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giovedì, settembre 16, 2021

Elezioni comunali 2021

 Questa mattina nella Galleria Umberto I abbiamo tenuto la conferenza stampa di presentazione del nostro programma elettorale e della nostra lista con la quale ci presentiamo alle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre a Napoli.


Dateci fiducia, noi non ci arrenderemo mai.


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martedì, settembre 07, 2021

Elezioni Napoli 2021

 ðŸ‘¥ðŸ‘¥ðŸ‘¥ UN ESERCITO DI CANDIDATI ALL’INSEGNA DEL TRASFORMISMO: È TEMPO DI MANDARLI TUTTI A CASA.


Dopo una rapida occhiata alle liste elettorali dei nostri avversari, sono ancora più convinto che con Napoli in Movimento - No Alleanze / Municipalità 10 abbiamo fatto la scelta giusta. Passaggi da destra a sinistra, da sinistra a destra, dall’arancione ad altre – più convenienti – sfumature di colore, nemici giurati ora uno accanto all’altro, personaggi della vecchia politica di punto in bianco diventati pentastellati. Insomma, un’armata Brancaleone di migliaia di candidati a fronte di pochi seggi in palio, che dà la misura di quanto perverso sia il sistema delle coalizioni per convenienza.


Noi corriamo da soli, e ne andiamo fieri. Non perché ci sentiamo migliori degli altri o portatori unici di verità, ma semplicemente perché attualmente il panorama politico della nostra Città e della nostra Municipalità non lascia spazio a nessuno che non graviti attorno a partiti o esperienze di apparato. Realtà con le quali non abbiamo e non vogliamo avere nulla a che fare, perché complici in un modo o nell’altro del disastro amministrativo nel quale ci troviamo.


C’è solo un modo per costruire insieme il cambiamento: MANDIAMOLI TUTTI A CASA!

giovedì, agosto 26, 2021

Napoli in movimento


 Napoli in movimento non alleanza 

mercoledì, agosto 11, 2021

M5S

 Il Movimento 5 stelle non esiste più: chi sperava in un’altra politica in Italia ora è orfano


(Ivo Mej – ilfattoquotidiano.it) – 


Tutto è compiuto. Il Movimento 5 Stelle non esiste più. Al suo posto uno dei tanti partiti italiani, con un suo padrone e una sua nomenclatura. Questo nuovo partito del professor Conte si ispira ad un non ben identificato ‘progressismo’ che potrebbe tranquillamente farlo confluire nel Pd. Speriamo il prima possibile.


Non c’è più traccia della democrazia dal basso sognata da Gianroberto Casaleggio, non più una delle 5 stelle iniziali di quello che rappresentarono il Movimento: acqua pubblica, ambiente, mobilità sostenibile, sviluppo e connettività per tutti i cittadini. Cosa sono diventate nel ‘Partito di Conte’? Aria fritta, propria della retorica democristiana che anima ogni discorso del professore pugliese: ecologia integrale (che vuol dire?), giustizia sociale (ah, bello!), innovazione tecnologica (che ci sta sempre bene) ed economia eco-sociale di mercato (mica possiamo inimicarci i turboliberisti della Confindustria!). Manca solo la pace nel mondo e la lista delle ovvietà utopiche saprebbe completa.


Chissà chi ricorda per quali motivi abbiamo invece eletto i vari Di Maio & C. al parlamento italiano. Nel programma elettorale del 2013, registrato presso il Ministero dell’Interno l’8 gennaio dello stesso anno, si legge: “I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio” (proprio quello che è oggi il Partito di Conte); “Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualsiasi carica pubblica” (sì, ti saluto); “Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali” (manco la proposta); “Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla Scuola pubblica” (ce lo vedete Di Maio fare la voce grossa col Vaticano?). Sono solo alcuni delle decine di punti mai perseguiti da coloro che furono da noi eletti per dare applicazione a questo programma.


Ma eravamo all’opposizione. Vero, allora vediamo il programma del 2018, visto che poi da allora siamo andati al Governo: “Via 400 leggi inutili!” (stiamo aspettando con ansia); “Investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale per creare nuovi lavori e nuove occupazioni” (certo, per i ‘portavoce’); “Riduzione aliquote Irpef” (ve ne siete accorti?); “50 miliardi in innovazione, energie rinnovabili, manutenzione del territorio, adeguamento sismico” (c’è solo il complicatissimo bonus del 110% dalla sorte già segnata); “Stop al business della immigrazione e rimpatri immediati per gli irregolari” (ahahaha!).


Di tutte le decine di punti presentati solo il Reddito di Cittadinanza è stato ottenuto e mantenuto. Ma abbiate pazienza: l’alleato Draghi ci metterà poco a liberarsi anche di questo, come ha fatto in cinque minuti con la cancellazione della prescrizione di Bonafede. Con l’avallo del fu Movimento tutto.


Quindi quelli come me non sono più del Movimento 5 Stelle? No, è il Movimento 5 Stelle che non è più rappresentativo del sottoscritto e di tutti i milioni di cittadini che avevano creduto in ideali, sogni e speranze di un grande visionario.


Approfitto anche della occasione per tranquillizzare tutti coloro che si sono ultimamente tanto preoccupati perché un giornalista si è dichiarato apertamente iscritto al Movimento. Prescindo dalle decine di giornalisti eletti nelle file di tutti i partiti italiani, ma sottolineo invece che uno degli ideali cui avevamo creduto come cittadini, prima di ogni altra appartenenza sociale, era la trasparenza. Trasparenza. Una parola che nell’etica di moltissimi colleghi apparentemente ‘indipendenti’ non esiste. Siamo tutti schierati. Alcuni in modo grottesco (diversi fanno i direttori, ovviamente) e hanno la funzione – loro sì – di portavoce di qualche padrone. Altri perché credono davvero in alcuni ideali.


Chi ha pensato che un’altra politica in Italia fosse possibile con il Movimento 5 Stelle adesso è orfano. Speriamo non per molto. Sarebbe la fine di ogni speranza di avere un giorno un Paese migliore, più democratico e giusto.

venerdì, luglio 23, 2021

Dibba

 Non vi fate prendere per il culo. Non è in atto nessuna guerra tra giustizialisti e garantisti. Sono scemenze propagate da partiti e giornali (che hanno spesso gli stessi padroni). Banalmente è in atto l'eterno tentativo di una classe politica indecente di salvare ladri, malfattori e amici dei mafiosi.


Soltanto ieri Forza Italia ha realizzato una doppietta degna del miglior Van Basten. Condannati (in appello) per concorso esterno in associazione mafiosa Cosentino e D'Alì. Il primo a 10 anni di carcere per essere stato un referente politico dei Casalesi, il secondo a 6 anni per essere stato a disposizione di Matteo Messina Denaro, il ricercato numero uno in Italia. Il bello è che la lista dei latitanti e il piano ricerca sono responsabilità del Ministero dell'interno. E dove ha fatto il Sottosegretario D'Alì? Al Ministero dell'interno. Roba da Colombia degli anni di Escobar. I due vanno a migliorare il palmares di Forza Italia, il partito che più combatte a favore della salva-ladri del Ministro delle menzogne Cartabia, una legge, lo ricordo, approvata da tutti i ministri, grillini inclusi. D'Alì e Cosentino entrano nel pantheon di Forza Italia. Pantheon dove è presente Marcello Dell'Utri, fondatore del partito e condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Dove è presente Cesare Previti, altro fondatore del partito, ex-Ministro della giustizia, condannato per corruzione in atti giudiziari (corruzione di giudici, e poi parlano di buona giustizia). Dove è presente lo stesso Berlusconi, condannato per frode fiscale, nonché finanziatore di Cosa nostra.


Ebbene dovete sapere che con la riforma Cartabia Cosentino e D'Alì, per esempio, non sarebbero stati condannati. Non sarebbe successo nulla a chi (secondo una sentenza di appello) era referente dei Casalesi o a disposizione di Matteo Messina Denaro. Capite o no perché partiti e alcuni giornali (che appartengono a politici o a soggetti che hanno avuto o hanno problemi con la giustizia) insistono su questa riforma sostenendo la stronzata che senza l'approvazione di questa porcata non arriverebbero i soldi dall'Europa? E capite perché Renzi, che ha problemi con la giustizia, o Salvini (non lui personalmente ma la Lega e diversi suoi esponenti hanno problemi) insistono?


