martedì, febbraio 28, 2023

Napoli


 

Lorenzo Borrè

 Le primarie del PD scardinano uno dei principi fondamentali dell'associazionismo, quello che prevede che il capo dell'associazione sia individuato in forza degli accordi tra gli associati (art. 36 del codice civile).

Il fatto che gli accordi degli associati possano prevedere la scelta del leader da parte di soggetti estranei al sodalizio, snatura il concetto stesso di associazione e, di conserva, quello di assemblearismo, privando l'organo fondamentale (l'assemblea) di una delle potestà politiche essenziali.
Vedremo a breve dove porterà questa innovazione.

domenica, febbraio 26, 2023

sabato, febbraio 25, 2023

venerdì, febbraio 24, 2023

giovedì, febbraio 23, 2023

Alessandro Di Battista

 Buongiorno a tutti. Qui trovate alcune foto che ho scattato in Siria nelle zone più colpite dal terremoto. L'apocalisse! E credetemi, non ho voluto caricare le foto più forti. Questa mattina in edicola su Il Fatto Quotidiano trovate il reportage che ho scritto su questa tragedia. Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno fatto una donazione all'Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese. E' l'Associazione con la quale sono andato nei campi profughi palestinesi in Libano e pochi giorni fa nelle zone colpite dal terremoto in Turchia e Siria. In basso ci sono i riferimenti per fare una piccola donazione. Guardate queste foto. Buona giornata.

Ecco i riferimenti:
- Conto corrente bancario: ABSPP ODV - IBAN: IT67W0623001437000030574881 - Crédit Agricole Italia
- Conto corrente postale: Ass.Ben.Sol.Pop.Palestinese - IBAN: IT76 B076 0101 4000 0101 8293 165

mercoledì, febbraio 22, 2023

Meetup BagnoliFuorigrotta


 

Nicola Morra

 Questa è parte di un'intervista ad un fotoreporter italiano, Alfredo Bosco, trattenuto da diversi giorni in Ucraina con gravi accuse insieme ad Andrea Sceresini, altro giornalista italiano, pubblicata l'altro ieri su La Nazione.

Ben pochi hanno fatto sapere che il governo ucraino ha deciso di impedire a questi due professionisti dell'informazione di lavorare. In guerra le schifezze quasi sempre vengono fatte su ambedue i fronti e sono stanco di sentire che il BENE è Zelensky e il MALE Putin.
Facciamo sapere quanto sta avvenendo.
"Alfredo Bosco è il fotoreporter di Santa Croce a cui le autorità Ucraine hanno ritirato l’accredito. Dal 6 febbraio gli viene impedito di documentare il conflitto che sta seguendo da un anno.
Perché questa decisione da parte degli ucraini?
"Non ci sono motivazioni ufficiali, ma tramite canali nostri siamo venuti a conoscenza di essere sospettati come ’collaboratori russi’ perché in passato, anni prima dello scoppio del conflitto del 24 febbraio 2022, abbiamo lavorato nei territori occupati dalle forze separatiste filo russe. Dietro questa decisione ci sono i servizi di sicurezza. Siamo consapevoli che il ruolo dei servizi è quello di tutelare la popolazione ucraina e siamo in un Paese in guerra invaso, ma i nostri reportage fatti in quei territori erano distanti dalla loro propaganda".
Dove ti trovi e come stai?
"Sono a Kyiv insieme al collega Sceresini. Quando ci hanno sospeso gli accrediti eravano a Kramatorsk, nel Donbas, e ci è stato richiesto dall’ambasciata italiana di rientrare nella capitale per agevolare la risoluzione di questo problema. Siamo molto stanchi, onestamente, lavoriamo in Ucraina da mesi e questo limbo è stressante".
Hai avuto modo di parlare con le autorità ucraine?
"Ci siamo messi subito a disposizione, ma non abbiamo avuto modo di parlare con nessuna loro autorità, solo brevi scambi con l’ambasciata ucraina italiana che si è dimostrata attenta con noi. Solo tramite terze persone ci è stato detto che avremmo avuto un interrogatorio per chiarire la nostra posizione, ma sono passate due settimane e continuiamo a non poter lavorare in Ucraina. Questo clima ci preoccupa. Tornare in Italia sarebbe una sconfitta. Quando i giornalisti incominciano ad essere bloccati non è mai un buon segnale".
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Salvatore Morra, Giovanni Pignalosa e altri 202

martedì, febbraio 21, 2023

Giulio Strada


 

