venerdì, marzo 25, 2022

Mai una gioia 🥲


 Calcio

Giuliana De Rosa

 RISPOLVERARE LA MEMORIA NON FA MALE SPECIE DI QUESTI TEMPI.(ASTENERSI DALL'EFFETTUARE COMMENTI STUPIDI GRAZIE.)

Quattro anni fa, una delegazione di comuniste e comunisti del Donbass venne in Italia per parlare dell'insurrezione popolare di Donetsk e Luhansk, regioni orientali dell'Ucraina.

Questo giro di iniziative nel nostro Paese venne promosso dalla Carovana antifascista, organizzata dalla Banda Bassotti, dall'europarlamentare del GUE/Ngl Eleonora Forenza (Rifondazione comunista) e da altre organizzazioni della sinistra radicale in Italia.

I comunisti del Donbass ci vennero a raccontare del colpo di stato in Ucraina del 2014, armato e finanziato dagli Stati Uniti d'America e dall'Unione Europea.

Questi partigiani ci spiegarono degli interessi della NATO, dei crimini commessi dal Battaglione Azov sulle popolazioni russofone, della persecuzione di giornalisti e sindacalisti dissidenti dal regime di Kiev.

Per la prima volta, apprendemmo che in Ucraina era stato rispolverato il mito di Stephan Bandera, fascista e criminale di guerra che collaborò con l'occupazione nazista durante l'invasione dell'URSS (vedi: "operazione Barbarossa") e che, in suo nome, erano stati commessi crimini atroci, come quelli di Odessa.

Poi, però il messaggio più importante fu un altro: se l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere.

I combattenti del Donbass ci spiegarono chi voleva la divisione del popolo ucraino e perché a Washington fossero così interessati alle sorti della democrazia nel loro paese, che loro temevano potesse divenire vittima sacrificale di una partita di Risiko mondiale contro Russia e Cina. 

Mai previsione fu più azzeccata. 

So che alcuni di quei compagni sono morti combattendo molto prima che l'Occidente si accorgesse di una guerra costruita attraverso i social e le dirette televisive, per alimentare odio fra i popoli e sete di sangue.

Questo significa giustificare l'invasione russa?

Assolutamente no! Al contrario, il senso di ciò che ci venne detto era combattere l'antagonismo fra grandi potenze, rilanciando la pace fra gli oppressi e l'internazionalismo proletario. 

Perché le guerre del capitale le pagano sempre i popoli. 

#guerraallaguerra

Armi

Armi 
 

giovedì, marzo 24, 2022

Zelenski


 Zeleshi

Enrica Sabatini

 Vi ricordate la frase “i debiti non si discutono, ma si onorano” sbandierata da Giuseppe Conte in ogni dove un anno fa? 


Ecco, ve lo dico nel modo più diretto possibile (perdonatemi il linguaggio poco elegante, ma è necessario): sono tutte cazzate. 


Non dovrebbe sorprendermi in realtà visti i comportamenti in passato (chi ha letto il mio libro sa a cosa mi riferisco) e invece non solo mi sorprende, ma mi lascia senza parole.


Una persona che è stata presidente del consiglio e che si candida a guidare un movimento che ha fatto dell’onestà la sua bandiera, che cosa fa? Si rifiuta di rispettare gli impegni presi e danneggia dei lavoratori che da mesi e mesi attendono solo di essere pagati per le attività professionali che hanno svolto per il movimento 5 stelle. 


Credo che non ci sia niente di più penoso e vigliacco. Pavoneggiarsi davanti a tutti per mostrarsi in pubblico corretti e utilizzare, invece, in privato qualcun altro dietro al quale nascondersi. 


Sì, perche Giuseppe Conte ha fatto quello che sa fare meglio: si è negato non rispondendoci quando lo scorso anno, precisamente il 31 dicembre, lo abbiamo sollecitato a mettersi in regola e ha mandato avanti, come fosse una testa di legno qualunque, il tesoriere del MoVimento che ci ha comunicato con una email che il MoVimento non ha intenzione di onorare i propri debiti. 


È incredibile, ma è così. Come se fosse la cosa più normale del mondo sfruttare il lavoro di persone che con quel lavoro pagano le bollette, un mutuo o l’asilo dei figli. 


Ad oggi il MoVimento è stato messo in mora da più soggetti che si sono dovuti rivolgere agli avvocati per avere ciò che gli spetta. È imbarazzante: professionisti costretti a vie legali verso una forza politica che governa il paese, ma che non ha neanche la dignità di rispettare le proprie obbligazioni verso dei lavoratori. 


L’avvocato del popolo che, anziché difendere i diritti dei più deboli come promesso si ritrova su più fronti (e non è casuale) a dover fronteggiare varie cause legali proprio perché quei diritti è il primo a violarli. 


E non mi dite che dovrei stare in silenzio perché dire la verità danneggia il consenso del movimento. Il consenso non lo rovina chi dice la verità, ma chi si comporta in modo sleale e scorretto e calpesta i diritti delle persone. 


E io questi diritti continuerò a difenderli fino alla fine. 


Ps: la reazione di Giuseppe Conte è già scritta. O chiederà ai giornalisti di non fare domande in merito così da potersi nascondere, ancora una volta, di fronte alle responsabilità oppure risponderà (o manderà avanti qualche testa di legno che domani sui giornali parlerà per evitare che debba farlo lui) screditando la fonte - ossia la persona - che riporta il fatto per depotenziare la veridicità dei fatti. 

Si chiama argumentum ad hominem ed è una strategia dilatoria e fuorviante con la quale ci si allontana dal fatto (che è vero a prescindere da chi lo dica) contestando non l'affermazione dell'interlocutore, ma l'interlocutore stesso. Una strategia di evitamento riccamente utilizzata da Conte e dai procrastinatori seriali che spostano il problema con l’obiettivo di allontanarsi dallo stesso. Ovviamente quello che dico, come quello che ho scritto nel libro, è documentato in modo incontrovertibile ed è il motivo per cui nessuno ha mai smentito ciò che affermo e non potrà smentire neanche questo.

Gaetano Amato

 È pazzo o pazzo o è pazzo o c…?  Putin è un pazzo. O russo è n’omme e merda. Assolto all’obbligo se no poi passi per putiniano, novaxiano, terrapiattista, etc etc, andiamo avanti, anzi, torniamo indietro, perché, come pare aver capito pure Gramellini, (e ho detto tutto) che, dopo aver sputato su chiunque si sognava di dire ragioniamo, il presente forse ha origini nel passato. Nell’aprile del 1958 gli stati uniti chiesero alla Francia di poter istallare su territorio francese  45 missili a testata nucleare. Il presidente de Gaulle rifiutò. Ad aprile del 1959, sempre gli stati unti, strinsero un accordo con Italia e Turchia per istallare i missili che la Francia aveva rifiutato. I missili furono istallati e nel 1962, il leader sovietico Chruščёv, in risposta a quanto fatto dagli usa, spostò missili ss3 e ss4 a cuba. La crisi che ne seguì portò ad un accordo tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica che stabiliva l'immediato ritiro dei missili sovietici da Cuba, a cui sarebbe seguito lo smantellamento delle postazioni americane in Turchia, Italia e Gran Bretagna e le due potenze si impegnarono a non allargare la loro influenza in prossimità dell’altro. I sovietici i missili li spostarono. Sapete gli stati uniti cosa fecero? Il Der Spiegel (giornale tedesco) ha pubblicato i verbali della riunione dei Direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, che dimostrerebbero persino la promessa Nato di non allargarsi a Est già tra il ’90-’91. Nel 1997, l’attuale presidente scorreggione Biden, diceva “ l’unica cosa che potrebbe provocare una risposta russa “vigorosa e ostile” sarebbe se la Nato si espandesse fino agli stati baltici.” E infatti l’ha fatto. Praticamente la russia è circondata. Questo assolve putin? No, chi fa la guerra non è mai assolto. È sempre colpevole. O russo ì n’omme e merda. Andiamo avanti. Vogliamo ricordare l’esportazione della democrazia in Iraq? Nell’ex jugoslavia? In afghanistan? Esportatori di democrazia con le atomiche a Nagasaki e Hiroshima? Ce lo vogliamo dire che è l’unica nazione che ha usato l’atomica? Ce lo vogliamo dire che non mi pare si siano fatti scrupoli dell’atomica sui civili, o no? ce lo vogliamo dire che qualsiasi dichiarazione fatta da Biden o da Zelensky sembra fatta per far saltare qualsiasi mediazione? Ce lo vogliamo dire che ogni richiesta Ucraina è volta a tirare in guerra la nato? Ce lo vogliamo dire che in Ucraina è stata fatta una esercitazione nato solo qualche mese fa? Quel dittatore di Putin ha bloccato la stampa del suo paese. Se avesse preso esempio da Zelensky che ha bloccato 11 partiti, tra cui il principale dell’opposizione, allora si poteva ragionare. O magari dall’italia, dove la televisione pubblica (pubblica, pagata da noi) fa annullare un contratto al professor Orsini, docente universitario, fondatore dell’osservatorio di sicurezza internazionale della Luiss,  uno dei pochi, insieme a qualche generale, che cerca di spiegare, uno che già nel 2018 aveva detto in senato cosa sarebbe successo. È un dittatore che manda in galera i giornalisti. Pure Assange, condannato a 140 anni di carcere. Ah, no, quello è in america. Putin ha costretto i suoi giovani a imbracciare il fucile. E questo non è ammissibile. Avrebbe dovuto fare come Zelensky, che ha impedito a tutti gli uomini dai 13 ai 90 anni di andarsene dall’Ucraina. La ripresa rallenterà, ha annunciato il nostro presidente del coniglio. Aumenterà il deficit e i prezzi saliranno. E per questo, ascoltando quanto chiesto dagli stati uniti, ha portato al 2 per cento del pil la somma destinata alle armi. La benzina è alle stelle. L’abbiamo tagliata di 25 centesimi, ma solo fino ad aprile. ora è a 1.70. praticamente 30 centesimi in più di quanto costava due mesi fa, e no c’è stato aumento del prezzo del petrolio. Al momento ci evita di farci pagare la tassa sulla guerra in Etiopia L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, recita l’articolo 11 della costituzione. In pratica la controversie internazionali non si risolvono con la guerra. E per questo mandò di Maio a fare figure di merda. Noi cerchiamo la pace, ha detto il migliore dei migliori, annunciando che aumenterà i fondi per le armi da inviare e dicendosi disposto ad inviare anche uomini. Mica lui e di Maio. No, gli altri. Mica i figli e i nipoti, no. i figli e i nipoti degli altri. Ovviamente non contando un ca… in europa, fa il leone tra i conigli, con la stampa italiana che continua a pompare con false foto e false notizie.  Allora Putin è buono? No, Putin è un pazzo, e o russo è n’omme e merda. Ci sono nazisti che combattono in Ucraina. Solo che non si è capito ancora bene con chi stanno, visto cos’è il battaglione Azov, e non s’è capito bene le armi che tutti mandano a chi andranno. Niente niente facciamo la fine della libia, che bombardava i pescherecci italiani usando le motovedette che gli regalò l’Italia? Si dice che nelle guerre non ci sono ne vinti ne vincitori. In questo caso perdono tutti: la russia, l’ucraina, l’europa. Chi ci guadagna ? gli stati uniti, come ci hanno sempre guadagnato tutte le volte che hanno esportato democrazia. Putin è razzista. Ma i neri ancora oggi non sono uguali ai bianchi in Usa. l’ucraina deve entrare nella ue, dove si rispettano i valori della democrazia e la stampa è libera, ha tuonato il migliore presidente del coniglio.tanto è vero che erdogan, il turco, è nella ue, i giornali non possono iìdissentire (come la tv pubblica italiana) e continua a bombardare il popolo curdo, che ci fece comodo per combattere l’isis. Putin è pazzo. Ma è pazzo o pazzo o è pazzo o ca…? sarrà pure pazzo o pazzo, ma al cavaliere nero tu le vai a rompere o ca….

