venerdì, settembre 24, 2021

Alessandro Di Battista

 Nel silenzio (più o meno) generale è passata la riforma della giustizia Cartabia. È passata con i voti della Lega, partito che ha da anni problemi con la giustizia. È passata con i voti dell'indagato Renzi. È passata con i voti del PD, quel PD falcidiato da arresti e condanne nell'ultimo decennio. È passata con i voti di Forza Italia, partito fondato (tra gli altri) da un amico della mafia (Dell'Utri), un frodatore del fisco (Berlusconi) e da un corruttore (Cesare Previti). Ahimè è passata anche con i voti del Movimento 5 Stelle i cui esponenti un tempo cantavano onestà e consideravano modelli i vari Di Matteo, Gratteri, Davigo e Scarpinato ed oggi votano insieme a Francesco Paolo Sisto, Sottosegretario alla giustizia del governo dei migliori nonché avvocato proprio di Berlusconi.


Nei prossimi anni politici e colletti bianchi verranno salvati grazie al meccanismo dell'improcedibiltà contenuto nella riforma. Chi avrà denari per costosi avvocati si salverà, i poveri cristi no. Come negli anni '90, anni di ingiustizie, prescrizioni facili e leggi ad-personam. Oggi, nell'era dell'assembramento al governo, non sono più sufficienti le leggi ad-personam. La corruzione 2.0, quella che riguarda e che riguarderà l'intera classe politica (consulenze, assunzioni di parenti, conferenze strapagate e porte girevoli) è galoppante. Ergo era necessaria una legge non per uno ma per tutti. Un grazie a chi ha votato NO (non me lo scorderò) e un appello ai cittadini: "Quando verranno cancellati processi illustri (tra qualche anno) e dunque verrà calpestato il diritto delle vittime ad aver giustizia, ricordatevi di chi oggi ha scelto quel che gli è convenuto e non quel che era giusto".


Gian Piero Alloisio un giorno disse: "non temo Berlusconi in sé, temo il Berlusconi in me". In Parlamento hanno ormai persino perso la capacità di guardarsi dentro.

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