Pablo Neruda


 guerra

Alessandro Di Battista

 Vi consiglio di leggere questo pezzo di Barbara Spinelli (che ringrazio per le belle parole che ha dedicato al mio documentario “L'Altra Parte, viaggio nella Russia profonda” che potete vedere qui https://www.tvloft.it/.../laltra-parte-viaggio-nella.../ ) Barbara Spinelli è stata massacrata per quel che ha scritto in questi mesi. Grazie a Dio lei ha coraggio e ha coraggio Il Fatto Quotidiano a pubblicare articoli così importanti.

UCRAINA, CHI HA UCCISO LA PACE IN 12 MESI DI GUERRA
Invece di insistere come ebeti su una distinzione del tutto scontata – il 24 febbraio 2022 ci fu un aggressore e un aggredito in Ucraina – converrebbe cominciare a porsi qualche domanda magari scomoda ma utile. La più ovvia concerne l’opportunità di inviare a Kiev armi sempre più offensive, che troncano ogni trattativa. La risposta a questa domanda è negativa: è ormai evidente che accrescere l’armamento ucraino non genera tregue, ma aumenta il numero di morti e la possibilità di un conflitto nucleare. Per le industrie belliche occidentali è una manna, ma non per i cittadini, né aggrediti ucraini né europei, che pagano il prezzo della guerra.
La seconda domanda riguarda le ragioni del conflitto. Dopo i negoziati con Gorbaciov del 1991 e negli anni che vanno dalla Rivoluzione delle Rose in Georgia nel 2003 a quella Arancione in Ucraina del 2014, è stato fatto tutto il necessario, per rassicurare Mosca che pure aveva sciolto l’Urss aprendosi all’Occidente? Niente affatto, visto che dopo poco tempo l’Occidente decise, per volontà degli Stati Uniti e dell’Est europeo, di espandere la zona di influenza Usa-Nato fino alle porte russe. La menzogna più dura a morire è quella che ritrae Vladimir Putin nelle vesti di zar imperiale. I veri imperiali sono gli occidentali, guidati da Washington. È ormai palese che l’ottocentesca dottrina Monroe (nessuna interferenza è tollerata nelle aree attorno agli Usa) si applica oggi all’Europa sino alle frontiere russe. Non aver capito che tale estensione ha non solo infranto le promesse fatte a Gorbaciov nel ’91, ma ha rappresentato una micidiale provocazione è il peccato originale dell’Occidente. Mosca è l’aggressore e Kiev l’aggredito, ma questo non implica che la guerra fosse “non-provocata” e inevitabile.
Terza domanda, legata alla seconda: i giornali europei mainstream hanno fatto abbastanza per capire le radici della guerra cominciata nel 2014 in Donbass, ben prima del febbraio 2022? La risposta è no. I media scritti e parlati non fanno il loro mestiere di cani da guardia. Non sono al servizio dei cittadini-lettori, ma degli interessi geostrategici Nato. Esercitandosi in censura e autocensura giungono sino ad accusare di disinformazione uno dei massimi giornalisti occidentali – Seymour Hersh, premio Pulitzer, noto per aver rivelato la strage di My Lay del 1968, i retroscena dell’assassinio nel 2011 di Bin Laden, le torture nelle carceri di Abu Ghraib nella guerra in Iraq – che l’8 febbraio ha svelato con dovizia di fonti gli autori – governo Usa, aiutato da Norvegia e Svezia – del sabotaggio che nel giugno scorso ha distrutto i due gasdotti Nord Stream.
Fu un atto di guerra preparato molti mesi prima del 24 febbraio ’22, e scatenato non solo contro Mosca, ma anche contro la Germania e contro i rapporti energetici Europa-Russia (uno degli obiettivi è facilitare la dipendenza Ue dal gas liquefatto Usa). Le rivelazioni sono occultate non solo da giornali e Tv, ma anche da Facebook, dove la notizia viene segnalata come fake news (segnaliamo che il fact checker di Facebook per l’Italia è Open di Enrico Mentana).
Hersh è accusato di nascondere le fonti. Sappiamo che fine farebbero queste ultime, se rivelate: la fine di Snowden e Assange.
