martedì, settembre 05, 2023

Barbara Lezzi

 Seguitemi in questa storiella.

Un Parlamentare, di prima mattina, si reca nel suo ufficio e scrive un bell'emendamento sul decreto che stanno discutendo. Propone che vengano aumentate le pensioni per i disabili. A questo punto, gli uffici della camera di appartenenza gli fanno presente che, in osservanza dell'art. 81 della Costituzione, deve indicare le coperture altrimenti non se ne fa niente. Il Parlamentare non si scoraggia ed indica un fondo del bilancio da cui attingere i soldi necessari per questa misura di civiltà.
A questo punto, dopo la presentazione nella commissione di merito, inizia l'iter nella commissione bilancio. L'esponente di governo del Ministero dell'economia fa presente al Parlamentare che dovrà bocciare l'emendamento ex art. 81. Ma come?!? Il Parlamentare difende la sua proposta e fa notare di aver indicato la copertura. Niente da fare, non è certo che il fondo sia sufficiente. Il Parlamentare non si dà per vinto e chiede una relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato. Viene accolta la richiesta e, dopo qualche giorno, arriva la relazione tecnica firmata dal Ragioniere dello Stato che, in base a dati oggettivi, certifica che il costo della proposta è X e che le risorse indicate a copertura non sono né adeguate né sufficienti. Non si può fare.
Il Parlamentare insiste e presenta in Aula il suo emendamento bocciato in commissione. Al momento del voto, il Presidente del Senato dichiara solennemente che l'emendamento viola i principi costituzionali sul pareggio di bilancio ma, su ferma volontà del Parlamentare proponente, si avvia ugualmente la procedura chiedendo all'Aula l'autorizzazione a votare un emendamento incostituzionale. Ci vuole un certo numero di voti favorevoli per ottenere il via libera al voto della proposta. Grande il nostro Parlamentare, ha conquistato l'autorizzazione a votare il suo emendamento!!! E viene anche, incredibilmente e insperatamente, approvato malgrado tutte le carenze. Tutto questo lavoro viene rifatto nella seconda camera del Parlamento.
All'approvazione definitiva, però, si incontra un altro scoglio. Il Presidente della Repubblica, acquisito il parere della Ragioneria e sentiti i tecnici del Quirinale, rinvia il decreto in Aula per palese conflitto con una prescrizione costituzionale e chiede che venga stralciata la norma che non è supportata dalle indispensabili coperture economiche.
Tutto questo avviene con procedure più o meno simili con i decreti e disegni di legge del governo.
È accaduto tutto questo quando si è approvato il super bonus? No.
È andato tutto liscio come l'olio, semaforo verde dai tecnici delle Camere e, soprattutto, della Ragioneria dello Stato. Ma pare che il super bonus abbia generato un buco tragico nei conti. E allora? Beh, di fronte a cotanta incompetenza accertata e certificata, seppur metaforicamente, la testa del Ragioniere deve rotolare lontano lontano. Non può più custodire i conti, ha perso l'autorevolezza per farlo. E invece no. Arrivata a scadenza la nomina del Ragioniere, a gennaio scorso, Giorgetti gli rinnova la fiducia e gli conferma l'incarico.
Quindi?!? Ci spieghino come stanno le cose. Stanno, forse, cercando pretesti per dirci che hanno vinto le elezioni con un oceano di balle? Stanno scaricando la colpa della loro incapacità sul passato? Siamo noi ad avere il mal di pancia ascoltando un ministro che avrebbe potuto agire per tempo dal momento che era anche nel governo Draghi!
N.B. Nel dicembre del 2021, proposi un emendamento per uscire dal super bonus in maniera progressiva e indolore perché la misura non poteva reggere così com'era nata in un contesto molto particolare. La mia proposta venne bocciata da tutti, compresi Lega e FDI. Ora ne rispondano anziché piagnucolare.

Nessun commento: