domenica, ottobre 31, 2021

El pibe de oro


 Compleanno di Maradona 

Dibba

 # **Di Battista comincia il suo tour da Siena: “L’operazione Draghi è stata fatta per portare avanti interventi di macelleria sociale”**


*Pubblicato il 30 Ott 2021 da Il Fatto Quotidiano*


***L'ex deputato comincia il suo giro del Paese dalla città segnata dal caso Monte paschi. E attacca l'esecutivo: "Il reddito di cittadinanza, così decisivo durante l’emergenza pandemica, iniziano a smantellarlo, così come il decreto dignità, il cashback, il Superbonus , la riforma Bonafede e, di fatto, la riforma della riforma Fornero". E sul Colle dice: "Circolano nomi drammatici, come quello di Gentiloni"***


Dice che non è una discesa in campo, ma di sicuro è un’operazione di opposizione – seppur fuori dal Parlamento – al governo di Mario Draghi. Parte da Siena il tour in giro per l’Italia di Alessandro Di Battista, l’ex deputato del Movimento 5 stelle ultimamente molto critico con la linea del Movimento. “Fondamentalmente l’operazione sul governo Draghi è stata fatta per portare avanti interventi di macelleria sociale: un pò alla volta, non tutti insieme. E mentre il popolo viene distratto da altre questioni come il green pass”, dice l’ex parlamentare nel corso dell’evento organizzato per parlare del caso Monte dei paschi di Siena.


In realtà ha parlato anche di molto altro. Sul palco insieme al deputato ed ex sottosegretario Alessio Villarosa, Di Battista ha spiegato che dal suo punto di vista “il governo Conte uno, nonostante la Lega, ha fatto misure migliori”. Invece l’attuale esecutivo sta smontando tutte le riforme fatte dai 5 stelle. “Il reddito di cittadinanza – dice – così decisivo durante l’emergenza pandemica, iniziano a smantellarlo, facendo ad esempio in modo che una parte se lo prendano anche le aziende che assumono , ma anche quelle che assumono part time e a tempo determinato”. A questo proposito ha citato anche “il decreto dignità che è stato smantellato così come è stato smantellato il cashback, il Superbonus , la riforma Bonafede e, di fatto, la riforma della riforma Fornero, che quindi ora sta tornando. Tutto torna”. L’ex parlamentare ha aggiunto di essere spaventato “dall’assenza dell’opposizione e la guerra tra poveri. Perchè dov’è l’opposizione? La Meloni stessa ha proposto Draghi come presidente ella Repubblica. Ruolo per cui circolano nomi drammatici. Come quello di Gentiloni“.


Di Battista ha poi spiegato di essere “uscito dal M5s perché io non ho cambiato la linea, i vertici del Movimento l’hanno cambiata e sono convinto che se il M5s avesse tenuto la barra dritta oggi Draghi non sarebbe premier. Fatto sta però che loro hanno preso altre decisioni”. Secondo l’ex parlamentare “il popolo è dilaniato: prima esisteva un contenitore nato dalla genialità di Beppe e Gianroberto. E facile rifarne un altro? Io credo che la cosa più facile sia riavvicinarsi, rincontrarci, il vero tour lo stiamo ancora organizzando e penso che dovremo farlo nelle piazze. Penso che ci sia tanta brava gente che non abbassa la testa e capisce che è in corso la santificazione di chi smantella i diritti sociali ed economici”.


Curiosamente, su alcuni passaggi del suo intervento, Di Battista ha raccolto la condivisione di Mario Monti, non esattamente un politico vicino alle sue posizioni. “Di Battista ha ragione c’è una eccessiva deferenza intellettuale di tutti verso il governo e il suo presidente del consiglio ma la colpa non è del premier ma nostra se riteniamo che debba cessare il dibattito solo in ammirazione di un capo del governo di straordinaria capacità e credibilità”, ha detto l’ex premier a In Onda su La7. “Nel denunciare gli squilibri gravissimi che ci sono Di Battista ha ragione ma credo che abbia torto ad attribuirli semplicisticamente a chi governa in un anno in un certo paese, ma anche io sono sorpreso che nella civiltà del dibattito parlamentare quando ad esempio il segretario del Pd Letta ha ipotizzato interventi sull’imposta di successione gli sia stato detto dal presidente del consiglio che non si può fare”.

sabato, ottobre 30, 2021

Casaleggio


 Casaleggio 

Dibba

 Apostolo, Messia, Salvatore, Venerabile, Infallibile, Santo e adesso pure chef....Ma andate a fanculo voi e tutti quelli che non si accorgono che si sta disintegrando pezzo dopo pezzo quel che resta dello stato sociale per ossequiare, come nel governo Monti, il peggior establishment europeo!

venerdì, ottobre 29, 2021

Democrazia


 Democrazia 

Privilegi

 Nonostante la stampa più asservita d'Europa, nel Paese del sottosopra si scoprono ogni giorno notizie sconcertanti. La prima riguarda i morti sul lavoro. Una strage. Parliamo di 15.000 vittime negli ultimi 14 anni. Oltretutto tra i morti ci sono sempre più gli anziani. Ho trovato un dato sconvolgente (studio della Fillea Cgil). Nei cantieri il 43% delle vittime è tra i 40 ed i 60 anni, il 43% over 60. 


In tutto ciò scopriamo grazie a Il Fatto Quotidiano che Draghi - colui che dopo aver arruolato mesi fa la Fornero come sua consulente e che oggi vuole riapprovare la sventurata legge scritta dalla madama dalle lacrime facili – è andato in pensione con “quota 99”. In pensione a 59 anni e con 14.843 euro lordi al mese. Mica male. 


Il male della politica è soprattutto il distacco dalla realtà.

giovedì, ottobre 28, 2021

Crisi


 Pensioni 

mercoledì, ottobre 27, 2021

 Nel mondo alla rovescia parte il processo ad Assange che ha denunciato le vere ragioni degli stermini di civili mentre i mandanti delle guerre illegali sono a piede libero e pontificano in TV.


Nel mondo alla rovescia si parla di 3 e 4 dose di vaccino mentre nel 3° o 4° mondo aspettano ancora la prima. 


Nel mondo alla rovescia non si autorizzano i vaccini russi e cubani esclusivamente per ragioni politiche. Se “Sputnik” o “Soberana” l'avessero prodotti le case farmaceutiche americane ce l'avrebbero già inoculati. E poi si lamentano che c'è chi si fa delle domande. 


Nel mondo alla rovescia dopo una settimana di attenzione mediatica si solo spenti i riflettori mondiali sull'Afghanistan. Eppure sono 5 milioni i bambini a rischio carestia. Pochi giorni fa 8 fratellini orfani sono morti di fame. 8, come i miliardi di euro spesi solo dall'Italia in Afghanistam, un Paese dove, nel 2021, si muore di fame.*


Nel mondo alla rovescia si parla spesso di emergenza profughi ma se i profughi sono palestinesi diventano fantasmi. 


Nel mondo alla rovescia aumenta tutto ciò che ha a che fare con la paura. Il consumo di droga per chi ha paura di vivere, le armi da fuoco per chi ha paura di morire, il gioco d'azzardo per chi ha paura di non riuscire a pagare le bollette. 


Nel mondo alla rovescia una manciata di ricchi detiene più denari del 35% dei più poveri del pianeta. 


Nel mondo alla rovescia i fondi di investimento dettano le linee politiche ai governi, teoricamente, eletti dai cittadini.


Nel mondo alla rovescia l'unica paese che ha usato l'atomica sui civili decide chi la può avere e chi no. 


Nell'Italia alla rovescia Dell'Utri, un condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, è uno dei grandi manovratori per la creazione di un nuovo centro. 


Nell'Italia alla rovescia MPS sta morendo ma nessun giornalista (salvo rare eccezioni) ha il fegato di inchiodare Draghi alle sue responsabilità.


Nell'Italia alla rovescia torna zitta zitta la riforma Fornero nonostante nel 2018 abbiano stravinto i partiti che volevano abolirla.


Nell'Italia alla rovescia si parla di Berlusconi Presidente della Repubblica senza che questo provochi reflussi gastrici. 


Nell'Italia alla rovescia non si parla praticamente più degli incendi che hanno devastato migliaia di ettari di boschi. Se ne riparlerà a giugno, al prossimo incendio. I politici potranno fare copia e incolla dei post dell'estate scorsa. **


Nell'Italia alla rovescia i denari stanziati per il taglio della tasse (chiaramente le fregature arrivano lo stesso: Pensioni, bollette, banche da ri-ri-ri-ri salvare, catasto e Cloud) sono meno di quelli che la gran parte del sistema politico intende versare ancora una volta in MPS. Stavolta per ossequiare le richieste di Unicredit. 


