martedì, giugno 21, 2022

Luisa Angrisani

 La terra dei fuochi continua a bruciare. A #Caivano, lo scorso 18 giugno, ha bruciato un mega deposito di quasi 200 auto pronte per essere rottamate. Centinaia di copertoni sono finiti carbonizzati. Migliaia di ettari di terreni agricoli e falde acquifere sono state contaminate irrimediabilmente. Un disastro annunciato, l'ennesimo di una lunga serie.

Infatti, il 14 luglio dello scorso anno, i Volontari Antiroghi Acerra avevano segnalato alle autorità presenti proprio questo sito, sottolineando il pericolo imminente di incendio.
E così è stato. Tutto è andato in fumo. Nonostante il tempo, il preavviso e l'allerta, nessuno si è attivato concretamente per impedire un tale disastro.
Questa è l'ennesima dimostrazione del fallimento di chi ci governa, che avrebbe dovuto attivarsi nel tutelare i suoi cittadini e che invece lascia che respirino altra aria sporca. Mentre si fanno deroghe su deroghe ai vincoli e alle tutele in materia ambientale approfittando delle emergenze attuali, la terra dei fuochi continua a bruciare. Una realtà che si intensifica nel periodo caldo, mentre buona parte della politica se ne ricorda soltanto sui social.
La terra dei fuochi è teatro di un disastro, tossico e velenoso, dove le malattie si diffondono a vista d'occhio e dove la morte non sconvolge più. Draghi e i suoi ministri devono sentirsi responsabili: qui della transizione ecologica non c'è nemmeno l'ombra.

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