domenica, giugno 30, 2024

giovedì, giugno 27, 2024

Rina Scalise

 C'era una volta la vacanza estiva .....


.......che durava dai due ai tre mesi. Aveva un nome obsoleto ed in disuso, "la villeggiatura".


Tanti partivano addirittura ad inizio giugno od ai primi di luglio e tornavano a metà settembre. L' autostrada era una fila di Fiat 850, 600, 1100, 127, 500 e 128, Maggiolini e Prinz.

Non era guardato affatto chi aveva la Bmw la Mercedes o l'Audi, perché gli status symbol allora non esistevano.

Era tutto più semplice e più vero.

La vacanza durava talmente tanto che avevi la nostalgia di tornare a scuola e di rivedere gli amici del tuo quartiere, ed al ritorno non ricordavi quasi più dove abitavi.

La mattina in spiaggia la 50 lire per sentire le canzoni dell'estate nel juke box o per comprare coca cola e pallone.

Il venerdì chiudevano gli uffici e tutti i papà partivano e venivano per stare nel fine settimana con le famiglie.

Si mandavano le cartoline che arrivavano ad ottobre ma era un modo per augurare "Buone vacanze da..." ad amici e parenti.

Malgrado i 90 giorni ed oltre di ferie, l'Italia era la terza potenza mondiale, le persone erano piene di valori e il mare era pulito.

Si era felici, si giocava tutti insieme, eravamo tutti uguali e dove mangiavano in quattro mangiavano anche in cinque, sei o più.

Nessuno aveva da studiare per l'estate e l'unico problema di noi ragazzi era non bucare il pallone, non rompere la bicicletta e le ginocchia giocando a pallone altrimenti quando rientravi a casa ti prendevi pure il resto.

Il tempo era bello fino al 15 di Agosto, il 16 arrivava il primo temporale e la sera ci voleva il maglioncino perchè era più fresco.

Intanto arrivava settembre, tornava la normalità.

Si ritornava a scuola, la vita riprendeva, l'Italia cresceva e il primo tema a scuola era sempre:

          "Parla delle tue vacanze". 


Oggi è tutto cambiato, diverso. La vacanza dura talmente poco che quando torni non sai manco se sei partito o te lo sei sognato.

E se non vai ai Caraibi a Sharm o ad Ibiza sei un poveraccio. O magari hai tante cose da fare che forse è meglio se non parti proprio, ti stressi di meno.

Una risposta certa è che allora eravamo tutti più semplici, meno viziati e tutti molto più felici, noi ragazzi e pure gli adulti. La società era migliore, esisteva l’amore, la famiglia, il rispetto e la solidarietà. Fortunati noi che abbiamo vissuto così.

La vita era quella vera insomma.

Casa


 

mercoledì, giugno 26, 2024

Tommaso Merlo

 Hamas, Netanyahu e le idee


In Palestina il consenso di Hamas è raddoppiato passando dal 20 al 40 percento dall’inizio del conflitto a Gaza. Se si andasse al voto oggi, Hamas prenderebbe il doppio di Fatah che oggi governa a Ramallah. Una disfatta per Netanyahu ma del resto non si uccidono le idee, si può solo uccidere chi crede in quelle idee. Ma le idee passano tra le persone e più si contrastano con la violenza, più si rafforzano e radicalizzano. Verità che il fanatismo impedisce di cogliere. Le idee poi evolvono nel tempo e riemergono in forme sempre nuove. Possono cambiano sigle e leader ma una causa resta finché non si esaurisce storicamente. Proprio come quella Palestinese che sta vivendo una nuova primavera. Hamas si sta affermando in tutti i paesi del Medio Oriente in cui vivono milioni di rifugiati di origine palestinese, son passate generazioni ma non il dolore e il profondo senso d’ingiustizia. Odio seminano per decenni. Tempesta ancora tutta da raccogliere. Ma i fanatici non colgono certe verità ed insistono a testa bassa calpestano ogni ostacolo ai loro deliri. Dopo la carneficina alla scuola e il massacro per liberare quattro ostaggi compiuto con l’aiuto degli americani e del porto che doveva servire per gli aiuti umanitari, Israele continua a bombardare ed avanzare a Rafah anche se col freno tirato. Forse per non infastidire il week-end lungo dei 7 grandissimi del pianeta riuniti in quel di Puglia da dove presto sapremo cosa la lobby ebraica è riuscita ad ottenere dietro le quinte. Tipo dare la colpa ad Hamas per il mancato cessate il fuoco quando in realtà è l’opposto. Sostanzialmente Hamas chiede che il cessate il fuoco sia permanente e non temporaneo e che gli israeliani lascino Gaza in cambio degli ostaggi, ma per Netanyahu sarebbe una sconfitta clamorosa e perdere una eventualità inconcepibile. Israele vuole gli ostaggi e dopo una pausa riprendere la brutale occupazione di Gaza. Non c’è infatti nessun piano per il dopo e questo vuol dire che vogliono comandare loro in modo da rendere la vita insopportabile ai palestinesi anche lì e col tempo spingerli ad andarsene. Non potendo cacciare i palestinesi in massa come ai vecchi tempi, puntano a riuscirci poco alla volta. È il progetto di colonizzazione iniziato nel 1948 e mai interrotto, una politica non perseguita alla luce del sole perché indigeribile ai sensibili stomaci di oggi e quindi camuffata da una capillare manipolazione propagandistica globale che dipinge Israele come vittima invece che carnefice e col diritto di difendere con ogni mezzo diritti che nega agli altri. Un bluff storico che la ferocia di Netanyahu ha fatto saltare riportando la causa palestinese al centro della scena mondiale. Altra sconfitta pesantissima per Netanyahu, Israele è il paese più odiato ed isolato al mondo e non è mai stato così in pericolo. Al punto che se l’Occidente chiudesse il rubinetto degli aiuti, il Medio Oriente non sarebbe più come prima ma nel senso opposto di quello che intendeva Netanyahu. A breve vi saranno le elezion sia in America che in Inghilterra e la lobby pro Israele sta spendendo cifre folli per comprarsi tutti. Ma quando la storia cambia, non la fermi. Ormai l’opinione pubblica è pro Palestina perfino nelle roccaforti sioniste. Biden e Starmer sembravano vincere a mani basse ed invece si prevedono sorprese. Le atrocità commesse a Gaza hanno superato la linea rossa non nei palazzi del potere, ma nel cuore degli esseri umani ovunque nel mondo. Già, mentre Hamas cresce ovunque, Netanyahu si conferma il principale nemico di Israele.

Tommaso Merlo

martedì, giugno 25, 2024

lunedì, giugno 24, 2024

domenica, giugno 23, 2024

Migranti

 

Mare nostro” di Erri De Luca: testo

Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola
e del mondo, sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale,
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature,
che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati.

Mare nostro che non sei nei cieli,
all’alba sei colore del frumento
al tramonto dell’uva e di vendemmia.
ti abbiamo seminato di annegati più di
qualunque età delle tempeste.

Mare Nostro che non sei nei cieli,
tu sei più giusto della terraferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le vite cadute
come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
da carezza, abbraccio, bacio in fronte,
madre, padre prima di partire.

venerdì, giugno 21, 2024

Tommaso Merlo

 La menzogna capitalista, il sé e l’evoluzione


Il vero benessere deriva dalla coerenza tra chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo. Siamo felici quando ci esprimiamo appieno portando avanti una missione altruistica in cui crediamo. Il vero benessere è uno stato d’animo, è sentirsi sereni, appagati, soddisfatti, utili, contenti. È questa la grande menzogna su cui si basa il modello capitalista. Una volta soddisfatte le esigenze materiali, il vero benessere è una conquista interiore. Ma andiamo con ordine. Dentro di noi operano due forze in perenne contrasto tra loro, la nostra mente egoistica che sguazza nel mondo materiale e la nostra anima che cerca dal profondo di farsi timidamente largo. Il modello capitalista è espressione della mente egoistica, della nostra parte peggiore e si fonda sulla superficialità materiale e sull’avidità. Sulla spinta a volere sempre di più, a prevalere e sull’illusione di potersi riempire dentro con roba presa fuori. Un capitalismo che ormai ha invaso ogni pertugio della nostra vita. Veniamo formati fin da piccoli a competere, accumulare ed apparire. Cresciamo in una società trasformata in un mercato, in famiglie trasformate in aziende, in vite trasformate in carriere, in relazioni trasformate in affari, in sogni trasformati in prodotti. Con un unico grande ideale che condiziona tutto, i propri interessi e piaceri. Con un'unica grande divinità, se stessi e la propria cerchia. E passiamo così la vita ad inseguire miraggi materiali nell’illusione di raggiungere chissà quale benessere. Tutto inutile. Non è possibile essere felici ignorando una parte di noi e tantomeno quella più profonda e genuina. Chiamatela come volete. Cuore, anima, spirito, coscienza, sé. Si tratta di una parte cruciale di noi, si tratta della nostra essenza di esseri umani che fin dalla notte dei tempi i saggi di ogni tradizione ci invitano a cogliere e coltivare. Non c’è nulla da credere, non c’è nulla a cui aderire. Basta rimboccarsi le maniche e cercare dentro se stessi invece che là fuori. Conoscersi davvero è un passaggio esistenziale fondamentale che non a caso nell’Occidente capitalistico è stato rimosso. Convincendoci che siamo solo quel corpo fragile e quella mente inquieta, che siamo solo la nostra personalità e il personaggio che recitiamo sui palchi della vita. Nessun uomo nero, idee dominanti come quella capitalista, come quella del mercato che ha infettato tutto trasformando il mondo in una bieca espressione della nostra parte peggiore. Le guerre ormai permanenti tra persone e paesi, la devastazione ambientale, la violenza e l’ingiustizia sociale globale, l’epidemia narcisistica, la politica diventata un insensato delirio, l’ipocrisia e la superficialità dilaganti sono tutte conseguenza della deriva egoistica. Un pericoloso vicolo cieco che porta all’autodistruzione personale con code dagli psichiatri e dagli spacciatori, e all’autodistruzione collettiva col pianeta che sta diventando una irrespirabile discarica anche umana a causa della crescente frustrazione che ci scarichiamo addosso. È sempre più urgente reagire e cambiare rotta. Più che una rivoluzione serve una evoluzione del sistema in modo che semplicemente rispecchi l’essere umano nella sua interezza rispondendo sia alle sue esigenze materiali che a quelle più profonde. Un sistema più equilibrato ed intelligente che permetta alle persone di conquistare il vero benessere e al pianeta di salvarsi.

Tommaso Merlo

giovedì, giugno 20, 2024

martedì, giugno 18, 2024

lunedì, giugno 17, 2024

Tommaso Merlo

 La pazzia della guerra e il risveglio


La guerra è la massima espressione della inconsapevolezza profonda degli esseri umani. Se fossero consapevoli di essere anime di fugace passaggio sul pianeta, l’uomo riderebbe in faccia a chiunque gli chiedesse d’imbracciare un’arma ed uccidere i suoi simili. Ma i più vivono come se fossero immortali e credono alle illusioni materiali. È questa l’origine dei mali del mondo. Ed è dentro di noi, non fuori. Dopo millenni di inutili stragi, la guerra ancora oggi imperversa perché la grande maggioranza degli esseri umani è vittima del proprio ego, vive ad un livello superficiale credendo di essere i personaggi che recita sui palchi della vita fin dalla tenera età e che copioni e scenografie siano la realtà. L’essere umano cresce osservando e copiando i suoi simili ed omologandosi al suo ambiente, istinto di sopravvivenza che da neonati li accompagna fino a qualche poltrona di velluto. Gran parte degli esseri umani non agisce, ma reagisce a quello che gli succede attorno. Ad ogni situazione applica uno schema mentale inculcato in precedenza. Comportamenti, pensieri, frasi fatte pronte per ogni occasione. Al bar come nei palazzi. La guerra è uno di questi schemi mentali, un maledetto automatismo personale e collettivo di natura egoistica. Guerra col vicino di casa come tra paesi. Scontro tra esseri umani inconsapevoli. Il problema del mondo è che la politica attrae il peggio di una società e per ragioni molto concrete. Il potere è come lo sterco per i tafani. La politica offre prestigio, visibilità, fama, soldi e tutte quelle cose per cui l’ego narcisista sbava. In politica servono poi ego particolarmente ipocriti perché per emergere devono fingere di farlo per gli altri e per chissà quale valore ed ideale. La millenaria storia europea è insanguinata di guerre, alcune per istanze davvero infantili che fanno sorridere col senno di poi. Bisticci tra meschini narcisisti, capricci e misere ambizioni materiali. Vite sprecate nel fiore degli anni per i deliri egoistici di qualche regnante e per confini e valori ed ideologie e risorse finiti nel cestino della storia. Esistenze sprecate anche nell’insegnare quanto sia folle la guerra. Un errore che l’essere umano si ostina a ripetere perché pensa che le cause dei conflitti siano fuori invece che dentro di lui. Oggi l’Europa combatte sul divano di casa per non urtare le nuove generazioni cresciute nella bambagia e perché conta il profitto e per vendere armi non c’è bisogno di scomodarsi. Negli ultimi decenni siamo passati da una guerra assurda all’altra senza battere ciglio, con la chicca dell’Afghanistan dove dopo vent’anni di stragi ed immense risorse pubbliche sprecate governano serenamente i Talebani. Guerre per trovare armi di distruzione di massa, per fermare il terrorismo, per esportare la democrazia e difendere i diritti umani a suor di bombe. Il tutto recitato con una naturalezza davvero da grandi interpreti da parte dei politicanti e che oggi insistono come se nulla fosse. Armando contemporaneamente un aggressore come Israele ed un aggredito come l’Ucraina. Un’ipocrisia destinata ad entrare nei libri di storia. Ma più che cattiveria, un immenso automatismo collettivo che sta portando il mondo all’autodistruzione. Coi paesi europei che si accodano ai deliri bellici della superpotenza americana che insanguina il mondo fin dalla sua fondazione, un paese culturalmente militarizzato in cui le strade stanno diventando dei campi profughi e la gente si riempie di pastiglie per tirare avanti mentre immense risorse pubbliche vengono sprecate in armamenti sempre più devastanti e per combattere guerre sempre più assurde. Un delirio scopiazzato a catena da tutti, compreso dai paesi poveri del mondo, dove addirittura la gente muore di fame mentre i loro governi spendono i quattro soldi che hanno per armarsi e guerreggiare per qualche delirio egoistico. Incredibile inconsapevolezza personale che si fa collettiva. Esseri umani che non agiscono ma reagiscono replicando schemi mentali autodistruttivi come automi. La guerra è la massima espressione della stupidità umana, della sua inconsapevolezza profonda. E solo quando gli esseri umani lo comprenderanno e si risveglieranno, la guerra verrà archiviata per la pazzia che è.

