domenica, dicembre 31, 2023

sabato, dicembre 30, 2023

venerdì, dicembre 29, 2023

Prof. Orsini

 Ma io sto da paura


Alcuni corrotti dell'informazione hanno giurato che non avrebbero più commentato i miei post per impedire che facciano notizia. Questo è un sogno per me. Sono felicisssimo di non fare notizia così posso scrivere tutto quello che voglio senza rotture di scatole. 

Ma io sto da paura e mi rilasso sul divano. 

Non facendo notizia, allora non avrò rotture di scatole se dico che il presidente degli Stati Uniti è un criminale terrorista perché, da ottobre fino a oggi, ha dato 5000 bombe MK84 a Netanyahu con cui Israele ha massacrato migliaia di musulmani a Gaza rendendo inabitabile larghe porzioni di quel territorio per decenni. Se non faccio più notizia, allora posso dire che il presidente degli Stati Uniti è un terrorista criminale perché, il 9 dicembre 2023, ha dato 14.000 proiettili a Netanyahu per i suoi carri armati Merkava con cui Israele ammazza persino i neonati palestinesi nelle incubatrici degli ospedali. Se non faccio più notizia, allora posso dire senza fastidi che il presidente degli Stati Uniti è un terrorista criminale perché, il 9 dicembre 2023, ha posto il veto alla tregua nel consiglio di sicurezza dell'Onu condannando a morte migliaia di bambini musulmani innocenti. Potrò anche dire che Netanyahu è come Hitler e che l'esercito israeliano è una cloaca perché sta compiendo un nuovo Olocausto in forme diverse rispetto al passato nazista, ma uguali nella sostanza. Quindi vorrei ringraziare tutti quei corrotti dell'informazione che hanno smesso di bersagliarmi in pubblico però chiedono in privato il mio licenziamento dall'università e la chiusura dei miei social. E niente, io non riesco a far capire a queste lobby corrotte che non ho paura. Siccome loro vivono nella paura, non riescono a capire che qualcuno possa non averne. 

E insistono.

E insisto pure io.  

Cari corrotti, voi non sapete che favore mi fate a non commentare più i miei post. Io ho lottato per ottenere questo risultato bersagliandovi e querelandovi. Ho lottato per non fare più notizia perché è nel silenzio che gli studiosi cambiamo il modo di pensare delle persone.

La conoscenza come forma di liberazione da ogni forma di oppressione. 

Solidarietà con Gaza. 


Avanzi l'Italia, avanzi la pace.

Risorga il movimento pacifista.

giovedì, dicembre 28, 2023

mercoledì, dicembre 27, 2023

Tommaso Merlo

 In diversi paesini sperduti della Palestina è rimasta la chiesetta e pure il cimitero, ma di cristiani neanche l’ombra. Tutti fuggiti dall’Erode di turno verso qualche Egitto. Tutti in fuga verso la Terra Promessa dei giorni nostri, una terra tutta materiale. Un lavoro e dei soldi con cui comprare delle cose. Pace almeno esteriore. Fuga dalle guerre ma anche esodi verso chimere materiali. L’illusione che il benessere si possa comprare da qualche parte. L’illusione che vi sia il paradiso oltre il muro di cemento e il deserto di Giuda. Non si possono servire due padroni diceva Gesù, o Dio o il danaro. E il mondo di oggi non ha dubbi. Tutti in coda al centro commerciale invece che in qualche tempio. Già, invece di fermare la fuga dei cristiani dalla Terra Santa, bisognerebbe convincere i cristiani del mondo ricco a ritornare. In modo che spieghino che oltre il muro e il deserto di Giuda non c’è affatto il paradiso. In modo che confermino che coi soldi non si può comprare nulla di ciò che davvero conta nella vita. Come senso, appagamento, serenità e nemmeno pace se non esteriore. Sarà epocale il giorno in cui i cristiani scompariranno anche da Betlemme. Sarà epocale il giorno in cui i cristiani del mondo ricco torneranno a spiegare che la vera Terra Promessa è dentro di noi.

Tommaso Merlo

martedì, dicembre 26, 2023

lunedì, dicembre 25, 2023

Poesia

 

Poesie di Natale di Gianni Rodari

Gianni Rodari ha scritto diverse poesie dedicate al Natale: "L'albero dei poveri", "Il magico Natale", "Lo zampognaro"; "Il pianeta degli alberi di Natale". 

  • L'albero dei poveri: è una filastrocca che fa riflettere i bambini sui regali sotto l'albero e sul significato di albero di Natale;
    Il magico Natale: Gianni Rodari spiega qui cosa farebbe per Natale se avesse una bacchetta magica;
  • Lo zampognaro: si immedisima in tanti personaggi, tra cui lo zampognaro ma anche il pastore e spiega cosa farebbe per Natale se fosse nei loro panni;
  • Il pianeta degli alberi di Natale: si torna sempre sul concetto di Natale ideale, dove tutti meritano di sorridere ed essere felice.

domenica, dicembre 24, 2023

Stefano Bucci

 #24Dicembre #Auguri, vorrei taggarvi tutti ma non trovo l'opzione, spero che i nostri auguri arrivino comunque a tutti...

L'amore deve essere proprio come il Natale, allegro, magico pieno di luci, piccoli gesti e grandi sorprese.Le cose più belle della vita non si guardano con gli occhi ma si sentono con il cuore.
Con voi è Natale tutto l'anno, grazie di esserci sempre, che la notte di Natale brilli per voi di luci e amore, cercate di vincere ogni tristezza, di stupirvi della vita, e di voler bene a chi è con voi, e a quelli che non ci sono più ma sono impressi nel vostro cuore.
Mi mancano quei natali della mia infanzia.Con i nonni e genitori vivi e tutti gli zii e cugini uniti per cenare alla stessa tavola.
Da bambini ero riccho e non me ne rendevo conto, per cui chi ha oggi la fortuna di poterlo ancora fare, se lo goda (e non solo a Natale)
Vi auguriamo un caloroso Natale con il nostro video ma con un sottofondo musicale diverso(ho scelto Alleluja dei Pentatonix per l'occasione), vi vogliamo bene, e ricordate, siete speciali ❤
@follower @tutti

sabato, dicembre 23, 2023

giovedì, dicembre 21, 2023

mercoledì, dicembre 20, 2023

Tommaso Merlo

 Betlemme è deserta, sciopero generale per chiedere il cessate il fuoco. Son passati due mesi dall’inizio della guerra. Migliaia di morti, tonnellate di macerie, profondo dolore e nessuna via d’uscita se non tornare a ragionare. Scorciatoie non ve ne sono. Stessa terra, diversi punti di vista. La convivenza come unica via. È il destino degli esseri umani sul pianeta e quindi anche in Medio Oriente. È il grande insegnamento dell’Europa. Oltre due millenni di guerre sanguinarie per poi capire che in pace viviamo tutti immensamente meglio. Evoluzione oltre il proprio ego collettivo. Emancipazione dai deliri guerrafondai di qualche reggente. Pace e il massimo di democrazia che si riesce ad ottenere. Perché la guerra è autodistruzione e quindi alla convivenza non vi è in realtà nessuna alternativa. È il destino degli esseri umani sul pianeta e quindi anche in Medio Oriente. Una Betlemme deserta chiede il cessate il fuoco per tornare a ragionare. Scorciatoie non ve ne sono.

Tommaso Merlo

martedì, dicembre 19, 2023

lunedì, dicembre 18, 2023

domenica, dicembre 17, 2023

Prof. Orsini

 C’è qualcosa di mostruoso che si aggira nella politica italiana. Una grande sciagura, un grande scorno, una grande possibilità di sprofondare talmente in basso da trovare elevata persino la segreteria di Enrico Letta ai tempi della guerra in Ucraina: la possibilità che Paolo Gentiloni prenda il posto di Elly Schlein, di cui leggo tragicamente sui giornali questa mattina. 

