Terremoto a Napoli, i Campi Flegrei sembrano un peccato originale: un errore che non si può espirare, radicato nella terra stesa, che nessuno ha scelto
C'erano prima della pizza, prima dei castelli e prima di Pompei, tra la natura più violenta e le esplosioni di meraviglia e vergogna. Terre che ribollivano, e ribollono ancora, con le loro bocche scostumate, non per volontà di nutrirsi, ma di cantare. I Campi Flegrei sembrano un peccato originale: un errore che non si può espiare, radicato nella terra stessa, che nessuno ha scelto. È un peccato senza colpevoli, ma che grida, ineluttabile, sotto i piedi di chi lo abita. Oggi, chi scrive dei Campi Flegrei? Chi ha stabilito che sia impossibile fare qualcosa? Chi ha deciso di dimenticarsene, abbandonandoli al loro destino?
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