La complicità politica nel genocidio
Alcuni politicanti occidentali sono sionisti, pensano cioè che i palestinesi siano una razza inferiore e vadano sterminati o cacciati in quanto la Palestina è stata assegnata da Dio all’eletto popolo ebraico. Ma tali poveracci sono una minoranza, la maggioranza dei politicanti sa benissimo che son tutte scempiaggini religiose sfruttate a fini coloniali e che Netanyahu e il suo governo di fanatici stanno compiendo un vomitevole sterminio. Eppure non fanno nulla o addirittura sono complici. Un peso che si porteranno sulla coscienza per sempre, ma noi cittadini esasperati dobbiamo capirne le ragioni. Una è l’opportunismo carrierista, molti politicanti non fanno quello gli suggerisce la coscienza, ma quello che gli conviene per la poltrona. E anche davanti ad una immane strage di donne e bambini, se ne lavano le mani per paura di ripercussioni. Oggi in politica paga la fedeltà ad un barone o partito, non la verità e la coerenza. Devi garantire al sistema affidabilità e quindi continuità a prescindere. E se ai piani alti la linea è quella sionista, ti devi adeguare altrimenti alle prossime elezioni ti scordi un posto in lista. E cosi' paradossalmente, più sei spregiudicato e disposto a voltarti dall’altra parte davanti ad igni porcheria, più sei apprezzato dal potere e quindi fai carriera. Oggi come oggi i partiti politici selezionano personaggi che convengono a loro, non al paese. Una deriva sotto gli occhi di tutti. Ma c’è di più. Da mesi i cittadini riempiono le piazze in tutto l’Occidente chiedendo di fermare il genocidio ma la politica ha sempre risposto ignorandoli o addirittura prendendosela con chi ha osato alzare la testa. Vergognoso ma comprensibile. Oggi come oggi tra la volontà dei cittadini e quella delle lobby, i politicanti servono la seconda e a maggior ragione per la potentissima lobby sionista che da decenni lavora dietro le quinte della politica e dell’informazione occidentale. I politicanti vengono eletti per rappresentare il popolo, ma poi una volta nei palazzi rappresentano gli interessi di potentati economici di vario genere. Anche il riarmo a vanvera è dovuto alla lobby della guerra che prevale sulla volontà di pace dei cittadini europei. Negli Stati Uniti la mafia lobbistica ha raggiunto livelli tragicomici. Girano col mitra anche i ragazzini e sono in guerra da sempre, mentre la lobby sionista decide a piacimento la politica americana in Medioriente dato che oltre a comprare a peso d’oro il presidente, corrompono parlamentari di ogni schieramento fin dai primi passi che compiono in politica, gli pagano perfino un viaggio in Israele e poi li seguono per tutta la carriera suggerendogli il copione da recitare. Lo hanno raccontato i pochissimi parlamentari ribelli finiti ovviamente in disgrazia, mentre tutti gli altri sono quelli che si sono spellati le mani per applaudire quel terrorista di Netanyahu a genocidio in corso ed ancora oggi inviano armi e soldi e proteggono politicamente quel regime criminale. Più che politici, sono rappresentati lobbistici. Tu li paghi e loro portano avanti i tuoi interessi nelle istituzioni mentre i cittadini che li hanno votati possono andare a farsi fottere. Un sistema mafioso che ha preso piede anche in Europa, con Bruselles sempre più verminaio lobbistico continentale con cordate di ogni genere e specie che assaltano risorse pubbliche e si fanno scrivere le leggi su misura. E se va di moda la terza guerra mondiale ed ignorare il genocidio a Gaza, basta un giro di WhatsApp per serrare i ranghi. Nelle colonie europee c’è poi l’aggravante del servilismo. Siamo servi degli Stati Uniti che sono servi della lobby sionista e quindi siamo servi di quei deliri pure noi. Ma noi spettatori esasperati dal genocidio e dall’insulso riarmo, non dobbiamo arrenderci ma capire e reagire. E non c’è nulla da inventare. Si tratta semplicemente di ristabilire una vera e sana democrazia in cui il potere appartiene al popolo. Dobbiamo riprenderci la sovranità che ci hanno sottratto. La politica si è venduta alle lobby e al carrierismo conformista. Servono nuovi partiti e nuove classi dirigenti anche culturalmente all’altezza dei tempi che riprendano la strada del bene comune e quindi anche del rispetto dei diritti umani per tutti e della pace.
Tommaso Merlo
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