Ora, se io volessi produrre uno sforzo mentale spaventoso e immaginare un politico italiano peggiore di Paolo Gentiloni, voglio dire, un uomo politico più patetico e improvvido, ecco, mi verrebbe in mente soltanto il commissario europeo Paolo Gentiloni. 

In primo luogo, Paolo Gentiloni è una delle grandi menti della distruzione dell’Ucraina. Questo grande sostenitore di se stesso, cioè del nulla politico moltiplicato Bonaccini, ha finanziato e appoggiato tutte le strategie che hanno causato il massacro del popolo ucraino e la distruzione di quel Paese sotto i colpi delle politiche criminali del blocco occidentale che ha usato gli ucraini come carne da macello per far avanzare la Nato al confine con la Russia con la pelle altrui. Paolo Gentiloni, il grande sostenitore di se stesso, cioè di qualcosa che non è mai esistito come corpo separato da uno schienale in pelle e rotelle, è anche il sostenitore delle sanzioni a oltranza contro la Russia che hanno massacrato migliaia di famiglie italiane e che hanno mandato l’Unione europea in recessione: sanzioni concepite non per favorire la diplomazia, ma per esecrarla e separare definitivamente la Russia dall'Europa nell'interesse nazionale degli Stati Uniti. 

Paolo Gentiloni è anche il grande sostenitore del milione di munizioni di artiglieria con i nostri soldi da dare a Zelensky per una guerra persa in partenza con cui spianare l'articolo 11 della Costituzione Italiana. Paolo Gentiloni è anche un grande sostenitore del governo Netanyahu, che è un governo di criminali di guerra, di terroristi di Stato e di massacratori di bambini palestinesi, che ha già sterminato 18,000 palestinesi innocenti disarmati e senza vie di fuga a Gaza. Paolo Gentiloni si oppone all’introduzione di sanzioni economiche contro Israele per i suoi crimini contro l’umanità. Questa proposta è stata lanciata dalla vice premier del Belgio, ma Gentiloni non l’ha nemmeno considerata, eppure era indirizzata proprio a lui che è il commissario europeo per (distruggere) gli affari economici e monetari dell'Europa. 

Paolo Gentiloni si oppone alla designazione di Israele come Stato terrorista che, invece, ha favorito contro la Russia; Paolo Gentiloni si oppone alla richiesta di un mandato di cattura internazionale contro Netanyahu da parte della Corte penale internazionale che, invece, ha favorito contro Putin perché quando le cose vuole farle poltronissima le fa eccome. Paolo Gentiloni, commissario all’economia, si oppone a qualunque economia punitiva contro Israele che possa fermare la mano criminale di Netanyahu. Paolo Gentiloni non ha mai condannato quel criminale di guerra di Netanyahu; non ha mai rilasciato dichiarazioni contro di lui o contro il suo ministro razzista Ben-Gvir, il volgare ammiratore del terrorista Baruch Goldstein, l’autore della strage contro la moschea di Hebron del 1994, e non ha mai espresso solidarietà alla città di Gaza contro l'esercito criminale d'Israele. Noi corriamo il rischio di ritrovarci Paolo Gentiloni alla guida del principale partito di opposizione italiano essendo Paolo Gentiloni una persona che non si è mai opposta a nulla perché è un uomo opposto a tutto ciò a cui un uomo dovrebbe contrapporsi per meritare lo stipendio di politico. Paolo Gentiloni è la negazione più feroce di tutti gli ideali della sinistra.

Volete un futuro di guerra per i vostri figli?

Volete una crescita della povertà per finanziare le guerre per procura mentre Gentiloni sta al calduccio con Mario Draghi?

Bene, allora tifate per pelle e rotelle al posto di Elly Schlein.

venerdì, dicembre 15, 2023

giovedì, dicembre 14, 2023

Tommaso Merlo

 Betlemme è deserta, sciopero generale per chiedere il cessate il fuoco. Son passati due mesi dall’inizio della guerra. Migliaia di morti, tonnellate di macerie, profondo dolore e nessuna via d’uscita se non tornare a ragionare. Scorciatoie non ve ne sono. Stessa terra, diversi punti di vista. La convivenza come unica via. È il destino degli esseri umani sul pianeta e quindi anche in Medio Oriente. È il grande insegnamento dell’Europa. Oltre due millenni di guerre sanguinarie per poi capire che in pace viviamo tutti immensamente meglio. Evoluzione oltre il proprio ego collettivo. Emancipazione dai deliri guerrafondai di qualche reggente. Pace e il massimo di democrazia che si riesce ad ottenere. Perché la guerra è autodistruzione e quindi alla convivenza non vi è in realtà nessuna alternativa. È il destino degli esseri umani sul pianeta e quindi anche in Medio Oriente. Una Betlemme deserta chiede il cessate il fuoco per tornare a ragionare. Scorciatoie non ve ne sono.

Tommaso Merlo

mercoledì, dicembre 13, 2023

martedì, dicembre 12, 2023

lunedì, dicembre 11, 2023

Prof. Orsini

 Questo è un gentile promemoria per ricordare che l'Ucraina ha perso la guerra con la Russia combattuta per conto della Nato. E per ricordare che le politiche criminali del blocco occidentale, che hanno portato alla distruzione di quel Paese-cavia, sono state promosse dal 99% dei conduttori televisivi e radiofonici italiani e dal 99% dei direttori dei quotidiani. Si può dire che fa schifo? Si può dire che fa schifo accendere la radio in Italia e ascoltare il 99% degli speaker radiofonici che diffondono la propaganda della Casa bianca e le menzogne di Stoltenberg per promuovere politiche di guerra? Si può dire che fa schifo accendere la televisione e sentire il 99% dei conduttori televisivi e direttori di reti televisive che operano come portaborse di Biden? Si può dire che fa schifo che la televisione e la radio italiane abbiano diffuso liste di proscrizione per colpire gli studiosi che spiegavano, sulla base di studi accademici decennali, che la Russia avrebbe devastato l'Ucraina e che sarebbero morti un sacco di bambini innocenti?

Qualche corrotto mi dice: "Orsini, se non ti piace questo sistema, vattene dall'Italia".

Macché, rispondo io. Sono i corrotti dell'informazione, semmai, che dovrebbero vivere nelle dittature visto che il loro modo di fare informazione è uguale a quello che troviamo in Corea del Nord.

Ho molto più diritto dei miei detrattori/diffamatori a vivere in Italia. Se l'Italia è ancora un Paese libero è grazie alla persone come me, mica ai corrotti come loro.

domenica, dicembre 10, 2023

sabato, dicembre 09, 2023

Tommaso Merlo

 Una classe di ciechi e disabili mentali mi canta una canzone. È in arabo ma ha un sapore natalizio. Cantano davanti alla loro anziana maestra e al distinto direttore che gli passa accanto abbracciandoli e stringendogli la mano. Eccola la Terra Santa. Lontano dai riflettori. Lontano dalle urla. Lontano dall’odio. Tra gli ultimi degli ultimi. Il ragazzone dell’ultimo banco ha una voce tenorile e trascina i suoi incerti compagni. La classe è piccola e povera ma di una dignità commovente. L’anziana maestra mi sorride orgogliosa dei suoi ragazzi, mentre il direttore non riesce a trattenere l’amore per loro. Intonano una seconda canzone. È sempre in arabo ma meno natalizia. Cantano, sorridono. Sono cresciuti su quei banchi di legno. Sono cresciuti tra quelle povere mura. Ai margini di un paese mai nato, perennemente in guerra. È questa la loro casa, è questa la loro famiglia. Una comunità fondata da una donna cieca giunta a Betlemme mezzo secolo fa. Applaudo tra una dignità commovente. Eccola la Terra Santa. Lontano da tutto. Tra gli ultimi degli ultimi. 