La domanda da porsi dentro questa terza domanda è se i cittadini siano pronti a proteste massicce, come fecero per il Vietnam e un po’ per l’Iraq (non per le guerre di Corea o Afghanistan). La risposta è no, anche se i popoli europei sono ostili all’escalation militare. I cittadini che non si sentono più rappresentati smettono oggi di votare, forse immaginando che il messaggio sarà compreso. Non lo sarà. Il non ascolto dei cittadini è oggi la norma gradita da Nato, Ue, governi e lobby militari.
Quarta domanda: l’Europa si è impegnata sovranamente nel conflitto, oppure partecipa alla guerra per servitù volontaria nei confronti degli Stati Uniti? Tutto fa propendere per la seconda ipotesi. Una decisione che sia sovrana in stato di emergenza, cioè libera di difendere i propri interessi geostrategici, implica un calcolo dei danni che possono derivare da un impegno bellico prolungato: crisi economica, prezzi energetici devastanti, crisi della rappresentanza democratica, impossibilità di un accordo mondiale sul clima. Nell’ottica Usa questa guerra è intesa a facilitarne altre, a cominciare da quella con la Cina su Taiwan (già programmata per il 2025, ha annunciato il 27 gennaio il generale dell’aviazione Usa Minihan).
Infine la quinta domanda, cruciale. Ci si è sforzati in Europa di capire le motivazioni degli Stati Uniti, così lontani dalla zona di guerra? Vincere, per i neocon Usa, significa neutralizzare Mosca in vista dello scontro decisivo con Pechino, e per riuscire Washington ha bisogno di rianimare l’Alleanza atlantica e accrescere il peso nell’Ue di Stati più atlantisti che europei (Polonia, Baltici, Nord Europa). Questa battaglia il governo Usa la sta vincendo. Sta adoperando gli europei come pedine nel suo Grande Gioco inteso a vendere armi, gas ed esercitare un’egemonia planetaria che produce solo caos.
Lungo quest’anno è apparso che almeno in due occasioni Biden determinò l’escalation di un conflitto che poteva essere evitato, o quantomeno abbreviato. Abbiamo accennato alla distruzione dei gasdotti, che ha demolito i legami Russia-Europa. Ma c’è stato anche un costante boicottaggio dei negoziati. Lo ha rivelato l’ex premier israeliano Naftali Bennett, in un video del 4 febbraio scorso. Il 5 marzo 2022, Bennett incontrò Putin e ottenne il sì di Mosca e Kiev a una serie di condizioni. Putin disse che avrebbe rinunciato al disarmo di Kiev e alla denazificazione (dunque all’uccisione di Zelensky: Zelensky ne gioì e uscito dal bunker proclamò: “Io non ho paura!”). Zelensky offrì la non adesione alla Nato. La mediazione di Bennett fallì, nonostante l’evidente “pragmatismo di Putin che capiva totalmente le costrizioni politiche di Zelensky” e il pragmatismo parallelo di Kiev. Poi ci fu il massacro da Bucha e “a quel punto – così Bennett – non c’era più nessuno pronto a pensare in maniera non ortodossa (out of the box)”. Su spinta di Biden e Boris Johnson prevalse la “legittima decisione degli occidentali di continuare a colpire Putin (…), non so se avevano ragione (…). Hanno bloccato la mediazione (…). Pensai che era sbagliato (…). Dopo molti anni Biden ha creato un’alleanza contro l’aggressore: nella percezione generale i riflessi sono palesi su arene come Cina e Taiwan. Credo davvero che esistesse una chance per il cessate il fuoco”.
Se Washington ha vinto questo primo round, non è così per l’Europa: del tutto incapace di sovranità, essa è la retroguardia degli Usa. E a dominare non è l’asse franco-tedesco, ma l’asse Polonia-Baltici-Usa (la “Nuova Europa” esaltata da Rumsfeld nella guerra d’Iraq). Quanto alla Russia, indebolita dalle sanzioni, dovrà tollerare la dipendenza da Pechino. Ma resiste più efficacemente di noi alle strategie punitive, come testimoniano i preziosi documentari girati per Tv Loft da Alessandro Di Battista nelle terre russe.
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Angela Bosco, Elena Cozzi e altri 344