Nell'Italia alla rovescia Alessandro Profumo - condannato (in I grado) a 6 anni di carcere per aggiotaggio per le sue azioni quando guidava MPS – è ancora amministratore delegato di Leonardo (ex Finmeccanica).


Nell'Italia alla rovescia illustri commentatori, editorialisti e sedicenti intellettuali teorizzano la fine della democrazia, ovvero la Draghicrazia perenne, senza voto, senza il Parlamento (già ampiamente esautorato). 


Nell'Italia alla rovescia i furbi fanno carriera mentre gli onesti vengono trattati da coglioni.


* Quelli in foto sono due bambini afghani morti di fame

** È appena passato un emendamento per aumentare le pene a chi appicca un incendio vicino ad un'azienda agricola. Buona cosa ma è vergognoso continuare a non avere canadair sufficienti.

Arte


 Napoli

Travaglio

 Quante verità in questo pezzo di Travaglio. Da rabbrividire. 


NON SI BUTTA VIA NIENTE


Dovendo scegliere una canzone simbolo del 2021, non avremmo dubbi: “Ancora tu” (ma non dovevamo vederci più?). 


Per il proverbio: “Del maiale non si butta via niente”. E per l’odore: un misto fra due fragranze che iniziano per emme, la seconda delle quali è la muffa. 


L’Italia che doveva uscire dalla pandemia nuova e migliore perché nulla fosse più come prima, si ritrova vecchia e peggiore perché tutto sia come prima. Ma non il “prima” immediato del 2019: il “prima” preistorico di decenni fa. 


Il premier è un banchiere scoperto dalla destra Dc nel 1983. 


L’unico candidato ufficiale al Quirinale è un vecchio puttaniere, pregiudicato e finanziatore della mafia che infesta l’Italia dagli anni 70. 


Repubblica apre con un’intervista al ministro Brunetta, che negli Ottanta consigliava Craxi su come sfondare le casse dello Stato e ora illustra un progetto appassionante, almeno per i nostalgici degli anni 50: il centrismo. 


Nelle piazze tornano dopo mezzo secolo in forma farsesca la strategia della tensione e gli opposti estremismi. 


Le elezioni comunali si giocano sull’arrapante contrapposizione degli anni 20 (ma del secolo scorso): fascisti-antifascisti. 


Il governo riesuma dall’avello la riforma Fornero, datata 2011 e bocciata dagli italiani in tutte le elezioni degli ultimi dieci anni. 


E, già che c’è, riciccia pure la Fornero come persona, in veste di consulente. 


La ministra Lamorgese, con uno dei suoi proverbiali moti ondulatorii, arruola Bobo Maroni, che guidava il Viminale nel 1994, per combattere l’illegalità nel mondo del lavoro: lo stesso che nel 2010 annunciò querela a Saviano a nome della Lombardia perché osava ipotizzare la mafia al Nord.


Il noto “rottamatore” di Rignano, che nel 2013 scalò il Pd col chiodo alla Fonzie per rinnovare la politica, cena in Sicilia con Miccichè, che insieme al retrostante Dell’Utri sogna un grande centro con Cuffaro e altri teneri virgulti.


Il ministro-ossimoro della Transizione ecologica Cingolani e quello dello Sviluppo Giorgetti resuscitano il nucleare. 


Il capo dei vescovi benedice in Draghi l’“uomo della Provvidenza”, come già Pio XI con Mussolini. 


Alla Rai il neo-amministratore tanguero Fuortes impone l’obbligo del “lei”, in attesa del “voi”. 


Sorgi, su La Stampa, invoca un “governo militare” se – Dio non voglia – cadesse l’attuale. 


Mieli, sul Corriere, butta lì un altro ballon d’essai: “E se decidessimo di non votare mai più”? 


E Repubblica, quella di sinistra, titola: “Pensioni, Lega verso il sì. Ma c’è lo scoglio dei sindacati” (aboliamo pure quelli?). 


Però il premier “tira dritto”, come la Buonanima. Mancano solo i telefoni a gettone e il borsello a tracolla. I seggi sono vuoti, ma in compenso la fiera dell’antiquariato è sold out.


Marco Travaglio Ilfattoquotidiano

martedì, ottobre 26, 2021

Bollette

 

Tasse 

Dibba

 La missione in Libano è finita. Si torna a casa. Abbiamo dato una mano a persone che hanno enormi necessità. La sensazione è sempre la stessa. Una sensazione già provata quando lavoravo nella cooperazione internazionale. "Non è mai abbastanza" senti dentro. Ho con me materiale per scrivere e per riflettere.


"Ma cosa cazzo sei andato a fare in Libano, abbiamo così tanti problemi in Italia" scrive qualcuno. Ebbene non pensiate che quel che avviene nei campi profughi palestinesi non ci riguardi. Non pensiate che la destabilizzazione del Mediterraneo, le guerre dimenticate, le guerre del passato e quelle, ahimè, del futuro non ci riguardino. Riguardano anche i cinici ed i loro portafogli sgonfiati da scelte di governanti pavidi che preferiscono accodarsi ai carrozzoni della sciocca e momentanea convenienza piuttosto che ragionare seguendo la giustizia. Non pensiate che la questione palestinese ed il medio oriente volutamente trasformato in polveriera non abbiano a che fare anche con i nostri diritti, il diritto ad avere scuole, asili, università, ospedali, diritti violati anche dalla costante corsa agli armamenti che, tra l'altro, nulla ha a che vedere con la nostra sicurezza.


Non pensiate, cari politici, che le condizioni di vita di un popolo dimenticato come quello palestinese, non vi riguardino. Vi riguardano eccome. E non solo perché le condizioni disumane dovrebbero riguardare gli esseri umani. No. Le decennali sofferenze dei palestinesi hanno a che fare con il vostro coraggio e con la vostra capacità di schierarvi. Anche quando è difficile. Perché nulla è più politico di schierarsi quando non conviene farlo. Guardate questo video. Guardate con i vostri occhi. Quei fili elettrici uccidono una dozzina di persone all'anno in questo campo progughi. Proprio come il silenzio...

lunedì, ottobre 25, 2021

domenica, ottobre 24, 2021

Caduti sul lavoro

 #CadutisulLavoro  #Basta #MinisteroDelLavoro #Inail  http://cadutisullavoro.blogspot.it/

Una guerra  mai dichiarata.

Al 22/10/2021 sono 583 i caduti sul lavoro.

Anno 2020 Italia 574

Anno 2019 Italia 701

Anno 2018 Italia 786

Anno 2017 Italia 632

Anno 2016 Italia 641

Anno 2015 Italia 678 

Anno 2014 Italia 623 

Anno 2013 Italia 571 

Anno 2012 Italia 625

Anno 2011 Italia 663

Anno 2010 Italia 593

Bollette


 Dipinto

Pensioni


 Pensioni

Carlo Soricelli

 La terribile verità che si vuole ignorare: il 25% dei morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) ha più di 60 anni, 147 su 586 monitorati quest’anno. Sono omicidi sociali che si vogliono aumentare con l’innalzamento dell’età per andare in pensione

Le ultime morti sul lavoro, a Comiso di Ragusa (66 anni l’età di Francesco Occhipinti, a Modena (70 anni l’età della vittima di cui non conosciamo ancora l’identità) a Padova (Luisa Scapin di 62), mi hanno spinto ad andare a vedere l’età dei morti sui Luoghi di Lavoro quest’anno (ma anche gli altri anni le percentuali erano simili). Ma si rimane sempre di ghiaccio nel vedere che un lavoratore che muore per infortunio ha più di 60 anni. Sono andato a vedere anche perché in questi giorni si parla tanto di allungare l’età della pensione dei lavoratori. Si può di dire che è un tentativo di uccidere tanti lavoratori, il Paese reale è questo, non si può far svolgere lavori pericolosi a persone anziane, costrette a lavorare perché non hanno pensioni che possa sostenere lui/lei la famiglia, spesso i figli sono disoccupati, studiano o hanno un lavoro precario. Sfido chiunque (soprattutto i politici) a smentirmi su quanto scritto. Ma come al solito non interverranno, il loro silenzio è d’oro (per loro). Sono omicidi sociali questi. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio nazionale morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

sabato, ottobre 23, 2021

Tommaso Merlo

 Tecnocrazia al  governo. Democrazia sospesa. 


Tommaso Merlo


DRAGHISTAN. 

I politicanti si sono messi in ginocchio al cospetto di Draghi senza nessuna vergogna. In Italia la politica è umiliata e la democrazia sospesa. I cittadini han votato per il cambiamento e si ritrovano nel Draghistan. Nessun dibattito né nei palazzi e nel paese. Nessuna progettualità e nessuna alternativa. Siamo alla tecnocrazia modello Bruxelles.


