giovedì, luglio 29, 2021

Dibba

 PER NON DIMENTICARE...


Pochi giorni fa ipocriti e sepolcri imbiancati hanno ricordato Borsellino. Lo fanno una volta all'anno solo perché lo devono fare. Io penso che debba essere ricordato più volte e debbano essere ricordate anche queste parole. 


In una delle ultime interviste (pochi giorni prima che morisse Falcone) Borsellino, parlando di Vittorio Mangano, disse:

«Vittorio Mangano l'ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come "uomo d'onore" appartenente a Cosa Nostra. Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti risulta l'interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio mafioso delle famiglie palermitane, preannuncia o tratta l'arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche, come magliette o cavalli».


Adesso leggete questo, lo scrive la Cassazione ed è una parte delle condanna definitiva (ripeto, definitiva) di Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: 


«L’assunzione di Vittorio Mangano ad Arcore nel maggio-giugno del 1974, costituiva l’espressione dell’accordo concluso, grazie alla mediazione di Dell’Utri, tra gli esponenti palermitani di Cosa nostra e Silvio Berlusconi ed era funzionale a garantire un presidio mafioso all’interno della villa di quest’ultimo».


Oggi si sta approvando una riforma della giustizia che realizza i sogni berlusconiani...

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