Tommaso Merlo

domenica, giugno 16, 2024

Prof. Orsini

 I propagandisti russi dicono che la Russia è fortissima; i propagandisti ucraini dicono che l'Ucraina è fortissima. Il metodo che propongo per vincere le propagande consiste nel calcolare il numero di battaglie frontali vinte dai contendenti. Per “battaglia frontale” mi riferisco alle battaglie corpo a corpo come Bakhmut, Mariupol, Avdiivka e non ai missili americani contro le navi russe nel Mar Nero o Belgorod giacché premere un tasto per lanciare un missile americano non fornisce indicazioni sullo stato di salute di un esercito e le sue capacità operative. Se applichiamo il mio metodo anti-propaganda, ecco la risposta: 0% per gli ucraini e 100% per i russi. Gli ucraini non hanno mai vinto una battaglia frontale in un centro significativo. Gli ucraini hanno perso il cento per cento delle battaglie corpo a corpo nei centri che contano. Non c’è mai stata una Mariupol o una Bakhmut in favore degli ucraini [...]. Il mio nuovo editoriale esce ora: 


sabato, giugno 15, 2024

venerdì, giugno 14, 2024

Tommaso Merlo

 La lezione del Movimento e il possibile bis


In aula si picchiano per la commemorazione della “buonanima” del tre volte presidente del consiglio, la stessa con cui il Movimento alla fine andò al governo. L’antiberlusconismo era un pilastro portante del Movimento originario, argine alla deriva morale e commerciale della politica. Ma non solo. Il Movimento era anche fermamente contro la vecchia partitocrazia di cui il Pd è l’espressione più ripugnante. Sinistra popolare diventata fredda tecnocrazia elitaria che ha sempre avvallato le peggiori storture del sistema neoliberista. Guardandosi attorno oggi, che la destra e la sinistra fossero la stessa cosa era davvero una visione profetica. Il tracollo del Movimento iniziò proprio quando andò al governo col Pd che rifiutò accordi scritti e lo trascinò nel pantano dei palazzi, sul suo terreno. Un abbraccio mortale che ha poi portato ad una progressiva perdita di pezzi e di direzione fino all’implosione. Oggi quello che rimane del Movimento è in ginocchio in attesa del fatico sì del Pd alle nozze di coalizione. Davvero incredibile col senno di poi. Una fine peggiore di ogni previsione. Il Movimento originario ambiva ad un suo polo o comunque a fare da solo alleandosi con chi ci stava su temi specifici di volta in volta. Come fatto con successo con Salvini. Mentre il padano portava a spasso il suo ego, il Movimento sfornava leggi che la Lega doveva votare. Stava funzionando, fino al Papete. Inizio della fine di Salvini ma anche del Movimento. Sono passati pochi anni ma sembrano decenni. Oggi i protagonisti della stagione gialloverde sono alla canna del gas, i restauratori ingrassano satolli nei palazzi, mentre la grande maggioranza dei cittadini diserta schifata. Ennesima prova della validità delle istanze di quegli anni. Ma andiamo con ordine. A determinare lo straordinario successo elettorale del Movimento fu la sua natura anti-sistema, il suo sacrosanto obiettivo di sconfiggere la vecchia partitocrazia corrotta ed inconcludente e addirittura di introdurre un nuovo modo di fare politica, più partecipativo, pratico e anche trasparente grazie alle nuove tecnologie. Non più tromboni in carriera e celebrità di latta, ma cittadini desiderosi di mettersi al servizio delle idee. Non più politichese ma fatti concreti. Non più pifferai ma intelligenza collettiva. Seppur inedito, il Movimento ottenne il consenso di milioni di persone esasperate, dimostrando come agli italiani non manca coraggio perlomeno nelle urne. Il fallimento di Conte e di quello che è rimasto del Movimento si spiega così. Nell’aver aderito al sistema e alle sue logiche partitocratiche. Con l’aggravante di averlo fatto in un sistema politico ed economico neoliberista che ci sta portando all’autodistruzione. Anche l’idea di un partito accentrato sulla figura di un leader e del suo consenso personale, non erano affatto parte della cultura originaria del Movimento che anzi andava in direzione opposta. Quella del contributo paritario tra tutti i cittadini, quella dei programmi prima delle persone. La tragicomica parabola del fu Movimento sta dimostrando quanto siano ancora attuali molte idee originarie e giorno dopo giorno emergono in modo cristallino i macroscopici errori commessi strada facendo. Nel bene e nel male, l’esperienza del Movimento ha insegnato tanto. Certo, il Movimento godette di una tempesta perfetta, ma accaduto una volta può benissimo riaccadere che dalla società civile emergano alternative politiche di tale portata. Soprattutto oggi che il consenso muta a velocità virali e l’informazione viaggia su altre frequenze. Il Movimento ha inoltre dimostrato che oggi non servono soldi e nemmeno burocrazie e santi in paradiso per farcela, solo una proposta valida. Ma rieccoci al triste presente. Un immenso patrimonio di consenso ed entusiasmo dilapidato e il problema di cosa fare. La drammaticità dei numeri parla chiaro e se la politica fosse come la vita reale, Conte ma anche tutti i dirigenti del fu Movimento dovrebbero dimettersi. Hanno avuto il comando, hanno fatto di testa loro e adesso se ne devono assumere la responsabilità. Senza rancore, senza drammi, pura igiene democratica. In attesa di sviluppi, rimane comunque difficile che dalle ceneri del Movimento rinasca qualcosa di valido politicamente a meno di rivoluzioni copernicane. Anche perché nome e simbolo e tutto il progetto hanno perso credibilità e i cittadini disdegnano le minestre riscaldate. Ma arrendersi mai. Il Movimento ha dimostrato che è possibile sfidare il sistema e addirittura conquistare il potere partendo dalla strada, e la maggioranza degli italiani che non vota non aspetta altro che un nuovo progetto di cambiamento radicale degno della loro fiducia.

Tommaso Merlo

giovedì, giugno 13, 2024

mercoledì, giugno 12, 2024

Tommaso Merlo

 Politica, cittadini e fu Movimento


I cittadini sono meglio di questa politica, per questo non votano. La politica non è all’altezza delle loro aspettative e sono stanchi di farsi prendere in giro mettendo crocette a vanvera. Punto. Il problema è nei palazzi, non per strada. Una crisi della politica devastante che dura da anni. Politicanti, presunti giornalisti e curve ormai vivono in un mondo tutto loro mentre i poveri cristi hanno fondato il partito di maggioranza assoluta che attende tempi migliori. Cittadini che vorrebbero cambiamento vero e hanno capito che questa politica non ha né l’intenzione né la capacità per cambiare alcunché. Anche dopo queste elezioni non cambierà assolutamente nulla né in Europa né a Roma. E quando scoppierà la bolla della Meloni e sarà il turno del Pd, i poveri cristi non se ne accorgeranno neanche. Succede da anni ormai. Una crisi dovuta alla dittatura del pensiero unico, alla politica come carriera e alla cittadinanza come tifo. Tante chiacchiere ma sotto la casacca sono tutti uguali anche nel mettere prima se stessi e nel non vedere e nel non credere a reali alternative al sistema vigente. Un dramma perché senza ambizioni di cambiamento, la politica non ha senso. Diventa ordinaria amministrazione e uno sterile scontro tra curve quando c’è qualche poltrona in palio. Ora, se la maggioranza assoluta dei cittadini non ti degna del suo voto, in una democrazia sana la politica non parlerebbe d’altro e correrebbe ai ripari. Ma siamo in Italia, dove i poveri cristi vengono scaricati sul lavoro anche quando fanno bene, mentre i potenti rimangono al loro posto anche quando falliscono trovando modi per riciclarsi. Un privilegio insopportabile e molto tossico per tutto il sistema perché impedisce la selezione dei più meritevoli e quindi evoluzione. Un privilegio delle caste dovuto alla faccia tosta dei potenti, ma anche alle corti di leccapiedi che per salvare se stesse salvano i loro reucci e ai sudditi che si innamorano del sovrano e lo votano anche quando rovina. Vedremo se Salvini prenderà o meno atto della sua fine politica e vedremo se Conte seguirà la tradizione nostrana o si farà da parte dopo aver perso per strada due milioni di voti. Ma qui entra in gioco un altro tarlo della cultura politica italiana, l’idea che le cose cambino grazie a qualche Salvatore e non invece ad idee e progetti supportati dai cittadini. Davvero impressionante la bolla salviniana anche per rapidità di scoppio, perfino un personaggio come lui era stato percepito da milioni di italiani come la manna. Con Conte fu diverso, il consenso se lo conquistò governando bene e non comiziando. Quando poi il fu Movimento implose, si aggrappò al consenso personale di Conte per salvarsi trascinandolo nel baratro. La trasformazione a partitino sciapo e la linea politica partitocratica d’altri tempi, si son rivelati un fallimento totale. Di questo passo anche l’annosa alleanza col Pd si risolverà da sola con la scomparsa definitiva del fu Movimento. Vedremo se almeno nell’ex mondo a cinque stelle - unico fenomeno realmente politico degli ultimi anni – sarà diverso e qualcuno si assumerà le sue responsabilità facendosi da parte. Politicanti ma anche presunti giornalisti e tifoserie tutti chiusi in un mondo tutto loro mentre il partito di maggioranza assoluta non vota e guarda avanti. Già. Senza slancio ideale e senza la prospettiva di un cambiamento reale la politica non ha senso e la democrazia diventa ostaggio di professionisti delle poltrone. Proprio così. Oggi i cittadini non votano perché sono meglio di questa politica e attendono proposte degne della loro fiducia e all’altezza delle loro nuove consapevolezze.

