sabato, dicembre 09, 2023

Tommaso Merlo

 Una classe di ciechi e disabili mentali mi canta una canzone. È in arabo ma ha un sapore natalizio. Cantano davanti alla loro anziana maestra e al distinto direttore che gli passa accanto abbracciandoli e stringendogli la mano. Eccola la Terra Santa. Lontano dai riflettori. Lontano dalle urla. Lontano dall’odio. Tra gli ultimi degli ultimi. Il ragazzone dell’ultimo banco ha una voce tenorile e trascina i suoi incerti compagni. La classe è piccola e povera ma di una dignità commovente. L’anziana maestra mi sorride orgogliosa dei suoi ragazzi, mentre il direttore non riesce a trattenere l’amore per loro. Intonano una seconda canzone. È sempre in arabo ma meno natalizia. Cantano, sorridono. Sono cresciuti su quei banchi di legno. Sono cresciuti tra quelle povere mura. Ai margini di un paese mai nato, perennemente in guerra. È questa la loro casa, è questa la loro famiglia. Una comunità fondata da una donna cieca giunta a Betlemme mezzo secolo fa. Applaudo tra una dignità commovente. Eccola la Terra Santa. Lontano da tutto. Tra gli ultimi degli ultimi. 

Tommaso Merlo

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