Si chiama voglia di impunità. Roba vecchia ritornata di moda oggi che stanno accadendo molte cose. Forza Italia è tornata al governo (aricomplimenti per chi, colmo di abbondante colla vinilica, l'ha permesso o ci governa assieme). Salvini vuole federarsi con FI magari coinvolgendo Renzi. E tutti hanno riscoperto questo ipocrita garantismo che puzza solo di interesse personale. Esistono i casi di malagiustizia e sono terribili. Esistono, ahimè, in tutto il mondo. Quello che non esiste in tutto il mondo è la sistematica violazione dei diritti delle vittime. Gli "Abele" nel nostro Paese, soprattutto se hanno subito un torto dai potenti, raramente ottengono giustizia. In Italia in galera ci finiscono i poveri Cristi, i colletti bianchi quasi mai. E ora che in molti erano terrorizzati dalla riforma Bonafede, hanno ripreso la strada dell'impunità. Anche per questo ho insistito affinché il Movimento non entrasse in questo stomachevole assembramento. Ora i nodi vengono al pettine. Mi auguro che il gruppo parlamentare sia intransigente, che non si accontenti di ridicole modifichette buone solo a scrivere esultanti quanto falsi comunicati stampa. Insisto, nonostante appaia paradossale, se il Movimento fosse fuori dal governo, con la forza parlamentare che ha, eviterebbe schifezze molto di più che sedendosi di fianco di certa gente!

domenica, luglio 18, 2021

Tommaso Merlo

 Gli iscritti del Movimento potrebbero anche votare “no” al presidente in pectore Conte. Sarebbe un clamoroso colpo di scena, un sussulto d’orgoglio dei legittimi proprietari del Movimento e cioè dei cittadini comuni. Un “no” improbabile ma possibile. Del resto se Conte vuole continuare a fare politica e guidare i suoi fans verso nuovi lidi ha tutto il diritto di farlo, non si capisce però il perché il Movimento debba venire snaturato. Non ha senso. Che si faccia il suo partitino personale, si circondi di fedelissimi e buona fortuna. Il Movimento era un’altra cosa. Era una comunità senza nessun “presidente” depositario di chissà quale linea e perfino senza dirigenti. Una comunità di cittadini alla pari a cui spettava designare la linea attraverso una partecipazione sempre più fitta e diretta. I vertici del Movimento hanno cambiato idea strada facendo? Bene, allora che se ne tornino a casa loro e si ricandidano proponendo il loro nuovo partito. Non è giusto che usino il voto di chi ha creduto nel Movimento per fare altro, si tratta di quel famoso “scippo di democrazia” contro cui il Movimento ha sempre lottato. Alle ultime elezioni milioni di persone hanno votato per un modello ben preciso e per una linea di cambiamento radicale che tra le altre cose prevedeva di stare alla larga da governi tecnici e da inciuci addirittura con Berlusconi e compagnia bella. Il voto dei cittadini va rispettato. È una questione di correttezza democratica. Non è giusto che una volta nei palazzi i politicanti si sentano legittimatati a fare e disfare di testa loro col voto ricevuto. Con l’aggravante che il Movimento ha promosso per mesi Stati Generali finiti nel nulla e vi è stata addirittura una votazione degli iscritti che ha deciso per una leadership condivisa, altro che salvatori della patria. Per questo il “no” a Conte degli iscritti è improbabile ma possibile. Se gli iscritti voteranno “no” sarà un colpo di scena e sussulto d’orgoglio che porterebbe all’uscita di scena del presidente in pectore ma anche del garante e di tutta la fantomatica classe dirigente del Movimento. Un “no” possibile ma improbabile anche perché strada facendo la comunità del Movimento si è frammentata e intossicata. Troppi errori madornali, troppe ambiguità, troppi compromessi e retromarce e litigi. Vecchia egopolitica altro che nuovi corsi. Stesse parole vuote, stesse cravatte, stesse risse. Come terrorizzato da quei sondaggi che aveva sempre detto di voler ignorare, il Movimento si è dissolto nei palazzi e alla fine si è aggrappato disperatamente a Conte per restare a galla. Invece cioè di fermarsi a riflettere e tornare se stesso, il Movimento si è come arreso tradendo le sue origini. Una assurdità. Nessuno nega che Conte sia stato un buon presidente e che spicchi nell’agghiacciante mediocrità della classe politica italiana, ma se Conte è emerso ed è riuscito a realizzare tanto da Premier, lo deve proprio alla peculiarità del Movimento. Alla forza di quel modello e all’entusiasmo di quei cittadini entrati nei palazzi, lui è stato solo un finalizzatore e poteva benissimo continuare a dare una mano senza stravolgere il progetto. Mettersi a scimmiottare i partiti che hanno rovinato l’Italia non è cambiamento, ma una insensata involuzione. Un tornare indietro. Davvero una assurdità. Se il Movimento avesse fallito, la sua metamorfosi avrebbe anche avuto qualche ragione, ma siccome il Movimento è stato l’esperienza politica più benefica degli ultimi decenni – almeno finché è rimasto fedele a se stesso – snaturare il progetto non ha nessun senso oltre ad essere ingiusto e non democratico. Vedremo se gli iscritti faranno saltare tutto o meno. Improbabile ma ancora possibile, del resto un conto sono i numerosi e accaniti fans di Conte sparsi per lo Stivale, un conto gli iscritti e cioè quello che rimane dello zoccolo duro. Finora i big del Movimento hanno sempre vinto, gli è sempre bastato qualche post di campagna elettorale a blog unificati per far prevalere la loro linea. Vedremo se avranno la meglio anche questa volta oppure se prevarrà uno storico “no”. Sarebbe un clamoroso colpo di scena, un sussulto d’orgoglio che restituirà il Movimento ai suoi legittimi proprietari e cioè ai cittadini comuni oltre che al paese intero.


Tommaso Merlo

domenica, luglio 11, 2021

Tommaso Merlo

 Non esiste opposizione in Italia, non esiste vera democrazia. Il popolo è stato tradito per l’ennesima volta. Nel 2018 ha votato per il cambiamento e si ritrova una feroce restaurazione. Gli stessi partiti, le stesse caste, le stesse logiche di sempre. I politicanti e la stampa lobbistica al seguito si meriterebbero i Gilet Gialli. Col mega inciucio draconiano i vecchi partiti hanno smesso di far finta di litigare dimostrando di essere vuoti cartelli elettorali in competizione per il potere. Nulla più. Destra e sinistra oggi più che mai dimostrano di essere sfumature diverse dello stesso pensiero unico. L’unica forza politica alternativa era il Movimento e per questo è stato sempre brutalmente massacrato. Alla fine sono stati accontentati grazie alla sua inspiegabile implosione. Si meriterebbero tutti i Gilet Gialli. Il Movimento era infatti una forza assolutamente pacifica che ha raccolto il profondo malcontento popolare e lo ha convogliato democraticamente nei palazzi. Un cristallino sussulto democratico trattato dalla vecchia politica e dai loro sodali della stampa lobbistica peggio di una banda di criminali e che oggi continuano ad umiliare senza pietà. Si meriterebbero davvero i Gilet Gialli. La pandemia ha resettato le priorità dei cittadini ma quando l’onda lunga della crisi colpirà, la frustrazione popolare si risolleverà ancora più veemente di prima e con essa l’ansia di cambiamento. A quel punto però non troverà nessuna forza politica a rappresentarla. Troverà solo vecchi partiti e politicanti a caccia di poltrone, minestre riscaldate senza nessuna credibilità, sfumature diverse dello stesso pensiero unico. Una situazione che potrebbe degenerare. Checché ne pensino i restauratori, infatti, se i cittadini hanno schifato la vecchia politica non torneranno mai più a votarla. Coloro che si sono emancipati ed evoluti, non metteranno mai la retromarcia. Quello che sperano i vecchi politicanti e i loro sodali della stampa lobbistica è l’astensione di massa come avviene già in molti paesi, una democrazia in cui vota solo una minoranza di conformisti e retrogradi che ancora abbocca alla loro propaganda. Una minoranza che stando al gioco gli garantisce continuità, con partiti e politicanti che fan finta di litigare e si scambiano le poltrone ad ogni tornata. Senza che nulla cambi davvero. Una conservazione di sistema. Per farsi ascoltare o il popolo emancipato ed evoluto si arrende e sta a casa a farsi gli affari propri oppure indossa il gilet giallo. In questo scenario Di Battista e tutti i portavoce del Movimento che riescono ancora a vedere al di là del proprio misero destino personale, possono giocare un ruolo storico. Dare cioè voce ai milioni di elettori che il Movimento ha perso per strada e unire i cocci dell’inspiegabile implosione. In modo da raccogliere i contenuti politici che il Movimento ha tradito, in modo da ridar vita ad una vera opposizione e quindi ristabilire una vera democrazia. 

