sabato, ottobre 22, 2022

Giacomo Gori

 “Una malattia dell’economia è la progressiva trasformazione degli imprenditori in speculatori. l’imprenditore non va assolutamente confuso con lo speculatore: sono due tipi diversi […] Bisogna temere gli speculatori non gli imprenditori […] Ma paradossalmente qualche volta il sistema politico sembra incoraggiare chi specula sul lavoro e non chi investe e crede nel lavoro”.

Questa affermazione di Papa Francesco racconta ciò che sta avvenendo ormai da molti anni nel sistema economico dei beni fondamentali, dei beni pubblici.
Le grandi conquiste del passato, grazie alle quali abbiamo tutelato la salute delle persone fornendo loro acqua pulita e servizi igienici, oppure tutelato il reddito in caso di malattia o anzianità attraverso la previdenza pubblica, oppure garantito energia popolare a basso costo per tutti; queste grandi conquiste sono state letteralmente stravolte dall’ingegneria finanziaria ed oggi non sono più contraddistinte da quell’aqspetto dell’economia di natura morale che garantiva l’assenza di speculazione nelle economie dei beni e servizi pubblici.
In Toscana, quella parte molto potente del PD che tiene in mano il timone dell’azione amministrativa pubblica (che governa), sta imprimendo l’ennesima accelerazione verso la privatizzazione dei beni e servizi pubblici fondamentali. Lo chiamano “Progetto multiutility”, che tradotto in realtà significa “Progetto multifregatura”.
Lo stanno facendo, adesso.
E il risultato sarà quello rappresentato nel grafico dell’andamento delle tariffe dei beni e servizi essenziali per la vita, la salute, l’educazione, la mobilità dei cittadini: aumento delle tariffe per noi, profitti e dividendi per gli speculatori, anche negli anni avvenire.
Cosa possiamo fare?
Partiamo intanto con un atto da portare in consiglio comunale per certificare qual è la posizione politica di chi ci rappresenta più da vicino, nel nostro Comune. Perché tra non molto, le delibere che stanno approvando nei consigli comunali dei comuni del centro della toscana, arriveranno anche da noi.

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