Tommaso Merlo

venerdì, dicembre 08, 2023

giovedì, dicembre 07, 2023

mercoledì, dicembre 06, 2023

Prof. Orsini

 Sia l'Italia l'Oman d'Europa


Siccome Putin ha vinto la guerra in Ucraina; siccome ha vinto la guerra del petrolio; siccome ha vinto la guerra delle sanzioni; siccome ha esteso le relazioni internazionali della Russia; siccome ha umiliato l'Unione europea e la Nato; siccome il Pil della Russia cresce mentre l'Unione europea è in recessione; siccome ha sconfitto la controffensiva della Nato in Ucraina; potrebbe essere l'uomo dell'anno per il "Time". Putin è nella lista dei finalisti del "Time". Il titolo di persona dell'anno potrebbe spettare proprio a lui. Però mica i corrotti della stampa, della radio e della televisione italiana dicono che il "Time" è putiniano! 

Spero che l'andamento degli eventi in Ucraina, inclusa questa candidatura di Putin, aiuti tanti italiani a comprendere che il sistema dell'informazione in Italia sulla poltiica internazionale è completamente corrotto. Mi auguro che, quando parleranno certi conduttori radiofonici e direttori di quotidiani, tutti gli italiani potranno comprendere la minaccia che queste persone pongono alla libertà del nostro Paese. Chi ha diffamato coloro che disvelano le politiche criminali del blocco occidentale in Ucraina e in Palestina adesso tace. La guerra in Ucraina ha smascherato molti impostori dell'informazione in Italia che sentiamo parlare continuamente in radio e che vediamo continuamente in televisione da secoli. 

Io sono un esponente del movimento pacifista italiano.

Il movimento pacifista italiano è una potentissima forza culturale che non arretra mai e non ha paura di nessuno perché plasma la trama delle relazioni sociali elementari in Italia, Paese di pace e di solidarietà, terra d'incontro tra popoli e culture.

Sia l'Italia l'Oman d'Europa. 

Torni l'Italia a essere l'Italia. 

Risorga il movimento pacifista.    

Qui sotto la mia ultima intervista sulla guerra in Ucraina e in Palestina.

https://www.youtube.com/watch?v=ZYttIUg9mZE

martedì, dicembre 05, 2023

lunedì, dicembre 04, 2023

Franco Iacolare Napoli calcio

 Nel calcio così come nella vita, gli episodi contano. 

L’Inter è una corazzata organizzata ed ha meritato di vincere, il Napoli è ancora alla ricerca di una sua identità dopo l’era Spalletti.    

Il campo e la classifica parlano chiaro, ma…. 

Ma nel calcio come nella vita gli episodi incidono o forse sono solo le conseguenze di quello che deve essere.  

Certo che se l’arbitro a due minuti dalla fine della prima metà di gara prevalentemente dominata dal Napoli con 2/3 clamorose occasioni gol avesse fischiato il fallo su Lobotka proprio davanti ai suoi occhi, l’Inter non avrebbe chiuso immeritatamente il primo tempo in vantaggio, probabilmente le squadre sarebbero entrate in campo con un diverso atteggiamento mentale nella seconda frazione della partita.   

Poi poteva anche capitare che l’arbitro avesse considerato da rigore il tocco in aria sulla caviglia di Oshimen e rimettere la partita in gioco.  

Ma sono solo episodi andati così, e non sapremo mai come sarebbe andata a finire se fossero andati in un altro modo.  

Ma… nel calcio come nella vita  la storia non si fa con i se e con i ma … l’unica cosa certa è rimettere la palla a centro e ricominciare da domani a giocare. 

💙

sabato, dicembre 02, 2023

Massimo Fini

 Quando in guerra esistevano le regole

Mi pare siano stati molto sottovalutati i bombardamenti aerei israeliani sugli aeroporti di Damasco e Aleppo. Cioè contro la Siria che è uno Stato sovrano membro delle Nazioni Unite. Bombardarla è un’esplicita dichiarazione di guerra. Inoltre la Siria ha come alleati la Russia e la Cina che sarà molto difficile tenere fuori dal conflitto. La Russia con le sue armi, la Cina con la sua potenza economica e tecnologica. Si sta quindi avverando ciò che avevo scritto sul Fatto del 11/10, e cioè che la guerra israelo-palestinese era l’inizio di una “guerra dei mondi” (l’unico vantaggio di questa guerra è che ha tolto dal centro degli obiettivi il buffone Zelensky).


Gli occidentali lamentano e si stracciano le vesti perché delle loro sofisticatissime tecnologie si sono impadroniti anche i cosiddetti “terroristi” islamici (si veda il bel pezzo di Massimo Gaggi sul Corriere del 13/10). Ma bisogna non conoscere la Storia per non sapere che prima o poi i nemici copiano e riproducono le armi con cui sono attaccati. Tutta la storia della difesa-offesa in guerra è fatta di armi micidiali, sempre più micidiali, seguendo la linea del progresso illimitato, per cui ad un’offesa si replica con una difesa altrettanto efficace. I cavalieri del Medioevo, i professionisti della guerra, di una guerra che, a differenza di quanto sta succedendo in questi anni, non coinvolgeva i civili, si opposero all’uso del fucile che  consideravano un’arma sleale perché colpiva a distanza. Naturalmente persero la partita. Oggi siamo arrivati a mischioni inverecondi dove i soldati in carne ed ossa non contano più nulla rispetto ai droni e altre sofisticatissime armi fra cui c’è in primissimo piano l’informazione / disinformazione. La guerra moderna è una guerra d’informazione, fra fake news di cui nessuno può controllare l’attendibilità e di notizie vere che chiunque può trasformare in fake. L’unico modo per orientarsi in questo guazzabuglio è mandare i giornalisti sul campo perché ciò che si vede con i propri occhi è realtà (sia pur relativa come ricorda il film Rashomon di Kurosawa). Insomma ci vorrebbero tanti Ettore Mo, ma Mo è appena morto insieme all’informazione di guerra.


Joe Biden, improvvisamente risorto dal suo catafalco, ha ammonito gli israeliani a rispettare “le leggi di guerra”, ma queste leggi, che intendevano tutelare i civili e che rimasero valide sin quasi alla fine della Seconda guerra mondiale, e che furono rispettate, a parte alcuni orrendi massacri perpetrati dalle forze speciali delle Waffen SS, anche dagli sempre infamati nazisti, non esistono più. A sfondarle per primi furono proprio gli americani con i bombardamenti indiscriminati su Dresda, Lipsia, Stoccarda che erano diretti, per la stessa ammissione dei comandi politici e militari Usa, contro i civili per “fiaccare la resistenza del popolo tedesco”. Poi vennero le Atomiche su Hiroshima e Nagasaki a chiudere la questione. Per cui la  ‘moral suasion’ dell’invalido Joe Biden, che pur essendo formalmente il comandante supremo delle forze americane fa fatica a reggersi in piedi, lascia il tempo che trova.


Eppure queste norme, chiamiamole così, “di cortesia”, sono esistite. Io stesso posso esserne testimone. Nel paesino del comasco in cui sono nato c’era una caserma con due giovanissime sentinelle. Passa il Piper inglese e lancia dei volantini in cui c’è scritto più o meno “Attenzione, guardate che tra poco bombardiamo”. Gli abitanti si affrettarono a fuggire nei boschi. I due guardiani della caserma rimasero al loro posto, erano o non erano le sentinelle? Mi sono sempre chiesto per chi e per che cosa erano morti quei ragazzi. Per Mussolini che, dopo tanta retorica sulla “bella morte”, che convinse molti ragazzi a sacrificarsi per Salò, fugge travestito da soldato tedesco? Per il Re e Badoglio che, in una confusione di bauli, di valige, di suppellettili fuggono da Roma lasciandola in balìa dell’esercito tedesco?  Non avevano capito, quei ragazzi, che onore, lealtà, dignità erano valori che non contavano più. Né in pace né in guerra. Come dimostra anche l’orrendo guazzabuglio israelo-palestinese dove, fra stragi reali e intelligenza artificiale si combatte una guerra che della guerra ha perso, insieme all’epica, anche l’etica.  