Tommaso Merlo

mercoledì, giugno 30, 2021

Beppe Grillo

 #m5s #maestrosm #elevato

Un consiglio non richiesto, la porta è aperta, tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile, tranne Beppe Grillo.


Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio e sulla mia permanenza nel MoVimento. 

In alto i cuori

venerdì, giugno 04, 2021

M5S


 Siamo la parte lesa 

venerdì, aprile 30, 2021

Rousseau

 Rousseau in futuro sarà uno spazio di confronto e di offerta politica laico, trasversale e aperto a tutti quei cittadini che intendano portare avanti le proprie battaglie all’insegna del civismo inclusivo. 

Stiamo assistendo già da tempo ad un mutamento radicale del modo di fare politica. 

Le generazioni future vivranno in una società nella quale l’idea stessa di partiti e movimenti come li conosciamo oggi sarà superata. La politica sarà basata su una estrema personalizzazione degli interessi civici individuali e sulle battaglie che i singoli cittadini costruiranno dal basso. Con Rousseau intendiamo lavorare affinché queste battaglie e questi progetti civici trovino la loro massima realizzazione grazie alle potenzialità del digitale e agli spazi di partecipazione che andremo a costruire.

Vogliamo ringraziare di cuore tutti i referenti delle funzioni di Rousseau che in questi anni hanno riconosciuto la centralità del modello di democrazia diretta e partecipata promosso da Rousseau e che hanno lavorato affinchè gli iscritti al MoVimento 5 Stelle potessero partecipare al processo legislativo, alla creazione di iniziative, alla condivisione di atti e buone pratiche a tutti i livelli istituzionali, alla formazione continua sui temi rilevanti della politica italiana ed europea.

Un grazie sentito a:

– Vittoria Baldino, referente Scudo della Rete

 Francesco Berti, referente Lex Iscritti

– Davide Bono, referente Lex Regioni

– Massimo Bugani, referente Sharing

– Marco Croatti, referente Portale Eventi

– Manlio Di Stefano, referente Lex Parlamento

– Giorgio Fede, referente Lex Parlamento

– Barbara Floridia, referente e-Learning

– Andrea Liberati, referente Lex Regioni

– Anna Macina, referente Lex Parlamento

– Mariassunta Matrisciano, referente Lex Iscritti

– Marco Piazza, referente Sharing

– Paola Taverna, referente Portale Eventi

I futuri referenti di funzione non saranno individuati all’interno di una determinata e specifica formazione politica, ma saranno cittadini impegnati nel portare avanti progetti di cittadinanza attiva e nell’immaginare metodi sempre più innovativi per coinvolgere le persone nei processi decisionali e di strutturazione di soluzioni concrete ai problemi della nostra società. 

In questi mesi abbiamo visto, grazie al percorso degli Ambasciatori della Partecipazione promosso dalla Rousseau Open Academy per tre mesi e finalizzato all’acquisizione di strumenti operativi e culturali per diffondere la cultura della cittadinanza digitale, quanto le persone desiderino fortemente essere ancora protagoniste attive del cambiamento.

Crediamo che la formazione continua e l’esempio siano imprescindibili per aumentare l’incisività dei cittadini sull’azione politica. Saranno quindi loro e tutti coloro che vorranno spendersi in prima persona a diventare i futuri promotori della cittadinanza attiva e digitale.


mercoledì, aprile 28, 2021

Eventi


 Meetup 

venerdì, aprile 23, 2021

Rousseau

 L’Associazione Rousseau cambia strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile. In questi 15 mesi abbiamo sollecitato costantemente la risoluzione delle criticità. Per otto lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento così come indicato dagli iscritti attraverso il voto.