Burocrati in cima che fanno e che disfano, una partitocrazia inutile che battibecca sul nulla, le lobby tutt’attorno che ne approfittano, la stampa che sparge fumo e i cittadini che si fanno gli affari loro. Il Draghistan conferma che quella della pandemia era una scusa per stare incollati alle poltrone. Tutti in ginocchio al cospetto di Draghi senza vergogna. Fregandosene di chi li ha votati e del perché.


Riinizieranno a far finta di litigare alla prossima campagna elettorale. Aizzando i cittadini gli uni contro gli altri per raccattar voti. Vedremo quanti cittadini dimenticheranno queste pagine penose della nostra storia e quanti invece impareranno la lezione. Non siamo solo al pensiero unico ma anche alla tenace conservazione del modello neoliberista dominante. Un occhio ai bilanci e l’altro alle piazze.


I conti devono tornare per non infastidire il casinò finanziario globale mentre i cittadini devono avere la pancia abbastanza piena in modo che non diano fastidio e che abbiano qualche soldino extra per comprare i prodotti di Lorsignori e soddisfare il proprio ego. L’ingiustizia sociale va benissimo, è solo un effetto collaterale come lo sono l’emarginazione, le discriminazioni, la violenza, la disperazione repressa e perfino l’autodistruzione.


Quello che conta è che i cittadini si accontentino e che si convincano non vi siano alternative. Siamo all’apoteosi del modello neoliberista, potere a chi detiene il danaro e si può comprare la politica e l’informazione. La società come mercato, i cittadini come consumatori. Gli stati e le aziende come numeri sulla roulette finanziaria. Statistiche e grafici invece che esseri umani. Ricchezza invece che qualità della vita. Carriere, potere, visibilità.


Profitto anche a costo di autodistruggerci come persone e come pianeta. Pensiero unico. L’apoteosi del modello neoliberista. Politica umiliata e democrazia sospesa e meno cittadini votano meglio è. Quanto a quelli che ancora abboccando lo fanno votando partiti e coalizioni identiche che fan finta di litigare per spartirsi le poltrone. Cartelli elettorali che inseguono sondaggi e popolarità dei leader. Del resto di ideologie alternative non ve ne sono. Siamo nell’era della democrazia liberale, bene. Ma non si tratta affatto di un modello perfetto, anzi.


La grande sfida politica di oggi è proprio quella di correggere i fallimenti di quel modello. Non di rinnegarlo. Ma di farlo evolvere. Di migliorarlo. Il neoliberismo è una depravazione della democrazia liberale, è una sua versione esasperata che si è dimostrata devastante per la grande maggioranza degli esclusi che sguazzano nelle periferie nostrane come in quelle del pianeta. Genera devastazione sociale, ambientale ma anche interiore. Lacerando le comunità, mandano a fuoco il pianeta e ricoprendolo di rifiuti, alimentando un egoismo devastante.


Quello della democrazia liberale è un modello che ci ha permesso un progresso senza procedenti ma che ha enormi margini di miglioramento ed intervenire è sempre più urgente. Il neoliberismo ne esaspera i difetti mentre la sfida politica di oggi è esaltarne i pregi.


Per riuscirci bisogna andare contro agli enormi poteri economici che vorrebbero al contrario schiacciare l’acceleratore. L’ego vuole sempre di più, non gli basta mai. Poteri economici che controllano la politica e l’informazione e che usano la tecnocrazia per implementare i loro piani.


Per cambiare servono i cittadini, non vi sono alternative. Serve riuscire a generare un potere superiore a quello di Lorsignori che riesca ad incidere sulla realtà. Servono cittadini informati e consapevoli che invece di arrendersi o farsi scoraggiare alzino la testa e si riprendano il ruolo che gli spetta in una democrazia.


Non vi sono alternative. Sono i cittadini il motore della storia. Fino a ieri in Italia era impossibile leggere un giornale o seguire un dibattito televisivo, adesso lo è pure votare. Proprio quello che fa comodo a Lorsignori. Meno cittadini partecipano meglio è per loro. Siamo ad una tecnocrazia elitaria dove Lorsignori chiacchierano tra loro in qualche salottino mentre nulla cambia davvero.


Siamo all’apoteosi del modello neoliberista. Coi cittadini che votano per il cambiamento e si ritrovano nel Draghistan. Pensiero unico e tecnocrazia modello Bruxelles. Politica umiliata e democrazia sospesa. Vedremo quanti cittadini dimenticheranno queste pagine penose della nostra storia e quanti invece impareranno la lezione rimboccandosi le maniche per costruire un mondo migliore.

Napoli


 Napoli

venerdì, ottobre 22, 2021

Matteo Brambilla

 post di Roberto Fico 

Giovedì 31 marzo 2016 ore 16.22


CANI E PORCI

In queste ore, Lettieri, Valente e De Magistris stanno componendo le liste in loro appoggio. Sembra che De Magistris abbia superato le dieci liste e che Lettieri e Valente stiano provando a fare lo stesso. Pur di prendere voti si è disposti a imbarcare chiunque, davvero cani e porci.

Questo modo di fare politica è palesemente sbagliato, richiamare a raccolta i cosiddetti “portavoto” non è partecipazione, perché chi porta i voti vorrà sempre qualcosa in cambio. Alla fine le decine di liste e le centinaia di candidati batteranno cassa ed è così che – a forza di dare un pezzettino a te e un pezzettino a me – si paralizza lo sviluppo di una città, rendendola schiava di ricatti e veti incrociati.

Il Movimento 5 stelle presenterà una sola lista con Matteo Brambilla candidato Sindaco. Una lista di persone oneste e competenti, portavoce di un programma locale e nazionale scritto dai cittadini che si rispecchiano nei valori del Movimento. Nessun veto, nessun ricatto, nessun portavoto e tutti incensurati. Il leader è il Movimento 5 stelle stesso che porterà nel comune di Napoli idee forti e sane e un nuovo modo di fare politica. È ora di cambiare rotta anche a Napoli. Noi ce la mettiamo tutta perché vogliamo dedicarci anima e corpo alla città che amiamo.


Dopo 5 anni, non un secolo, cosa ha da dire il presidente della camera sui CANI E PORCI eletti nel movimento 2050 che era dentro le 13 liste di appoggio a Manfredi?

La neo assessora ha già cancellato il suo profilo fb, per ripurirlo da post imbarazzanti che aveva fatto su Conte, sui 5 stelle, su De Luca? sulle partecipazioni accorate alle "sardine del pd"?

Quando mi candidai nel 2016 avevo un profilo privato: non cancellai nulla, e i giornalisti andarono a scavare, trovando giudizi su De Luca e Salvini, che confermai nella prima conferenza stampa della mia vita.

C'è chi non ha nulla da nascondere e ha le idee ben chiare, e chi invece "si adegua".

A testa alta, sempre.

Voster semper voster

Matteo Brambilla

Forza Napoli


 Napoli


giovedì, ottobre 21, 2021

https://youtu.be/zvTJouUwBW4 

GigieRoss

 Complimenti a tutti i partecipanti al progetto "Health on the Table"! 

Dieci istituti alberghieri si sono messi oggi alla prova nella preparazione di succulenti piatti con gli ingredienti che gli specialisti consigliano per prevenire e arginare le patologie della pelle. 

L’evento giunge a conclusione di un percorso educativo dedicato alle scuole, durato cinque mesi e che ha avuto come responsabili scientifici il dott. Dott. Paolo Antonio Ascierto - Oncologo e ricercatore italiano, la prof.ssa Gabriella Fabbrocini e il prof. Ignazio Stanganelli. Sensibilizzare i ragazzi al ruolo che la nutrizione gioca nella prevenzione delle patologie della pelle e nella risposta a determinate terapie è davvero importante. I menu proposti dai ragazzi sono stati preparati presso la cucina del Grand Hotel Parker's - Napoli dallo chef stellato Danilo Di Vuolo, accompagnato da Gigi e Ross, testimonial d’eccezione.

Il progetto è stato sviluppato grazie al patrocinio di Fondazione Melanoma Onlus, AIMaMe - Associazione Italiana Malati di Melanoma, Associazione Nazionale Dermatite Atopica - ANDeA, Cittadinanzattiva, IMI - Intergruppo Melanoma Italiano, e grazie al supporto non condizionato di Sanofi Italia. 