Nave


 

Assange


 Assange

mercoledì, marzo 23, 2022

Elio Lannutti

 Guerra Russia-Ucraina: perché non sarò in Parlamento oggi alle 11,00 ad ascoltare Zelensky  


  “La storia maestra di vita, non ha mai scolari” (Antonio Gramsci). 


L’invio delle armi in violazione dell’art.11 della Costituzione, ha il significato di voler prolungare il massacro del popolo ucraino, ritardare i nuovi assetti geopolitici ed economici del nuovo ordine mondiale (Cina, India, Pakistan,ecc), giustificare gli interessi dei guerrafondai USA e del loro braccio armato NATO, famigerati esportatori di democrazia nel mondo con le bombe, che sono riusciti, dopo il fallimento di Biden in Afghanistan, nel capolavoro di scaricare sull’Europa e soprattutto sui già vessati e saccheggiati cittadini italiani, i costi umani, economici e materiali del conflitto. 

"La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente." Bertolt Brecht.

Chi vive nella bolla del ‘pensiero unico’, che non ammette critiche, bolla come fiancheggiatore di Putin, tutti coloro che non si genuflettono alla dottrina USA-NATO, non accorgendosi che soffia sul fuoco della terza guerra mondiale termonucleare, che non avrà vincitori. 

«Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono». 

Pablo Neruda*

*(poeta cileno, il cui popolo ha sperimentato sulla propria pelle, la dittatura militare del Generale Pinochet, dopo il golpe USA-CIA del settembre 1973, con l’assassinio del presidente eletto democraticamente Salvador Allende)

Armi


 Armi

martedì, marzo 22, 2022

lunedì, marzo 21, 2022

Alessandro Di Battista

 Mentre la politica pensa ad aumentare le spese militari di 13 miliardi di euro all'anno; mentre i criminali nostrani fanno affari d'oro prestando denaro ad imprenditori sull'orlo della disperazione; mentre Forza Italia, un partito fondato da un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e da un finanziatore di Cosa nostra è al governo del Paese...si celebra la giornata delle vittime di mafia. E come al solito assistiamo alla sfilata di politici che dietro ai loro volti contriti celano tonnellate di ipocrisia. 


Oggi Nicola Gratteri, magistrato anti-'ndrangheta della Procura di Catanzaro ha detto: «Purtroppo devo dire che questo governo non ci sta aiutando nel contrasto alle mafie, con scelte apparentemente che c’entrano poco con la mafia. Ci sta aiutando pochissimo. Si stanno facendo provvedimenti pensati e diretti dalla ministra Cartabia che sono devastanti per i prossimi decenni».


Luigi Pirandello disse: «imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti». 


Oggi hanno sfilato ricordando le vittime di mafia molte “maschere” che i “volti” (o la faccia) l'hanno persi quando hanno votato i tutti provvedimenti della Cartabia.

USB

 No alle navi della morte e al traffico di armi, il 31 marzo mobilitazione nazionale dei portuali USB e sciopero a Genova per l’arrivo della nave saudita Bahri


Verso la mobilitazione generale operaia del 22 aprile a Roma, il Coordinamento nazionale lavoratori portuali USB lancia una giornata di lotta per il 31 marzo a Genova: sciopero di 24 ore nel porto di Genova, dalle ore 6 presidio presso il Ponte Etiopia, alle 10:30 assemblea operaia presso il CAP di Via Albertazzi.


Il prezzo del conflitto lo pagheranno i lavoratori con licenziamenti e carovita. Non un centesimo, un fucile o un soldato per la guerra. Blocchiamo i nostri porti al traffico di armi. È l'ora della variante operaia.


Come lavoratori portuali non abbiano nessuna intenzione di restare indifferenti di fronte ai nuovi venti di guerra che tornano a soffiare in Europa.


Questo conflitto, che ha una genesi che va ben oltre la ricostruzione di comodo dei nostri media nazionali e dei nostri politici, come ogni guerra nella storia, avrà delle pesanti conseguenze per tutti i noi. A pagarne le spese saranno proprio i lavoratori e le lavoratrici. In Ucraina e Russia ovviamente, ma anche nei paesi europei, attraverso l'aumento del costo dei beni energetici come gas e petrolio e delle spese militari. Tutto ciò porterà a contraccolpi devastanti per il nostro Paese. I licenziamenti di massa e le ristrutturazioni, che non si sono mai fermate, andranno avanti senza sosta. Milioni di lavoratori, già in difficoltà a seguito della crisi pandemica, si ritroveranno con aziende chiuse e stipendi più bassi. Con l'aumento del carovita e nessun adeguamento salariale complessivo a partire dai minimi tabellari, il potere di acquisto sarà ridotto drasticamente. Il prezzo della benzina che ha raggiunto cifre record (2,50€ per litro) e non accenna a fermarsi, inciderà anche sulla mobilità dei lavoratori e sul costo dei prodotti finali, a partire anche da quelli alimentari.


Tutto ciò mentre il nostro Governo, utile servo della Nato e degli interessi americani, cerca di trascinarci ancora di più nel conflitto con l’invio di risorse economiche e l’adozione di sanzioni. Politiche che alimentano solo il conflitto. Perché è nostra convinzione che l'economia di guerra e i traffici d’armi che questa determina sono una delle principali cause dei conflitti e della loro deflagrazione quando le classi dirigenti li alimentano, operando in palese spregio delle leggi nazionali secondo cui l’Italia ripudia la guerra e si astiene da ogni fornitura e supporto militare alle parti belligeranti.


Quello che dovrebbe essere un punto fermo della vita politica e civile del nostro Paese, da decenni ormai è stato completamente messo in soffitta in ossequio a interessi industriali e geopolitici del tutto estranei ai lavoratori.


Il tema della guerra e quello del lavoro sono strettamente collegati. Tenerli separati sarebbe un errore, soprattutto per noi lavoratori portuali che lavoriamo a stretto contatto con le merci e non vogliamo essere complici della guerra movimentando armamenti di qualsiasi tipo e qualsiasi destinazione nei nostri scali.


Per questi motivi il coordinamento nazionale dei portuali USB ha deciso di lanciare una giornata di mobilitazione a Genova in occasione dell'arrivo nel porto della nave saudita Bahri carica di armamenti statunitensi.


In queste settimane i nostri lavoratori hanno effettuato un lavoro di monitoraggio negli scali in cui siamo presenti, denunciando qualsiasi movimento di armamenti, da Genova a Livorno, passando per Trieste e Civitavecchia. All’aeroporto di Pisa i lavoratori USB si sono già rifiutati di caricare armamenti su un aereo civile che, sulla carta, avrebbe dovuto trasportare aiuti umanitari.


Abbiamo deciso di convergere su Genova il 31 marzo promuovendo anche un'assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati su questi fronti. Un momento importante di lotta e confronto che servirà anche per confermare la nostra adesione alla mobilitazione del 22 aprile a Roma quando i lavoratori dell'industria, del commercio, della logistica, del trasporto e dei porti scenderanno in sciopero e porteranno direttamente di fronte ai palazzi del potere, la loro rabbia e la loro determinazione.