Il Fatto Quotidiano, 16.10.2023

venerdì, dicembre 01, 2023

giovedì, novembre 30, 2023

Tommaso Merlo

 A Betlemme è arrivato il primo freddo ma anche qualche segnale di distensione. I braccianti locali han ripreso a varcare il muro per faticare nei campi israeliani e si spera potranno farlo presto anche i frontalieri più qualificati. C’è bisogno ma anche voglia, di ripartire. Da entrambi le parti del muro. In paese si vocifera addirittura che per Natale riapriranno i check-points per consentire ai cristiani israeliani un pellegrinaggio che per loro è una tradizione antichissima. Già, ci sono pure loro. I cristiani palestinesi e pure quelli israeliani. Da oltre duemila anni. Pare comunque che il comune di Betlemme non farà grandi festeggiamenti quest’anno. Forse non ci sarà nemmeno l’albero di Natale in Piazza della Mangiatoia e saranno poche le luminarie attorno alla Basilica della Natività. Lutto, rammarico ma anche tanto bisogno e voglia di ripartire. E menomale che col primo freddo è arrivato anche qualche segnale di distensione. 

Tommaso Merlo

mercoledì, novembre 29, 2023

martedì, novembre 28, 2023

Poesia

 Salvatore Quasimodo

UOMO DEL MIO TEMPO 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

lunedì, novembre 27, 2023

sabato, novembre 25, 2023

venerdì, novembre 24, 2023

Prof. Orsini

 L'Itadiota


Certi giornalisti italiani che scrivono della guerra in Ucraina mi fanno ridere moltissimo ed io li adoro e li ringrazio. Siccome l'Ucraina non vince mezza battaglia manco per sbaglio e non conquista nemmeno un giardinetto pubblico nonostante le armi della Nato, questi commentatori hanno il problema di riempire i loro articoli. Si svegliano la mattina, controllano le fonti e dicono: "Corbezzoli, anche questa mattina viene fuori che il professor Orsini aveva visto giusto. Gli ucraini non hanno conquistato manco un marciapiede con panchina. E mo' che cosa scrivo? Mica posso dire che le politiche del blocco occidentale sono politiche criminali perché hanno mandato un popolo al massacro?". 


Per questa via si è diffuso in Italia un nuovo stile di scrittura, l'"itadiota", caratterizzato da un profluvio di: "Se l'Ucraina riuscisse a trasferire una forza d'attacco corazzata sul fronte orientale di Kherson, la Russia sarebbe spacciata"; "se l'Ucraina riuscisse a bombardare le postazioni nemiche con gli aerei, i russi cadrebbero a decine"; "se l'Ucraina avesse più soldati, riprenderebbe Bakhmut". Interi articoli così. Il problema è che la Russia ha tutto quello che l'Ucraina possiede moltiplicato mille. Però la Danimarca darà diciannove F-16 a Zelensky suddivisi in tre invii nell'arco di ventitre millenni e mezzo. I primi sei F-16 - così ha assicurato la premier danese Mette Frederiksen - arriveranno verso la fine del 2023.


Ovviamente l'itadiota - che è un tipo antropologico oltre che uno stile di scrittura - mica si pone il problema che la Russia ha 1000 caccia di quarta generazione. Noooo, figuriamoci. La Danimarca darà questa "poracciata" dei diciannove F-16 a Zelensky entro il Novecentosettantaquattromila-cinquecentosettantadue dopo Cristo e i russi diranno: "Che paura! Noi abbiamo 1000 caccia della stessa generazione degli F-16 di cui non paghiamo il carburante perché in Russia abbiamo più benzina che Oceani però gli F-16 della Danimarca sono magici quindi noi tanta paura e poi scappiamo". In tal modo l’Itadiota giunge all’ultimo stadio del delirio. E con lo sguardo vuoto davanti a un caffè assai gramo - chissà di chi - immagina questi diciannove F-16 che nel Novecentosettantaquattromila-cinquecentosettantadue dopo Cristo atterrano su Mosca mentre uno Zelensky un po’ attempato dice: “Grazie Italia, terra d’Itadioti”.

 

Quindi la regolairtà empirica che avevo enunciato all'inizio della guerra era corretta: "Per ogni proiettile della Nato che l'Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l'Ucraina". Bravo, itadiota, voglio confortarti. Questa sera vai a dormire immaginando che l'Ucraina abbia le testate nucleari. La Russia ne ha 6000 però puoi sempre scrivere un articolo su quello che Putin farebbe se Zelensky avesse un arsenale nucleare.

giovedì, novembre 23, 2023

Benzina


 

Tommaso Merlo

 In guerra a pagare il prezzo sono i poveri cristi. Coloro che finiscono sotto le bombe o poco più in là vedono la loro vita saltare in aria. Politicanti e generali la guerra se la godono invece al calduccio. È sempre stato così. Qualche ego personale o collettivo prima o poi trova scuse per scatenare una rissa e i poveri cristi ci vanno di mezzo. Poi ci sono quelli che assistono da lontano e tifano. Come se prima o poi non toccasse a loro. E mentre tifano i loro paesi continuano ad armarsi. Pace solo apparente e guerra in fondo vista come inevitabile. Nella vita personale come in quella dei paesi. Ego personali e collettivi, risse furibonde e poi tutti a prendersi i meriti di vittorie che in realtà sono sconfitte per tutti, come umanità. Vittorie che in realtà sono solo tregue in attesa della prossima rissa. Sogni di grandezza, deliri materiali, nemici presunti, opinioni spacciate come verità. Con politicanti e generali al calduccio e poveri cristi che ci vanno di mezzo.

Tommaso Merlo

mercoledì, novembre 22, 2023

martedì, novembre 21, 2023

Paolo Crepet

 Paolo Crepet  psichiatra e sociologo, con la saggezza che lo ha sempre contraddistinto. L’esperto ha subito fatto delle premesse, dicendo: ( In riferimento a Filippo Turetta ) “Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi”. Crepet non ritiene che si sia trattato di un raptus, precisando: “I raptus sono nei fumetti”. Non se la sente di esprimersi, Crepet, sul caso specifico, augurandosi solo che non abbia inizio la solita storia di periti e contro-periti, poiché ” sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza”. Sulla parola “innamorato,” in relazione ai sentimenti che Turetta continuava a provare nei confronti di Giulia, a detta dei suoi conoscenti, lo psichiatra ha un’idea ben precisa, tuonando: “In questo contesto la parola innamorato proprio non la userei. Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale”.

Eppure è successo , e indipendentemente dalla collocazione geografica del femminicidio. Questo, per Crepet, vuol dire che “ la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?”.

Lo sbaglio commesso dai genitori? Crepet non ha dubbi: “Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no”.  Analisi che va a trattare i rapporti scuola-genitori, sui quali non ammette interferenze, e la paura del ghosting, un fenomeno sempre più diffuso sui social.

DA IL MESSAGGERO : INTERVISTA A PAOLO CREPET

lunedì, novembre 20, 2023

domenica, novembre 19, 2023

Filippo Turetta

 Il Messaggero

Persone

FILIPPO TURETTA

Filippo Turetta, Paolo Crepet: «Non è stato un raptus. Bisogna cogliere i segnali, non si diventa un “lupo” in una notte»

Lo psichiatra: "Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no"

Filippo Turetta, Paolo Crepet: «Non è stato un raptus. Bisogna cogliere i segnali, non si diventa un “lupo” in una notte»

di Alda Vanzan


4 Minuti di Lettura

Domenica 19 Novembre 2023, 09:13

Ultimo agg. 18:25

Paolo Crepet premette: «Non conoscendo quel ragazzo, non mi avventuro in nessuna diagnosi». Lo psichiatra e sociologo, autore di tantissimi libri sui giovani, è però certo di una cosa: «Non credo che sia nato tutto quella sera, non è stato un raptus. I raptus sono nei fumetti».


Professor Crepet, dopo una settimana è stato trovato il corpo di Giulia Cecchettin e l’indiziato è il suo fidanzato Filippo Turetta.

«Non posso dire niente del caso specifico, spero solo che non si cominci con la solita storia di periti e controperiti, sarebbe insopportabile per chi ha voluto bene a quella povera ragazza».


Chi lo conosceva dice che Filippo era ancora innamorato di Giulia.

