugno 04, 2020

Foto
Matteo Brambilla
23 anni, una serie infinita di progetti esecutivi,di varianti, di diverse tipologie di finanziamento, per arrivare al 2020 e dirci che si chiuderà con gli espropri,mentre ci sono ancora due contenziosi al tar, particelle con mancanza di accordo sulla cessione, una particella con proprietario morto dal 2003 senza trovare eredi o altri proprietari, una particella da 479 mq costata 264.000 euro. Insomma siamo sicuri che si possa ancora fare questo parco? e che non si spendano più soldi pubblici, tempo, senza avere messo una pietra in 23 anni?

mercoledì, giugno 03, 2020

Una cerimonia sobria, con pochi presenti, per rendere omaggio agli eroi di ieri e a quelli di oggi, che stanno lottando con sforzi straordinari per fronteggiare la più grande crisi della nostra epoca.

Il Presidente Mattarella ha ricordato che serve ancora unità, responsabilità, coesione: solo così supereremo questo momento.

Buona festa della Repubblica.
2013

martedì, giugno 02, 2020

2 giugno 2020

#FaseDue #Sognare o Vendo Bagnoli di Edoardo Bennato
Bagnoli spicca per la “passeggiata in mare” più lunga d’Europa, lunga ben 940 metri e bagnato per due terzi della lunghezza dalle acque del Golfo.
2 giugno
Per andare incontro alle esigenze dei lavoratori con figli in questo momento delicato, abbiamo introdotto con il Decreto Cura Italia, e confermato con il Decreto Rilancio, un congedo straordinario di 15 giorni.

Ad oggi, oltre 270 mila genitori hanno beneficiato di questo aiuto.

È possibile presentare richiesta per il congedo collegandosi al sito dell’INPS:
https://www.inps.it/nuovoportaleinps/home.htm

lunedì, giugno 01, 2020

Decrescita felice o è barbarie
Domani è il 2 giugno, la Festa della Repubblica, che quest’anno vede il nostro Paese attraversare un momento molto delicato e complesso. A differenza degli scorsi anni non ci sarà il consueto appuntamento con lo speciale Montecitorio a Porte Aperte, vista l’emergenza che stiamo vivendo.

Celebreremo questa giornata con un’iniziativa a distanza e diffusa, che sarà trasmessa in diretta su Rai 1 e sulla web tv di Montecitorio alle 15.40. La dedicheremo a chi in questi mesi ha perso i propri cari, così come a chi è stato in prima fila in questa fase così difficile mettendo il proprio spirito di servizio davanti a tutto.

Lo faremo ponendo l’attenzione sui principi costituzionali fondamentali legati alla tutela della salute e alla scuola attraverso le letture di discorsi di Tina Anselmi e Piero Calamandrei, a opera degli attori Sonia Bergamasco e Francesco Montanari, e attraverso le testimonianze di studenti di tutta Italia raccolte grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. E ascolteremo i professori d’orchestra del Teatro alla Scala di Milano in una speciale esecuzione fatta per questa occasione.
A domani.

Roberto Fico
Mare a Sorrento