Abbiamo cercato, in ogni modo, di mantenere forte quel rapporto speciale che ha permesso ad una forza politica di diventare protagonista della storia del nostro Paese e di portare nelle istituzioni migliaia di cittadini con l’elmetto. 

Ma stare insieme deve essere una scelta reciproca e deve presupporre rispetto e assunzione di responsabilità da ambo le parti. E questo, purtroppo, non si è verificato. 

Per questo, a fronte dell’enorme mole di debiti cumulati dal MoVimento 5 Stelle nei confronti dell’Associazione Rousseau e della decisione di chi ritiene di essere il gruppo dirigente del MoVimento di impartire ai portavoce un invito diretto a violare espressamente lo Statuto stesso del MoVimento, omettendo di versare, già dal mese di aprile, il contributo stabilito per i servizi erogati, questa mattina abbiamo dovuto comunicare a tutto il personale di Rousseau che siamo costretti ad avviare le procedure per la cassa integrazione. 

Oggi non è più possibile, infatti, sostenere le spese necessarie per il personale che lavora quotidianamente ai 19 servizi di cui il MoVimento 5 Stelle usufruisce.

Nonostante tutto, noi seguiteremo – nel limite del possibile e per rispetto verso tutte le persone che credono nel progetto – a fare la nostra parte onorando i nostri impegni, come sempre. A tal fine, manterremo la piattaforma attiva applicando ovviamente pesanti ridimensionamenti. 

Da parte nostra, proseguiremo nell’onorare i patti fino a che non siano consensualmente modificati da soggetti legittimati a farlo, nel rispetto delle regole che la comunità del MoVimento ha deciso di darsi.

Nei prossimi giorni comunicheremo con trasparenza – sia agli attivisti che ai portavoce che sono tenuti ancora oggi a contribuire al sostentamento di questi stessi servizi – le modalità attraverso cui svolgeremo queste attività. 

La situazione è difficile e ci lascia ingiustamente sulle spalle un peso enorme, ma la nostra missione non si fermerà.

Rousseau è nato molto prima del MoVimento stesso. Non aveva ancora il nome di Rousseau, ma era ed è stato, negli anni il metodo che ha guidato tutto il percorso di nascita, crescita ed evoluzione del MoVimento 5 Stelle. Oltre 15 anni di vita insiemeattraverso i quali le competenze, l’innovazione e la professionalità sono state messe a disposizione, molto spesso in modo totalmente gratuito, per costruire un’organizzazione innovativa, orizzontale, efficiente, centrata sui cittadini e soprattutto unica nel panorama politico italiano e non solo.

La visione di Gianroberto è chiara e noi la porteremo avanti. Ci impegneremo, infatti, ancora di più e in tutte le forme che saranno necessarie, affinché le sue idee continuino a camminare sulle gambe di coloro che vorranno esserci. 

Partiremo con un nuovo progetto e con nuovi attori protagonisti, ma non sarà facile. Dovremo risolvere tutti i pesanti problemi economico-finanziari che ci sono stati addossati e trovare strategie di sostenibilità per il futuro.

Rousseau diventerà uno spazio aperto, laico e trasversale. Uno spazio per dare voce a tutti coloro che vorranno aggregare persone attorno a battaglie, temi o proposte. Uno spazio che ha l’ambizione di realizzare la più grande “lobby” dei cittadini attivi.

Lavoreremo per costruire un potente media civico che sia in grado di attivare, da una parte, concrete azioni di partecipazione attiva e di cittadinanza digitale e dall’altra, di incubare quelle nascenti composizioni civiche che diventeranno protagoniste dello scenario politico del futuro.

Dal 2005 abbiamo innovato la politica italiana anticipandone le traiettorie con modelli organizzativi alternativi, basati sull’utilizzo della rete e in grado di rendere anacronistiche le strutture partitiche esistenti e legate allo scorso secolo. Oggi, siamo di fronte ad un rovesciamento di paradigma che rende anche i movimenti, per come li conosciamo, basati su un’idea di società ancorata ai primi anni dieci del duemila.

