La vergogna di Gaza, la guerra e la liberazione
A Gaza si sta compiendo una delle peggiori vergogne dell’umanità. Una pagina che rimarrà nei libri di storia insegnando alle nuove generazioni le porcherie di cui è capace l’essere umano quando è acciecato dall’odio e dall’ideologia. Una pagina che avrà righe dedicate a tutti coloro che non hanno detto o fatto nulla per fermare la tragedia. Cittadini ma soprattutto classi dirigenti persi nei fatti loro o che considerano perfino lo sterminio una bega su cui tifare invece che una tragedia comune. Tendopoli bombardate, bambini dilaniati ed affamati. Il silenzio è complicità ed ancora più grave per chi ha potere d’incidere. In politica, nei media, nella società. Ma la vergogna di Gaza è tale da essere comunque destinata a cambiare i destini del Medioriente ma anche quelli occidentali. Il genocidio sta infatti facendo emergere i mali che ci affliggono. L’egoismo, l’ipocrisia ma anche un modello che fa acqua da tutte le parti. La nostra cosiddetta democrazia ci sta trascinando da una guerra assurda all’altra da decenni e oggi siamo all’apoteosi di assecondare inermi un genocidio. Qualcosa di profondo non funziona. La Costituzione e le conquiste del dopoguerra sono state calpestate, oggi la guerra è tornata al centro della scena diventando un’immensa industria della morte talmente potente da imporsi su tutto. Enormi risorse pubbliche vengono spese per acquistare armamenti sempre più devastanti mentre i poveri cristi faticano ad arrivare a fine mese. Una follia. Eppure cambiano i governi e nulla cambia. Come se la guerra ormai venisse considerata una questione di stato e quindi al di sopra dei governi e quindi dei cittadini. L’industria della guerra è poi globale e le decisioni che contano vengono prese lontano dai parlamenti. Coi politici che si limitano a vidimare perché il conformismo è cruciale per la carriera e più le poltrone sono prestigiose più lo è. L’industria della guerra è poi una delle più redditizie al mondo ed è il denaro il vero dittatore della nostra era. La Nato doveva servire a difenderci ed è diventata una mega lobby della guerra guidata da un’America in caduta libera. Anche le Nazioni Unite fanno acqua, Gaza ha dimostrato la loro impotenza. Servirebbe un nuovo patto tra le nazioni che rispecchi il nuovo ordine mondiale, che la liberi dagli ipocriti veti occidentali e che abbia gli strumenti per agire. Ma mentre i bambini a Gaza vengono dilaniati ed affamati, gli adulti continuano a giocare alla guerra. Gli Stati Uniti stanno consegnando nuovi sistemi antimissili ad Israele e uomini per farli funzionare, è il loro consueto modo di contribuire al cessate il fuoco e alla pace. Quei sistemi servono ad arginare un possibile attacco missilistico iraniano, a conferma di quanto l’ultimo sia andato a segno e di come la libertà di stampa sia un’altra assoluta priorità in Occidente. L’Iran da parte sua ha appena incassato l’endorsement di Putin e ribadisce che risponderà duramente a qualunque attacco israeliano e quindi i rischi di escalation anche nucleare rimangono elevati. In Libano intanto gli Hezbollah combattono alla pari mentre su Beirut cadono tonnellate di bombe. Di questo passo gli Stati Uniti dovranno rifornire di nuovo le scorte di Netanyahu per la felicità dei cittadini americani vittime degli uragani e del turbocapitalismo. Davvero una follia che nessuno riesce a fermare. Ma la vergogna di Gaza è tale da essere destinata a segnare un nuovo inizio in Medioriente e anche da noi. Tra le priorità assolute quella di emanciparsi dalla fallimentare leadership americana perché sia i deliri guerrafondai che la tirannia del denaro vengono da lì. Dobbiamo poi rispolverare la nostra Costituzione e le conquiste anche culturali del dopoguerra e riprendere la strada verso una democrazia che ridia pieno potere ai cittadini e che abbia la pace come realistico e salvifico obiettivo. È tempo di liberazione, è tempo di ricominciare a scrivere pagine di una storia di cui andare fieri.
Tommaso Merlo
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