lunedì, ottobre 24, 2022

Nicola Morra

 Il 7 novembre ricomincia "Report".

E "Report" significa Sigfrido Ranucci, che, sulla scia dei suoi maestri, continua ad essere prima ancora che un grande professionista, un grande uomo.
A fine settembre, poco prima delle elezioni, ha vinto ad Albenga, in provincia di Savona, il Premio "Fionda di Legno", premio dal profondo significato simbolico e morale per la sua storia. È stato, infatti, istituito dai "Fieui di caruggi" nel 2007 per chi nella sua vita, o in un momento particolare della propria esistenza, ha voluto e saputo tirare buone fiondate contro il malcostume, i soprusi, le ipocrisie, il falso moralismo della nostra epoca.
È toccato tale riconoscimento a tante «persone», prima ancora che «personaggi», e Sigfrido Ranucci aggiunge il suo nome a un albo d’oro prestigioso che vede iscritti i nomi di Antonio Ricci, Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Milena Gabanelli, Roberto Vecchioni, Don Gallo, Carlìn Petrini ed altri.
Ranucci dopo averlo vinto ha deciso di devolvere il ricavato del premio all’ospedale di Albenga, ove mancano alcuni strumenti come ecocardiografi, cosa che costringe i pazienti a dover andare in altre città per fare visite specialistiche. Inoltre si è impegnato a promuovere per "Report" un’inchiesta sugli ambulatori medici pubblici immotivatamente chiusi o depotenziati, con la conseguenza che le persone son costrette a doversi spostare per decine di km per poter essere visitate e curate.
Un motivo in più per attendere e seguire con fi

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