martedì, novembre 17, 2020

Salvatore Quasimodo

 

Testo della poesia

1. Sei ancora quello della pietra e della fionda,
2. uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
3. con le ali maligne, le meridiane di morte,
4. – t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
5. alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
6. con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
7. senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
8. come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
9. gli animali che ti videro per la prima volta.
10. E questo sangue odora come nel giorno
11. quando il fratello disse all’altro fratello:
12. “Andiamo ai campi”. E quell’eco fredda, tenace,
13. giunta fino a te, dentro la tua giornata.
14. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
15. salite dalla terra, dimenticate i padri:
16. le loro tombe affondano nella cenere,
17. gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Parafrasi affiancata

1-5. Uomo di oggi, sei rimasto identico a quello dell’epoca della pietra e della fionda (l’età primitiva). Ti sei trovato (di recente) nella cabina di pilotaggio dell’aereo, con le ali che suscitano terrore e con le meridiane portatrici di morte, dentro il carro armato, ai patiboli, davanti agli strumenti di tortura. Ti ho visto:
6-7. eri proprio tu con la tua scienza esatta finalizzata a fare stragi, senza amore, senza carità cristiana. Hai ucciso ancora,
8-9. come sempre, così come uccisero i tuoi avi e come uccisero gli animali che ti videro la prima volta.
10 – 13. E il sangue che hai versato ha lo stesso odore del giorno in cui Caino invitò il fratello Abele a recarsi con lui nei campi per ucciderlo. E l’eco di quelle parole, spietata, inesorabile, è giunta fino a te e rivive nel tuo presente.
14 – 15. Nuove generazioni, cancellate la memoria dei padri e del sangue da loro versato, che sembra raddensarsi in nuvole che dalla terra salgono al cielo:
16 – 17. le loro tombe sprofondino nella cenere, gli avvoltoi e il vento nascondano per sempre il ricordo di loro.

Nessun commento: