Putin, il Quarto Reich e la svolta
Putin e Xi si son goduti la parata della vittoria in una Mosca soleggiata. Sono 25 milioni mal contati i russi morti a seguito del secondo conflitto mondiale, i cinesi invece 15 milioni, il doppio dei tedeschi. Cifre impressionanti se si confrontano con quelle degli Stati Uniti intorno alle 400 mila sempre mal contate e a quelle europee. Berlino è stata liberata dall’Armata Rossa, non dai marines. La parata moscovita ci sta quindi eccome anche se oggi ha tutt’altro significato. La Cina è la nuova superpotenza mondiale e la Russia si conferma saldamente al suo fianco. Altro che isolarla e sconfiggerla, è sorto un solido blocco alternativo alla disastrosa egemonia occidentale. Alla parata Putin ha parlato dell’Ucraina ribadendo come la Russia abbia cercato di dialogare, ma la compagine Nato se n’è fregata fornendo all’ostile governo di Kiev armi e perfino infrastrutture militari. Davvero tragicomico. La propaganda occidentale ci racconta che ci stiamo difendendo da Putin, mentre Putin dice che si sta difendendo da noi. Col risultato solo tragico, di cumuli di cadaveri e di macerie e di miliardi sprecati in attesa di risedersi attorno ad un tavolo. Ma con Putin che si siederà da vincitore e col rischio di un accordo di pace provvisorio. Una pausa in vista del terzo conflitto mondiale. Perché sono cambiati gli equilibri. Mentre Putin e Xi si godono la loro nuova primavera e sognano la multipolarità, gli americani sono in vertiginoso declino e gli europei non riescono ad uscire dalla culla. E dopo decenni di guerre a vanvera, è difficile pensare che l’Occidente rinunci alla sua egemonia senza sparare un colpo. Classi dirigenti inette e in balia delle lobby della guerra potrebbero trascinarci inconsapevole verso la catastrofe e anche il pantano ucraino sembra una scusa per formare il Quarto Reich continentale. Fatti. Nonostante la disfatta anche strategica in Ucraina, il nuovo cancelliere tedesco ha appena confermato un piano di riarmo da 500 miliardi che prevede nuove forze specializzate, aumento degli effettivi e rilancio dell’industria bellica. Un riarmo che si aggiunge a quello europeo da 800 miliardi promosso da un’altra tedesca. Cifre folli e tutte le volte che la Germania si è riarmata, è finita molto male. E se non bastasse, è tornato a soffiare un vento nazionalista con folate addirittura neofasciste un po' ovunque. Con una Germania ancora vittima dei suoi sensi di colpa che censura partiti indigesti ed abbraccia l’Israele di Netanyahu e non vuole nemmeno sentire la parola genocidio. Gaza non è Auschwitz per Berlino che dorme serena mentre vengono sterminate perfino di fame donne e bambini innocenti. Rimarrà nella storia l’immagine dei poliziotti tedeschi panzuti che inseguono un bambino con la bandiera palestinese. Un Quarto Reich continentale con la Germania come perno e noi come storici alleati di ferro che invece di componenti per auto li produrremo per carrarmati. Del resto si sa, la guerra è sempre un ottimo affare soprattutto in periodi di crisi e alle ferree motivazioni politiche si sommano quelle economiche. Scenari da brividi con l’Europa in balia di insulsi tecnocrati a loro volta in balia di lobby belliche senza volto destinate ad arricchirsi a dismisura nei prossimi anni. Questo mentre le nuove generazioni scrollano scempiaggini ignare che saranno loro a finire in trincea pagando con la vita deliri altrui. Serve una svolta politica per evitare l’ennesima catastrofe prima che sia troppo tardi. La via della multipolarità indicata dalla Cina è la soluzione più intelligente. L’egemonia occidentale è stata un clamoroso fallimento storico e dobbiamo accettare che a questo mondo vi siano altre potenze con i loro legittimi interessi. E in caso di divergenze, dobbiamo imparare una volta per tutte ad affidarci esclusivamente alla diplomazia e ripudiare la guerra. La parata di Mosca celebrava anche la nostra vittoria, la fine di quel nazifascismo che imponeva la sua volontà con la violenza. Da quando grazie anche ai russi ce ne siamo liberati, stiamo vivendo il più lungo periodo di pace e sviluppo della storia europea. Buttare tutto al macero per il pantano ucraino o per i deliri egoistici di qualche lobby senza volto, è una follia. Altro che Quarto Reich continentale, serve una svolta politica per evitare l’autodistruzione e riprendere la strada pacifica e democratica tracciata nel dopoguerra prima che sia troppo tardi.
Tommaso Merlo
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