#mccannhealthevents #HealthOnTheTable

Napoli

Napoli 
 

martedì, ottobre 19, 2021

Tommaso Merlo

"Secondo Conte la disfatta del suo Movimento sarebbe dovuta allo scarso tempo avuto per illustrare il “nuovo corso”. Mah, sarà, l’impressione è però che gli italiani abbiano capito benissimo in cosa consista e l’abbiano clamorosamente bocciato disertando le urne. Della svolta partitica del fu Movimento se n’è parlato a lungo e Conte ha pure girato l’Italia. Ha riempito piazze reali e virtuali e “Il Conte Quotidiano” gli ha pure tirato la volata. Tutto inutile. Una disfatta inequivocabile. Conte parla di semina e rassicura che ci vuole tempo per il raccolto. Mah, sarà, l’impressione è però che gli italiani abbiano già tratto le loro conclusioni. Conte gode ancora di buona reputazione per l’importante lavoro svolto da premier, il problema è il fallimento politico del Movimento e di una classe dirigente non più credibile che lo attornia. Gli strateghi pentastellati pensavano che bastasse affidare le redini al popolare Conte per risolvere tutti i problemi intestini e rilanciarsi così verso nuovi lidi. Ed invece la svolta partitica e presidenziale si è rivelata l’ennesima disfatta. Dal 2018 in poi il fu Movimento ha perso tutte le elezioni possibili ed immaginabili ed è ormai sparito del tutto da intere aree del paese. Sopravvive giusto nei palazzi e sui social. Già, a Conte converrebbe interpretare la disfatta per quello che è stata invece di illudersi seminando nella sabbia. Quella del Movimento è una esperienza politicamente esaurita e la sua svolta partitica e presidenziale è avvenuta fuori tempo massimo. E’ stata poi interpretata come l’ennesima giravolta. Il Movimento nasce per spazzar via la vecchia partitocrazia dal basso, che si trasformi in un partito presidenziale di sistema è davvero troppo da digerire. E non c’è nulla da spiegare e da capire. I fatti parlano da soli. Come parlano da soli i tre anni nei palazzi. Gli italiani hanno capito benissimo e ne hanno tratto le loro conclusioni. Questione di coerenza. Questione di credibilità. Il fu Movimento ha ottenuto uno storico successo elettorale raccogliendo non solo voto di protesta e di periferia, ma anche voto emancipato da vecchi schemi partitici e ideologici, un voto sensibile ed esigente. Un voto dinamico che non ha perdonato la serie infinita di giravolte e non le perdonerà mai. Troppi tabù violati, troppe bandiere ammainate. Troppi compromessi, troppi cedimenti. Se voti un politicante vecchio stampo te lo aspetti che una volta nei palazzi faccia di testa sua, ma se voti un cittadino “come te” che dice di andare nei palazzi a portare la tua “voce”, allora fa male. Le enormi speranze alimentante dal fu Movimento sono pari alla cocente delusione. Molti italiani che grazie al fu Movimento ritrovarono la forza di credere nella politica son tornati nell’indifferenza. Molti altri vivono invece un disagio profondo e attendono nuove proposte. Milioni di voti che non hanno nessuna intenzione di aderire all’ennesimo partitino moderato ma che vorrebbero riprendere un percorso di cambiamento radicale anche culturale. Milioni di voti che han capito benissimo in cosa consiste il “nuovo corso” di Conte e che lo hanno clamorosamente bocciato disertando le urne. Milioni di voti perduti per sempre. Questione di coerenza. Questione di credibilità. Già, a Conte converrebbe interpretare la disfatta per quello che è stata invece d’illudersi seminando nella sabbia."


Tommaso Merlo

Ottobre

 Ridono tutte in fila le linde casette

ne'l dolce sole ottobrino,
quale colore di rosa,
qual bianca, come tante comari vestite

de'l novo bucato a festa.
 Su le tegole brune riposano enormi
zucche gialle e verdastre,
sembianti a de' crani spelati,
e sbadiglian da qualche fessura
 uno stupido riso a 'l meriggio.
Seduto su un uscio
un vecchietto sonnecchia
pipando, e un gatto nero gli dorme
tra i piedi.
Galline van razzolando intorno;
si sente il rumor de la spola
e d'una culla a 'l ritmo
di lenta canzone; poi voci
fresche di bimbi, risa di donne;
 poi brevi silenzi,
Il bel vecchietto russa,
 inclinato su l'omero il capo
bianco, ne il sole. lo guardo
 la placida scena e dipingo.


Politica


 Politica

lunedì, ottobre 18, 2021

Avanti Napoli


 Forza Napoli 

Tommaso Merlo

 "Il Movimento 5 falci e 5 martelli"

ed il regime conformista. 


A sentire la stampa lobbistica la “piazza rossa” era gremita all’inverosimile mentre le piazze contro il green pass deserte. Passano solo le notizie che non danno fastidio a Dragux. In Italia funziona così, tu metti qualche capo sul balcone e subito gli si forma attorno un regime conformista. Più che neri retaggi del passato, attualissimo opportunismo. Dragux ha usato il pugno di ferro contro i ribelli del green pass e comunque la si pensi ha dimostrato che sarebbe un pessimo Presidente della Repubblica. Gelido, rigido e senza nessuna empatia e sensibilità sociale e democratica. Da quando l’hanno messo sul balcone, il parlamento è praticamente in ferie, i partiti sono commissariati e nel paese non c’è nessun dibattito reale. Più che una Repubblica, una Banca d’Italia. La pandemia è superata da mo’, la grande maggioranza degli italiani è vaccinata eppure Dragux ha forzato la mano come nessun altro paese occidentale si è permesso di fare anche perché sono decisioni che toccano addirittura il corpo delle persone. Ma in Italia funziona così, carezze ai criminali altolocati, sberle ai poveri cristi. E quando parte il regime conformista, guai a chi si discosta. La forzatura di Dragux sul green pass è un obbrobrio politico comunque vada a finire. Per le modalità, per la tempistica, per il contesto anche storico e sociale. Ma ci pensa la stampa lobbistica a spellarsi le mani mentre i partiti biascicano e balbettano frasi fatte. Se va avanti così alla prossima tornata elettorale si voteranno da soli. Neanche i parenti si schioderanno dal divano. Nel frattempo i compagni Conte e Di Maio applaudono tra una selva di bandiere rosse. Una mattina mi son svegliato e mi son trovato nel sistema. Il Movimento 5 falci e 5 martelli. Ormai vedere dove li porterà la metamorfosi del fu Movimento è diventato avvincente come una soap sudamericana. Altro che Udeur, Rifondazione Comunista. Dal palco intanto piove retorica e vittimismo a catinelle. Di fascisti in giacca e cravatta ne è farcita l’Italia eppure la democrazia sarebbe in pericolo per una manciata di maneschi di borgata che hanno perfino annunciato l’ennesima rissa alla Trump. Se il trauma fascista non è mai stato superato del tutto è anche per certe ipocrisie. I traumi si risolvo sviscerandoli onestamente, non coi tabù o rivangandoli strumentalmente. Vale per le persone come per i popoli. Con il paradosso che se va avanti così alle prossime elezioni l’Italia avrà il governo più di destra dalla caduta di Mussolini. Se infatti la bolla della Meloni non scoppierà prima per qualche scandalo, sarà lei ad affacciarsi al balcone ad incitare le folle. Del resto Salvini è in crisi nera, tanto per stare in tema. Sembrava lui il nuovo dux in ascesa verso i pieni poteri ed invece si ritrova a giocherellare su TikTok. La Meloni è più sveglia e la Lega ha due facce. Una social e una dannatamente realista che stravede per Dragux. Più che neri retaggi del passato, attualissimo opportunismo. Del resto in Italia funziona così, tu metti qualche capo sul balcone e subito gli si forma attorno un regime conformista. Oggi la democrazia in Italia è commissariata, la politica biascica e balbetta frasi fatte mentre Dragux usa il pugno di ferro contri i ribelli del green pass tra gli appalusi accorati della stampa lobbistica. Comunque la si pensi, una fase davvero triste per il nostro paese e la conferma che Dragux sarebbe un pessimo Presidente della Repubblica.


Dragux e il regime conformista

di Tommaso Merlo

domenica, ottobre 17, 2021

Reddito


 Reddito universale incondizionato 

Marco Travaglio Alessandro Di Battista

 Io e Travaglio non la pensiamo sempre allo stesso modo ed in passato ci siamo anche "scornati" ma è un uomo davvero Iibero e la libertà, di questi tempi, è straordinaria. Vi consiglio di leggere il suo editoriale di oggi.


VABBÈ, SARÀ UN CASO

di Marco Travaglio


"Nasce un governo presieduto da un ex-banchiere mai votato né indicato da nessuno. E vabbè, sarà un caso. 


Tutti i partiti, sotto il ricatto quirinalesco “o appoggiate questo governo o vi sciolgo e andiamo a votare”, gli votano la fiducia, tranne uno. E vabbè sarà un caso. 


Il governo ha pure tutti i media dalla sua parte, come nessun altro dopo il Duce. E vabbè, sarà un caso. 


