lunedì, agosto 25, 2025

Tommaso Merlo

 La sconfitta storica di Israele


I sionisti hanno già perso la guerra della comunicazione, decenni a camuffarsi da vittime mentre in realtà sono spietati carnefici intenti a rubare con la violenza la terra e il futuro altrui. Decenni di propaganda globale annegati nel sangue innocente di Gaza. Ormai i sionisti hanno dalla loro parte solo una manciata di politici e giornalisti altolocati che cerca penosamente di difendere l’indifendibile orrore. Del resto se sono arrivati così in alto, è perché hanno sempre rispettato le linee di partito e quelle editoriali che han sempre avuto in Israele una stella polare. Un qualcosa da difendere a prescindere per dimostrare affidabilità ad un sistema che il sionismo ha modellato su misura per decenni da dietro le quinte. Si capisce chi comanda davvero in una società dal fatto che sia criticabile o meno, ed Israele è sempre stato un argomento tabù o comunque da trattare con le pinze perché basta pochissimo per beccarsi l’accusa di antisemitismo. Un’accusa considerata gravissima e che può costare la carriera. E anche da questo si capisce chi comandava davvero. Se odi neri o omosessuali o altre minoranze fai carriera, ma se sei solo sospettato di odiare gli ebrei sei un impestato da emarginare. E per prendersi tale infamante accusa, basta criticare Israele, il suo governo, i suoi leader. Non devi affatto odiare gli ebrei. Una diabolica tattica propagandistica che ha permesso al sionismo di selezionare a piacere le classi dirigenti occidentali e di perseguitare il popolo palestinese nella totale impunità. Ma con lo sterminio di Gaza è crollata tale manipolazione. Se oggi critichi quel terrorista Netanyahu e ti danno dell’antisemita, gli ridi in faccia e li mandi a quel paese. E con colpevole ritardo, la critica alle oscenità politiche israeliane è stata in parte sdoganata anche a livello mainstream. Questo anche grazie ai nuovi mezzi di informazione che hanno scavalcato i censori altolocati rendendo vano ogni loro sforzo. La verità è esondata ovunque e perfino gli argini del conformismo arrivista sono saltati. Decenni di propaganda e di ipocrita servilismo andati in fumo. Una sconfitta gravissima. I padri del sionismo avevano capito che l’appoggio occidentale era essenziale per il successo del progetto coloniale, e dato che nei sistemi capitalisti comandano i soldi, hanno trovato praterie per arrivare ai vertiti politici e mediatici di molte nazioni in modo da indirizzare le decisioni e controllare il dibattito pubblico. È negli Stati Uniti che il fenomeno è più evidente ed oggi sta assumendo forme grottesche. Ormai a sostenere Israele sono solo i fantocci presidenziali ed i burattini parlamentari a cui i sionisti han riempito le tasche e lavato il cervello per anni. Un furto di sovranità popolare davvero tragicomico. Rappresentati del popolo che rappresentano chi li sovvenziona. Questo mentre i giornalisti mainstream non sanno più che pesci pigliare. Un sistema intero travolto dal genocidio a Gaza. Negli Stati Uniti il disprezzo verso Israele è ai massimi storici e nel dibattito politico si contesta apertamente il costoso ed incondizionato sostegno a quel paese straniero mentre i propri cittadini sono alla canna del gas. Un sostegno che sta a cuore solo alla lobby sionista mentre ai cittadini non dà nulla in cambio se non odio globale e guerre inutili combattute coi soldi dei contribuenti americani. Una ribellione inedita ed incontenibile che rende patetici gli attacchi che l’amministrazione Trump ha sferzato a studenti ed università e a tutti coloro che osano protestare. L’orrore di Gaza ha fatto esondare la verità. Una sconfitta mediatica che è anche politica. Una sconfitta storica. Gli orrori di Gaza sono un evento epocale che segna l’inizio della fine del sionismo anche nelle sue ramificazioni occidentali. Una volta emersa la verità, l’umanità non ha scelta che sbarazzarsi di deliri ideologici che la mettono a rischio. Il regime di Netanyahu ha i giorni contati e i suoi infami eccidi sono un segno di disperazione. Il sionismo verrà estirpato e solo allora si potrà tornare al buonsenso e quindi al dialogo in modo da trovare soluzioni politiche intelligenti. Quello israeliano è un progetto coloniale fallito che va ripensato dalle fondamenta in modo che tutti i popoli che abitano quella terra maledetta possano convivere degnamente e in pace tra loro.

Tommaso Merlo

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