" In realtà Washington non è l’apprendista stregone incapace di controllare le forze messe in moto. È il centro motore di una strategia – quella del caos – che, demolendo interi Stati, provoca una reazione a catena di conflitti da utilizzare secondo l’antico metodo del «divide et impera».
Usciti vincitori dalla guerra fredda nel 1991, gli Usa si sono autonominati «il solo Stato con una forza, una portata e un’influenza in ogni dimensione – politica, economica e militare – realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l’Europa Occidentale, l’Asia Orientale, il territorio dell’ex Unione Sovietica e l’Asia Sud-Occidentale (il Medio Oriente) – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale». Da allora gli Stati uniti e l’Alleanza atlantica sotto loro comando hanno frammentato o demolito con la guerra, uno dopo l’altro, gli Stati ritenuti di ostacolo al piano di dominio globale – Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria e altri – mentre altri ancora (tra cui l’Iran e il Venezuela) sono nel mirino.
Nella stessa strategia rientra il colpo di stato in Ucraina sotto regia Usa/Nato, al fine di provocare in Europa una nuova guerra fredda per isolare la Russia e rafforzare l’influenza degli Stati uniti in Europa. "
Manlio Dinucci, 16.4.2019 su il Manifesto
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