«In questo contesto la parola innamorato proprio non la userei.


Il solo pensare che una ragazza sia come una motocicletta, una proprietà, non c’entra niente con l’innamoramento. È una concezione medievale».

Però succede.

«Appunto, ed è successo in Veneto, in una zone più produttive e ricche del paese, in quella che è stata definita la locomotiva d’Italia. Non è successo in una periferia del Meridione catalogata con il solito bla-bla».


E questo cosa significa?

«È la prova provata che la violenza e il pregiudizio nei confronti della donna non hanno nulla a che vedere con quello che dicono i soliti quattro sociologhi. Qui siamo nel cuore del Nordest. Ci sono le villette, i giardini ben curati, un mondo che pensavamo essere privilegiato. E felice. Invece no. Abbiamo i soldi, ma non la felicità. Ci sono giovani che non sanno distinguere i sentimenti: come si può parlare di amore quando fai quaranta telefonate a una ragazza?».


In genere, in cosa sbagliano i genitori?

«Sbagliano a giustificare sempre e comunque i figli. I ragazzi vanno male a scuola? Poverini. Prendono un’insufficienza? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar. Abbiamo creato dei ragazzi che non conoscono la frustrazione, che non sanno che esistono anche i no».


Le famiglie, dunque.

«È da trent’anni che lo dico. Così come ho detto che la scuola è il luogo dei ragazzi e dei loro insegnanti e che i genitori neanche dovrebbero entrarci. Già questa sarebbe una rivoluzione».


Quanto hanno influito i social?

«Tantissimo. Ho coordinato una ricerca sul rapporto tra social e generazione Zeta, è emerso che quello che i giovani temono di più è il “ghosting”. Chatti con il Lorenzo di turno e a un certo punto Lorenzo sparisce. Non lo reggono. Capitava anche alle generazioni precedenti quando non c’erano i social, ma non erano drammi».


Cosa dice ai genitori italiani?

«Anche ai genitori europei, perché non è che negli altri paesi la situazione sia tanto diversa: smetterla di tutelare i loro figli. Sa che cosa rispondo a quei padri e a quelle madri che mi chiedono un consiglio? Di fare l’esatto contrario di quello che stanno facendo».


Perché i genitori hanno questa ansia di tutelare i figli?

«Perché hanno sensi di colpa. Su tutto. Pensano di non avere difeso abbastanza le loro creature. E invece dovrebbero dire: arrangiatevi».


Tornando a Filippo e Giulia, pensa ci sia stata premeditazione?

«Non faccio il mago, ma credo che non sia nato tutto quella sera, i raptus sono solo nei fumetti. Non si diventa lupo in una notte».


Ci sono segnali che si possono cogliere?


«Certo. Ma bisogna farsi aiutare. Il che non significa andare dallo psicanalista. Basta un’amica, ma serve tempo. E non ci si aiuta in chat, ci si aiuta andando a fare un passeggiata, stando assieme, parlando. Vale anche per l’ultimo appuntamento: non si va mai da sole, si va con qualcun altro, ma questo comporta essere complici. La complicità nelle relazioni - gli amici, i familiari, l’allenatore, l’insegnante - è la salvezza».

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Bimbi


 

Prof. Orsini

 Essendo completamente corrotto, il sistema dell'informazione in Italia non vi spiega quello che sto per dirvi. 

Il bombardamento di Gaza non serve a proteggere la vita di Israele, degli ebrei e degli israeliani. Questa notizia è radicalmente falsa e, infatti, viene ripetuta da tutte le radio e le televisioni italiane. Il massacro di Gaza serve ed è concepito strategicamente per rendere l'occupazione israeliana dei territori palestinesi definitiva e inscalfibile. Il fine che Netanyahu, la Commissione europea e la Casa Bianca perseguono è di infliggere una sconfitta talmente dura ai palestinesi da rendere impossibile la prosecuzione della loro lotta per la liberazione dei propri territori dall'occupazione inumana d'Israele. Netayahu non lascerà mai i territori palestinesi con le buone. Con le buone, Netanyahu renderà l'occupazione ancora più estesa e pervasiva. L'idea che una classe dirigente palestinese pacifica e non violenta sarebbe più utile alla Palestina è falsa. Una classe dirigente palestinese pacifica e non violenta causerebbe una crescita ancora più rapida degli insediamenti illegali degli israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme est come conferma la documentazione storica. 

Il bombardamento di Gaza è così spaventoso e disumano perché è concepito da Biden, Ursula von der Leyen e Netanyahu come una guerra definitiva. L'ultima guerra. Il ragionamento dei criminali di guerra che guidano l'Occidente e che stanno massacrando migliaia di bambini palestinesi è il seguente: "Forza, stringiamo i denti, massacriamo il maggior numero di palestinesi nel minor tempo possibile cercando di resistere alle pressioni umanitarie delle nostre opinioni pubbliche perché non avremo una seconda possibilità di chiudere la partita per la vittoria definitiva del colonialismo occidentale in Palestina".

Blocco occidentale, blocco criminale, blocco di criminali di guerra e di massacratori di bambini palestinesi.

Solidarietà con i palestinesi.

Solidarietà con Gaza.

venerdì, novembre 17, 2023

Massimo Fini

 "Terroristi"? lo siamo anche noi

Qualcuno si era illuso di aver spazzato via una volta per tutte l’Isis radendo al suolo Raqqa e Mosul, le capitali dello Stato Islamico allora in mano ad al-Baghdadi. I bombardieri USA non erano bastati (è da tempo che i militari americani non mettono piede a terra) decisivo era stato l’intervento dei curdi che saranno poi ripagati sottraendo loro la città di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno. Nel lontano 1991 sul New York Times il giornalista americano William Safire scriveva: “Svendere i curdi…è una specialità del Dipartimento di Stato americano”.


Smantellare lo Stato Islamico dove i guerriglieri Isis erano raggruppati in un territorio limitato, controllato e controllabile, uno Stato che aveva una sua socialità, diretta anche, il lettore non ci crederà, a favorire le donne durante la gravidanza, il parto, il post-parto, non è stata una buona idea. Oggi gli Isis sono dappertutto, in Pakistan, in Somalia, dove gli Shabaab hanno dichiarato la loro dipendenza dallo Stato Islamico, in Libia, in Egitto, in Tunisia e anche in Afghanistan (il 10 giugno di quest’anno c’é stato a Kabul un attacco Isis ad una moschea, che ne seguiva molti altri). Della penetrazione Isis in Afghanistan gli occidentali sono stati i principali responsabili perché i Talebani, dovendo combattere gli occidentali, non avevano forze sufficienti per battersi contro gli Isis. Inoltre gli afghani sono dei grandi combattenti ma non hanno la cultura della morte degli Isis che si fan saltare in aria come se si trattasse di accendere una sigaretta.


L’attentato dell’altro giorno in Belgio ricorda le stagioni del Bataclan, della Promenade des Anglais, del Stade de France, dell’attacco al supermercato Kosher di Parigi. Ma ha un significato del tutto diverso. Allora furono attaccati soprattutto i luoghi del divertimento degli europei, il ragionamento era questo: per decenni ci avete attaccato, ci avete bombardato, avete ucciso civili mentre voi stavate belli belli a fare i vostri apericena, drink, aperitivi, adesso assaggiate anche voi che cos’è la paura (“io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore”). Dirà Amedy Coulibaly, l’attentatore del supermercato Kosher, in un suo testamento postumo: “Tutto quello che facciamo è legittimo. Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra? Sulle nostre terre? No. Non possiamo lasciarvelo fare. Vi combatteremo”. Coulibaly prima dell’attentato in cui sarebbe stato sicuramente ucciso e dove si offrì volontariamente alle pallottole dei poliziotti, avvertirà la sua compagna e le dirà di rifugiarsi in Siria, sotto la protezione dello Stato islamico allora lì presente in forze. Perché anche i terroristi Isis, almeno quelli di sette od otto anni fa, hanno, per quanto ciò possa sembrare strano agli osservatori occidentali, dei sentimenti e dei comportamenti umani. Non sono proprio come i terroristi russi all’epoca dello Zar (quello vero) i “terroristi gentili” come li chiama Albert Camus, che rinunciavano all’attentato se c’era la possibilità di mettere a rischio persone che non c’entravano niente. Famoso è l’episodio di quel terrorista russo che doveva gettarsi con una bomba fra le zampe dei cavalli che portavano la carrozza dello Zar e della Zarina, ma vi rinunciò quando vide che sulla carrozza c’erano anche i figli della coppia.


Con l’attentato in Belgio e prima ancora quello a Parigi siamo lontani dal terrorismo tradizionale Isis, quello espresso da Amedy Coulibaly. È evidente che questi attentati si legano alla guerra israelo-palestinese e si inseriscono quindi in quella che ho chiamato “la guerra dei mondi” dove per il momento i terroristi di Hamas combattono contro i terroristi d’Israele a cui sarebbe bene ricordare -qualcuno l’ha fatto- che la legittima difesa non può essere sproporzionata all’offesa, come è anche nel Codice Penale italiano. Ed è inutile invocare “leggi umanitarie” che non sono mai esistite o “leggi del diritto internazionale” che nessuno rispetta più da tempo, occidentali in testa (Serbia 1999, Iraq 2003, Libia 2011).


Ha detto il presidente francese Emmanuel Macron: “La nostra Europa è sconvolta”. Ah, adesso ci viene la strizza? Nella guerra russo-ucraina, in quella israelo-palestinese, cadono, sotto armi micidiali e sempre più sofisticate, civili, bambini compresi. Perché mai l’Europa, che pur è in parte all’origine di questo terrore, dovrebbe rimanere intoccata?.


“Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”.


Il Fatto Quotidiano, 19.10.2023

giovedì, novembre 16, 2023

GigieRoss


 

Tommaso Merlo

 Al mercato di Betlemme sono comparsi cavoli ed uva. Un chilo quattro shekel ma può schizzare a sette per colpa della guerra. Lo shekel è la moneta israeliana ma anche palestinese. Due paesi in guerra con la stessa moneta, la stessa banca centrale. Stranezze di questa guerra infinita. Come le decine di migliaia di frontalieri che ogni giorno varcano il muro a piedi. Al di là li aspettano pullman che li portano a lavori che gli israeliani non fanno più. Lavori usuranti ma ben pagati. Stranezze di questa guerra infinita. Per passare il muro i palestinesi han bisogno di una carta d’identità israeliana e solo in pochi privilegiati possono passare i check-point in macchina, tipo i dottori e comunque serve la targa gialla israeliana e in Palestina è pieno. Stranezze di questa guerra infinita. Senza parlare degli scaffali dei miseri negozi palestinesi, pieni di prodotti israeliani con tanto di scritte in ebraico. Tonnellate di merce che ogni giorno entrano previo controllo israeliano, come le persone. Non esiste il visto palestinese, esiste solo quello israeliano. Al mercato di Betlemme anche i kiwi vengono dall’altra parte del muro mentre cavoli ed uva no. Stranezze di questa guerra infinita.  

Tommaso Merlo

mercoledì, novembre 15, 2023

martedì, novembre 14, 2023

Prof. Orsini

 Ti scatto una fotografia


Che cos'è l'Occidente?

I bambini massacrati a Gaza senza pietà.

Che cos'è l'Occidente?

Hitler e il nazismo.

Che cos'è l'Occidente?

l'Olocausto.

Che cos'è l'Occidente?

La bomba atomica.

Che cos'è l'Occidente?

Il colonialismo e lo sterminio di intere civiltà.

Che cos'è l'Occidente?

600.000 civli massacrati in Iraq in una guerra illegale. 

Che cos'è l'Occidente?

La Commissione europea e la Casa bianca che sostengono lo sterminio dei palestinesi a Gaza.

Che cos'è l'Occidente?

Il ministro israeliano Ben-Gvir ammiratore del terrorista Baruch Goldstein

Che cos'è l'Occidente?

La convinzione che i bambini a Gaza vengano uccisi da Hamas.

Che cos'è l'Occidente?

I proiettili sparati nel cranio dei bimbi palestinesi in Cisgiordania come Mohammed Haitham al-Tamimi (tre anni, 5 gugno 2023).

Che cos'è l'Occidente?

La violazione sistematica del diritto internazionale e dei diritti umani.

Che cos'è l'Occidente?

La convinzione di essere una civiltà superiore.

L'Occidente non è soltanto tutto questo, per fortuna.

Ma tutto questo prende quasi tutto l'obiettivo.

Se però la foto è scattata dagli editorialisti del Corriere della Sera, vedrete tanti bimbi sorridenti che giocano felici.

lunedì, novembre 13, 2023

domenica, novembre 12, 2023

Leone


 

Avanti Napoli


 

Elio Lannutti

 "Sono una mamma che vive da sola con un figlio da 10 anni. Ho 48 anni, lavoro da più di 30…sono in una azienda di abbigliamento, vivo in una piccola casetta datami da mia sorella. Lo stipendio che ho supera di poco i 1000 euro al mese con l'assegno di mio figlio, nonostante faccia un lavoro anche di responsabilità. E la maggior parte delle volte, già prima di prenderlo, più della metà è già speso solo per tasse e bollette e spesa. 


Dopo 2 giorni che l'ho preso, ho da fare i conti con 400 euro per arrivare al mese dopo calcolando la spesa. Mangiare fuori una pizza è diventato un lusso, se si riesce, una volta al mese. Le domeniche, la maggior parte delle volte, si sta in casa, al massimo si fa una camminata in una campagna qui vicino. Sono stanca, davvero. Dopo 30 anni di lavoro, dove i contratti e gli stipendi vanno a ribasso, sono anche demotivata….poi, essendo anche donna, gli stipendi sono inferiori. Vorrei capire perché. Vorrei far vedere un po' di mondo anche a mio figlio. Per carità, di certo non le Maldive. Invece, devo dire quasi sempre "non si può". Gli stipendi ormai sono pari al reddito di cittadinanza e non ti danno la possibilità di una vita "normale". 

Anzi. Pure io ho avuto una mano da mio padre che ha 87 anni per far fronte alle bollette…passando l'inverno con 17 gradi in casa. Dovrei essere io a dare una mano a lui… Quando dicono "il rincaro corrode i risparmi degli italiani”, sinceramente io non so neanche cosa siano i risparmi. Faccio i salti, non per mettere via qualcosa, ma per arrivare al prossimo stipendio, se ci si riesce. Già mio figlio sogna di andarsene da questo paese. L'Italia è questa?"


Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una donna di 48 anni che vive sola con suo figlio e che, pur lavorando, ha uno stipendio che non le dà la possibilità di vivere in maniera dignitosa.

sabato, novembre 11, 2023

venerdì, novembre 10, 2023

Prof. Orsini

 Caro Bruno Vespa, premesso che le voglio bene e la rispetto molto, le ho sentito dire, in un video di sostegno all'azione militare d'Israele contro Gaza, che qualcuno vorrebbe "sradicare" Israele. Vorrei rasserenarla. Questa notizia è radicalmente falsa. Non esiste nessuno Stato che voglia o che POSSA eliminare Israele. Se vuole, citi pure uno Stato o organizzazione terroristica ed io le dimostrerò, su basi empiriche, che nessuno Stato e nessuna organizzazione vuole e, soprattutto, PUO' distruggere Israele. Nessuno Stato ha un piano per distruggere Israele, nemmeno l'Iran. 

Israele non corre nessun pericolo di essere sradicata.

Lei aggiunge che Hamas vuole uccidere tutti gli ebrei ovunque essi siano. Tuttavia la ricerca scientifica smentisce questa sua affermazione. Hamas non ha un piano per uccidere ebrei al di fuori dell'area del conflitto.  

Quindi, no, il massacro dei civili a Gaza non è finalizzato a impedire che qualcuno cancelli Israele e non è nemmeno finalizzato a difendere gli ebrei in tutti i luoghi del mondo. 