Tommaso Merlo

martedì, giugno 11, 2024

lunedì, giugno 10, 2024

Tommaso Merlo

 Salvini, Conte e un nuovo movimento 


Ormai se lacantano e se la suonano da soli, vanno a votare solo i tifosi della Meloni e gliabbonati al Pd. I nuovi europoltronati ringraziano di cuore, mentre l’Europa vedenero. La Von der Leyen rischia grosso mentre Macron prende atto della disfatta edindice nuove elezioni, finalmente qualche buona notizia e vedremo chi in Italiaseguirà il suo esempio. Tipo Salvini che sarebbe ora appenda la lingua alchiodo. La sua bolla è scoppiata da mo’ e ormai perfino Bossi vota Forza Italia.Altra buona notizia, se ne tornano a Pontina. Ma anche Giuseppe Conte dovrebbe fareun passo indietro dopo l’ennesima sconfitta. Ha avuto lo scettro, ha impostatola rotta, ci ha messo la faccia ma ha creato un progetto politico insipido chesi è infilato in un vicolo cieco. Perfino al sud hanno preferito andare inspiaggia, mentre al nord hanno rimosso tutto da tempo. Trasformare il fu Movimentoin un partitino con l’unica prospettiva strategica di fare la stampella del Pd,si è rivelata una linea politica suicida e vedremo se qualcuno se ne assumeràle responsabilità. In questo periodo storico, non c’è affatto bisogno di partitiniche stanno al gioco, mentre sarebbero vitali movimenti popolari con ambizionidi cambiamento radicale. Movimenti democratici e pacifici con l’obiettivo di liberarsidalle catene del pensiero unico e rimettere in discussione questa fasullademocrazia ed un modello economico e sociale che ci sta portando verso l’autodistruzionepersonale e collettiva. Movimenti che ambiscono ad un nuovo paradigma e non acavalcare quello esistente. Il fu Movimento è stato il fenomeno politico più significativodegli ultimi decenni, qualcosa che verrà studiato nei libri di storia comunquela si pensi. Un movimento nato dal basso che ha raggiunto vette inaudite senzamezzi e che una volta al potere è stato trattato peggio di una cricca mafiosa.E questo perché diceva cose vere, perché metteva il dito nella piaga di unsistema politico marcio e autoreferenziale e proponeva un modo partecipato difare politica oltre che idee innovative e sensate. Un’ondata democraticastraordinaria che ha avuto il privilegio storico di poter passare ai fatti. Neiprimi mesi di governo, gli scappati di casa a cinque stelle hanno inanellatorisultati a ritmi inauditi e ancora oggi le riforme più significative come ilreddito o il taglio dei parlamentari, si devono a loro. Quella proposta chesembrava folle ha funzionato eccome e questo ha scatenato ancora di più ivecchi partiti terrorizzati del venire rimpiazzati dai cittadini. Il Movimentoè poi servito a riportare la moralità a livelli decenti dopo anni didepravazione, ma tutto inutile. Alla fine ha prevalso la restaurazione. Il Movimentoè imploso per colpa dell’egoismo dei singoli che l’ha diviso e spinto arimangiarsi il modello e il progetto originario e per una serie di scelte politichegrottesche. Tra tutte quella di andare al governo con Berlusconi causa Covid.Oggi trionfa la Meloni che quell’ammucchiata l’aveva schifata mentre delMovimento non rimane nulla. Conte era stato un buon premier, ha goduto digrande consenso ma ha messo insieme un partitino che queste elezioni confermanoessere senza senso e futuro. E anche se Conte si dimettesse sarà difficilepossa nascere qualcosa di interessante dalle ceneri del fu Movimento. Son volatitroppi stracci in passato e oggi gli elettori hanno soglie di sopportazionebasse. Ci sono però praterie per nuove iniziative. Metà degli elettori non votae molti aspettano solo una proposta degna della loro fiducia. Una propostainnovativa che rispecchi le loro nuove consapevolezze di cittadini moderni. Unaproposta anti sistema che rigetti il pensiero unico ed ambisca ad un paradigmapiù intelligente. Il fu Movimento ha insegnato molto nel bene e nel male, ancheche oggi tutto è possibile quando si hanno contenuti validi e un progetto innovativo.La speranza è che le nuove generazioni colgano la sfida. Tommaso Merlo