lunedì, febbraio 20, 2023

domenica, febbraio 19, 2023

Tommaso Merlo

 Lo sa bene il mercato che ci bombarda di pubblicità. L’ego è perennemente insoddisfatto e cerca emozioni nelle cose. Ed identificandosi in quello che possiede, nei negozi cerca anche status e sicurezza e perfino senso. Gli egoisti si credono dei re ma in realtà sono inconsapevoli schiavi delle cose e degli interessi commerciali altrui. Lo sa bene anche la politica. L’ego è sempre convinto di avere ragione ed ha bisogno di nemici da combattere. O se ne frega di tutto oppure è fazioso. Più che politica uno sfogatoio che allunga la carriera dei politicanti mentre nella realtà non cambia mai nulla. Tutto grazie agli egoisti che si credono dei re ed invece sono schiavi di manie di grandezza ed opinioni e si fanno infinocchiare da propaganda e pifferai. Ma sotto sotto, l’egoista è vittima di se stesso, della falsa idea di se stesso. L’egoista si crede libero ed invece è prigioniero del suo passato da cui trae la sua fasulla identità. È imbrigliato dal personaggio e dai copioni che recita inconsapevolmente. Ma non solo. L’egoista si crede originale ma in realtà tende ad accodarsi diventando schiavo di categorie e ideologie e mode. Ma non solo. L’egoista si crede autentico ma in realtà è schiavo di schemi mentali inculcati strada facendo. È schiavo di abitudini, vizi e strade già note. Una deriva egoistica che rovina la vita delle persone come quella del pianeta intero. E non ci sono scorciatoie. Per ottenere ciò che si cerca invano nei negozi, per emanciparsi da questo mercato e da questa politica e costruire un mondo migliore, bisogna evolvere oltre la mente egoistica e tornare ad essere pienamente re di noi stessi e cioè anime.