Agli eletti dal popolo vanno ministeri marginali, mentre i miliardi del Pnrr li gestiscono quattro fedelissimi del premier mai eletti, più un generale in alta uniforme per i vaccini. E vabbè, sarà un caso. 


I Consigli dei ministri sono pure formalità: i ministri timbrano norme scritte altrove e presentate mezz’ora prima, illeggibili per chiunque non abbia frequentato corsi di lettura veloce. E vabbè, sarà un caso. 


Malgrado la maggioranza bulgara, il governo passa da un decreto all’altro e il Parlamento s’inchina, anche perché chi osa presentare emendamenti se li vede mozzare dalla fiducia. 

E vabbè, sarà un caso. 


Ogni desiderio di Confindustria è legge: Pnrr più gradito ai padroni, sblocco dei licenziamenti, via il salario minimo e il cashback, controriforma della giustizia con improcedibilità per chi se la può permettere, via le sanzioni alle aziende che delocalizzano, transizione anti-ecologica, Ponte sullo Stretto: l’unico Green consentito è il Pass (unico al mondo) per lavorare. E vabbè, sarà un caso.


Al raduno di Confindustria il premier è accolto con standing ovation e il presidente Bonomi saluta in Lui l’“uomo della necessità come De Gasperi”, auspicando che “rimanga a lungo”. 

E vabbè, sarà un caso. 


La stampa confindustriale (praticamente tutta) ripete che Egli “deve restare fino al 2023 e anche dopo”, a prescindere da chi vincerà le elezioni. E vabbè, sarà un caso. 


Siccome scade il capo dello Stato, il mantra è che Lui è l’unico candidato possibile; ma non esistendo altro premier all’infuori di Lui e non essendo (ancora) le due cariche cumulabili, Mattarella deve tenergli in caldo la poltrona per un paio d’anni. E vabbè, sarà un caso. 


Il presidente dei vescovi, cardinal Bassetti, come già Pio XI con Mussolini, sostiene che “la Provvidenza lo ha collocato nel posto in cui si trova”. E vabbè, sarà un caso. 


Appena un leader osa fargli ombra, come Conte, Salvini o Meloni, viene subito massaggiato da giornali&tv. E vabbè, sarà un caso. 


Quando Lui attacca i diritti al lavoro e allo sciopero col Green pass, la polizia scorta amorevolmente una banda di fascisti ansiosi di assaltare la Cgil, così è più facile dare del fascio a chiunque contesti il governo ed erigere monumenti equestri al Premier Partigiano. 

E vabbè, sarà un caso. 


Ma, tra un caso e l’altro, siamo proprio sicuri che i fascisti siano solo quelli di Forza Nuova?"


Marco Travaglio Ilfattoquotidiano

sabato, ottobre 16, 2021

venerdì, ottobre 15, 2021

Tommaso Merlo

 Draghi gestisce l’Italia come se fosse una banca. Sforna direttive dall’ultimo piano e si aspetta che i suoi dipendenti le applichino senza fiatare. Non si degna di spiegare e convincere nessuno. Non spiccica una parola e quando ci prova è come se non lo facesse. Zero empatia, zero capacità di comunicazione. Ma Draghi è l’idolo delle lobby anche giornalistiche e allora tutti ad applaudire. Come da peggiore tradizione, in Italia la politica è commissariata e questo sta esasperando gli animi. La politica italiana ha fallito per l’ennesima volta la prova della storia inginocchiandosi al tecnocrate di turno. Prima si è messa a litigare nel bel mezzo di una pandemia, poi ha dato vita ad una ammucchiata che sta minando la sua già malconcia reputazione. Non è la democrazia ad essere in crisi, lo è politica. Con l’ammucchiata sono saltate le contrapposizioni residue lasciando milioni di cittadini senza rappresentanza. Il Pd governa con la Lega e il Movimento con Berlusconi quando fino a ieri facevano finta di scannarsi. In troppi non hanno più punti di riferimento e qualcuno in cui credere. Lasciati soli, i cittadini reagiscono anche ribellandosi. Al di là dei facinorosi e di frange marginali di fanatici e nostalgici, ad essere in crisi è la politica non la democrazia. E’ il modo in cui la democrazia viene gestita da partiti e classi dirigenti avulsi dalla realtà. In troppi non si riconosco in più in politicanti che li hanno delusi troppe volte e che mettendosi in ginocchio davanti a Draghi hanno confermato la loro pessima reputazione. Incoerenza, opportunismo, poltronismo. A destra la Meloni ha perlomeno inscenato una labile opposizione, dall’altra parte hanno addirittura sciaguratamente lasciato un vuoto totale. E tutto questo per far cose ovvie che poteva compiere qualsiasi governo politico, come successo in tutti gli altri paesi occidentali. Non c’era nessun bisogno dell’ammucchiata Draghi. Altro che senso di responsabilità e stucchevoli prediche patriottiche. La politica italiana ha fallito clamorosamente la prova della pandemia delegando il suo ruolo al tecnocrate di turno. Se l’Italia ne è uscita, è grazie ai cittadini, non ai politicanti. Ed è grazie alla scienza e al solco europeo a cui l’Italia si è adeguata. Non appena l’Italia si è discostata, sono scoppiati casini. Come conferma la questione del green pass che è stata gestita malissimo. Con arroganza e nessuna sensibilità anche sociale in un paese col record di vaccinati. Scomposte forzature imposte dall’alto senza degnarsi di spiccicare due parole. Ma Draghi fa quello che ha sempre fatto, il tecnocrate. E gestisce il paese come se fosse una banca. Il vero problema è di chi l’ha messo lì. Il vero problema è l’ennesimo fallimento della politica. Lo stesso Draghi ha balbettano che l’emergenza è finita ma i partiti restano inginocchiati ai suoi piedi. Per il bene comune ovviamente, non per le poltrone. E i cittadini che han votato per il cambiamento si ritrovano in piena restaurazione. Nessuno che s’informa, nessuno che vota. Tutti sotto una asfisiante cappa conformista. Rabbia, frustrazione. Il vero pericolo sociale non deriva da qualche facinoroso e nemmeno da frange marginali di fanatici e nostalgici, il pericolo deriva dal fatto che molti cittadini non hanno punti di riferimento politici, non hanno nessuno in cui credere. Il problema è una crisi profonda di credibilità della politica e delle classi dirigenti che di riflesso colpisce anche le istituzioni. Senza politica una democrazia perde senso e lascia pericolosamente allo sbando la società. Se davvero hanno a cuore i destini del paese, i politicanti dovrebbero dire basta all’ammucchiata Draghi e ridare al più presto la parola ai cittadini.

Tommaso Merlo

Sciopero

 https://www.facebook.com/localteamtv/videos/1002166437232990/

Addio


 Alitalia 

giovedì, ottobre 14, 2021

Caos


 Confusione 

Poesia

 Foglie gialle

(Trilussa)
Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?

mercoledì, ottobre 13, 2021

Covid TPI

 COVID, IL BOLLETTINO DEL 13 OTTOBRE


Ultime 24 ore


• Nuovi casi: 2.772

• Decessi: 37

• Tamponi effettuati: 278.945

• Terapie intensive: -3

• Tasso di positività: 1%


I numeri della pandemia


• Attualmente positivi: 80.451

• Casi totali: 4.707.087

• Decessi: 131.421

• Guariti: 4.495.215

GigieRoss


 GigieRoss 

Salario dignitoso


 Salario dignitoso 

Tommaso Merlo

 Il renzismo sta al Pd come il contismo sta al Movimento. Ebbene sì. Un Pd in crisi nera s’infatuò di Renzi sperando che l’allora stella nascente della politica nostrana risolvesse tutti i problemi del partito. Già, proprio quello che è successo nel Movimento. Scivolato in una crisi nera, il Movimento ha puntato tutto sulla stella di Conte nella speranza che la sua popolarità risolva la grave perdita di credibilità, d’identità e soprattutto di consensi. Ma le similitudini non finiscono qui. Renzi prese voti a sinistra e li portò a destra. Il Movimento prese voti antisistema e li ha portati nel sistema. Già, gli elettori han votato una cosa e alla fine se ne ritrovano un’altra. E in entrambi i casi fu una svolta leaderista. Accentramento cioè dei poteri nella figura di un capo carismatico e l’affidarsi alle sue presunte capacità taumaturgiche. Ma non solo. Anche il renzismo fu caldeggiato dalle classi dirigenti del Pd e avvallato da assise e congressi e applaudito dai militanti. A non gradire fu il popolo di sinistra che visse quella sbandata “a destra” come un tradimento dei propri valori e della propria storia. Proprio come successo nel Movimento in cui le classi dirigenti e gli iscritti superstiti si sono compattati attorno a Conte mentre gli elettori sono scomparsi da intere aree del paese per i troppi voltafaccia. Cittadini che han votato un movimento arrabbiato e antisistema e si ritrovano un conciliante partitino di sistema. Che han votato per una rivoluzione e si ritrovano a partecipare alla restaurazione. Che han votato per la democrazia diretta e si ritrovano il presidenzialismo. Che han votato per spazzare via la partitocrazia e si ritrovano in un partito che tiene pure il moccolo a Draghi, riforma la giustizia con Berlusconi e fa finta di fare la transizione ecologica col partito del cemento e delle trivelle. Già, cittadini che han votato una cosa e se ne ritrovano tutt’altra. Un triste revival. Al Pd la sbandata leaderista finì male. Quando la bolla di Renzi scoppiò, il Pd crollò al suo minimo storico e da allora vegeta attorno a percentuali lontanissime dai bei tempi in cui vaneggiava addirittura di “vocazione maggioritaria”. Il renzismo lacero’ il Pd portando alla scissione di Bersani e poi a quella dello stesso Renzi che se ne andò coi suoi fedelissimi. Anche il Movimento è spaccato tra governisti e movimentisti anche se per adesso vi sono state solo diverse diaspore. Se n’è andata una quantità impressionante di parlamentari e soprattutto di voti e il contismo è destinato ad esasperare certe dinamiche soprattutto se non porterà i risultati sperati. Proprio come successe col renzismo. Alla fine Renzi fu costretto a mollare l’osso dopo le batoste elettorali che spinsero il Pd a tornare sui suoi passi. Ma le similitudini non finisco qui. Renzi inseguiva il grande centro moderato ed inciuciò con Forza Italia. Il contismo insegue invece il grande centrosinistra moderato ed inciucia col Pd ulivista. Da Casaleggio a Prodi. Dal futuro alla preistoria. Ma c’è un lato positivo in tutto questo triste revival. La sbandata renzista lasciò un vuoto politico enorme “a sinistra”. Un vuoto che fece la fortuna del Movimento che incamerò milioni di voti in fuga. Oggi sta succedendo la stessa cosa. Milioni di cittadini delusi dal Movimento non sanno più cosa votare e attendono nuove proposte. Ebbene sì. Cittadini che fuggiti dal renzismo ora fuggono pure dal contismo ansiosi di riprendere il cammino del vero cambiamento per cui avevano votato. 

Tommaso Merlo

lunedì, ottobre 11, 2021

domenica, ottobre 10, 2021

Tommaso Merlo

 Oggi in Italia non si riesce a leggere un giornale, non si riesce a seguire un dibattito televisivo e anche votare è diventato impossibile. Intere classi politiche e giornalistiche blaterano al vento mentre la realtà va da tutt’altra parte. Se la cantano e la suonano da soli. Lasciare i giornali marcire in edicola, girare canale e non votare, è diventata legittima difesa. Non ha senso intossicarsi la vita per niente. Le caste si fanno i fatti loro, i cittadini pure. Non una società, una giungla egoistica. Non una Repubblica, un degradato condominio. Con un freddo amministratore in cima e per il resto il solito sterile baccano sulle scale. Stesse facce, stessi copioni. Da decenni. Molti cittadini han voltato le spalle semplicemente per noia. Intere caste stanno invecchiando sotto i riflettori. Un incubo. Altri cittadini hanno invece voltato le spalle per paura. Son stati traditi troppe volte e non vogliono più rimanerci male. Altri ancora per rancore. Ignorare le caste è in fondo l’unica arma che hanno a disposizione. Non una Repubblica, un condominio degradato. Un freddo amministratore in cima, sterile chiasso sulle scale e poi tutti chiusi dentro casa propria. Chi invece vuole partecipare si guarda attorno spaesato. Vi sono in giro solo minestre riscaldate. Eterne promesse. Fallimenti conclamati. Soliti schemi, solite illusioni. Spetterebbe alla stampa raccontare la verità, ma in Italia è parte del problema. Invece che essere al servizio dei cittadini è al servizio di potentati, di rigurgiti ideologici e partitici, di conformismo di categoria, di necessità carrieristiche, di tifo per i propri beniamini. Milioni di cittadini non s’informano più mentre chi ancora abbocca lo fa su media organici al sistema. Davvero ottimale per le caste reggenti. Meno i cittadini sono consapevoli e partecipano, più il sistema gode di stabilità e continuità. Per questo chiunque osi stonare dal coro o viene massacrato o viene ignorato oppure riassorbito dal sistema e solo a quel punto gli viene concessa qualche briciola. L’Italia premia chi si adegua, chi non disturba, chi si accoda. Un tarlo culturale più che politico. Capi, cerchie, cordate. Con una selezione all’ingresso rigidissima perché strategica. Chi poi passa e arriva in cima non molla fino alla fossa. Questo perché del tutto identificato col personaggio pubblico che recita. Non una società, una giungla egoistica. Anche le nuove generazioni si guardano attorno spaesate ma c’è chi trova ancora l’entusiasmo di protestare per salvare il mondo. Chissà quanti di loro tra qualche anno indosseranno una cravatta e si siederanno indifferenti su qualche poltrona. Chissà quanti si arrenderanno e quanti si faranno comprare. E chissà quanti scapperanno altrove. Verso democrazie più evolute e un’aria più respirabile. Del resto non è facile mettersi di traverso ad un intero sistema. Molto più redditizio piegarsi, molto più comodo abboccare alla panzana che in fondo non vi sono alternative e anche se vi fossero alla fine non cambia mai niente. Meglio approfittarne che la vita è fin troppo breve e poi anche nella giungla egoistica vale legge del più forte. Meglio rinchiudersi dentro casa lasciando manovrare l’amministratore ed ignorando il baccano sulle scale. Nessuno che legge un giornale, nessuno che segue un dibattito, nessuno che vota. Intere classi politiche e giornalistiche che blaterano al vento mentre la realtà va da tutt’altra parte. Una giungla egoistica. Un condomino degradato.

Tommaso Merlo

Caduti


 Giornata mondiale dei caduti sul lavoro.

Teatro


 GigieRoss 

Poesia

 #poesia 

Al mio cane.

Gli occhi socchiusi nella penombra amica,

scivolavano i ricordi di fanciullezza antica,

e giochi e corse e prati divisi coi fratelli,

del tempo ormai lontano dei verdi giorni belli.

Ora sognava ancora di pazze galoppate

nel cerchio di un tramonto di praterie infuocate

e il mare scuro e mosso visto la prima volta

fu l’ultimo suo sogno dinanzi a quella porta.

Del vento le carezze di melodie lontane

chiusero svelte gli occhi di chi era stato un cane.

sabato, ottobre 09, 2021

Napoli


 Storia

Storia Guerriera

 a cura di Francesco Molino e del Meetup “Amici di Beppe Grillo Napoli” del Gruppo X Municipalità (Bagnoli-Fuorigrotta)

• IL PROBLEMA

La società Terna S.p.A., nell’ambito di un complessivo rinnovamento della rete elettrica di Napoli, nel 2017 aveva deciso di installare una sottostazione elettrica in un terreno all’uopo acquistato nel rione “Loggetta” di Fuorigrotta (uno dei due quartieri che compongono la nostra Municipalità, la X di Napoli).

Il rione è assai popoloso ed è già vittima dell’inquinamento atmosferico e acustico derivante dalla vicinanza alla Tangenziale di Napoli. La nuova sottostazione sarebbe dovuta sorgere a poche decine di metri dalle abitazioni civili: una situazione assolutamente da scongiurare in nome del principio di precauzione, dal momento che non si avevano dati certi in merito all’impatto ambientale potenzialmente rilevante di una struttura di tale rilevanza e così vicina alle abitazioni.

• L’INIZIATIVA

cittadini del rione Loggetta si sono immediatamente mobilitati per sventare il paventato progetto e, oltre alle autonome iniziative messe in campo, hanno deciso di contattare i Portavoce Municipali del MoVimento 5 Stelle Salvatore Morra e Stefano Capizzi nonché l’intero gruppo del Meetup territoriale, per essere aiutati in questa difficile sfida.

Dopo aver esaminato la situazione e averne compreso la pericolosità, come gruppo ci siamo immediatamente attivati, ospitandoli nel nostro Meetup e recandoci direttamente sul territorio, anche agli “open day” organizzati da Terna.

Abbiamo poi coinvolto i nostri portavoce in Consiglio Comunale, Matteo Brambilla e Marta Matano che, insieme ai Municipali, hanno anche incontrato i responsabili di Terna S.p.A. nei loro uffici.