La notizia secondo cui qualcuno vuole eliminare Israele è falsa come la notizia che Putin ha invaso l'Ucraina per invadere tutta l'Europa. 

Insistere con questa idea falsa secondo cui Israele rischia di essere cancellata e che gli ebrei sarebbero in procinto di essere sterminati in tutte le città del mondo è soltanto il frutto di un processo di radicalizzazione da cui lei è stato investito in pieno. Così come i militanti dell'Isis pensano che gli americani vogliano uccidere tutti i musulmani, lei crede che qualcuno (chi?) voglia uccidere tutti gli ebrei. Si chiama radicalizzazione.

Non esiste un piano per sterminare tutti gli ebrei del mondo.

Noi esperti di terrorismo non lo conosciamo.  

Fantasmi nella mente.

Un abbraccio e, la prego, la smetta di diffondere questa propaganda per giustificare l'ingiustificabile.

mercoledì, novembre 08, 2023

martedì, novembre 07, 2023

Caduti sul lavoro


 

Tommaso Merlo

 Alle porte di Betlemme svetta il palazzo di Erode. Stragi di bambini allora come oggi. Famiglie in fuga allora come oggi. Vite altrui sacrificate per le chimere egoistiche del potente di turno. Armi sempre più devastanti. Immense energie per idearle, immense risorse per produrle. Gente che lotta per sopravvivere e potenti che accumulano armi e trovano scuse per usarle. Per difendere le proprie chimere e per attaccare quelle altrui. Per imporre la propria volontà o impedire quella altrui. Guerra come soluzione e non problema. Guerra come inevitabile e non scelta. Guerra perfino come sacrosanta e non follia autodistruttiva. Tutti sicuri delle proprie ragioni, tutti sicuri che abbia senso insanguinare il mondo. Come se fossimo immortali e non di passaggio sul pianeta. Come se il nostro punto di vista fosse verità. Armi sempre più devastanti. Interessi sempre più ingenti. Soldi che si comprano tutto e tutti. Anche il buon senso. Soldi al servizio dell’Erode di turno illuso di essere immortale. Stragi di bambini. Famiglie in fuga. Vite altrui sacrificate per qualche chimera egoistica. Allora come oggi. 

Tommaso Merlo

lunedì, novembre 06, 2023

domenica, novembre 05, 2023

Massimo Fini

 "Terroristi"? lo siamo anche noi

Qualcuno si era illuso di aver spazzato via una volta per tutte l’Isis radendo al suolo Raqqa e Mosul, le capitali dello Stato Islamico allora in mano ad al-Baghdadi. I bombardieri USA non erano bastati (è da tempo che i militari americani non mettono piede a terra) decisivo era stato l’intervento dei curdi che saranno poi ripagati sottraendo loro la città di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno. Nel lontano 1991 sul New York Times il giornalista americano William Safire scriveva: “Svendere i curdi…è una specialità del Dipartimento di Stato americano”.


Smantellare lo Stato Islamico dove i guerriglieri Isis erano raggruppati in un territorio limitato, controllato e controllabile, uno Stato che aveva una sua socialità, diretta anche, il lettore non ci crederà, a favorire le donne durante la gravidanza, il parto, il post-parto, non è stata una buona idea. Oggi gli Isis sono dappertutto, in Pakistan, in Somalia, dove gli Shabaab hanno dichiarato la loro dipendenza dallo Stato Islamico, in Libia, in Egitto, in Tunisia e anche in Afghanistan (il 10 giugno di quest’anno c’é stato a Kabul un attacco Isis ad una moschea, che ne seguiva molti altri). Della penetrazione Isis in Afghanistan gli occidentali sono stati i principali responsabili perché i Talebani, dovendo combattere gli occidentali, non avevano forze sufficienti per battersi contro gli Isis. Inoltre gli afghani sono dei grandi combattenti ma non hanno la cultura della morte degli Isis che si fan saltare in aria come se si trattasse di accendere una sigaretta.


L’attentato dell’altro giorno in Belgio ricorda le stagioni del Bataclan, della Promenade des Anglais, del Stade de France, dell’attacco al supermercato Kosher di Parigi. Ma ha un significato del tutto diverso. Allora furono attaccati soprattutto i luoghi del divertimento degli europei, il ragionamento era questo: per decenni ci avete attaccato, ci avete bombardato, avete ucciso civili mentre voi stavate belli belli a fare i vostri apericena, drink, aperitivi, adesso assaggiate anche voi che cos’è la paura (“io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore”). Dirà Amedy Coulibaly, l’attentatore del supermercato Kosher, in un suo testamento postumo: “Tutto quello che facciamo è legittimo. Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra? Sulle nostre terre? No. Non possiamo lasciarvelo fare. Vi combatteremo”. Coulibaly prima dell’attentato in cui sarebbe stato sicuramente ucciso e dove si offrì volontariamente alle pallottole dei poliziotti, avvertirà la sua compagna e le dirà di rifugiarsi in Siria, sotto la protezione dello Stato islamico allora lì presente in forze. Perché anche i terroristi Isis, almeno quelli di sette od otto anni fa, hanno, per quanto ciò possa sembrare strano agli osservatori occidentali, dei sentimenti e dei comportamenti umani. Non sono proprio come i terroristi russi all’epoca dello Zar (quello vero) i “terroristi gentili” come li chiama Albert Camus, che rinunciavano all’attentato se c’era la possibilità di mettere a rischio persone che non c’entravano niente. Famoso è l’episodio di quel terrorista russo che doveva gettarsi con una bomba fra le zampe dei cavalli che portavano la carrozza dello Zar e della Zarina, ma vi rinunciò quando vide che sulla carrozza c’erano anche i figli della coppia.


Con l’attentato in Belgio e prima ancora quello a Parigi siamo lontani dal terrorismo tradizionale Isis, quello espresso da Amedy Coulibaly. È evidente che questi attentati si legano alla guerra israelo-palestinese e si inseriscono quindi in quella che ho chiamato “la guerra dei mondi” dove per il momento i terroristi di Hamas combattono contro i terroristi d’Israele a cui sarebbe bene ricordare -qualcuno l’ha fatto- che la legittima difesa non può essere sproporzionata all’offesa, come è anche nel Codice Penale italiano. Ed è inutile invocare “leggi umanitarie” che non sono mai esistite o “leggi del diritto internazionale” che nessuno rispetta più da tempo, occidentali in testa (Serbia 1999, Iraq 2003, Libia 2011).


Ha detto il presidente francese Emmanuel Macron: “La nostra Europa è sconvolta”. Ah, adesso ci viene la strizza? Nella guerra russo-ucraina, in quella israelo-palestinese, cadono, sotto armi micidiali e sempre più sofisticate, civili, bambini compresi. Perché mai l’Europa, che pur è in parte all’origine di questo terrore, dovrebbe rimanere intoccata?.


“Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”.


Il Fatto Quotidiano, 19.10.2023

sabato, novembre 04, 2023

venerdì, novembre 03, 2023

 A Betlemme una volta si andava in piazza per avere notizie sulla guerra, oggi ci si chiude in casa davanti a qualche schermo come nel resto del mondo. Perfino i soldati girano col cellulare e filmano i loro atti eroici. Brutto colpo per la propaganda politica, ma la verità non ha scorciatoie. Coi cellulari le masse si manipolano da sole. Scrollano col ditino e gli algoritmi gli propinano quello che gli piace per tenerli incollati allo schermo. Basta qualche ditata e appaiono i video della propria fazione che rafforzano le proprie false certezze. E via a sguazzare con quelli che la pensano come noi. Con le televisioni si è in balia dei politicanti e dei magnati, coi cellulari si è in balia della deficienza artificiale. Di algoritmi che alla fine hanno come unico scopo quello di tenerti incollato a quello schermo. Già, la verità non ha scorciatoie e nemmeno la libertà. Non si capiscono i problemi tifando, ma analizzando. Non si risolvono i problemi guerreggiando, ma dialogando. E non ci sono scorciatoie né alla libertà né alla verità. Sono conquiste che si ottengono evolvendo ed emancipandosi. A Betlemme come nel resto del mondo. 

