martedì, gennaio 02, 2024

Nando Pennone 2015

 Non ci vado più…

Prima e ultima volta che vado ad ascoltare un’udienza del processo ai vertici della Bagnolifutura… troppo rischioso per me! Tra il disgusto e la rabbia potrei perdere il controllo e rischiare una denuncia per oltraggio alla Corte o per resistenza a Pubblico Ufficiale…

Il fatto è che certe testimonianze lasciano proprio di stucco.

Come si fa a rimanere tranquilli ascoltando cosa è realmente accaduto in quei tristi anni che vanno dal 2005 in poi, mentre tutti speravano che si stava finalmente bonificando il sito dell’ex area industriale di Bagnoli!

In pratica, ecco cos’è stato detto dal RUP di Bagnolifutura che aveva il compito di seguire il processo di bonifica: Nel 2005 ci fu una sospensione dei lavori di bonifica in quanto non si sapeva dove andare a conferire gli “inerti” derivanti dalla bonifica del terreno; nel progetto approvato e messo in gara, quegli inerti dovevano essere smaltiti nella discarica di Pianura (!), ma il Prefetto si oppose nettamente a tale soluzione; allora, si pensò di smaltirli vicino Formia e ci fu quasi una rivolta popolare. Fu a questo punto proposta in Conferenza dei Servizi una variante al progetto che prevedesse di depositare quegli “inerti” sotto il costone di Posillipo!

Ma se gli “inerti” erano davvero inerti, come mai la rivolta popolare e addirittura il prefetto che si opponeva all’utilizzo di una discarica comunale? La risposta sta nella seconda testimonianza di stamattina.

L’ex direttore dell’ARPAC (che nonostante fosse stato il responsabile di quella struttura per ben 5 anni, pareva avere una visione molto approssimativa dell’organizzazione che presiedeva) affermava infatti che, anche se esisteva una Convenzione tra l’ARPAC e Bagnolifutura per il controllo del processo di bonifica, in realtà tale controllo veniva effettuato molto sommariamente in quanto la stessa ARPAC possedeva quote azionarie della società incaricata dei collaudi. Non solo, l’approssimazione era tale che agli incontri periodici delle Conferenze di Servizio o delle varie Commissioni, causa carenze di organico, non partecipava un funzionario responsabile, ma un qualsiasi funzionario che fosse disponibile in quel momento! Inoltre vista la gran mole di controlli che dovevano essere fatti, considerando i volumi in gioco per un sito così grosso, il campionamento al 10%, che era di prassi, veniva fatto ad una percentuale molto inferiore…

Ecco perché nessuno si fidava di accettare quegli “inerti”! Troppa approssimazione, troppi legami tra controllore e controllato… e così gli scarti della bonifica dei suoli dell’ex area industriale di Bagnoli, sono finiti, almeno in parte, sotto il costone di Posillipo… un sito che oggi è riserva marina protetta… dove la Regione vuole farci il Parco naturalistico della Gaiola! Dove migliaia e migliaia di cittadini, per anni, hanno fatto comunque il bagno…

Ma come si fa a giocare così con la salute della gente! E di certo, nonostante l’intenzione degli avvocati difensori, la responsabilità di una pseudo-bonifica come quella non può essere addebitata al solo Direttore dei lavori o alla sola ditta che effettuava i collaudi… entità che, ad esempio, nella formulazione della Variante al contratto del 2006, non erano per niente state coinvolte…

I veri responsabili erano in quei tavoli… sedevano nelle Conferenze di Servizio… erano le stesse istituzioni che avrebbero dovuto proteggere e lavorare per la cittadinanza, mentre invece…

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