Coordinamento nazionale Porti USB


https://www.usb.it/leggi-notizia/no-alle-navi-della-morte-e-al-traffico-di-armi-il-31-marzo-mobilitazione-nazionale-dei-portuali-usb-e-sciopero-a-genova-per-larrivo-della-nave-saudita-bahri-1129.html

Libera

 

Libera

Gaetano Amato

 <Mio marito non c’è. E’ uscito e non so quando rientra.> mi disse tenendo gli occhi bassi, mentre la bambina le si aggrappava alla gonna interrompendo il suo mordicchiare sul cozzetto di pane. 

Mi fermai ad osservare quest’ultima. 

Bastarono pochi secondi e la mente volò indietro di oltre 50 anni, a me e mio fratello, in cucina, che facevamo a gara a chi riusciva a prendersi il cozzetto,  bagnandolo poi nel sugo che pippiava sul fuoco, mamma e cucchiarella permettendo.

La cucchiarella, cucchiaio di legno buono per tutti gli usi, ovvero il naturale prolungamento punitivo del braccio materno.

Di qualsiasi madre, di qualsiasi ceto, di qualsiasi età.

È talmente tanta l’abilità femminile nell’utilizzo della suddetta, che ho sempre pensato che nel dna le donne avessero un cromosoma denominato C. 

Una catena di x,y e c. 

C come cucchiarella.  

Nei casi di più gravi marachelle, la cucchiarella era sostituita dalla ciabatta, o, nel peggiore dei casi, dagli zoccoli, vere e proprie armi improprie che sembravano radiocomandati dal pensiero materno. A nulla serviva scappare lungo il corridoio perché lo zoccolo, lanciato con precisione olimpica, ti rincorreva.  Se tu svoltavi, svoltava anch’esso e non cessava la sua spinta fino a quando non ti raggiungeva, colpendoti esattamente dove chi lo aveva lanciato voleva. 

Una fuga senza speranza, se non quella di evitare la ciaccata, ovvero lesione della cute, con fuoriuscita di liquido ematico, necessitante di punti di sutura. 

Ormai mi ero abituato a questi salti nella memoria. 

Sarà che forse non ho mai accettato i cambiamenti di questa Napoli, il suo inaridirsi, il suo non avere più tempo di godersi il tempo. Non ci sono più le zi Teresa del vicolo a cui se chiedevi un’informazione mentre era seduta davanti al basso, prima di risponderti ti doveva offrire il caffè. Non è più il tempo che prima di parlare con le parole si parlava con gli occhi, guardandosi. 

Si leggevano i silenzi. 

Quei silenzi che ti spiegavano la vita, che ti dicevano questo si quello no. 

Quei silenzi pieni di parole, occhi grondanti emozioni, il sapere di chi la vita l’ha vissuta sul serio, lottandoci giorno per giorno e, seppur minimamente, vincendo la lotta, perché sopravviveva.  

Tornai a guardare la donna. 

Si stava mordendo il labbro.

Era evidente che stava mentendo. 1

A chi non è abituato a farlo glielo leggi in faccia. 

Sicuramente Vincenzo Lettieri, il marito, era chiuso in bagno e aspettava col cuore in gola che me ne andassi.

Erano brave persone. 

Oneste e puntuali nei pagamenti. 

Non sapevo cosa fare.

Se avessi dato retta al mio istinto me ne sarei andato senza aggiungere una parola. 

Conoscevo bene lo stato d’animo di quella donna in quel preciso momento. Quante volte era successo anche a me! 

Non sai dove guardare, le mani ti sudano, il cuore batte forte in petto e vorresti sprofondare. Quando devi combattere per sopravvivere hai solo te accanto a te. Come per magia tutti si defilano. Spariscono. Sono all’estero. Compresi quelli a cui hai sempre teso una mano. Anzi, quelli sono i primi a sparire. Sarà che forse gli ricordi il loro passato, che sei la testimonianza vivente di quello che sono stati. Mi immaginai Lettieri telefonare al mondo intero per avere una mano e il mondo intero rifiutarsi di farsi carico del problema. 

Già, il problema della vita altrui. 

Duecento euro, la somma che dovevo riscuotere per conto di Giannetti, il “nostro” padrone di casa. Un comportamento professionale mi avrebbe imposto di restare lì ad esigere il pagamento, con minacce di sequestro dei mobili, ingiunzioni di sfratto, e via dicendo. La povera donna sarebbe scoppiata in lacrime, il marito, uscito dalla tana, mortificandosi, mi avrebbe chiesto qualche giorno di proroga. Io glielo avrei accordato e lui, per non venire meno alla parola datami e per evitare una figura da poveraccio, se non fosse riuscito a racimolare i soldi, probabilmente si sarebbe rivolto a uno strozzino dando inizio alla escalation della disperazione. Gli interessi sarebbero diventati il doppio poi il triplo del capitale e così via, fino a farlo precipitare in un abisso senza uscita. 

A Napoli si dice:’O cane mozzeca ’o stracciato! 

Per duecento miseri euro.

Miseri quando li hai!!! 

Ma se non hai un centesimo, duecento o duemila sono la stessa identica cosa. 

La bambina mi guardava incuriosita mentre istintivamente riaddentava il pane che aveva in mano.

La cascata di riccioli neri le copriva parte del volto facendo pandant con un paio di bellissimi occhi più scuri del carbone.

Non si sentivano profumi di cucina provenire dalla casa, per cui, probabilmente, quello sarebbe stato il suo pasto.

<Quanto tiene?> chiesi alla donna indicando la piccola.

<Fa due anni la settimana prossima.> rispose affondandole le dita nei capelli.

Mi acquattai di fronte a lei.

<Come ti chiami?>

Si avvinghiò ancora di più alla gamba della madre, nascondendo il volto nella gonna.

<Rispondi al signore. Non ti vergognare.> la esortò la donna con dolcezza.

<Rosa.> sussurrò lei continuando a farsi scudo con la gonna della madre.

Mi rialzai.

<Facciamo così. Dite a don Vincenzo che appena tiene un po’ di tempo passa lui da me in ufficio. Con calma. Senza fretta.>

Le brillarono gli occhi e d’incanto le si disegnò un sorriso sulle labbra.

<Appena viene glielo dico.>

Un altro sorriso. 

Chi sa da quanto tempo non sorrideva. 

Per un istante, un solo istante, aveva avuto la sensazione che Dio esiste. 

Beh, paragonare me stesso a Dio me pare nu poco esagerato, diciamo che aveva avuto la sensazione di non essere sola.

Feci un cenno di saluto con la testa e mi avviai giù per le scale. La donna e la bambina erano ferme sulla soglia e mi accompagnavano con lo sguardo.

<’A Madonna v’’o rende! Grazie.> disse sincera.

Mi voltai a guardarle, feci un sorriso e ripresi a scendere.

“C’aggia fa, a volte basta così poco per sentirsi in pace col mondo” dissi a me stesso.

Arrivato in strada, venni investito dall’afa pomeridiana che toglieva il respiro. Per tutta l’estate avevamo avuto tempo instabile. 

Il caldo e il sole lasciavano improvvisamente il posto agli acquazzoni, poi di nuovo il sole, e poi ancora la pioggia. Si era andati avanti così fino ai primi di settembre, quando di colpo la temperatura era schizzata su, e c’era rimasta. 

Il termometro di piazza Municipio segnava 34 gradi, però dal porto veniva su un leggero venticello che a tratti ti faceva risciatare, respirare. 

“Quando si dice che non esistono più le mezze stagioni!” pensai

Mi lasciai corso Umberto alle spalle dirigendomi a piazza Trieste e Trento. Malgrado fossimo già al 10 settembre, c’erano in giro poche auto e giusto qualche motorino. Sembrava che la città stesse ancora godendo le ferie. 

Ferie? 

O crisi? 

Soldi in giro ce n’erano sempre di meno e la gente spesso preferiva non uscire di casa. Guardando verso il porto vidi che sul prato antistante il Maschio Angioino un nutrito gruppo di turisti giapponesi scattava foto ricordo a ripetizione. Provai a tirare diritto ma uno di loro mi raggiunse. 

“Do you speak english?”

“Non ho capito!”

“Vous parlez francois?”

Lo guardai.

“Espanol?”

“ E se io sapevo parlare tutte sti lingue stavo qua?”

Come se avesse capito, mi sorrise.

Mi mostrò la macchina fotografica e mi indicò tutto il gruppo.

Voleva che gli facessi una foto ricordo.

Feci cenno di si con la testa.

Mi diede la macchina fotografica, ma senza lasciare completamente la tracolla, e si avviò con me dietro, come con un cane al guinzaglio.

“Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!” 

E come dargli torto.

Era bella quella macchina.

“Mo quasi quasi gli faccio il pacco” pensai. Scherzo. 

Sono una persona onesta io. 

Però, non  nego che la macchina mi sarebbe stata utile.

Raggiungemmo gli altri e tra inchini vari passammo un quarto d’ora a fare su e giù con la testa.

Ma non si stancano, dico io? Uno non fa prima a dicere ciao, e leva tutto stu casino di mezzo?

Finiti i salamelecchi già stavo buttando sudore da tutti i pori e quelli invece erano freschi e sorridenti come se il caldo manco lo sentissero. 

Ma non è che tengono i condizionatori incorporati, il microchip addereta e recchie?

Si schierarono, ma erano troppi e non entravano nell’inquadratura, per cui feci un passo indietro.

Immediatamente compensato da un loro passo in avanti. Io andavo indietro e loro venivano avanti. Il primo a partire era sempre il proprietario della macchina.