Tommaso Merlo


sabato, febbraio 18, 2023

Tommaso Merlo

 I destini del mondo dipendono dal nostro equilibrio interiore. Mente egoistica da una parte, nostra vera natura di anime dall’altra. Male da una parte, bene dall’altra. In quest’epoca di sviluppo materiale senza precedenti è scoppiata una pandemia egoistica devastante. La mente domina e ci trascina in realtà parallele. Ci piazziamo al centro del nostro piccolo mondo a guerreggiare e accumulare confondendo il nostro punto di vita con la verità e dando importanza a cose che non ne hanno. Roba, immagine, identità, potere. Inconsapevoli della nostra natura di anime, ci perdiamo nella giungla materiale scordandoci di noi stessi e anche del cielo. Deliri di onnipotenza. E gli altri esseri umani diventano strumenti per i nostri fini oppure minacce. E invece di unirci ci dividiamo, invece di ragionare litighiamo, invece di aprirci ci chiudiamo, invece di ascoltare sentenziamo. Deliri di onnipotenza, danni tremendi a noi stessi e agli altri fino al giorno in cui si toglie il disturbo. Le persone come i paesi interi. Ego individuali come collettivi. Prima ci attacchiamo a futilità immaginarie e poi le difendiamo coi denti. Ed ecco le guerre, ed ecco il dolore. Una spirale autodistruttiva che non si riesce a fermare perché l’inconsapevolezza impedisce alle persone di capire di essere parte del problema. Di essere i responsabili della deriva e non le vittime. E dato che non si rendono conto delle loro colpe, non cambiamo. L’ego poi li rende arroganti e indifferenti. Il risultato è che ci stiamo autodistruggendo, un rischio che potrebbe paradossalmente rappresentare una occasione storica di risveglio. Il male che affligge il mondo proviene da dentro di noi, ma anche il bene. Il male sgorga dall’ego, il bene dall’anima. Ed è questa la grande sfida della nostra vita come dell’umanità intera. Maturare maggiore consapevolezza di noi stessi, cogliere la nostra essenza di anime e maturare un nuovo equilibrio che ci doni vero benessere e salvi il mondo dall’autodistruzione.

Tommaso Merlo


venerdì, febbraio 17, 2023

Filmato


 

Tommaso Merlo

 Il profitto è la droga dell’ego e sta portando il pianeta all’autodistruzione. Serve un nuovo paradigma in cui il profitto diventi un mezzo per godersi la vita e non un fine che la distrugge. Il modello egoistico imperante è demenziale. Ci si scanna per accumulare profitto che alla fine va nelle mani di pochi scontentando tutti. I ricchi vincitori finiscono dall’analista o a sniffare quando capiscono di essere stati ingannati. Nonostante ville e champagne soffrono delle stesse ansie e degli stressi traumi di prima, anzi, peggio. Altro che felicità in vendita. Si son solo intossicati la vita con della roba inutile e i loro sogni di gloria si son trasformati in incubi. Ma invece di ammetterlo, recitano la parte che ego e greggi gli impongono. Ma anche i poveri perdenti sono vittime dello stesso inganno. Finiscono frustrati e vittime di qualche dipendenza tossica perché soffrono dei soliti traumi e delle solite ansie e pensano che se avessero ville e champagne sarebbero felici. E quindi si scannano tra loro per emergere ed accumulare. Non sanno che all’ego non basta mai e tutti son destinati a rimanere perennemente frustrati. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Violenza, degrado sociale e psicologico, droga, guerre, superficialità consumistica. Un modello davvero demenziale che delude sia vincitori che vinti, ma non solo. Il profitto ci sta portando all’autodistruzione planetaria e questo perché si basa sul consumo illimitato di risorse che sono invece limitate. Non stiamo consumando solo roba, non stiamo consumando solo le nostre vite, ma anche il pianeta che ci ospita. E tutto questo in nome di deliri egoistici che non garantiscono affatto il benessere che promettono. Ci autodistruggiamo per alla fine ritrovarci tutti infelici. Davvero allucinante. Eppure l’ideologia del profitto e del consumo imperversa e sembra inarrestabile. Questo perché la sua origine è dentro di noi, non fuori. Il mondo non è altro che la manifestazione dei deliri egoistici che impregnano le persone. Ego personale che si è fa collettivo che si fa sistema. Nazionale e poi perfino globale. Il profitto è la droga dell’ego. Ne vuole sempre di più senza rendersi conto che l’unico risultato che ottiene è l’autodistruzione. Vale per i singoli come per il mondo. Serve urgentemente un nuovo paradigma, bisogna evolvere verso un’epoca in cui l’essere umano si disintossichi dai deliri egoistici e torni ad essere se stesso. E cioè un’anima di passaggio sul pianeta e non un automa materialistico illuso di essere immortale. Bisogna raggiungere un nuovo equilibrio interiore tra ego ed anima che si concretizzi all’esterno in un nuovo equilibro tra vita materiale e vita spirituale. Il profitto deve essere un mezzo e non un fine e deve essere equamente distribuito tra gli esseri umani. All’interno delle società come tra nazioni. In modo che tutti abbiamo una vita dignitosa e possano dedicarsi a godersi davvero la vita invece che o lavorare come bestie per sopravvivere oppure sguazzare in lussi insulsi. Un nuovo paradigma in cui si cooperi invece che competere e in cui si doni importanza a ciò che lo ha davvero invece che sprecare la propria vita dietro a miraggi consumistici e vani sogni di gloria. Un nuovo paradigma più intelligente perché autentico e sostenibile e perché più sensibile e lungimirante. Un paradigma in cui gli esseri umani dedichino tempo a conoscersi davvero ed invece di vivere come schiavi del loro bulimico ego tornano ad essere liberi e pienamente se stessi. Anime tutte degne di dedicarsi alla propria benevola evoluzione ed espressione. Solo così gli esseri umani riusciranno a riconquistare il vero benessere e salvarsi dall’estinzione.