domenica, giugno 09, 2024

sabato, giugno 08, 2024

Bradisismo

 Comunicato per sciame sismico in corso ai Campi Flegrei

L’Osservatorio Vesuviano ha comunicato a questa amministrazione che a partire dalle ore 03:48 del 08/06/2024 (UTC 01:48 del 08/06/2024) è in corso uno sciame sismico

nell’area dei Campi Flegrei


All’orario di emissione del presente comunicato  sono stati rilevati in via preliminare 15 terremoti con magnitudo Md ≥ 0.0 (4 localizzati) e una magnitudo massima Md = 3.7 ±0.3.


L’evento più significativo localizzato in zona Agnano-Pisciarelli si è prodotto alle 04:09, ora locale, alla profondità di 2.6 km con magnitudo Md=3.7± 0.3


Gli eventi potrebbero essere stati accompagnati da un boato avvertito dagli abitanti delle aree prossime all’epicentro. 


Si riporta l’elenco degli eventi localizzati con magnitudo Md ≥ 1.0:

giovedì, giugno 06, 2024

Papa

 Il Papa, la frociaggine e la fine del cristianesimo 


Il crollo verticale della Chiesa è uno dei fenomeni storici più impressionanti della nostra era. Dai paesini dell’entroterra fino alle grandi città, dall’Occidente fino alla Terra Santa, sta scomparendo il cristianesimo. Paesi come l’Italia sono pieni di chiese chiuse o deserte e il prete che un tempo era al centro della comunità, è sparito. Nuove vocazioni non si trovano neanche a pagarle e molti ordini religiosi per sopravvivere si danno al turismo. Di questo passo i cristiani torneranno ad essere una setta come ai tempi delle catacombe romane. E siamo al perché. La Chiesa soffre una grave crisi di credibilità anche a causa di gravi scandali a sfondo sessuale e finanziario. Acqua non passata. Il Papa dice che c’è in giro troppa frociaggine nei seminari mentre i giornali parlano da mesi di abusi alle suore in Vaticano e di palazzi a Londra. Scandali ma anche ottusità. Il Papa compara i preservativi alle armi e menomale che era l’ultimo compagno rimasto sulla scena. E sono decenni che dai corridoi vaticani echeggiano pettegolezzi e congiure d’altri tempi. Lotta tra cordate mentre la nave affonda. In paesi come l’Italia a messa ci va giusto chi è sulla soglia del purgatorio e le persone rinunciano sempre di più a sposarsi in chiesa e perfino ai funerali. La Chiesa è ferma in un pantano mentre il mondo corre. Alla profonda crisi della Chiesa si aggiunge quella della religione. Ormai per interagire con Dio le persone fanno da sole, si chiama nuova spiritualità. Un rapporto più diretto e su misura che può anche spaziare tra tradizioni diverse. Quello che conta è coltivare il proprio spirito, non come. Anche l’era delle presunte verità assolute è tramontata, l’unica reale verità è che nessuno sa niente di cosa sia questa vita e tantomeno Dio e quindi liberi tutti. Già, credere e sapere non sono affatto sinonimi. Stiamo procedendo a grandi falcate verso nuovi orizzonti culturali in cui non servono chiese e tantomeno religioni. Nuovi orizzonti in cui a liturgie astruse si preferisce la fonte e al praticare il cercare. È vero, viviamo un’era materialistica frutto di un egoismo esasperato, ma certe derive esistenziali hanno radici nella notte dei tempi. Ed ecco il punto. L’essere umano e i suoi grandi enigmi non sono affatto mutati, c’è bisogno di spiritualità oggi come allora. E tra i grandi maestri dell’umanità, Gesù è indubbiamente stato tra i più rivoluzionari ed influenti ed i suoi insegnamenti sono ancora di una impressionante attualità. Il problema risiede in chi dovrebbe evangelizzare ed invece fa scappare i fedeli a gambe levate. Una distinzione sostanziale. Se la Chiesa non saprà rinnovarsi e il cristianesimo tornerà nelle catacombe ce ne faremo una ragione, ma l’umanità non deve privarsi del salvifico messaggio dei grandi maestri dell’umanità come Gesù.

