domenica, agosto 07, 2022

Alessandro Di Battista

 Guardate attentamente i volti di questi bambini. Sono i bimbi uccisi dagli ultimi raid israeliani su Gaza. Gaza è l’unico luogo al mondo dal quale neppure si può scappare quando arrivano le bombe. Eppure queste creature assassinate non godono di “buona stampa”, nessun Saviano osa indignarsi, quasi nessuno ha il coraggio di mostrarne i volti in tv. Non sia mai che qualcuno dovesse solidarizzare con i palestinesi. No. Questo popolo deve restare un popolo dimenticato. Queste vittime devono restare vittime di serie B. Forse perché sono musulmani, perché dall’altra parte c’è un paese potente militarmente, politicamente e finanziariamente. Io sono contrario ad inviare armi ai palestinesi. Non credo che la guerra possa mai essere un modo per risolvere le controversie internazionali. Mi spiegate tuttavia perché agli ucraini sì ma ai curdi, gli yemeniti ed i palestinesi no? Alcune settimane fa scrissi per TPI un pezzo su Gaza. Ve ne propongo una parte. È la dannatissima realtà!

“I bambini sono uguali in tutto il mondo si sente ripetere nei programmi TV che trattano disagi e carenze di diritti a danno dei minori in ogni angolo del pianeta. Sì, sono uguali in tutto il mondo tranne che a Gaza.
Alcuni giorni fa SaveTheChildren ha pubblicato una ricerca sui bambini che vivono nella Striscia di Gaza. Il rapporto si chiama “Intrappolati”. In una città bagnata dallo stesso mare che bagna gli stabilimenti balneari dove i nostri figli giocano e si divertono, più di un milione di bambini è costretto a vivere in una prigione a cielo aperto. In trappola, per l’appunto. Di questi, 800mila circa, non hanno mai vissuto un giorno senza blocco. Nascono pensando che la prigionia sia la loro condizione naturale. Come potranno mai crescere? Se qualcuno di loro, raggiunta la maggiore età, ci chiedesse di inviargli armi per poter aprirsi un varco e scappare dal carcere dove sono costretti a vivere, cosa dovremmo rispondergli?”

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