Parleremo mandarino
Mentre in Italia si bisticcia per una guerra di ottant’anni fa, il mondo sta cambiando radicalmente e noi siamo senza guida ed in balia di eventi più grandi di noi. La Cina sta rimpiazzando gli Stati Uniti al timone del mondo. Un passaggio epocale che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Il motivo è molto semplice. Gli Stati Uniti esercitano da decenni una leadership egemonica basata sulle armi e sul dollaro, la supremazia economica l’hanno già persa, quella militare invece no e prima di cedere del tutto lo scettro ai cinesi proveranno a distruggerli militarmente. Lo suggerisce la storia antica come quella degli ultimi anni. Lo sceriffo americano ha il grilletto facile e basta vedere la disposizione delle basi militari statunitensi su una mappa per capire che la guerra con la Cina la immaginano da parecchio tempo. L’hanno accerchiata ed hanno pure già pronto il pretesto, Taiwan. La novità è che si sono ristretti i tempi. Questo perché da una parte è arrivato Trump che ha rispolverato il nazionalismo protezionista e sta infliggendo colpi letali al già malconcio impero a stelle e strisce, mentre dall’altra la Cina sta correndo all’impazzata perché invece di parlare lavora e invece di litigare pensa e pure in anticipo. Basta vedere come sforna a nastro super cacciabombardieri e portaerei futuristiche da togliere il sonno al Pentagono. Sono avanti pure su quello e quando passeranno dalla produzione di borsette a quelle di missili ipersonici, sbaraglieranno la concorrenza pure lì. Si prefigura un conflitto mondiale che vedrà la Cina alleata con la Russia e noi ex colonie europee al fianco degli Stati Uniti magari lasciati sul fronte russo, con l’obiettivo napoleonico di sedersi sul trono dello zar e prendere i musi gialli alle spalle. L’unica speranza di prevenire tale conflitto devastante mondiale, è l’implosione dell’impero americano, il suo crollo economico e quindi a domino di tutto il resto. Un’ipotesi che il duo tragicomico Trump-Musk hanno reso realistica come non mai e a cui i cinesi sembrano credere. Basta vedere come hanno reagito ai dazi, come se non aspettassero altro. Come se la guerra sia già iniziata anche se solo a livello commerciale e l’obiettivo dei cinesi sia proprio quello di favorire il crollo economico statunitense in modo da prevalere senza sparare un colpo o perlomeno prendere tempo. La Cina non è guerrafondaia e non mira all’egemonia, ma se attaccata reagirà anche perché oggettivamente la leadership americana non ha più senso oggi. Non corrisponde ai valori in campo e dopo decenni di guerre a vanvera, ha seppellito per sempre la loro e la nostra presunta superiorità morale in quel di Gaza. Ed è per questo che gli americani hanno fretta di lasciare il pantano ucraino e sistemare quello mediorientale, lo sceriffo ha capito che è la Cina il nuovo boss in città e pensa al duello. Quanto a noi europei, grazie al disimpegno dell’impero americano abbiamo maggiore libertà e la leadership multipolare della Cina è sicuramente più saggia e vantaggiosa per noi. Il problema è che non esistiamo politicamente e quindi non possiamo approfittarne. Soffia un vento nazionalista anche da noi e per colpa delle mire espansionistiche della Nato ci ritroviamo impantanati in Ucraina, con bollette alle stelle ed immense risorse pubbliche sprecate in armi invece che in uno sviluppo indispensabile per tenere il passo. Tutta colpa di classi dirigenti culturalmente non europee e quindi non in grado di portare avanti il progetto continentale. Siamo fermi alle nazioncine dei bei tempi che furono e lasciamo Bruxelles in mano ad insulsi tecnocrati e politicanti parcheggiati in attesa di una poltrona più vicino a casa. Il mondo sta cambiando radicalmente e noi siamo senza guida ed in balia di eventi più grandi di noi. Bisticciamo per una guerra di ottant’anni fa mentre si stanno creando le premesse per la terza guerra mondiale. L’unica belle notizia è che questa volta non si dovrebbe combattere dalle nostre parti. Gli Stati Uniti hanno già accerchiato la Cina e attaccheranno da sudest, noi europei ci lasceranno sul fronte russo per sorprenderli alle spalle. Manderemo i nostri ragazzi a morire in trincea nella speranza di una fettina di torta al tavolo dei vincitori, se invece i musi gialli dovessero avere la meglio non ci resterà che mandare quelli superstiti ad imparare il mandarino.
Tommaso Merlo
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