Tommaso Merlo

giovedì, novembre 02, 2023

mercoledì, novembre 01, 2023

Massimo Fini

 "Terroristi"? lo siamo anche noi

Qualcuno si era illuso di aver spazzato via una volta per tutte l’Isis radendo al suolo Raqqa e Mosul, le capitali dello Stato Islamico allora in mano ad al-Baghdadi. I bombardieri USA non erano bastati (è da tempo che i militari americani non mettono piede a terra) decisivo era stato l’intervento dei curdi che saranno poi ripagati sottraendo loro la città di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno. Nel lontano 1991 sul New York Times il giornalista americano William Safire scriveva: “Svendere i curdi…è una specialità del Dipartimento di Stato americano”.


Smantellare lo Stato Islamico dove i guerriglieri Isis erano raggruppati in un territorio limitato, controllato e controllabile, uno Stato che aveva una sua socialità, diretta anche, il lettore non ci crederà, a favorire le donne durante la gravidanza, il parto, il post-parto, non è stata una buona idea. Oggi gli Isis sono dappertutto, in Pakistan, in Somalia, dove gli Shabaab hanno dichiarato la loro dipendenza dallo Stato Islamico, in Libia, in Egitto, in Tunisia e anche in Afghanistan (il 10 giugno di quest’anno c’é stato a Kabul un attacco Isis ad una moschea, che ne seguiva molti altri). Della penetrazione Isis in Afghanistan gli occidentali sono stati i principali responsabili perché i Talebani, dovendo combattere gli occidentali, non avevano forze sufficienti per battersi contro gli Isis. Inoltre gli afghani sono dei grandi combattenti ma non hanno la cultura della morte degli Isis che si fan saltare in aria come se si trattasse di accendere una sigaretta.


L’attentato dell’altro giorno in Belgio ricorda le stagioni del Bataclan, della Promenade des Anglais, del Stade de France, dell’attacco al supermercato Kosher di Parigi. Ma ha un significato del tutto diverso. Allora furono attaccati soprattutto i luoghi del divertimento degli europei, il ragionamento era questo: per decenni ci avete attaccato, ci avete bombardato, avete ucciso civili mentre voi stavate belli belli a fare i vostri apericena, drink, aperitivi, adesso assaggiate anche voi che cos’è la paura (“io vengo a restituirti un po' del tuo terrore, del tuo disordine, del tuo rumore”). Dirà Amedy Coulibaly, l’attentatore del supermercato Kosher, in un suo testamento postumo: “Tutto quello che facciamo è legittimo. Non potete attaccarci e pretendere che non rispondiamo. Voi e le vostre coalizioni sganciate bombe sui civili e sui combattenti ogni giorno. Siete voi che decidete quello che succede sulla Terra? Sulle nostre terre? No. Non possiamo lasciarvelo fare. Vi combatteremo”. Coulibaly prima dell’attentato in cui sarebbe stato sicuramente ucciso e dove si offrì volontariamente alle pallottole dei poliziotti, avvertirà la sua compagna e le dirà di rifugiarsi in Siria, sotto la protezione dello Stato islamico allora lì presente in forze. Perché anche i terroristi Isis, almeno quelli di sette od otto anni fa, hanno, per quanto ciò possa sembrare strano agli osservatori occidentali, dei sentimenti e dei comportamenti umani. Non sono proprio come i terroristi russi all’epoca dello Zar (quello vero) i “terroristi gentili” come li chiama Albert Camus, che rinunciavano all’attentato se c’era la possibilità di mettere a rischio persone che non c’entravano niente. Famoso è l’episodio di quel terrorista russo che doveva gettarsi con una bomba fra le zampe dei cavalli che portavano la carrozza dello Zar e della Zarina, ma vi rinunciò quando vide che sulla carrozza c’erano anche i figli della coppia.


Con l’attentato in Belgio e prima ancora quello a Parigi siamo lontani dal terrorismo tradizionale Isis, quello espresso da Amedy Coulibaly. È evidente che questi attentati si legano alla guerra israelo-palestinese e si inseriscono quindi in quella che ho chiamato “la guerra dei mondi” dove per il momento i terroristi di Hamas combattono contro i terroristi d’Israele a cui sarebbe bene ricordare -qualcuno l’ha fatto- che la legittima difesa non può essere sproporzionata all’offesa, come è anche nel Codice Penale italiano. Ed è inutile invocare “leggi umanitarie” che non sono mai esistite o “leggi del diritto internazionale” che nessuno rispetta più da tempo, occidentali in testa (Serbia 1999, Iraq 2003, Libia 2011).


Ha detto il presidente francese Emmanuel Macron: “La nostra Europa è sconvolta”. Ah, adesso ci viene la strizza? Nella guerra russo-ucraina, in quella israelo-palestinese, cadono, sotto armi micidiali e sempre più sofisticate, civili, bambini compresi. Perché mai l’Europa, che pur è in parte all’origine di questo terrore, dovrebbe rimanere intoccata?.


“Qui chi non terrorizza si ammala di terrore”.


Il Fatto Quotidiano, 19.10.2023

martedì, ottobre 31, 2023

lunedì, ottobre 30, 2023

domenica, ottobre 29, 2023

Tommaso Merlo

 Infuria la guerra. I politicanti aizzano e i giornalisti chiacchierano. Tutti certi di avere ragione, tutti all’attacco. Nel frattempo in quel di Betlemme, dietro le quinte, le famiglie si contano gli spiccioli in tasca, i giovani sognano l’America e i bambini dormono coi genitori. E nel frattempo, ancora più dietro alle quinte, i gatti dimagriscono e gli ultimi degli ultimi assistono inermi. Anziani, disabili, ammalati ma anche solo persone più fragili e sole. Quelli ignorati da ogni guerra, quelli che non possono fuggire neanche se scoppiasse il finimondo. Chiusi nelle loro stanze, distesi sui loro letti. In silenzio, nell’ombra. Nella totale impotenza osservano il loro destino e quello del mondo compiersi. Sono loro i più forti. Lo devono essere. Privi di deliri egoistici ed illusioni materiali, privi della possibilità anche solo di sfogare le proprie frustrazioni. Senza nulla da perdere. Gli ultimi degli ultimi. Anziani, disabili, ammalati ma anche solo persone più fragili e sole. Nel buio e nel silenzio delle loro stanze, devono accettare la realtà, devono affrontare la paura e il dolore. Lasciandosi andare con fiducia al proprio destino e a quello del mondo. Dietro le quinte, ma nettamente i più forti. 

Tommaso Merlo

sabato, ottobre 28, 2023

venerdì, ottobre 27, 2023

Tommaso Merlo

 Placato il clamore, la normalità si fa largo inesorabile in Terra Santa. Anche a Betlemme. Bisogna mangiare, stare al caldo. Ci sono bambini da crescere e anziani da curare. Ci sono sogni e speranze da non perdere nonostante tutto. Lunedì, martedì. Piccole e grandi cose da sbrigare per sopravvivere. La guerra da queste parti ormai è una triste abitudine. Questa ha fatto più clamore ma sempre guerra è. Paura, dolore e morte per un pezzo di terra e qualche punto di vista. Media scatenati e poi tutti a chiacchierare d’altro mentre la normalità prova a farsi largo inesorabile. Lunedì, martedì. Anche a Betlemme. C’è chi parlotta di andarsene una volta per tutte in qualche altra Terra Promessa e chi invece la Terra Promessa la cerca dentro di sé. E sono solo questi a trovarla. Pace, senso, fiducia e speranza nonostante tutto. In Terra Santa o Maledetta che sia, è quella la direzione, è quello che intendevano i profeti. E a furia di cercare dentro di sé anche la normalità diventa straordinaria. Lunedì e martedì. Nelle piccole e grandi cose da fare per sopravvivere, nonostante tutto.

Tommaso Merlo