Politica e bambini morti di fame
Israele ammazza bambini dilaniandoli con le bombe ma anche con la fame facendoli morire lentamente ed impedendo ai più piccoli di crescere sani. Un orrore immane. In un mondo civile, la comunità internazionale sarebbe intervenuta da mesi con un embargo totale contro Israele e perfino militarmente per impedire ad un folle governo genocida di sterminare un popolo inerme. Un intervento per imporre il rispetto del diritto internazionale e dei valori su cui la comunità internazionale diceva e dice di fondarsi. Ed invece è successo l’impensabile, l’Occidente si è schierato dalla parte dei carnefici fornendogli copertura politica e mediatica e perfino le armi per compiere lo sterminio. Solo oggi, dopo mesi di sangue e coi bambini alla fame, alcuni politicanti occidentali accennano a qualche minima reazione. Davvero troppo poco e troppo tardi. La speranza è comunque che queste crepe tardive portino al crollo dell’omertà politica, del complice conformismo e delle manipolazioni propagandistiche in modo che il governo sionista israeliano ed i suoi complici rispondano davanti ai tribunali internazionali e alla storia delle vomitevoli atrocità commesse e in modo che l’ideologia sionista venga bandita come quelle del secolo scorso. Perché contano i fatti nella vita, non le chiacchiere. La tragedia di Gaza non è altro che la conferma plastica di cosa sia davvero il sionismo e in un mondo civile non ci deve essere spazio per certe porcherie. Lo avevamo deciso a seguito degli orrori della seconda guerra mondiale, con noi occidentali che colpevoli di stragi immani abbiamo dato vita alla comunità internazionale per prevenirle e per porvi rimedio. Ma nella vita contano i fatti che dicono come negli ultimi decenni noi occidentali siamo intervenuti inutilmente radendo al suolo paesi innocenti, mentre a Gaza dove un intervento era sacrosanto e cruciale, abbiamo preferito essere complici delle atrocità. Eventi che troveranno ampio spazio nei libri di storia anche perché i protagonisti non sono regimi totalitari come nel secolo scorso, ma cosiddette democrazie liberali. Con biblioteche colme di tomi sui diritti umani, con generazioni intere cresciute a pane ed olocausto, con corti ed istituzioni internazionali fondate per evitare che certe atrocità si ripetessero. Lo avevamo deciso a seguito degli orrori della seconda guerra mondiale che siamo tutti esseri umani ugualmente degni di diritti fondamentali inviolabili. Ed invece eccoci qui, sprofondati in uno dei baratri più squallidi della storia dell’umanità e col dovere di chiederci come è potuto succede. Uno dei motivi principali è la grave degenerazione della politica in tutte le democrazie occidentali. Una politica vittima di un cocktail micidiale fatto di faziosità ed ignoranza accecanti, di sudditanza ad un lobbismo sempre più invadente e ad un conformismo ed un arrivismo sempre più viscerali. Spetta infatti alla politica salvaguardare la comunità internazionale incarnandone i valori universali e rispettandone le istituzioni e le prerogative. E farlo con assoluta onestà intellettuale, trasparenza, competenza ed ispirati da un bene che è di tutti o di nessuno. Ed invece eccoci qua, dopo decenni di guerre a vanvera in giro per il mondo in nome della pace, della democrazia e dei diritti umani, la politica occidentale a Gaza si è messa a tifare rendendosi addirittura complice di un genocidio. E questo nonostante le società civili siano scese in piazza ovunque per chiedere di fermare la carneficina e nonostante le corti dell’ONU abbiano chiesto l’arresto dei leader israeliani e tutte le organizzazioni specializzate abbiano dimostrato fino alla noia gli atroci crimini commessi nella Striscia. Eventi da libri di storia e da cui cogliere una importante lezione. Al mondo ci sono e ci saranno sempre fanatici che partoriranno deliri ideologici e saranno disposti ad imporli con ogni mezzo, e quindi ieri come oggi l’umanità si deve dotare di strumenti internazionali utili a prevenire catastrofi e garantire diritti umani. Ci stavamo già provando ma tutto è finito sotto le macerie di Gaza tra le urla dei bambini affamati per colpa della degenerazione della politica in tutto l’Occidente. L’unico barlume di speranza viene dalla società civile indignata che è scesa in piazza ovunque, cittadini che quando diverranno classe dirigente potranno completare l’impresa di costruire un ordine più intelligente ed un mondo più civile in cui tutti gli esseri umani siano ugualmente degni di diritti inviolabili. Tutti, nessuno escluso.
Tommaso Merlo
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