Secondo me voleva evitare che mi allontanassi troppo.

E pensare che tanti anni fa questa era la tecnica prediletta di Michele “comme ‘o viento”.

“Comme o viento” era velocissimo. Da qui il suo soprannome.  

Una dote naturale che se ben impiegata gli avrebbe dato un titolo italiano di atletica invece che una decina di anni di carcere. 

Michele gironzolava nei luoghi frequentati dai turisti. 

Non scippava. 

Aspettava. 

Stava la e andava avanti e indietro fino a che il malcapitato di turno  gli chiedeva aiuto, vuoi per una foto, vuoi per reggere un attimo una borsa. 

E quello era il momento di Michele. 

Come avuta tra le mani la “preda” partiva in uno scatto rapidissimo e il malcapitato non aveva nemmeno il tempo di dire dove vai che Michele era già sparito nei vicoli.

In una di queste sue mirabolanti azioni predatorie Michele ebbe la sfortuna di cadere tra le mie braccia, quando ancora ero poliziotto. 

Cadere nel senso letterario del termine. 

Inciampò e mi cadde addosso.

In mano aveva una macchina fotografica.

Non fece in tempo a rialzarsi che lo avevo preso per la collottola.

“Brigadiè, e c’aggio fatto?” chiese quasi stupendosi del mio fermo.

“Esattamente non so cosa, ma di sicuro niente e buono”

Vidi la macchina fotografica. Una nikon FE che costava un sacco di soldi per l’epoca.

“E questa da dove l’hai presa?”

“Ah, questa! Non è la mia. Me l’ha data un turista!”

“O turista ti ha visto in faccia e ti ha regalato la macchina fotografica!”

“no, no, che regalata. Gliela dovevo mantenere”

“ E tu per mantenergliela meglio te ne si fujuto!”

“Fujuto? Ma quanne maie brigadiè. Io mo tornavo indietro e gliela portavo. Quello è successo che mentre lui me l’ha data, a me m’è venuta ‘na botta e panza. Me putevo fa sotto annanze o turista? E che figura e merda, mo ce vo,  ce facevo fa a tutt’e napulitane?”

Gli diedi nu pacchero che secondo me se lo ricorda ancora.

Ora, al pensiero, sorrisi. 

Guardai il giapponese che continuava ad avanzare.

“Giggì, se non ti fermi non entri nella foto!”

<What?>

<What ti ja fermà. Tu stop, no walk, si no nun ce ne jamme cchiù! Cioncati tu e tutta a banda e samurai. You understend?>

Sorrise facendo si con la testa.

Mi fermai io con l’arretramento, se no correvamo il rischio di arrivare dentro al municipio.

Gli feci cenno di stringersi e loro sorridenti si strinsero.

Click.

E il proprietario si precipitò a riprendersi il suo tesoro.

Altro quarto d’ora di inchini e me ne andai.

Me ne risalii passando davanti al san Carlo e, arrivato a piazza Trieste e Trento, feci una sosta al Gambrinus per una spremuta d’arancia con ghiaccio. Da li risalii Monte di Dio avviandomi a casa. 

La camicia inzuppata di sudore mi si era attaccata alla schiena e l’unica cosa che desideravo era infilarmi sotto la doccia. Della lista di Giannetti mi restavano ancora quattro inquilini da visitare, più quelli nel mio palazzo, cioè io e Barbara

<Meglio rimandare a stasera.> mi dissi.<Magari cala un poco l’afa.>

Entrai nel palazzo e mi fermai davanti alla guardiola. Lisa era seduta all’interno e sventolando un ventaglio spagnoleggiante si procurava un po’ di refrigerio.

<Cu stu sole stu sole cucente, che voglia e fa niente, ma chi vo fa niente!> canticchiò vedendomi arrivare.

<Quando ’o canario canta o ’o ffà pe’ rraggia o ‘o ffà p’ammore!> ironizzai.

<Tu tieni ’a capa fresca. ’O cavero ammoscia ‘e fiche Gennà!>

Sorrisi pensando che Eduardo De Filippo si sarebbe sicuramente innamorato di un personaggio così.

<Che vuoi mangiare stasera?> aggiunse mentre il movimento del polso che reggeva il ventaglio accelerava.

<Tengo nu pescetiello in frigo e me lo faccio all’acqua pazza.>

Lei assentì con un movimento della testa.

<Novità?> chiesi.

<Una telefonata, ma non ho capito chi era. Mentre lo stavo domandando è caduta la linea e non ha chiamato più.>

La salutai con un gesto della mano e mi avviai su per le scale. 

Il pianoforte si fece sentire mentre aprivo la porta di casa. 

Me la immaginai seduta mentre faceva scivolare le dita sui tasti, accarezzandoli dolcemente. 

Entrai. 

Avevo lasciato le persiane abbassate e questo aveva fatto in modo che in casa si avvertisse una sensazione di frescura. Presi a spogliarmi. Barbara continuò  a suonare per tutto il tempo della doccia e oltre. Quelle note mi entravano dentro regalandomi una sensazione di leggerezza. Mentre mi asciugavo azionai il registratore, feci andare per un po’ e spensi. Mi sarei servito della cassetta il giorno dopo, per far capire al negoziante quale cd volevo. Mi stavo rivestendo quando cessò di suonare e dopo pochi minuti la sentii scendere per le scale canticchiando. Avrei voluto uscire “per caso” ma mi bloccai. Mi sedetti alla scrivania a fare un po’ di conteggi. Avevo raccolto per conto di Giannetti quattordicimila euro a cui aggiunsi i miei duecento e i duecento non “riscossi” da Lettieri. Mancavano i centocinquanta di Barbara che avrei incassato il giorno dopo e altri milleseicento di quattro appartamenti poco distanti. Misi in una busta soldi e elenco e me ne andai alla finestra, giusto in tempo per vedere Barbara allontanarsi su una moto assieme ad un ragazzo che avrà avuto più o meno la sua età.

<Ma che cazzo ti eri messo in testa!?> dissi a me stesso. <Alla tua età! Chiste overo sta perdenne e chiocche!>

Rientrai e mi distesi sul divano. Non avevo più voglia di fare nulla.

(da lacrime napulitane)

21 marzo


 21 marzo

domenica, marzo 20, 2022

Ieri


 Ieri

Alessandro Di Battista

 Dopo anni di pressing la Nato (dunque gli americani, dunque la Lockheed Martin, la Boeing, la General Dynamics, etc, etc) ha raggiunto l'obiettivo. L'Italia, un Paese che dovrebbe "ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" aumenterà la spesa per la difesa fino al 2% del proprio Pil. Questo grazie ad un ministro della difesa che risponde più a Washington che al Popolo italiano, grazie alla pavidità di gran parte dei parlamentari e grazie ad un Presidente del Consiglio che pensa più a piacere a Larry Fink (il num. 1 di Blackrock) che agli italiani. 


Per essere chiari spendere per la difesa il 2% del Pil significa passare da 25 a 38 miliardi di euro all'anno. 13 miliardi (soprattutto in armamenti) in più ogni anno. Considerate che il governo italiano investe nelle università 7 miliardi di euro all'anno.


La nuova guerra fredda da molti cercata assiduamente (lo dico da anni e questo non sposta di un millimetro la mia condanna della guerra preventiva in atto oggi in Ucraina, guerra preventiva criminale come tutte le guerre preventive fatte dagli "amici") serve a questo. Economia di guerra, salvaguardia di poteri in crisi, nuova corsa al riarmo.


Il tutto in una fase della storia umana particolarmente complicata. Con il surriscaldamento globale che provocherà vittime oltre che ondate di "migranti climatici" e con gli effetti della pandemia dal punto di vista economico, sociale e psicologico sempre più presenti nella vita di tutti noi.


Decisioni vigliacche, anti storiche, pericolose oltretutto prese da partiti che si sono presentati ai propri elettori con programmi totalmente diversi.

Lucio

 

Lucio



sabato, marzo 19, 2022

I papà


 Festa del papà 

venerdì, marzo 18, 2022

Marco Travaglio

 SCEMI DI GUERRA di Marco Travaglio 


Dall’inizio della guerra i veri esperti, come Caracciolo, Mini e Orsini (che da oggi scriverà sul Fatto), spiegano che uno dei primi guai dell’Ucraina è l’enorme quantità di armi. Lo era già prima dell’aggressione russa. Lo è durante le ostilità (difficile distinguere gli obiettivi civili da quelli militari). E lo sarà vieppiù nei negoziati che – come molti, ma non tutti, sperano – potrebbero chiudere la guerra. Per paura di dare ragione a Putin (mission impossible), le nostre Sturmtruppen hanno negato quest’evidenza, finché il loro spirito guida – il sempre lucido Biden – l’altroieri ha confessato: da almeno sette anni, cioè dalla rivolta spintanea che cacciò il presidente filorusso Yanukovich (vincitore delle elezioni nel 2010), gli Usa armano Kiev. E – come osserva Caracciolo – Putin ha attaccato adesso perché tra un anno l’armamento ucraino avrebbe rappresentato una seria minaccia per la Russia. Ora, non contenti, Biden manda altre armi per 1 miliardo di dollari e la Ue per 1 miliardo di euro, senza che nessuno si domandi a chi, visto che l’esercito regolare ne già ha a sufficienza.