Per dirimere definitivamente la situazione, abbiamo infine contattato il portavoce al Senato e allora Sottosegretario al MiSE, Andrea Cioffi, informandolo della situazione. Nel frattempo anche il nostro compianto portavoce in Senato prof. Franco Ortolani, da noi allertato, ha studiato la questione denunciandone i pericoli per la salute dei cittadini, anche alla luce della sua competenza scientifica.

Nel dicembre 2018 i portavoce Municipali e Comunali hanno incontrato il portavoce al Ministero per affrontare di persona la questione.

• IL RISULTATO

Dopo alcuni mesi di lavoro conseguente all’incontro, il Ministero è riuscito a far collaborare Terna S.p.A. ed Enel, le quali si sono accordate per realizzare la sottostazione all’interno di un sito Enel già presente sul territorio e non eccessivamente vicino alle abitazioni.

Il valore generato sul territorio è innanzitutto ambientale, dal momento che si è evitata l’installazione di un’infrastruttura potenzialmente pericolosa per la salute dei cittadini, e ciò grazie al corretto funzionamento della rete tra abitanti, attivisti e portavoce a vari livelli, da quello territoriale a quello nazionale.

Infine, potrà inoltre nascere anche un valore sociale, dal momento che ci è stato promesso – e vigileremo affinché ciò avvenga – che l’area inizialmente destinata alla sottostazione diverrà un’area verde attrezzata per il quartiere.

• COSA SERVE PER REPLICARE L’INIZIATIVA?

– Conoscere e informarsi costantemente sulle problematiche dei territori
– Costante contatto con i cittadini e ascolto delle loro istanze
– Organizzazione di momenti di mobilitazione e informazione (gazebo, flash mob, ecc.) con la richiesta delle necessarie autorizzazioni
– Proficua collaborazione tra i vari livelli dei portavoce, in questo caso Municipali, Comunali e del Governo

Sciopero


 Sciopero 

Matteo Brambilla

 Matteo Brambilla: “il vero sindaco non è Gaetano Manfredi, ma Vincenzo De Luca” «Il Movimento 5 stelle è morto, Fico e Di Maio sono i becchini»


“La decisione di abbandonare il M5s è stata abbastanza scontata, visto quanto accaduto negli ultimi due anni. Ho tenuto fede al mio mandato con i cittadini, che mi hanno eletto nel 2016 per rappresentare un simbolo che non esiste più da tempo. 

Prendendo atto del fatto che il M5s aveva preso un’altra direzione che non può coincidere con la mia, ho deciso alle 15.01 di mandare la mail”. 

Così, durante una intervista in diretta a Stylo24, nel corso del format “5 domande a…”, Matteo Brambilla, ex capogruppo consiliare M5s a Napoli, candidato sindaco alle ultime amministrative con la lista civica “Napoli in movimento – No alleanze”.

E proprio a proposito del risultato delle ultime elezioni, Brambilla non ha dubbi. 

“Il vero sindaco di Napoli non è Gaetano Manfredi, ma è Vincenzo De Luca. Manfredi dovrà soltanto tenere insieme 13 liste più quello che arriverà dopo per spartirsi i soldi del famoso Pnrr e quelli del “Patto per Napoli”. 

Cosa che, però, credo sarà molto più difficile per lui di quanto sia stato per de Magistris. Manfredi sulla carta ha una maggioranza bulgara, ma già nei primi Consigli comunali ne vedremo delle belle. Soprattutto per quano riguarda la posizione del fu M5s rappresentato da ex DemA, che in aula hanno fatto per anni la lotta al vero M5s. Quello nato il 4 ottobre 2009 e morto il 4 ottobre 2021. Come si vede dai numeri. Nel momento in cui va a votare il 47%, il Movimento è morto”

“Le parole di De Luca su Fico e Di Maio – continua – sono incredibili. Fare una alleanza politica, che prevede scelte condivise su nomi di assessori, staff, il modo in cui spendere i soldi dei napoletani, è imbarazzante. 

Di Maio e Fico sono dei traditori di un progetto. Io ho definito le scelte di quelli che qualcuno chiama dirigenti, ma che sarebbero dovuti essere portavoce del M5s, come indecorose dal punto di vista morale, e imbarazzanti e perdenti dal punto di vista politico. La verità è che a Napoli non c’è stata alcuna proposta politica. Questo dovrebbe contare più del numero di consiglieri per far capire chi ha vinto e chi ha perso. Sono mortificato per tutte quelle persone che come me negli ultimi 15 anni hanno dato anima, corpo e tutto a questo progetto e vedranno un ex demA parlare a nome del M5s. Non si può non ammettere che il M5s ha perso, soprattutto a Napoli”.

Per quanto riguarda il futuro, Brambilla ha le idee chiare. “Non è un addio alla politica. Noi ci chiamiamo “Napoli in movimento. No alleanze”, non staremo fermi e a guardare. Ci saranno novità nei prossimi mesi. 

La cosa più bella del passato sono stati i messaggi che ho ricevuto da un paio di consiglieri e soprattutto dai dipendenti comunali. Questo dà lo spessore di quelle che sono state le nostre modalità di comportamento. Mi hanno detto ‘Ci hai dato la possibilità di dire certe cose anche tramite la tua voce’. E questo vuol dire che il nostro lavoro lo abbiamo fatto bene”.

Il ricordo peggiore, invece, è quello della “notte del penultimo bilancio approvato, quando de Magistris si salvò per un voto. Simeone, che non stava bene e venne portato via con l’ambulanza, disse a un consigliere che continuava a parlare di emendamenti finti ‘Fai l’uomo, siamo uomini, votiamo quello che dobbiamo votare, a favore o contro, ma se resto ne va della mia salute’. Quell’appello umano non raccolto, con de Magistris che si salvò per un voto, credo sia stato il momento più brutto di questi cinque anni. A certe persone – conclude -, pur di raggiungere un obiettivo politico, non interessa neanche la vita degli altri”.

09 ottobre 1967


 Per non dimenticare mai 

venerdì, ottobre 08, 2021

Accadde oggi

 8 ottobre 2001

Milano Linate un MD 87 della compagnia scandinava SAS si schianta contro un deposito bagagli in fondo alla pista, dopo aver urtato un aereo privato tedesco su cui viaggiavano in quattro. Le vittime saranno 118. Si tratta del più grave disastro aereo della storia dell’aviazione italiana. Nel febbraio 2008 la Cassazione conferma le condanne a cinque imputati e due assoluzioni.

Noi


 Noi

giovedì, ottobre 07, 2021

Elezioni Napoli

 #elezioni #candidato #maestrosm

Voglio ringraziare i cittadini che non mi hanno votato, con il loro non voto, mi hanno ridato la mia libertà, sono tornato ad essere un cittadino libero, anarchico, indifferente e rassegnato, quando passeggio per il mio quartiere e vedo un cumulo di immondizia, pneumatico abbandonato, catidoia otturata, palo abbattuto, dissesto, aiuola abbandonata, ecc; sono libero di far finta che tutto va bene e che vivo in quartiere senza problemi.

Ross

Onomastico di Ross
 

Percentuale


 Si scompare 

Tommaso Merlo

Tommaso Merlo:

Il Pd scaricherà il Movimento quando non gli servirà più. Il colmo. Letta parla già di un’ammucchiata ulivista con al centro il Pd e una serie di partitini satelliti attorno tra cui il Movimento 5 Percento, sempre che ci arrivi. Ma Renzi e Calenda non vogliono gli odiati ex populisti tra i piedi e Letta non avrà nessuna esitazione a sbarazzarsi del 5 percento movimentista non appena ne potrà fare a meno. Davvero il colmo per un Movimento che ha stravinto le ultime elezioni. Umiliato dal sistema che voleva abbattere.


Ma è storicamente questo il destino dei rivoluzionari che si rimangiano tutto. I rivoluzionari pentiti sono detestati sia dai cittadini delusi, sia dai reazionari nei palazzi che non si fidano di chi fino a ieri voleva la loro testa e oggi si spaccia da moderato. Nonostante ci stia strenuamente provando, il Movimento 5 Percento non farà mai parte del sistema e la sua fantomatica classe dirigente non verrà mai considerata all’altezza di quella degli altri partiti. Che si mettano il cuore in pace.


Il Movimento 5 Percento verrà solo spolpato del tutto e scaricato alla prima occasione. Per la gioia di tutti i vecchi partiti a partire dal Pd che già pregusta un ritorno all’ammucchiata ulivista. Il Pd non è un partito, è una casa di riposo che può contare su una clientela a vita. E in questa fase sta approfittando delle crisi altrui. Nel 2018 il Pd se l’è vista brutta per colpa della tempesta movimentista, ma finalmente sta tornando il sereno.


All’inizio il Pd ha contrastato duramente il Movimento e dopo le elezioni del 2018 gli ha voltato le spalle. Strada facendo ha cambiato però tattica scendendo a patti. Questo un po’ per accaparrarsi poltrone e prendere tempo, un po’ perché ha capito che gli conveniva riassorbire i ribelli. Ha capito che più il Movimento si “normalizzava” più svaniva. E così è stato. Dissolto in soli tre anni di palazzo. Altro che rivoluzione.


Si torna alla partitocrazia tradizionale e al finto bipolarismo. Con gruppi di potere sostanzialmente identici che competono per spartirsi le poltrone mentre dietro le quinte il sistema neoliberista continua pacifico per la sua strada. Urrà. Una politica apparente. Una democrazia apparente. Leader, fedelissimi, curve di tifosi. Stampa lobbistica al seguito. Abnormi fette di popolazione disgustate nell’ombra.


Esigue caste di privilegiati al sole delle passerelle. Il solito show mentre non cambia mai nulla. Il Movimento sembrava rappresentare una svolta per il nostro paese. Era l’idea nuova che vecchi barconi come il Pd cercavano da decenni. Era l’evoluzione della vecchia politica, un sussulto democratico grazie al quale i cittadini si riprendevano il ruolo che gli spetta in democrazia. Era il ritorno genuino ai valori e agli ideali. Ma non quelli scritti su qualche pezzo di carta. Quelli urlati nelle strade, e sentiti nei cuori di cittadini esausti da decenni di malapolitica.


Il Movimento era la dimostrazione che i cittadini sono più che pronti per un nuovo paradigma politico e culturale. Per questo la svolta partitica e perbenista di Conte ha fatto cilecca. Sia perché il Movimento nei palazzi si è rimangiato la rivoluzione che aveva promesso bruciandosi la reputazione, sia perché moderatismo e continuità sono le ultime cose che vogliono i cittadini soprattutto nelle periferie.


Milioni di elettori nel 2018 e milioni di astenuti oggi, vogliono un cambiamento vero e radicale, vogliono una politica all’altezza dei loro problemi e dei loro sogni, vogliono tornare protagonisti. Vogliono andare avanti e non indietro.


Altro che ammucchiata ulivista che scaricherà il Movimento 5 Percento non appena gli converrà. Altro che tristi revival partitocratici.


I cittadini pretendono proposte politiche coerenti con le loro nuove consapevolezze, proposte che girino pagina per sempre e in grado di riaccendere la speranza di un paese migliore.

mercoledì, ottobre 06, 2021

Napoli

 

Cittadini 

Matteo Brambilla

 Non è facile descrivere tutte le sensazioni, emozioni, che mi stanno attraversando da ieri sera.

Prima di tutto voglio ringraziare chi ha dato fiducia a delle persone coraggiose, che hanno scelto la strada impossibile rispetto a quella facile e comoda.

Mi riferisco sia a chi era candidata e candidato, sia a chi ci ha votato.

E' un grazie sincero, di cuore, di appartenenza a una minoranza numerica, ma sicuramente vera, viva.

Ho visto che qualcuno ieri festeggiava, e lo faceva insieme a pezzi delle recenti amministrazioni di demagostris, come se gli ultimi 10 anni fossero stati di gloria per la nostra città, e lo faceva insieme al vero sindaco di Napoli, Vincenzo de Luca.

Si perchè a qualche statista per caso bisognerebbe spiegare che sono riusciti in una grandissima impresa: consegnare la città a De Luca e il suo "sistema politico" e affossare un sogno durato 12 anni, esattamente nel giorno del suo compleanno (4 ottobre 2009 - 4 ottobre 2021).

Imbarazzanti dal punto di vista politico, indecorosi dal punto di vista etico morale.

Noi sapevamo che sarebbe stata una sfida al limite dell'impossibile, ma abbiamo fatto la cosa giusta, per la quale eravamo entrati tutti, in questi anni, in un progetto di democrazia dal basso: dare voce ai cittadini per farli entrare nelle istituzioni.

Non ci siamo riusciti, colpa sicuramente nostra, mia in primis e me ne assumo tutta la responsabilità.

Non ci sarà più la nostra, la "vostra" voce, in consiglio comunale.

Qualcuno avrà festeggiato, e festeggerà per questo, non ci sarà più nessuno che farà opposizione, che entrerà nel merito delle questioni.

Adesso è il momento di metabolizzare questi 5 anni vissuti tutti in apnea, e di prendermi il giusto tempo per guardarmi dentro, per poter ripartire.

Ci sarò, ci saremo, con altre modalità; non ho nessuna intenzione di buttare l'esperienza di questi anni.

Servono in questo momento riferimenti certi per ripartire da zero: io ci sono.

martedì, ottobre 05, 2021

Di Bibba

 Le elezioni sono finite ed una schiera di politici professionisti o aspiranti tali pensa esclusivamente alle elezioni del 2023. D'altronde i palazzi sono la loro unica ragion di vita e sarebbero disposti a vender la madre pur di continuare a starci dentro. Figuriamoci cosa gli importa di vendere i propri ideali. La parola d'ordine oggi è: alleanza! Alleiamoci per battere gli altri. Con gli “altri” sostengono il governo Draghi ma fa poca differenza. E' la politica politicante, bellezza! Quella che ha allontanato milioni di italiani dalle urne. La politica oggi è morta. Siamo tornati al triste “votateci altrimenti vincono i comunisti” o al “votateci perché abbiamo dall'altra parte la peggior destra d'Europa” (cosa sicuramente vera ma non basta). Una pantomima vista e rivista che il Movimento, un tempo lontano, ebbe il merito di smascherare. Ex-fascisti, ex-comunisti, clericali, anti-clericali, moderati, progressisti, nazionalisti, secessionisti, liberali, radicali oggi sono tutti al governo del Paese. D'altronde il PNRR è un'occasione troppo ghiotta. Sì, tutti insieme appassionatamente. Insieme stanno regalando MPS a Unicredit, insieme hanno votato la riforma della giustizia cara ai ladri, insieme stanno pensando di eleggere Casini Presidente della Repubblica (mi è arrivata questa voce dall'interno e mi hanno detto di non dirlo a nessuno. Io lo dico nella speranza di bruciarlo). Insieme (non sempre sono d'accordo con Travaglio ma ha ragione da vendere quando dice che c'è un pezzo di establishment che vuole replicare il governo Draghi con tutti dentro anche al prossimo giro) stanno pensando ad un modo per restare tutti, o quasi, al potere anche dopo il 2023. Insieme hanno difeso la guerra in Afghanistan, insieme hanno accettato il ritorno delle trivelle, insieme eviteranno di cambiare la legge elettorale per permettere, ancora una volta, ai capi partito di scegliersi i servitori parlamentari. Insieme eviteranno di affrontare sul serio il tema dei costi della politica, insieme (salvo eccezioni) intascheranno tra un anno e mezzo il TFR da parlamentare. Insieme stanno pensando di assegnare a TIM (tra l'altro azienda il cui socio di maggioranza è francese) e Cassa Depositi e Prestiti un appalto miliardario che riguarda la gestione dei dati sensibili della pubblica amministrazione in barba alla concorrenza e a progetti probabilmente più economici e professionali. Questo è il quadro ed è desolante. Tant'è che la maggior parte degli italiani neppure va più a votare. Penso, tuttavia, che si possa combattere, fare contro-informazione (cioè informazione tout court in un momento di osceno conformismo). Penso si possa fare “politica” al di fuori dei palazzi battagliando per i nostri diritti senza pensare alla convenienza personale. Io nelle prossime settimane lo farò. Vediamo in quanti saremo a denunciare i conflitti di interesse in MPS, lo strapotere dei fondi di investimento, l'impoverimento della classe media, l'abbandono dei padri separati, l'accentramento di potere mediatico (gruppi editoriali), finanziario (fusioni), politico (cartelli elettorali). Vediamo in quanti saremo ad impegnarci, ad alzare la testa, a fare proposte, a “urlare” ciò che oggi viene insabbiato per non disturbare i manovratori. E poi vedremo...


P.S. Mi state chiedendo di commentare i risultati del M5S. Non è più compito mio non facendo più parte del Movimento da mesi. Quel che è avvenuto ieri lo immaginai un anno e mezzo fa quando sostenni che un'alleanza strutturale con il PD fosse nefasta o 8 mesi fa quando lottai contro tutti affinché il Movimento non entrasse nel governo dell'assembramento. Non mi hanno ascoltato. Oggi l'alleanza con il PD non è più una scelta. E' una necessità per qualcuno e per la sua poltrona. Almeno fino a quando, dalla parte del PD, non si renderanno conto che a Napoli e Bologna il centro-sinistra avrebbe vinto anche senza M5S. Che altro vi devo dire? Erano francescani, oggi sono “franceschini”...