Il Signore ci ricorda che la nostra vita vale». Leone XIV denuncia la logica dell’economia che schiaccia l’uomo nell’udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro. Prendendo spunto dalla parabola degli operai che, mentre sono in piazza, vengono chiamati a lavorare nella vigna. «La metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi – dice il Papa – perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa. E quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente». Non solo. È questa anche un’epoca con un deficit di speranza a cui contribuisce una competizione estrema e una fretta ossessiva. «A volte – sottolinea il Pontefice – abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati. Ma a volte il tempo passa, la vita scorre e non ci sentiamo riconosciuti o apprezzati. Forse non siamo arrivati in tempo, altri si sono presentati prima di noi, oppure le preoccupazioni ci hanno trattenuto altrove».
Eppure, aggiunge papa Leone, come racconta la parabola, c’è un «padrone instancabile, che vuole a tutti i costi dare valore alla vita di ciascuno di noi». E «anche quando ci sembra di poter fare poco nella vita» c’è «sempre la possibilità di trovare un senso, perché Dio ama la nostra vita». Del resto «per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere». Un richiamo alla giustizia sociale. E alla giusta paga. Paga che, racconta il Vangelo, viene data ugualmente a tutti gli operai, indipendentemente da quanto hanno lavorato. Il Papa pone l’accento sulla «bellezza del gesto del padrone, che non è stato ingiusto, ma semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno». E afferma: «Così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto sé stesso». Da qui l’appello a non indugiare ad andare incontro al Signore. «Vorrei dire, specialmente ai giovani, di non aspettare, ma di rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?».
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