martedì, ottobre 23, 2007

Campagna acquisti



Acquisti e cessioni

Era il pomeriggio dello scorso 23 luglio, quando nel corso della conferenza stampa di inizio stagione del Milan a Milanello, il presidente Berlusconi scherzava con i cronisti politici presenti, che lo sollecitavano con alcune domande di carattere non proprio sportivo. "Non facciamo campagna acquisti", si è limitato in quell'occasione a rispondere l'ex premier, riferendosi a un possibile "contatto" preso con alcuni senatori della maggioranza, per togliere l'esiguo e sempre incerto vantaggio dell'Unione rispetto alla Cdl nella Camera alta, che tiene in costante apprensione l'attuale legislatura. L' "effetto porcata", dunque, iniziava a dare i suoi frutti. Ma neanche qualche settimana dopo, siamo al sedici di agosto, dalla ridente tenuta in Sardegna, il Cavaliere scopriva le sue carte: "Sono in contatto con alcuni dei loro senatori (parlando dell'Unione, n.d.r.), quelli moderati, che non sopportano più il governo Prodi, le contraddizioni interne alla maggioranza e, soprattutto, i ricatti della sinistra radicale". Poi proseguiva affermando che la pratica (ai limiti estremi di una illegalità di carattere penale) era stata avviata con una quindicina di parlamentari, anche se quelli propensi a far venir meno la maggioranza sarebbero stati in realtà di meno: "Si contano sulle dita di una mano, ma sono sufficienti a mandare in crisi il governo". Allora i giochi non erano ancora fatti, soprattutto perché gli stessi senatori in questione, prima di fare la loro mossa, attendevano di capire cosa sarebbe accaduto dopo. Adesso che le cose sembrano cominciare a prendere una piega ben definita, la campagna acquisti del presidente azzurro-rossonero si va concretizzando, e le prime indiscrezioni trapelano dalla penna di giornalisti che sicuramente più di altri hanno possibilità di accedere a fonti autorevoli e ben informate (cfr. l'ultimo articolo di Eugenio Scalfari su "La Repubblica" di domenica). Dovrebbe addirittura girare una lista (di cui naturalmente l'emerito Cossiga era già a conoscenza), con nomi e cognomi dei candidati al "salto della quaglia". Ora naturalmente ci si affretta a smentire tutto, si alzano i polveroni più improbabili per confondere le idee, dal governo "tecnico" firmato Mario Draghi alla intricatissima questione intorno alla legge elettorale, sulla quale si gioca molto della configurazione delle prossime alleanze politiche, in base al modello che verrà alla fine scelto. Perché ormai, da più parti, l'aria che tira è quella di un imminente ritorno al voto. Ma sarà importante vedere chi ufficialmente si assumerà la responsabilità di far cadere questo governo. I papabili sono a tutti noti: i vari riformisti conservatori collocati alla destra dello schieramento di maggioranza e, in misura minore, alla destra del neonato Pd; la sinistra della stessa Unione, tornata "antagonista" dopo la manifestazione di sabato, e che per questo potrebbe riaprire la partita sul welfare; l'ennesima lite "condominiale" tra i ministri Mastella e Di Pietro, sempre impegnati a discreditarsi reciprocamente, anche su temi delicati e fondamenti per lo stato di diritto del nostro paese. Oltre che, naturalmente, la compravendita di senatori portata avanti dal leader dell'opposizione come se fosse la cosa più normale di questo mondo: come se, invece che di rappresentanti dei cittadini all'interno delle istituzioni, si stesse appunto parlando e trattando di calciatori pronti a vendersi alla compagine che offre loro di più. D'altra parte, nell'Italia che in buona (troppa) percentuale non riesce a distinguere la diversità tra il ruolo di presidente di una squadra di calcio e quello di presidente del Consiglio, può capitare anche di questo, senza che nessuno si scandalizzi oltremodo. Bisogna capire se, nel medio-lungo termine, chi ci guadagna è colui che acquista oppure colui che cede. In questo senso, forse qualcosa in più si scoprirà nel corso delle prossime riunioni a palazzo Madama. E.S. - aprileonline

23 ottobre 2007 303 letture Invia ad un amico Stampa

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