Tommaso Merlo

mercoledì, giugno 05, 2024

martedì, giugno 04, 2024

Prof. Orsini

 Gli Stati Uniti hanno perso una guerra durata vent'anni in Afghanistan contro i talebani... Però la Russia deve vincere la guerra in Ucraina in tre giorni contro la Nato altrimenti non vale niente. La falsa narrazione secondo cui la Russia ha un esercito debole è concepita per creare consensi intorno alle politiche di guerra della Nato in Ucraina. Raccontando che la Russia è debole, i nostri politici e i nostri media tranquillizzano gli italiani mentre li pongono sull'orlo di un abisso. Giacomo Matteotti era un pacifista. Tutti lo celebrano in questi giorni; quasi nessuno ricorda che la testimonianza e gli scritti di Matteotti impongono di essere contro l'invio delle armi in Ucraina: armi che alimentano una guerra per procura che sta causando la morte di decine di migliaia di ucraini, la gran parte dei quali non vuole più combattere e si rifugia all'estero. Giacomo Matteotti è un monumento del movimento pacifista italiano. Celebrare Matteotti significa celebrare i pacifisti italiani. Se disprezzate i pacifisti italiani, non celebrate Matteotti, che era un pacifista italiano.


domenica, giugno 02, 2024

sabato, giugno 01, 2024

Tommaso Merlo

 La nuova coscienza emergente


Nel mondo sta emergendo una nuova coscienza e l’orrore di Gaza ci fa capire quanto sia urgente che si esprima. Una coscienza globale che faccia saltare ogni muro politico, culturale, nazionale, religioso in modo da riscoprirsi tutti nient’altro che esseri umani. Una nuova coscienza globale che rigetti l’esistenza delle razze e di ogni altro muro mentale costruito da chi ha interesse a dividerci e poi scagliarci gli uni contro gli altri per i propri miseri sogni di gloria. Non c’è ragione al mondo per annientarsi a vicenda che non sia frutto della follia o meglio della scarsa consapevolezza di se stessi e della vita. Più una questione di ignoranza interiore che di cattiveria. In cima un ego tossico acciecato da odio e deliri materiali, sotto eserciti di automi programmati ad arte. Educati fin da piccoli a detestare qualche nemico ed idolatrare qualche chimera. Educati fin da piccoli alla paura e alla violenza e quindi alla guerra. Idee dominanti che si fanno regimi solo apparentemente democratici. I poveri cristi votano e poi non cambia mai niente. Perché il vero potere è altrove, nelle lobby che si comprano la politica e nei mercati finanziari che possono determinare i destini dei popoli con un click. Una politica ciarlatana che vende fumo e poi si occupa solo di se stessa e di preservare un sistema che gli permette di portare a spasso il proprio misero ego. Ordinaria amministrazione se non fosse che ci stanno trascinando tutti verso l’autodistruzione. Dati, non allarmismo. Il mondo sta diventando una discarica non solo morale perché l’unica vera ideologia sopravvissuta è quella del profitto. Quella del competere, dell’accumulare sempre di più. Soldi, roba, visibilità, potere. Società diventate mercati, persone diventate aziende, banche diventate chiese, politica diventata rappresentante istituzionale dei ricchi. Politica col compito d’intortare le folle, intascare voti e poi fare le cose serie. Tipo macelleria sociale perché alla fine i diritti sono solo costi. Tipo la guerra che è un business che non tramonta mai. Tipo difendere tutto ciò che rende e convincere il grande pubblico che non vi sono alternative ed è meglio accontentarsi. Ma non è così, tra decenni rideranno di come siamo conciati. Possiamo e dobbiamo evolverci e una nuova coscienza globale può riuscire nell’impresa. Ristabilendo una vera democrazia espressione della volontà popolare pura e non inquinata dalle manipolazioni propagandistiche. Trovando nuovi equilibri tra esigenze materiali e quelle più profonde. Con un uso delle risorse e delle energie e del tempo più intelligente che permetta a tutti una genuina qualità della vita. Al momento la stragrande maggioranza dele persone del pianeta vive nella miseria o a malapena riesce a pagare le bollette mentre una ristretta cerchia di privilegiati vive nel lusso e nello spreco. Tutti che poi a prescindere dal conto corrente per tirare avanti finiscono per prendere pastiglie o attaccarsi alla bottiglia o a sniffare qualche polverina. Schiavi della propria mente egoica e del pensiero unico in cui sguazza. C’è qualcosa di profondo che non funziona. È più una questione di ignoranza interiore che di cattiveria. Il mondo guidato dal profitto porta all’autodistruzione del pianeta ma anche ad una vita stressante e vuota. Per cambiare rotta servono persone nuove capaci di pensare ed agire diversamente. Servono persone col coraggio di sperimentare nuove strade. Servono persone davvero libere e che agiscano genuinamente per il bene comune e non per la propria misera parabola personale. Serve un profondo ricambio delle classi dirigenti nella politica come nelle istituzioni e nell’informazione a favore di una nuova coscienza comune globale che riesca democraticamente ad aprire una nuova era in cui orrori come quelli di Gaza ma anche quelli nei palazzi del potere, non si ripetano più.


Tommaso Merlo