Il futuro della politica si giocherà su un campo totalmente diverso e, anche a seguito della pandemia globale, avrà forme relazionali e organizzative totalmente differenti da quelle attuali. 

Le future strutture sociali e politiche saranno sempre più interdipendenti da una infrastruttura globale creata dalle piattaforme digitali. La creazione di queste ultime definirà, infatti, le modalità di distribuzione del potere dei cittadini non solo in ambito civico e politico, ma anche statuale. La logica e i meccanismi di funzionamento di queste piattaforme disegneranno i futuri spazi di partecipazione nell’attuale Platform Society ed è fondamentale, già da oggi, comprendere e progettare in modo che vengano promossi valori finalizzati a favorire il bene comune e collettivo.

Le nuove generazioni andranno oltre i partiti e i movimenti. Costruiranno un’identità collettiva e politica che sarà disegnata su una estrema personalizzazione degli interessi civici individuali e sulle battaglie che i singoli cittadini costruiranno dal basso.

Parallelamente a questo piano orientato al futuro dei prossimi anni, continueremo ancora oggi a rispettare le promesse fatte a tutti coloro che, in questi anni, hanno creduto nell’idea di movimento come possibilità di coinvolgimento attivo. Sentiamo una profonda responsabilità verso ognuno di loro. 

Lavoreremo, quindi, per mantenere il percorso civico costruito in questi 15 anni affinché quel principio di piramide rovesciata, nella quale crediamo profondamente, mantenga la sua forza. Ci impegneremo per individuare soluzioni necessarie per sviluppare le sedi digitali tematiche e territoriali che abbiamo progettato con gli attivisti, ma anche per dare seguito alle iniziative disegnate in questi tre mesi straordinari con gli Ambasciatori della Partecipazione. 

Ci siamo e ci saremo. Nelle prossime settimane incontreremo tutti coloro che vorranno costruire il futuro insieme a noi e con loro progetteremo i passi successivi.

Sinceramente, non avremmo mai immaginato di dover vivere una situazione di questo tipo. E’ avvilente dover mandare in cassa integrazione le persone che, in questi anni, hanno lavorato con sacrificio e dedizione assoluta per consentire ad altri di entrare nelle istituzioni e dovergli dire che il motivo di tutto questo è la mancanza di rispetto delle regole e di quei principi etici e morali che sono alla base del progetto, per il quale quelle stesse persone sono entrate nelle istituzioni.

Abbiamo pensato fino all’ultimo che si sarebbe usciti dall’ambiguità e dal cerchiobottismo per risolvere i problemi in modo concreto, ma non è successo. 

Sarà un futuro difficile e in salita, ma coerente, sfidante e intellettualmente onesto come siamo sempre stati.

Oggi siamo a terra, ma ci rialzeremo perché noi siamo MoVimento.

 


giovedì, aprile 22, 2021

martedì, aprile 20, 2021

Legge


 Legge

mercoledì, aprile 07, 2021

M5S


 Napoli 2016

giovedì, aprile 01, 2021

Europa


 Nando un caro amico

mercoledì, marzo 24, 2021

Uniti


 Insieme 

domenica, marzo 21, 2021

Dirette


 Dirette 

sabato, marzo 20, 2021

Finanza

 August Belmont, finanziere di origine prussiana, arrivò a New York nel 1837 e guadagnò una fortuna come agente dei Rothschild. Anche se la sua ricchezza gli aprì le porte della società alla moda di New York, venne sempre considerato un outsider a causa delle sue origini giudaiche. Quando un comitato rifiutò a Belmont un invito al BalloCittadino, il finanziere scrisse loro: 'Ho controllato i conti correnti di voi gentiluomini: o mi fate avere un invito all'evento, o altrimenti il giorno dopo l'evento ognuno di voi sarà un uomorovinato'. Belmont ottenne così il suo invito al ballo; sfortunatamente, non vi era nessun altro presente.”

venerdì, marzo 12, 2021

Berlinguer

 I giovani e la giustizia

"Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia".