lunedì, luglio 15, 2024

Tommaso Merlo

 L’ennesima carneficina, Netanyahu e il nord 


Altre decine di donne e bambini trucidati a Gaza. È stato Netanyahu in persona a dare l’ordine di bombardare quell’area indicata dagli israeliani come sicura. Lo ha raccontato lui stesso ai giornalisti. Pare che tra quegli sfollati si nascondesse uno dei capi di Hamas e nel dubbio Netanyahu ha commesso l’ennesimo crimine di guerra. Pressato dai giornalisti, Netanyahu ha dichiarato di non essere certo di aver centrato l’obiettivo, ma comunque di aver prima chiesto garanzie che non vi fossero ostaggi israeliani nell’area e sugli effetti collaterali. Come se lui potesse sapere dovere sono gli ostaggi, come se gli israeliani fossero persone e i palestinesi bestiame, come se decine di donne e bambini dilaniati e centinaia di feriti fossero effetti collaterali contenuti grazie alla sua premura. Netanyahu si conferma il peggiore macellaio della storia moderna oltre che un bugiardo patologico. Da qualche giorno sono ripresi i negoziati con Hamas per il cessate il fuoco e quest’ultima sembra una delle tante stragi ad orologeria per far saltare tutto. Nei giorni scorsi Netanyahu era stato anche accusato dagli stessi israeliani di non volere l’accordo perché continua ad avanzare nuove condizioni dando la colpa dello stallo ai palestinesi ovviamente. La verità è che Hamas ha accettato la proposta Biden, ma Netanyahu vuole continuare a spargere terrore, morte e dolore su una popolazione già allo stremo nella speranza che si arrenda e convinca Hamas a fare altrettanto. Vuole la vittoria totale. Continua a ripeterlo. E se cede di un millimetro, i fanatici con cui governa fanno saltare tutto. I cittadini israeliani intanto ormai marciano in autostrada, da Tel Aviv fino a Gerusalemme per chiedere la liberazione degli ostaggi ma anche la testa di Netanyahu che ha trascinato l’intero paese in un inferno. Hanno capito come sia lui il peggiore nemico di Israele. Nel frattempo piombano missili dall’Iraq e dallo Yemen mentre il porto israeliano di Elat sul Mar Rosso è fallito per mancanza di traffico. Le bombe fanno rumore, il boicottaggio no. Ma i problemi peggiori sono a nord dove continuano i combattimenti. Hezbollah ha ribadito che in caso di cessate il fuoco a Gaza cesserebbe anche il suo, ma tra i falchi israeliani già si parla di fiume Litani, di rioccupare cioè il sud del Libano fino a quel confine naturale per garantirsi un cuscinetto di sicurezza. Un film già visto che vorrebbe dire smantellare Hezbollah a casa sua e quindi guerra aperta. L’esercito israeliano si sta dispiegando, le munizioni occidentali stanno arrivando, i piani d’invasione sono pronti, i pretesti si sprecano ma la decisione finale tarda perché potrebbe avere conseguenze drammatiche. Israele ha alle spalle nove mesi di guerra a Gaza di cui non si intravede la fine, un esercito stanco, un paese lacerato ed economicamente provato e la vittoria non è affatto scontata. Hezbollah è un osso duro e se gli ipocriti paesi arabi decidessero di dare una mano e si arrivasse ad una sconfitta israeliana, non esiterebbero a marciare fino a Gerusalemme cambiando per sempre il destino del Medio Oriente. In attesa delle prossime mosse, Netanyahu viene sommerso dallo sdegno internazionale per l’ennesima carneficina di donne e bambini innocenti, ma non certo ai livelli di Putin. Un ucraino vale almeno cento palestinesi per le classi dirigenti occidentali. Del resto devono giustificare il riarmo verso la terza guerra mondiale in nome della democrazia e dei diritti umani mentre allo stesso tempo appoggiano più o meno platealmente un genocidio. Anche le bombe dell’ultima strage sono Made in USA a conferma di come Biden meriterebbe di tornare nel sarcofago per Gaza più che per la demenza. In attesa della prossima strage, Netanyahu si conferma il peggiore macellaio della storia moderna nonché il più efferato nemico di Israele.   

Tommaso Merlo

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