martedì, settembre 09, 2025
lunedì, settembre 08, 2025
Eclissi lunare
Natura è tutto ciò che noi vediamo: il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone. O meglio, la natura è il paradiso. Natura è tutto ciò che noi udiamo: il passero, il mare, il tuono, il grillo. O meglio, la natura è armonia. Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità.
(Emily Dickinson)
domenica, settembre 07, 2025
sabato, settembre 06, 2025
venerdì, settembre 05, 2025
Avvenire
Come fiori di pace che tentano di rompere l’asfalto. Quelli che in Italia sono stati fino ad oggi gesti simbolici e iniziative sporadiche per promuovere il dialogo e il cessate il fuoco a Gaza, stanno, seppur lentamente, prendendo il volto di una mobilitazione collettiva dal basso. A fare da traino, anche grazie all’esporsi incessante di papa Leone XIV, sono ancora una volta le religioni monoteiste. Nell’appello interreligioso «alle Istituzioni Italiane, ai cittadini e ai credenti» pubblicato ieri e sottoscritto, tra gli altri, dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, da Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), e l’imam della moschea di Milano, Yahya Pallavicini, vicepresidente della comunità religiosa islamica italiana (Coreis), i rappresentanti delle comunità religiose hanno condiviso «l’improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace».
La dichiarazione condivisa più forte è quella in cui si sottolinea che «la giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi». Sulla scia degli appelli del Pontefice, anche i leader religiosi hanno ribadito l’urgenza di «far tacere le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele» e che, allo stesso tempo, «siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti». Le parole utilizzate sono già il frutto di un tentativo di ricercare punti di unità, anche se l’inasprirsi del conflitto in Medio Oriente si legge, ha «messo a dura prova» il dialogo. «È stato uno sforzo, anche da parte mia, focalizzarsi su quello che unisce – ha detto ad Avvenire Noemi Di Segni –, ci sono tanti temi sui quali ci sono confronti faticosi, ma abbiamo scelto di lasciarli da parte». In questi momenti in cui il dolore delle diverse comunità sta crescendo, «per noi è importante aggrapparci alla convivenza – ha continuato –, per fare in modo che a guidare le coscienze non siano appiattimenti su forme di propaganda, immagini inventate dall’intelligenza artificiale o appelli al boicottaggio».
giovedì, settembre 04, 2025
mercoledì, settembre 03, 2025
martedì, settembre 02, 2025
Tommaso Merlo
Trumpland e autodistruzione planetaria
A Trump sono comparse le stimmate, ma lo Spirito Santo non c’entra. Il miracolo si deve all’insufficienza venosa, la stessa che gli ha gonfiato le caviglie come due zampogne. Invece dei guanti, per coprirle usa del cerone ma il peggioramento delle sue condizioni di salute non è passato inosservato. Alla notizia sono partite le fiaccolate e le velie social in tutta l’America anche del sud, già, nella speranza che il Padreterno richiami a sé il peggiore presidente della storia e anche in tembi brevi. A smorzare gli entusiasmi ci hanno pensato alcuni mistici, pare infatti che il Padreterno non abbia nessuna intenzione di averlo tra i piedi almeno per il momento e voglia invece infliggere a quel vecchio narcisista patologico una dolorosa via crucis. Quanto a noi comuni mortali, il Padreterno pare voglia usare Trump per darci una lezioncina sulla pandemia egoistica che affligge la nostra era. Perché se non sconfiggiamo il Trump che c’è in noi, l’autodistruzione planetaria avverrà prima di quanto immaginiamo. A Trumpland intanto il presidente ha sguinzagliato i federali contro i suoi nemici politici ed ha dispiegato l’esercito nelle città con la missione di cacciare barboni, tossici e malintenzionati. Soldati addestrati ad uccidere jihadisti ridotti a fare gli spazzini sociali del turbo capitalismo. Invece di mettere in discussione un modello che ingrassa solo una manciata di oligarchi, depositano i perdenti in qualche discarica sociale di periferia. Scene da fine impero con anche il cristianesimo ormai ridotto ad una delle tante fregnacce elettorali. Tutti i sondaggi nel frattempo certificano che gli americani ritengono Trump una vera e propria catastrofe. E dato che alle elezioni di metà mandato rischia di fare la fine dell’anatra zoppa, Trump si è messo a barare pure sui seggi scatenando una veemente reazione tra i governatori democratici. Tra loro spicca quello della California Gavin Newsom che ha colto la palla al balzo per lanciarsi verso la Casa Bianca. Si tratta di un bellimbusto dalla lingua lunga, una famiglia Barilla alle spalle ed un passato da businessman politicante, niente di stellare ma paragonato a Trump sembra Roosevelt ai tempi d’oro. Vedremo se sarà lui a dare la sveglia ad un partito democratico talmente farcito di mollaccioni tecnocratici da risultare invotabile ai più, oppure se anche a quelle longitudini si tenterà di andare oltre alla farsa destra-sinistra come si vocifera in rete. Del resto Trump doveva essere il paladino del popolo ed invece si è rivelato un comune burattino lobbistico e che si sta pure arricchendo mentre manda in recessione un intero paese a furia di caos tariffario e navigazione a colpi di ego. Quanto alla politica estera di Trumpland, il presidente continua a ripetere di aver fatto cessare sei o sette guerre ma nessuno se ne è accorto, nemmeno le parti in conflitto. Al punto che il Nobel per la Pace potrebbero vincerlo i bambini palestinesi ammazzati con le bombe Made in USA inviate da Trump. Quanto all’Ucraina, appare sempre più evidente che in Alaska abbia ricevuto da Putin una lectio magistralis. Trump ha giusto strappato una foto mentre ai nanerottoli europei non resta che attendere che l’esercito sovietico si ritenga soddisfatto delle spoglie ucraine. Ma rieccoci alla volontà del Padreterno e alla lezioncina di vita che quel profeta al contrario di Trump ci sta dando portando i confini del narcisismo a livelli inediti alle scienze psicologiche. Soffre di una tossicodipendenza da ammirazione ed attenzione finora sconosciuta. Ormai giornalisti e telecamere se li porta dietro anche al cesso quando si siede sul suo trono placato oro a glorificarsi da solo e davanti allo specchio quando si spennella di cerone per coprire rughe, stimmate e cruda realtà. Vive rinchiuso in un mondo tutto suo fatto di fragile autostima camuffata con l’arroganza, di ipocrisia perenne e manipolazione anche di stesso, di invidia, di mancanza di empatia. Una vera via crucis narcisistica e un monito per tutti noi comuni mortali, se non sconfiggiamo il Trump che c’è in noi, l’autodistruzione planetaria avverrà prima di quanto immaginiamo.
Tommaso Merlo