Roberto Piumini
LUGLIO
Luglio è una banda di grilli
di rane, cicale ed uccelli,
farfalle come vessilli
e fiori sopra i mantelli.
La banda naviga il mare
sopra una nave di zucca,
e poi comincia a volare
appesa a una coda di mucca.
Salviamo Napoli
Luglio è una banda di grilli
di rane, cicale ed uccelli,
farfalle come vessilli
e fiori sopra i mantelli.
La banda naviga il mare
sopra una nave di zucca,
e poi comincia a volare
appesa a una coda di mucca.
Il lavoro è gioia, di Emile Deschamps
Provvido sempre iddio con le sue mani
spartir volle il lavoro tra gli uomni.
«Eccoti, figli miei – disse un tesoro
mille volte più nobile dell’oro».
All’opra, amici, e a chi più canterà
ben più lieve il lavoro sembrerà!
Senza sudar chi mai gustò i piaceri?
La gioia ci alternò gioie e doveri
perciò il fiaccone è sempre d’umor nero
Mentre chi sgobba ha il cuor libero e fiero.
All’opra amici, e a chi canterà
ben lieve il lavoro sembrerà!
Al nostro desco suol, tutte le sere,
ospite ambita, l’Allegria sedere;
e Dio parla dal ciel: «Lavoratore,
il pan che hai guadagnato è il pan migliore!».
All’opra amici, e a chi canterà
ben lieve il lavoro sembrerà.
La creatività è spesso associata al talento artistico, ai geni dell’arte, della musica, della matematica. Difficilmente si pensa a un informatico, a un elettricista, a un manager, come a un creativo; quanti di noi osano definirsi ‘creativi’? C’è titubanza a farlo, perché è difficile definire la creatività ed è pertanto difficile attribuirci una qualità, un talento (o capacità, come vedremo) che non sappiamo distinguere e perimetrare con precisione. Da ciò derivano diverse perplessità: per esempio, la creatività può essere appresa? Sarebbe utile in un mondo che si trasforma e che guarda alla creatività come la competenza più importante anche nel futuro del lavoro. Vediamo quindi in che altro modo possiamo intendere la creatività.
Nell’officina, di Mario Lodi
La taglierina… ciac!
spacca la lastra d’ottone.
Tac tac… la pressa
stampa un cappellino.
Zzzzzzz. ., il trapano
fa un buchino.
Bum! l’uomo picchia sull’incudine
il suo martellone.
Ssssss… la fiamma ha saldato
due pezzi insieme.Grrrrr… l’operaio ha lucidato
una pompa finita
che comincia adesso la sua vita.
A poco a poco il magazzino è pieno
e i pacchi li portano sul treno.
Lavoro di donna, di Maya Angelou
Ho dei bambini cui badare
vestiti da rattoppare
pavimenti da lavare
cibo da comprare
poi, il pollo da friggere
il bambino da asciugare
un reggimento da sfamare
il giardino da curare
ho camicie da stirare
i bimbetti da vestire
la canna da tagliare
e questa baracca da ripulire
dare un’occhiata agli ammalati
e raccogliere cotone.
Risplendi su di me, sole
bagnami, pioggia
posatevi dolcemente, gocce di rugiada
e rinfrescate ancora questa fronte.
Tempesta, spazzami via di qui
con una raffica di vento
lasciami fluttuare nel cielo
affinché possa riposare.
Cadete morbidi, fiocchi di neve
copritemi di bianco
freddi baci ghiacciati
lasciatemi riposare questa notte
Sole, pioggia, curva del cielo
montagne, oceani, foglie e pietre
bagliori di stelle, barlume di luna:
siete tutto quello che io posso dire mio.
Il lavoro, di Samuel Smiles
Non vi è per l’uomo pane più saporito
di quello che egli si procura
con il proprio lavoro fisico e intellettuale.
Né vi è bene che non possa
essere acquistato con lavoro,
né soddisfazione che non possa
essere data dal lavoro.
Il Superbonus 110% funziona. E la conferma arriva dai dati.
Sono, infatti, 4.971 le nuove imprese edili nate tra luglio e settembre grazie a questa misura e a dirlo è la rilevazione di Unioncamere-Infocamere, secondo cui l’agevolazione per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza antisismica “consente al sistema imprenditoriale italiano di tenere le posizioni, aumentando di quasi 24mila unità rispetto al trimestre precedente”.
Unioncamere ribadisce che il Supebonus gioca un ruolo cruciale sulla vitalità del settore delle costruzioni “che, tra luglio-settembre, si segnala per un incremento dello 0,6% su base trimestrale, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2019”. I tre quarti di questa crescita, che riguarda ben 3.691 imprese, sono legati “alle piccole realtà individuali, agli specialisti nelle attività di impiantistica e di finitura degli edifici e ai posatori di infissi”. Un fermento che promette di non fermarsi a questi numeri, dal momento in cui siamo ancora agli albori dell’applicazione del Superbonus. A giovarne sarà anche l’indotto, con i produttori dei materiali per l’isolamento, degli infissi e dei pannelli solari in prima fila.
La seconda conferma, arrivata proprio nei giorni scorsi, riguarda il sondaggio commissionato da Facile.it, secondo il quale più di 21 milioni di italiani, l’equivalente di oltre 9 milioni di famiglie, hanno intenzione di utilizzare il Superbonus 110%. Di questi, ben 11,7 milioni di italiani (il 55%) lo faranno per il condominio in cui risiedono, mentre il 29,3%, pari a 6,2 milioni di individui, lo utilizzerà per la casa unifamiliare di residenza. Oltre 2 milioni di persone useranno, invece, la maxi agevolazione per la loro seconda casa.
L’obiettivo è quello di raggiungere la stragrande maggioranza dei 14 milioni di famiglie che vivono nel milione di palazzi condominiali stimati sul territorio nazionale, oltre che i tanti – soprattutto al Sud – che vivono in abitazioni indipendenti.
Il Superbonus porterà benefici enormi in termini di risparmio energetico e dunque economico: basta considerare che l’82% dei condomini è stato costruito prima della Legge 10 del 1991, la prima vera legge italiana sull’efficienza energetica, e che il 98% è in classe energetica dalla G alla C. I lavori di efficientamento agevolati dal bonus (il 58,2% di chi farà i lavori opterà per il cappotto termico) faranno fare un balzo in avanti alla qualità e al valore di queste abitazioni, consentendo all’edilizia di ripartire e di fare sempre più da traino alla ripresa.
Con il Superbonus 110%, guadagnano le famiglie, l’economia e l’ambiente!
I ragazzi che si amano (Jacques Prévert, 1900-1977)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
I figli (Kablin Gibran, 1883-1931)
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.
I giusti
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
(Jorge Louis Borges)