Gli scemi di guerra raccontano che armiamo la gente comune per resistere. Ma il trasporto è affidato ad agenzie private di mercenari, che non le consegnano certo al ragioniere di Kiev o al panettiere di Mariupol aspiranti partigiani: le passano a gente del mestiere, come le milizie paramilitari che affiancano le truppe regolari senza che il governo faccia un plissé. Incluso il battaglione Azov, la milizia neonazista inquadrata nella Guardia nazionale, che sventola vessilli con la svastica e bandiere Nato, segnalata da Onu e Osce per crimini di guerra, torture e stragi di civili in Donbass e non solo. L’altroieri un miliziano di Azov s’è fatto un selfie con un mitra Beretta Mg42/59 appena giunto dall’Italia. E il sottosegretario ai Servizi Franco Gabrielli, su Rete4, ha candidamente ammesso che sappiamo bene di armare anche i neonazi, ma “quello è un ragionamento che faremo dopo: ora urge portare Putin al tavolo delle trattative”. Già, ma se ci sarà un “dopo”, chi glielo spiega a quei gentiluomini che devono ridarci le armi? E, se non ce le ridanno, non saranno un ostacolo alla pace, che inevitabilmente passa per il ritiro delle truppe russe e il disarmo di queste opere pie? Non sarebbe il caso, mentre il negoziato procede, di bloccare le armi non ancora partite, onde evitare che al prossimo giro – come al solito – qualche amico divenuto nemico ce le punti contro e ci spari?


Ps. Resta da spiegare la malattia mentale che ha portato tutti i partiti ad aumentare la spesa militare italiana da 26 a 38 miliardi l’anno, quando non c’è un euro neppure per il caro-bollette. Ma lì servirebbe un esercito di psichiatri e la sanità è quella che è.

Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid: perché si celebra oggi

Il messaggio di Mattarella: grazie a scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell'ordine, volontari


Tasse


 Tasse

giovedì, marzo 17, 2022

Francesco Molino

 Mi permetto di esprimere un giudizio personale sulla situazione attuale.

L’intera umanità viene dal nulla e andrà via con nulla, privo di qualsiasi bene materiale o immateriale.

Allora tutta questa avidità e sete di potere dell’uomo, a cosa serve?

Siamo condizionati dagli stessi nostri simili, che vengono dal nulla e andranno via con nulla.

Quali sono le condizioni secondo il mio parere che ci limitano?

LE RELIGIONI:

Di qualsiasi natura esse siano, ti convincono con continuo ripetere che c’è un’altra vita oltre a questa e condizionano l’intera vita stessa.

LA POLITICA:

Da sempre prende in giro l’intera umanità, promettendo cose che non faranno mai, che non vogliono fare perché così facendo non terrebbero tutti sottomessi al loro volere.

GLI STATI:

Concordano tutto già molto tempo prima di agire.

Accordi economici, sottomissione, guerre e colpi di stato sempre per l’interesse di una cerchia ristretta di persone, non di certo per l’intera popolazione.

RICERCA E REALIZZAZIONE DI ARMI E NUCLEARE:

Attraverso le armi, intimoriscono l’intera umanità che invece di ribellarsi accetta tutto per paura.

MEZZI DI COMUNICAZIONE:

Televisioni, giornali, radio e social network non informano la popolazione sul reale stato delle cose ma la condizionano, in accordo con i grandi potenti.

CONCLUSIONE:

Il mondo ha la forma di una palla che dentro contiene tutto ciò che viene dal nulla e va via con nulla ma che un giorno, sempre a mio parere, potrebbe esplodere e distruggere tutto tornando al nulla.

Allora, cari esseri umani, che abbiamo testa e cuore da usare sempre per il bene e mai per il male, usiamoli o torneremo tutti al nulla.

Elio Lannutti

 Ucraina: Mosca contro quotidiano italiano, esempio cinismo (ANSA) - ROMA, 17 MAR - La portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova ha criticato una prima pagina del quotidiano italiano La Stampa in cui appare una foto delle vittime dell'attacco con un missile Tochka-U nel Donetsk che, a suo dire, sarebbe invece stata usata come se si trattasse di Kiev. "Ci sono esempi di particolare cinismo che non possono passare inosservati. La Stampa ha pubblicato una foto dal Donetsk sulla sua prima pagina. Soccorritori, corpi, persone che piangono, segni di distruzione - tutte quelle sono la conseguenza del bombardamento ad opera dell'esercito ucraino nella Dpr (Repubblica popolare di Donetsk) con l'uso di un sistema di missili tattici Tochka-U. Il titolo sulla prima pagina del quotidiano è il seguente: "Così Kiev affronta l'assalto finale'. Come se i corpi delle vittime fossero a Kiev e non nel Donetsk. Questo falso è indicativo", ha scritto Zakharova nel suo canale Telegram, secondo quanto riporta l'agenzia Tass. "Ogni cosa vuole essere per amore del sensazionalismo con un'inclinazione anti-russa. Ciascuno sta servendo una parte della barricata", ha concluso. (ANSA). PVN 17-MAR-22 11:24 NNN

Tiemp bell e na vota


 

Barbara Lezzi

 Tredici miliardi all'anno in più per spese militari hanno messo tutti d'accordo. Da Italia Viva alla Lega, dal PD a Fratelli d'Italia, dal M5S a Forza Italia. Naturalmente, con il compiaciuto assenso del governo che, forse, non si aspettava neanche cotanta compattezza.


C'è qualcosa di schizofrenico nella maggior parte della politica che parla di pace ma invia armi e si impegna per averne di più. E ancora, la stessa politica "responsabile" lascia con l'acqua alla gola famiglie ed imprese alle prese con i rincari ma si impegna per una spesa così significativa per ogni anno tutti gli anni.


Abbiamo gli stipendi degli insegnanti tra i più bassi in Europa, liste d'attesa in sanità indecenti, carente assistenza ai disabili, un governo che risponde al grido di dolore delle associazioni di categoria racimolando qualche briciola e abbiamo il Parlamento italiano che applaude se stesso soddisfatto per aver previsto di aumentare  la spesa militare da 25 a 38 miliardi.

Compleanno di Enzo


 Padr c’è figlio 

mercoledì, marzo 16, 2022

martedì, marzo 15, 2022

Matteo Brambilla

 Dalla pagina fb del presidente Fico:

"La Camera dei deputati fa la sua parte anche sul fronte della riduzione dei consumi energetici. In tutti gli edifici della Camera da oggi verrà anticipato di un’ora lo spegnimento degli impianti termici e della climatizzazione degli ambienti. È un piccolo gesto che la nostra istituzione compie ma che va in continuità con quanto è stato fatto in questi anni per avere una Camera green, capace di ridurre il proprio impatto ambientale. I consumi elettrici dal 2017 a oggi sono stati tagliati di oltre il 13%, questo grazie all’introduzione dei led e all’aumento dei meccanismi di illuminazione automatica.

Il Parlamento interviene sul fronte ambientale ed energetico con le proprie politiche, dunque con le leggi. Ma è importante allo stesso modo dedicare attenzione ai comportamenti che i soggetti pubblici e privati pongono in essere nel quotidiano, ancor di più durante una crisi energetica come quella in cui ci troviamo adesso. La Camera è impegnata sul tema a 360 gradi e continuerà ad esserlo."


Allora, spieghiamo qualcosa al presidente distratto che vive nel suo mondo di cameropoli.

1) l'allora portavoce comunale del movimento 5 stelle (il sottoscritto) ha denunciato più volte con interventi in aula, e con denunce alla corte dei conti, la scandalosa vicenda delle due gare di efficientamento energetico riguardanti l'illuminazione pubblica del comune di Napoli. Forse il presidente nelle sue numerose uscite su Napoli non ha mai ritenuto importante chiedere lumi o ascoltare il portavoce.

Avrebbe saputo che incredibilmente sono state fatte due gare in 10 anni, per sostituire le oltre 60.000 lampade pubbliche con i led, con risparmi che avrebbero dovuto essere molto importanti già dopo il primo anno.... e avrebbe saputo che invece non è mai accaduto questo, che il comune ha continuato a sperperare decine di milioni, che addirittura non esiste il file excel messo in gara nel 2010 contenente le oltre 60.000 tipologie di lampade pubbliche...così magari alla prossima uscita a Napoli può ricordare al suo sindaco attuale voluto da lui, come mai nessuno dice nulla, come mai la corte dei conti e la procura non si muovono, già, COME MAI?

e poi così magari eviterà di dire le ovvietà e banalità senza approfondire le questioni.

2) certo che è il governo che da indirizzo politico e il parlamento che legifera, caro presidente, ma se io ascolto il suo presidente draghi parlare di nucleare, un poco mi incazzo, e mi incazzo ancora di più quando sento anche il super ministro alla transizione ecologica globale stellare voluto caldamente anche dal comico genovese parlare di nucleare. E il movimento 5 poltrone muto... e lei presidente muto, anzi va in giro a parlare "di interventi sul fronte ambientale ed energetico". Un piccolo suggerimento, presidente: chieda al superministro della transizione globale interplanetaria una semplice cosa, ovvero perchè in Italia i cittadini non si possono autoprodurre l'energia elettrica con impianti stand alone per utilizzare l'energia autoprodotta quando vogliono? ah, magari prima deve chiamare e chiedere alle lobbies che hanno impedito una politica energetica seria in questo paese, per difendere gli interessi economici di pochi, sempre quelli.

Ah presidente, siamo davvero all'abc , ma con altri 10 anni di onorato parlamento ce la potrà fare.

Gaetano Amato

 Briganti

 O sangue è passato ancora ‘ncopp a sta terra amara, ‘a morte se fa destino, ‘o sfreggio addiventa storia. O fierro jesce d’è pate n’annz’all’uocchie d’è criature, chiagnene senza riuscì ‘e piccerille  annure. L’Italia s’accresciarrà  cu ‘o latte d’arraggia e do rancore, s’arranno cittadini senza nisciuno onore. Sarranno terre luntane, lacrime, bastimenti, ‘o mezzo  pe se scurdà ‘e tuorte e i tradimenti. Pe nun assaggià e cumanne dè surdati d’int ‘e case noste, ‘e ‘nsurte, ‘e turmiente, ‘e scuorne, ca trasene d’int’a l’ossa. E sarrà l’arte e campà, e nun credere cchiù a nisciuno, sarrà l’arte ‘e ‘mbruglia pe nun se cuccà diuno. sarranno guappi e ‘mpechere, mariuole, sante, ruffiani, sarranno duchi e zandraglie, prievete e ciarlatani,prufumo  d’int’e palazzi, sottane e parapalle, vasci umidi e scuri, vocche cu ‘o sciato ‘e cepolle, na pizza cu ‘o nomme ‘e reggina, e chi fu nemico d’ajere, e nepute e chi fu BRIGANTE, s’arranno carabinieri, sarrà na ferita aperta sott’all’acqua e ‘o sole, nu cuorp ca se stuta senza jettà n’addore, n’allucca senza voce ca passa pe terre e città, na ‘nziria senza nomme ca a notte te vene a truvà, gente senza pace truvarrà giuste ‘e parole p’è meglio annasconnere ‘e cose ca dicere nu vole, s’adda avutà sempe a capa a chello ca tocca ‘o core, savarrà scurdà a ‘nnucenzia, sarrà a ‘ndurzà l’ammore, sarrà a recità ‘a cummedia pe strade e pe d’int’e liette, sarrà fa suffrì a chillato sul pe fa rispietto. E ‘o friddo scava ‘a cuscienza, l’omertà se fa sfizio, pe l’uommene da terra mia nun ce sarrà cchiù giustizia. Ma io canto, canto, canto. Canto pe tutti quanti. Canto pe ddà curaggio, canto pe ddà ‘a speranza. Canto pa dignità, ca n’avimma avuta tanta, canto, nu canto d’uommene ca so stati briganti !

Votare


 Voto

Tranquilla


 

lunedì, marzo 14, 2022

Crisi

Aumenti gas

 

Acqua


 

Barbara Lezzi

 Di male in peggio.


I nostri ministri degli esteri, quello di fatto e quello di rappresentanza ovvero De Scalzi e Di Maio, fanno il giro del mondo per comunicare più efficaci partnership energetiche per garantire diversificazione degli approvvigionamenti.


Peccato che il ministro degli esteri di rappresentanza non dica nelle sue compite comparsate televisive che, ad esempio, Angola, Congo ed Algeria, paesi in cui si è recato e di cui possiamo fruire ampie rassegne fotografiche con tanto di stretta di mano, si siano astenuti nel voto sulla risoluzione ONU di condanna dell'invasione russa. Azerbaigian assente. 


Eppure dovrebbe significare qualcosa questo dato e magari, anziché fare la ola al ritorno del carbone e proseguire ad insistere con il gas rimangiandosi con nonchalance battaglie passate, si dovrebbe agire con maggiore determinazione sulle rinnovabili.


Il M5S aveva una proposta politica molto precisa a proposito di energia che era tesa a spaccare il fronte dei fossili per agevolare le fonti di cui noi siamo ricchi, come il sole e il vento, che sono meno care e più prevedibili. La prevedibilità consente una pianificazione più  puntuale dell'economia perché significa avere a che fare con qualcosa che è sotto il nostro controllo. In questi ultimi mesi ci stiamo drammaticamente accorgendo quanto sia dannoso essere così pesantemente dipendenti da altri fattori.


Sono state le scelte politiche di Monti, Letta e Renzi ad averci reso così fragili sul piano energetico. Soltanto Letta in poco più di un anno di governo ha sottoscritto  ben 7 accordi intergovernativi con la Russia anche sull'energia. Ora indossa l'elmetto contro Putin.


A causa di tali scelte, tra il 2011 e il 2015 le installazioni di rinnovabili è calata del 92%. Se avessimo continuato con il trend 2008/2013 ora avremmo un fabbisogno di gas inferiore di almeno 10 miliardi di metri cubi in meno e, soprattutto, un costo dell'energia inferiore. È qualcun altro che dovrebbe scusarsi con il Paese per aver bloccato, a favore del gas, le rinnovabili! Invece, ora rischiamo di ripercorrere gli stessi identici errori del passato a causa di questa mortificante mancanza di libertà e di visione da parte dei governanti sempre più interessati a mere questioni propagandistiche che allo sviluppo del nostro Paese.

Piernicola Piedicini

 Perché lo stanno facendo?

Perché 27 Paesi inviano soldati ad esercitarsi proprio ai confini con la Russia? 

Perché proprio adesso?

Dovrei forse pensare che bisogna fidarsi degli strateghi della guerra e che mostrare i muscoli con uno come Putin sia la cosa giusta da fare?


Il mondo ha concentrato sempre di più la ricchezza e di conseguenza il potere decisionale. 

Ormai poche menti malate decidono se una guerra è giusta e gli eserciti eseguono gli ordini che ricevono da quelle poche menti malate a cui non importa nulla del destino di milioni di persone.

Forse miliardi di persone.

Il popolo non vuole questa III guerra mondiale!

Mettiamoci nei panni delle donne anziane che lentamente cercano di scappare tra le rovine delle bombe, dei giovani che da un giorno all’altro hanno smesso di frequentare i corsi universitari per andare a combattere o scappare via, dei bambini che hanno smesso di giocare per avere paura, credete che glie ne importi qualcosa della NATO?

Credete che Zelensky gli abbia chiesto se ne sarebbe valsa la pena?

È stato mai messa sul campo l’ipotesi di un’Ucraina dentro l’Unione Europea ma fuori dalla NATO?

Io sono contro l’aggressione di Putin ma anche contro questa NATO che continua a provocarlo!

Sono un attivista pacifista, voglio la pace come tutto il resto dell’umanità tranne pochi ricchi malati di mente.

Voglio vedere i miei figli crescere, non voglio vedere la loro faccia quando non avrò più parole per rassicurarli.

Dobbiamo ribellarci adesso, non solo contro Putin, ma anche contro questa Europa e questa America guerrafondaia che invece di fermare la guerra la provocano.

Voglio un governo che abbia il coraggio di dire di NO agli americani. 

Un Governo che abbia le palle di dire agli americani che amiamo l’America ma se non offrono a Putin la neutralità dell’Ucraina, usciremo dalla NATO. 

Voglio una Unione Europea in grado di uscire dalla NATO vista l’evidente mancanza di controllo democratico.

Voglio la pace.

NO PUTIN, NO NATO, NO WAR

Guerra


 Guerra 

sabato, marzo 12, 2022

Marco Travaglio

 La campagna di rutto


di Marco Travaglio 

12 marzo 2022


L’altra sera, masochisti come siamo, non contenti di vedere i re fannulloni d’Europa riuniti nella reggia di Versailles che se la ridevano beoti con la guerra in casa e l’aria da “E che so’ Pasquale, io?”, ci siamo sciroppati un pezzetto del talk show del conduttore democratico e pensoso che ospitava eroicamente la filosofa pacifista e il prof zittito dalla Luiss per renitenza alla leva atlantista. 


I due reprobi avevano di fronte un plotoncino d’esecuzione di benpensanti: il giornalista pacioso e pacato che ora fa i podcast, il giornalista-storico-bonzo che fa il cerchiobottista quando le guerre le scatenano i nostri e il partigiano della resistenza quando le scatenano gli altri; e la donna-stratega di scuola Eni con le vene del collo gonfie di petrolio.


 Lo schema era quello già collaudato su Covid, vaccini e Green pass: il tirassegno dei buoni (gli amici ieri della Scienza e ora dell’Occidente) sui cattivi (i nemici ieri della Scienza e ora dell’Occidente) che sì, povere bestie, devono parlare anche loro sennò il Wwf protesta, ma a patto che facciano la figura degli scemi del villaggio. 


Purtroppo qualcosa si è inceppato e i due cattivi han fatto fare ai tre buoni la figura degli scemi di guerra. È stato quando il prof, che si sperava difendesse Putin e le sue stragi di innocenti, ha ribadito l’ovvietà che la Russia ha aggredito l’Ucraina e ha proditoriamente aggiunto: “Noi siamo pagati per ragionare, analizzare e descrivere fenomeni complessi come la guerra”.


Alla parola “complessi”, panico in studio: i tre buoni hanno continuato a emettere concetti basici, frasette primitive, pensierini da prima elementare, slogan da stadio e bar sport: abbasso Putin, brutto, cattivo, stronzo, Hitler, merda. Come Andy Luotto, che a L’altra domenica faceva il cugino americano di Arbore e riusciva a dire solo “buono-no buono”. 


Il pensiero più complesso che il trust di cervelli riusciva ad articolare è che non si tratta con Putin perché ha fatto la guerra. Senza peraltro spiegare con chi si dovrebbe trattare: con mia zia? I tre atlantisti, dunque filoisraeliani, dovrebbero almeno sapere che Begin, Shamir e Sharon, non proprio delle mammolette, i negoziati di pace li fecero coi peggiori nemici. 


Rabin, ex generale, Nobel per la Pace con Arafat, diceva che “la pace si fa coi nemici, non con gli amici”: concetto ai tempi piuttosto ovvio, ma rivoluzionario nell’attuale regressione all’infanzia (mamma-cacca), anzi all’età della pietra del dibattito pubblico, che conosce solo la diplomazia della clava (io buono-tu cattivo) e il linguaggio cavernicolo da graffito preistorico (pumpum-ratatatatà), con frasette brevi e vuote perfette per Twitter e le pareti dei cessi pubblici. 


Di questo passo i talk show dureranno sempre meno: sigla, pumpum, rutto, sigla.

Napoli in Movimento no alleanze


 

Tempo perso


 Movimento 😣 

venerdì, marzo 11, 2022

Elio Lannutti

 Benzina e diesel a un passo dai 2,3 €/l nel servito

Metano auto ancora in forte crescita. Gli italiani pagano sulle loro tasche le sanzioni alla Russia.  Viaggiamo verso 5.000 vecchie lire per 1 litro di benzina (2.000 di oneri fiscali,accise, ecc.). Col governo dei migliori mentitori, che stanziano 10 mld di euro di maggiori spese militari, promettono aiuti, senza tagliare la giungla delle 17 una tantum, iniziate nel 1936 con la guerra d’Etiopia. 

Ipocriti seriali! 


ROMA, 11 MARZO 2022 - Nonostante il nuovo crollo delle quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo, che hanno chiuso anche ieri in forte calo (soprattutto il diesel), sulla rete continuano a incidere i corposi rialzi dei giorni scorsi. Con le compagnie che oggi lasciano invariati i prezzi raccomandati di benzina e diesel infatti, i prezzi praticati sul territorio risultano sempre in netto aumento per effetto degli interventi precedenti: i due carburanti si avvicinano a una media di 2,3 euro al litro in modalità servito e di 2,2 € in modalità self. Ancora in crescita significativa i prezzi del metano auto.


Più nel dettaglio, in base all'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,182 euro/litro (ieri 2,124), con i diversi marchi compresi tra 2,168 e 2,234 euro/litro (no logo 2,144). Il prezzo medio praticato del diesel self schizza a 2,173 euro/litro (ieri 2,074) con le compagnie posizionate tra 2,160 e 2,238 euro/litro (no logo 2,151).


Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato cresce a 2,275 euro/litro (ieri 2,216) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 2,222 e 2,378 euro/litro (no logo 2,181). La media del diesel servito sale a 2,270 euro/litro (ieri 2,172) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 2,246 e 2,359 euro/litro (no logo 2,186).


I prezzi praticati del Gpl hanno leggeri assestamenti all’insù e vanno da 0,871 a 0,894 euro/litro (no logo 0,870). Infine, il prezzo medio del metano auto è ancora in forte crescita e si posiziona tra 1,955 e 2,366 (no logo 2,229).

Amici


 Aiutuo

giovedì, marzo 10, 2022

Covid 😷

Per non dimenticare mai 
 

mercoledì, marzo 09, 2022

Marco Travaglio

 IL GUERRAFONDAIO IPOCRITA.....


(di Marco Travaglio - 9 Marzo 2022)

“Il cinismo di quei pacifisti che dicono no a Zelensky”. Vedo questo titolo in cima all’editoriale di Paolo Mieli sul Corriere. Corro a leggere e trovo citato quasi tutto il mio editoriale di sabato. Manca solo la mia firma, così nessuno capisce con chi ce l’abbia Mieli (le guerre non si dichiarano più). Quindi i “pacifisti cinici” che “dicono no a Zelensky” sono io. Che, tra parentesi, non sono mai stato pacifista e non ho mai parlato con Zelensky, ma fa niente. Con la sua prosa mieliflua, Mieli mi impartisce una “lezione tramandataci dalla storia”, perché com’è noto è pure uno storico.

Infatti infila una collezione di paralleli che, con l’Ucraina, c’entrano come i cavoli a merenda. Tipo gli aiuti “ai repubblicani nella guerra civile spagnola”, alla “rivolta nel ghetto di Varsavia”, agli oppositori di Pinochet e Videla. Ma quelli in Cile e Argentina erano golpe interni: quella in Ucraina è un’invasione esterna. La guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale mossero eserciti contro altri eserciti (Varsavia la liberò l’Armata Rossa):oggi né gli Usa, né la Nato né l’Ue intendono inviare un solo soldato in Ucraina. Anche il paragone fra i Sudeti e l’Ucraina traballa: il Führer pianificava il dominio tedesco su tutta Europa e lo sterminio di milioni di ebrei, zingari e gay; lo zar, per quanto criminale, parrebbe un po’ meno pretenzioso.

Potremmo continuare, se lo strazio del cuoricino di Mieli sanguinante per il nostro cinismo non ci inducesse a smettere. E a seguirlo toto corde nel purissimo afflato di solidarietà per Zelensky, offuscato solo dalla mancanza di analogo trasporto per i serbi, i libici, gli afghani, gli iracheni e gli altri popoli invasi e sterminati dall’Occidente buono.

Noi abbiamo sempre condannato quelle guerre con lo stesso cinismo con cui condanniamo quella di Putin e sognato sanzioni e armi contro i criminali che le avevano scatenate: ma erano impossibili perchè avremmo dovuto sanzionarci e bombardarci da soli. E ora che Putin fa ciò che facevamo noi vorremmo tanto che perdesse la guerra.

Ma purtroppo gli esperti dicono che è improbabile: l’unica incognita di questa guerra non è come finirà, ma quando e con quanti morti (direttamente proporzionali alla sua durata). Perciò speriamo che duri poco. A meno che, si capisce, Usa, Nato e Ue non dicano sì a Zelensky con no fly zone, caccia e truppe di terra: cioè con la terza guerra mondiale.

Se è questo che auspicano Mieli&C., lo dicano: “Vogliamo la terza guerra mondiale”, anziché nascondersi dietro la resistenza ucraina per fare bella figura nei talk. Ma lo dicano a Biden, alla Nato, all’Ue e all’amato Draghi: perché sono questi a “dire no a Zelensky”, non i pacifisti cinici. Che, per quanto esecrabili, sono meglio dei guerrafondai ipocriti.

Politica


 Politica 

Gaetano Amato

 Egr. dott Draghi, 

Io capisco che lei abbia un senso di soggezione e di servil rispetto verso gli Stati Uniti e verso le imponenti banche d’affari, per le quali, tra l’altro, ha lavorato e che, grazie a questo scenario guerrafondaio, stanno rimpolpando le loro casse; 

Io capisco che per fare la carriera che ha fatto ha dovuto obbedire al leone di turno, mettendosi a 90 gradi;

Io capisco come le sia stato facile eseguire l’ordine arrivatole di aumentare le provocazioni verso la Russia, perchè è semplice fare il gay col culo degli altri; 

Io capisco che si sia servito di quella nullità di Di Maio che ha dato dell’animale a Putin per farci tagliare fuori da ogni trattativa, diversamente dalla Francia di Macron. 

Io capisco che, per dimostrare il suo alto senso di servilismo verso il suo leone di riferimento, lei non si sia limitato a inviare in Ucraina solo beni di prima necessità, come fatto dalla Spagna, ma armi, senza fottersene del fatto che, come dice il generale Bertolini “ Le armi all’Ucraina sono “un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci nella guerra, mai visto prima: Bastavano le sanzioni, anche inasprite;”

Io capisco che, per la sua arroganza , a differenza di quanto avvenuto in altre nazioni, lei abbia tenuto segreto cosa ha inviato la nostra nazione in Ucraina e soprattutto quanto il tutto è costato ai contribuenti;

Io capisco che a lei poco importi quanto stiano costando a noi tutti in termini economici questi suoi comportamenti; 

Io capisco che lei, come il buon ragionier Fantozzi,sia abituato a considerare solo quello che le viene detto dal suo ‘superiore’ e della costituzione non conosce nemmeno l’esistenza; 

Io capisco il suo comportarsi da pecora col leone e da leone con le pecore ; 

Io capisco che Lei,  nel corso della sua carriera, abbia avuto solo a che fare con i numeri;

Io capisco che lei si sia occupato sempre e solo di guadagni; 

Io capisco che tutto ciò che è spesa per la povera gente sia lontanissimo dal suo modo di vedere, per cui inutile; 

Io capisco che della benzina che è oltre i due euro al litro, non gliene può fregar di meno, tanto, con quel che guadagna, ci potrebbe fare il bidet; 

Io capisco che lei sia stato messo dov’è per mettere le mani sui fondi che chi l’ha preceduta era riuscito a strappare alla UE; 

Io capisco pure che quelli che l’avevano descritta come “il migliore” ai cui piedi si era prostrata l’intera Europa, lo abbiano fatto per la ‘zuppa’ da portare a casa, e per questo, ora che per l’Europa è evidente che lei conta come il due a briscola, nessuno dei suddetti lo sottolinea; 

Io capisco che le sembra assurdo che non sia lei, e solo lei, in quanto leone, a decidere cosa fare e che, come da costituzione, sia invece un parlamento a dover decidere; 

Io capisco pure che lei, avendo a che fare con mille pecoroni che pensano solo ad arrivare a fine legislatura, ne abbia approfittato, trattandoli come pecore obbedienti;

Io capisco che la sua attuale linea comportamentale sia uguale a quella che l’ha sempre caratterizzata, al punto che, un po’ di anni fa, un presidente della repubblica la definì’ vile affarista liquidatore dell’industria pubblica italiana’ mentre un altro presidente la definì ‘dottor altrove’, per la sua abilità a non assumersi mai responsabilità, e lei si fece scivolare addosso questi giudizi senza una reazione di dignità; 

Come vede io capisco tante cose. 

Però non capisco come lei non si renda conto che la maggior parte degli italiani ne abbia le palle piene della sua arroganza, della sua prosopopea.  E soprattutto non capisco come un uomo di una certa età, senza nessun problema economico, che ha avuto tutto dalla vita, ad un certo punto della sua esistenza non decida di farsi leone col leone e raddrizzare la schiena, smettendo di stare a pecora, riscoprendo il termine dignità. 

Ecco, questo non capisco e non capirò mai. Forse perché, a differenza sua, ho sempre schifato il potere e chi lo rappresentava. 

E lei rappresenta magnificamente quel genere di potere. 

Mi auguro, e le auguro, di tornarsene in campagna a fare il

Nonno solo dei suoi nipoti, perché gli italiani i propri nonni già li hanno, se non in vita, almeno nei ricordi, e mi creda, nulla hanno a che fare con un nonno come lei .

Nauseati saluti 

Gaetano Amato

Fuorigrotta


 

Antonio Gramsci

Gramsci
 

martedì, marzo 08, 2022

Marco Travaglio

 Vi invito a leggere l'editoriale di Marco Travaglio pubblicato oggi su Ilfattoquotidiano


LE TRISTI VERITA'


Nella follia della guerra scatenata da Putin, dovevamo vedere pure questa: i generali che ragionano molto più e meglio dei politici e dei giornalisti. No, non parliamo di Figliuolo e delle sue memorie, ma del gen. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell'associazione parà, che alla Verità e al Messaggero dice cose molto simili a quelle dell'ex collega Fabio Mini sul Fatto. Per molto meno, chiunque altro passerebbe per anima bella pacifoide o, peggio, serva di Putin.


1) Le armi all'Ucraina sono “un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci” nella guerra, mai visto prima: “Bastavano le sanzioni, anche inasprite”.


2) Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l'Ucraina nella Nato” per non perdere “l'agibilità nel Mar Nero”.


3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell' “animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.


4) Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull'Ucraina e l'incidente inevitabile”


5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.


6) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s'è già presa l'Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall'alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento della Nato”.


7) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.


8) Putin non vuole conquistare l'Europa, né rifare l'Urss né “governare l'intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull'intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa.


9) “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.


10) Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione. I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.


Dire queste cose con pacatezza e realismo non sposta di una virgola la condanna dell'aggressore russo e non leva un grammo di solidarietà agli ucraini aggrediti. Significa conoscere per deliberare e scongiurare altre inutili stragi.

Uno vale uno

 


Napel’è


 Napoli

lunedì, marzo 07, 2022

Selfie


 Selfie 

Alessandro Di Battista

 «Kiev non può essere la nuova Aleppo (in foto)». L'ha detto Andrea Riccardi, il fondatore della comunità di Sant'Egidio. Il problema è che in tanti (volontariamente o meno) stanno compiendo scelte che andranno in tale tragica direzione. I pacifisti guerrafondai si moltiplicano. Con l'emisfero sinistro del cervello chiedono il cessate il fuoco, con quello destro chiedono di inviare sempre più armi letali. Magari anche qualche caccia. Tanto in Ucraina ci sono i civili ucraini sotto le bombe, mica i nuovi marines pronti ad arruolarsi via instagram. 


Quasi ogni esperto di guerra che si è espresso negli ultimi giorni ha ripetuto la stessa cosa: “l'invio di armi a Kiev non cambierà i rapporti di forza militari”. Traduzione? Presto o tardi la Russia vincerà (stesso concetto espresso davanti a me dall'ambasciatore Massolo martedì scorso in TV). 


Se così fosse l'invio di armi (con il relativo inasprimento del conflitto) potrebbe solo causare un prolungamento della guerra, non la sua fine. Con, oltretutto, il rischio concreto che tali armamenti (pagati con le tasse di noi europei) possano finire o ai battaglioni neo-nazisti ucraini o addirittura nelle mani dei russi. Cosa, tra l'altro, già successa in passato in Siria ed in Afghanistan. 


Anche sulle sanzioni sono scettico. Nessun Paese è esposto economicamente come l'Italia. Il nostro è un paese legato economicamente alla Russia (e non parlo solo di gas). Un Paese già claudicante dal punto di vista economico-sociale, un Paese dilaniato dalla corruzione, dalla presenza di organizzazioni criminali uniche in Europa, un Paese il cui stato sociale è stato via via smantellato per quelle regole della sacra Europa che è riuscita in questi ultimi anni a subire decisioni in parte extra-europee (vedi guerra in Libia, guerra in Siria con relativi morti, sanzioni, profughi diretti in Europa) che l'hanno resa sempre più debole.


Milioni di italiani stanno subendo ormai da mesi un'economia di guerra pur non essendo tecnicamente in guerra. Ora leggono di aumenti delle spese militari, di ritorno al carbone (ma come, il nostro pianeta non era sull'orlo della morte definitiva?), di embargo sul gas o sul petrolio russo. Il tutto dopo aver subito (stavolta per scelta di Trump) ulteriori sanzioni all'Iran, terzo o quarto Paese al mondo per riserve petrolifere nonché incredibile produttore di gas e storicamente Paese amico dell'Italia. 


Ogni scelta geo-politica presa da NATO o USA negli ultimi 23 anni - dai bombardamenti su Belgrado passando per la guerra in Iraq, in Afghanistan, in Libia, in Siria con allargamento della NATO a est incluso - ha pregiudicato gli interessi europei!


Atlantismo ed europeismo non dovrebbero essere considerati sinonimi. Ma nell'Europa neo-stellina della "Flag of the United States" sono concetti che coincidono. 


Le guerre di invasione mascherate da missioni per esportare la democrazia chi le ha pagate (oltre chiaramente i milioni di morti civili dimenticati in quanto non europei)? L'Europa stessa! L'Europa ha perso risorse, sicurezza, ha affrontato il dramma dell'aumento dei flussi migratori, non ha potuto diversificare l'approvvigionamento energetico. 


In Italia non si sopravvive più. Chiudono imprese, i cittadini si indebitano, gli usurai si moltiplicano. Il prezzo del grano è schizzato alle stelle, così come il mais, la soia. Tra un po' sarà proibitivo anche andare in pizzeria. La benzina ha sfondato i 2 euro al litro. Il gas non ne parliamo neppure.


Gli USA (i padroni della NATO) stanno subendo tali conseguenze? Assolutamente no. Ma nulla, l'Europa non impara mai la lezione. Le dichiarazioni più belligeranti oggi le fanno proprio miopi leader europei. 


Ripeto. Serve Angela Merkel al più presto sul campo del negoziato. Possibile che non vi siano Premier o Ministri capaci di chiedere tale soluzione a gran voce? Hanno paura di scontentare gli americani? Temono di mostrarsi deboli agli occhi di Putin?


L'EUROPA DEVE UTILIZZARE UNA SOLA PAROLA: NEGOZIARE!


Un nuovo Vietnam in Ucraina fa sì male a Putin ma fa male soprattutto ai civili ucraini. Mentre certamente non farebbe male a chi produce armi. I produttori di sistemi d'arma sognano guerre infinite come quella in Afghanistan. In vent'anni centinaia di miliardi di dollari sono finiti nelle tasche dei pezzi grossi della Boeing, della General Dynamics, della Lockheed Martin. Ed ora quegli arsenali li controllano i talebani. Kiev non può diventare la nuova Aleppo...


P.S. Immagino che esprimere tali opinioni faccia di me un filo-Putin, un giustificazionista, un sostenitore dell'invasione dell'Ucraina. Beh, non me ne frega nulla!

Sinistra


 Sinistra

domenica, marzo 06, 2022

Amici


 

Gaetano Amato

 Una vecchia barzelletta sconcia si basava sul tormentone : è pazzo o pazzo o è pazzo o ca..? Lungi da me il voler dissertare su politica estera e guerre, il mio vuol essere  solo un ragionamento con un po’ di logica, fatto ad alta voce ( su Facebook) invece che mentalmente. La guerra in Iraq fu scatenata dagli Stati Uniti ( vi ricordate le armi chimiche mai trovate?), la guerra in Afghanistan sempre dagli Stati Uniti ( che armarono i talebani contro la Russia).  Ora abbiamo di fronte un pazzo( Putin) che, sentendosi accerchiato dal continuo tentativo espansionistico della NATO ( che non avrebbe più motivo di esistere, in quanto nata per contrapporsi al patto di Varsavia che ora non esiste più), ha girato la pirandelliana corda pazza e ha attaccato. L’Europa tutta, istigata dai soliti delle altre guerre, invece di proporsi come paciere, fornisce armi a una delle due contendenti ( unanimemente riconosciuta come la più debole).  Questi i fatti, credo incontestabili. Ora la logica. Per quale motivo fornisco armi al più debole, che comunque resta poco più che un microbo, se paragonato alla potenza russa? O perché spero che vinca (cosa altamente improbabile) o perché mi è stato ordinato di farlo ( da chi non è difficile immaginarlo) solo per allungare il conflitto con il risultato di lasciare sul campo qualche centinaia di migliaia di morti in più.  In più che succede ? Si indebolisce la Russia economicamente, ma in contemporanea anche l’Europa ( basta guardare le borse che crollano).  Chi ci guadagna da tutto ciò? Io ne trovo sempre e solo uno.  Per cui, è pazzo o pazzo o è pazzo o c…, come avrebbe detto l’immenso Gigi, al cavaliere nero nun je devi romper er cazzo! 

Fuori dai coglioni i guerrafondai, fatevi una scopata invece di rompere il cazzo a chi vorrebbe la distruzione di tutte le armi esistenti al mondo.