Tommaso Merlo

giovedì, febbraio 16, 2023

lunedì, febbraio 13, 2023

domenica, febbraio 12, 2023

sabato, febbraio 11, 2023

venerdì, febbraio 10, 2023

Angelo Forgione

 BAGNOLI SCONVOLTA

Mentre la bonifica di Bagnoli resta una miraggio, una ricerca sul Dna ambientale coordinata dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn ci racconta la graduale compromissione degli ecosistemi marini nell'ex area industriale di Bagnoli, a Napoli.
Nella prima metà del 1800, nella Baia di Bagnoli-Coroglio si affacciavano terreni agricoli, mentre sugli splendidi fondali prosperava Posidonia oceanica e una gran diversità di organismi.
Il graduale peggioramento della qualità ambientale a partire dalla prima decade del 1900, quando si insediarono le prime industrie (Italsider/Ilva avviata nel 1909) fino al periodo di massima espansione negli anni 1950-1980 con l’acciaieria Ilva/Italsider, è stato accompagnato da notevoli cambiamenti della comunità biologica. La scomparsa della Posidonia è stata repentina; cambiata drasticamente sia la composizione degli organismi unicellulari che vivono nell’acqua sia di quelli che vivono nel sedimento; diminuita la loro diversità ed aumentate le specie probabilmente in grado di resistere a concentrazioni elevate di idrocarburi e metalli pesanti.
Il luogo è celebre sin dall’antichità per la sua straordinaria ricchezza termale e si chiamava appunto Balneum Balneoli, ma nei vari piani e progetti approvati e mai attuati, delle terme non esiste traccia. Anzi no: nei giorni scorsi, dopo una mareggiata, è spuntata l'antica sorgente termale di Balneolo, una delle tante del territorio napoletano che non sfruttiamo e scarichiamo in fogna per pura ignoranza.
Chissà se un giorno Bagnoli tornerà alla sua vocazione naturale. 83 anni di inquinamento continuo, più 31 di immobilismo, per un totale di 114 di scempio, sono davvero tanti per poter dire con certezza che l'avvelenamento è reversibile.
Dallo spegnimento degli stabilimenti siderurgici, sei lustri di nulla, di sprechi, di ulteriori danni, mentre il mondo ha camminato e, in casi come quello di Barcellona, anche corso. Le città si sono ripensate, comprese Torino e Milano. Napoli, invece, tra Governi assassini e indegna classe politica propria, tra soldi sprecati e debito comunale, è ferma e cade a pezzi.
Baciata da Dio, stuprata dall'uomo!
Storia della cancellazione della balneabilità di Napoli:
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Dipinto: Salvatore Fergola, Golfo di Pozzuoli al chiaro di luna (prima metà dell’Ottocento), olio su tela, collezione privata
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Tutte le reazioni:
Valeria Liguori e altri 9
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