sabato, agosto 31, 2024

mercoledì, agosto 28, 2024

Elio Lannutti

 Ci hanno detto che è andata giù per il maltempo eppure un barchino del ca@@o ha salvato tutti quelli che sono riusciti ad abbandonare la nave.


Hanno farcito la storia aggiungendo la mamma che  (di notte, in mezzo a una tromba marina) perde in mare il bambino di un anno ma poi lo recupera, fa tanto carrozzina che precipita dalle scale nel film la corazzata Potëmkin sta cosa qui...

 Hanno detto della violenza eccezionale del vortice d'aria ed acqua che l'ha fatta inabissare, eppure un vortice così potente mica compare e scompare in un attimo, non è mica come il piccolo mulinello d'aria che vi si forma in cortile, eppure nessun altro natante in zona anche molto più piccolo è affondato (ed è agosto e li è zeppo di barche di ogni tipo e dimensione).


Hanno detto che era andata giù per l'albero spezzato ( l'albero è intatto).


Adesso dicono che è andata giù per un boccaporto aperto, ma davvero pensate che una barca del genere ci metta pochi minuti ad affondare se ha lo scafo intatto anche con tutti i boccaporti aperti? 


Io dico che l'unica cosa a fare acqua qui è la storia che ci raccontano...


https://x.com/Uni91070952/status/1826364614818373659?t=w7FoTL-xPIedEsoXjFHo7g&s=19

martedì, agosto 27, 2024

lunedì, agosto 26, 2024

Prof. Orsini

 Amo i miei haters per tutte le risate che mi fanno fare: "Orsini, che tu sia maledetto, nessuno può definire l'invasione di Kursk un fallimento perché nessuno conosce gli obiettivi reali di Zelensky".

1) Raccogliere una cesta di mele

2) Scattare un selfie in territorio russo 

3) Salvare un gattino in pericolo

A nessuno venga in mente che un grande stratega militare come Zelensky abbia invaso la Russia che ha tantissimi soldati da gettare nella mischia per costringerla a ritirare le truppe dal Donbass. Zelensky non avrebbe mai potuto partorire un'idea così stupida. Quindi, no, nessuno conosce l'obiettivo di Zelensky perché tutti lo conoscono. Dunque, la raccolta delle mele è l'ipotesi più probabile.

sabato, agosto 24, 2024

venerdì, agosto 23, 2024

Elio Lannutti

 Grillo:'Simbolo, nome M5S, secondo mandato non negoziabili".

Conte, infiltrato da Bonafede, vuole stravolgere principi e valori fondativi del M5S. Credo che Beppe Grillo, al quale molto scappati di casa dovrebbero eterna riconoscenza (invece di pugnalate alle spalle), non lo consentirà. E noi con lui. Sempre dalla parte di Beppe, nonostante errori esiziali come il governo col “vile affarista-Mario Draghi-che finirà di svendere ciò che resta dell’Italia ai suoi comparuzzi di Goldman Sachs” (Cpyright Cossiga). Forza Beppe, siamo sempre dalla tua parte !


giovedì, agosto 22, 2024

mercoledì, agosto 21, 2024

Tommaso Merlo

 L’Israele sionista non ha diritto di esistere


Un cessate il fuoco sancirebbe la sconfitta di Netanyahu a Gaza, allevierebbe le tremende sofferenze dei palestinesi ma non risolverebbe nulla. Sarebbe solo una pausa di una pulizia etnica che dura da oltre settant’anni e lascerebbe tutte le dinamiche regionali sul piatto. Il cessate il fuoco dipende da Netanyahu e dai suoi inguardabili ministri, sono loro a sabotarlo da mesi anche se la stampa mainstream racconta tutt’altro. Siamo arrivati a questi negoziati solo perché agli americani serve una pausa sotto elezioni, è dura spacciarsi come brava gente che auspica un mondo migliore quando si è complici di un genocidio di donne e bambini. Un cessate il fuoco permetterebbe a Kamala la poltrona e a Netanyahu e ai suoi inguardabili ministri di far riposare un esercito e un intero paese ormai allo stremo oltre che di accontentare le famiglie dei loro ostaggi che da mesi vengono prese per i fondelli. Il problema è riuscire ad ammettere la sconfitta e soprattutto perdere l’opportunità storica di uno scontro frontale con Iran e Libano a cui stanno lavorando da anni. Il regime sionista di Netanyahu vuole conquistare con la forza una posizione egemone nella regione ed avere mani libere per completare l’annessione della Palestina, se firma cederebbe anche su questo fronte e ad un passo dalla meta, ad eserciti schierati. E anche se Netanyahu fosse costretto a firmare, sarebbe solo questione di tempo per ritrovarsi nella stessa situazione. La radice del problema è l’ideologia sionista e va sradicata quella per girare pagina in Medio Oriente. Non ci sono scorciatoie. Ormai lo ha capito il mondo intero la differenza tra ebrei, israeliani e sionisti. Netanyahu e i suoi inguardabili ministri sono gli esponenti dell’ideologica sionista e di un conseguente regime che a Gaza ha perso il diritto di esistere. Al mondo non c’è posto per regimi capaci di tali atrocità e l’umanità trova sempre un modo per sbarazzarsene. È solo questione di tempo. Quando crolleranno le manipolazioni di massa e salteranno le complicità occidentali, il sionismo finirà nelle fogne della storia come le ideologie del secolo scorso. A Netanyahu ed ai suoi inguardabili ministri li attende un futuro da fuggiaschi tra parrucche e barbe finte inseguiti dalle corti dell’ONU. E sui libri di storia risulterà come sia stato il sionismo stesso e non i fantomatici arabi ad avere sancito la fine del loro violento progetto coloniale. È la legge della vita. Il male in fondo è sempre autodistruttivo. Per sopravvivere, la nazione israeliana sarà costretta a reinventarsi dalle fondamenta, diventando uno stato laico ed inclusivo capace di costruire il proprio futuro insieme ai palestinesi e non a scapito loro. Oggi i sionisti rubano le terre altrui e poi rivendicano il diritto di difendere la refurtiva. E parlano di diritto di esistere mentre negano quello altrui. Deliri ormai grotteschi. Con ogni accusa che si sta rivelando una confessione. Anche le accuse più atroci. Come le torture degli ostaggi, gli stupri, l’accanimento su donne e bambini, la violenza brutale. Politica che sconfina nella psichiatria. Nonostante l’indegno divieto a giornalisti ed ispettori internazionali di entrare a Gaza, l’orrore del genocidio sta arrivando davanti al naso del mondo intero grazie alle nuove tecnologie, con soldati israeliani pentiti che ammettono tutto. Male che si autodistrugge. Scene atroci che l’umanità si era illusa di aver archiviato ed è proprio per questo che milioni di persone sono scese in piazza in ogni angolo del globo. Non per se stesse, non per il proprio paese, ma per l’umanità intera, per la difesa di altri esseri umani a prescindere da ogni confine e differenza politica o religiosa o culturale. Certe atrocità non devono succedere a nessuno e per nessuna ragione al mondo. Punto. Ed è proprio paradossalmente quello che ci hanno insegnato a seguito dell’orrendo sterminio degli ebrei del secolo scorso. Politica che straborda nella psichiatria. Qualsiasi ideologia conquisti il potere politico di qualsiasi nazione e si renda protagonista di tali porcherie, perde il diritto di esistere sulla faccia della terra. Punto. Le classi dirigenti occidentali sono troppo prese dalle loro insulse carriere per capirlo, ma molti israeliani sono sul pezzo da mo’. Se vogliono salvare il loro paese devono sbarazzarsi al più presto di Netanyahu e dei suoi inguardabili ministri, devono rendere illegale l’ideologia sionista e ricostruire dalle fondamenta una democrazia vera capace di gestire con intelligenza e cuore il complesso scenario mediorientale e costruire un futuro insieme ai palestinesi. 

Tommaso Merlo

martedì, agosto 20, 2024

domenica, agosto 18, 2024

Tommaso Merlo

 La rivolta contro la guerra mondiale


Solo una rivolta popolare può fermare la spirale verso la terza guerra mondiale. Devono tremare i governi al guinzaglio degli americani e delle lobby belliche. I politicanti faranno qualcosa solo quando la loro poltrona sarà in pericolo. Non un secondo prima. Siamo già in piena fase di riarmo, il prossimo passo sarà reintrodurre la leva obbligatoria per essere pronti anche con la carne da macello, come stanno già facendo alcuni paesi europei. E poi via con la propaganda massiccia per spargere paura e convincere le masse che la guerra è l’unica salvezza. Una china pericolosa che dura da anni, il rischio oggi è superare il punto di non ritorno. A furia di procedere a guinzaglio dei deliri bellici americani, a furia di produrre e vendere strumenti di morte a chiunque, a furia di conformismo ed inconsistenza governativa, potrebbe diventare troppo tardi sottrarsi all’ennesima follia collettiva mondiale. Bisogna reagire. Che la Nato vada a farsi fottere e i deliri guerrafondai americani pure. Quelli sono in guerra permanente e da decenni fanno solo danni. Eppure insistono a fare gli sceriffi globali mentre noi insistiamo ad andargli dietro come dei ligi cagnolini. Come se i veri amici si vedessero da come ti leccano i pieni invece che dalla franchezza. L’Italia ha vissuto sulla propria pelle già due guerre mondiali ed ha pagato un prezzo talmente caro da decidere di non ripetere mai più tali tragici errori. Concetto che non a caso ha messo per iscritto nella sua Costituzione. I politicanti del momento non si devono permettere di calpestare la storia del nostro paese e con essa i valori su cui si fonda la nostra Repubblica. Non è accettabile. I governi durano qualche anno se va bene, gli strascichi delle guerre mondiali si pagano per generazioni. E in democrazia comandano i cittadini, non le lobby delle armi e i loro servetti politici. Se siamo arrivati fino a questo punto è perché la politica ha raggiunto livelli davvero miseri e perché stanno morendo man mano tutti i reduci e con essi la consapevolezza di cosa sia davvero quella follia collettiva chiamata guerra. Se siamo arrivati fino a questo punto è perché l’Italia gioca col fuoco da anni, aggirando la Costituzione spacciando le guerre come missioni di pace e perfino per l’esportazione della democrazia e dei diritti umani. Ma se siamo arrivati fino a questo punto è anche perché i cittadini al di là di qualche sporadica eccezione non si rendono nemmeno conto di quello che sta succedendo. Troppo impegnati a correre da una festa e da un negozio all’altro e a scrollare Tik Tok per capire che rischiano di finire in trincea come i loro nonni e bisnonni. Eterni bambini che saranno costretti a crescere di colpo quando gli arriverà la chiamata alle armi magari via WhatsApp e quando sentiranno le esplosioni delle bombe da casa loro invece che da qualche schermo. Si sta profilando un conflitto su larga scala che non sarà vissuto spaparanzati sul divano come i precedenti. Affinché la situazione non degeneri e finché siamo in tempo, serve una rivolta popolare contro il rischio di venire trascinati per inerzia nella terza guerra mondiale e per il rispetto della nostra Costituzione. Ma non solo. Bisogna fare in modo che non si arrivi più a questi livelli di rischio. Non è accettabile che la guerra sia tornata normalità e sia un tema sempre più sottratto ai cittadini e ai parlamenti e gestito opacamente in qualche consesso lobbistico sovranazionale. Il destino di una vera democrazia - nazionale o continentale che sia - deve rimanere saldamente in mano ai suoi cittadini e questo soprattutto quando in gioco c’è la loro vita e quelle delle generazioni future. Gli Europei non vogliono la guerra eppure oggi i fronti aperti sono addirittura due. Una situazione preoccupante di cui i politicanti non sembrano nemmeno rendersi conto. Solo i cittadini possono invertire la rotta, rivoltandosi e riprendendosi il ruolo democratico che gli spetta. 

Tommaso Merlo

venerdì, agosto 16, 2024

Prof. Orsini

 Il ministero della Difesa britannico ha negato l'autorizzazione a Zelensky a usare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” nell'offensiva a Kursk. Evidentemente, anche il governo di Londra pensa che le linee rosse esistano. E, per ora, non vuole valicarle perché teme un attacco dalla Russia se i missili inglesi trovassero una base di lancio a Kursk. Da parte sua, Biden ha negato a Zelensky l'uso degli Atacms a Kursk. Tutti vogliono una guerra per la Russia; nessuno vuole una guerra con la Russia. Crosetto, che la teme, condanna l’invasione di Kursk e assicura che le armi italiane non vengono utilizzate da Zelensky su quel fronte. Dà l’idea della piccolezza e della sconsideratezza della classe dirigente europea: armare l’Ucraina fino ai denti salvo dire: “Ma io, a Kursk, non c’entro niente!”. La guerra andava fermata il 24 febbraio 2022, come invocavo e suggerivo. La ragione è presto detta: porre l'esercito ucraino nella condizione di difendersi significa porlo nella condizione di attaccare. L’attacco e la difesa si fanno, quasi esclusivamente, con le stesse armi.

Nel complesso, credo che i media e i politici italiani abbiano forse imparato la lezione. Nel 2022-2023, il più timido successo degli ucraini sollevava ondate di entusiasmo e di trionfalismo tracotante: “La Russia è spacciata”, “Putin sta cadendo”, “i russi stanno per ammutinarsi”, “la Russia è in bancarotta”, “la Russia ha terminato i missili”. Con le dovute eccezioni, oggi vedo [...]. Esce ora il mio nuovo editoriale per Sicurezza Internazionale. Incontrerò gli abbonati il 26 agosto dalle 19 alle 20.


giovedì, agosto 15, 2024

mercoledì, agosto 14, 2024

Tommaso Merlo

 Trump, Elon Musk e la fine degli USA


Altro colpo di genio di Donald Trump, una chiacchierata dal vivo con Elon Musk su X che sarebbe quello che resta di Twitter. Un social media che Elon Musk ha comprato per 44 miliardi di dollari e in soli due anni ne vale 15, manco le cavallette. Eppure Elon siede ancora sul podio degli uomini più ricchi del pianeta grazie a Tesla e alle sue auto elettriche tra cui spicca il Cyber Truck. Forse il veicolo più brutto dall’invenzione del motore a scoppio ma che è diventato di tendenza tra gli arricchiti nonostante una magagna dopo l’altra. Costa intorno ai 100.000 Euro e si bloccava perfino il pedale dell’acceleratore a piena velocità, roba che salivi su quel trabiccolo in Florida ti ritrovavi in Arkansas. Ma Elon Musk è anche quello di SpaceX che spara razzi a raffica nell’universo e vorrebbe soggiornassimo allegramente su Marte mentre sul pianeta terra gli umani finiscono per strada. L’unica cosa certa è che stiamo riempiendo di spazzatura anche la nostra galassia e prima o poi qualcuno dovrà passare a pulire. Ma Elon è considerato una specie di icona del turbocapitalismo moderno grazie alla ricchezza accumulata, alle posizioni anti sistema e alle maniere poco ortodosse. Perfino la sua balbuzie ha fatto tendenza in questa social era. Vedremo se la mossa azzardata di schierarsi spudoratamente col vecchio Donald si rivelerà vincente o finiranno entrambi nell’umido della storia. L’intervista è iniziata con 40 minuti di ritardo a causa di problemi tecnici di X, ma a sentire Elon non è stata l’ennesima figuraccia planetaria ma un attacco cibernetico forse di natura aliena. Il complottismo è una delle grandi passioni che Elon condivide con Trump insieme a quella del taglio delle teste. L’intervista è stata ad alto contenuto di melatonina con un unico picco registrato quando i due illustri ospiti hanno ipotizzato un nuovo ministero per l’efficienza pubblica con Elon che si è messo a disposizione. Certo – ha detto Trump – l’hai dimostrato, sei un grande tagliatore. Nel senso di teste. Vero. Non appena ha messo piede a fu Twitter, Elon ha licenziato l’80% del personale con la stessa freddezza con cui si soffia il naso. I due hanno poi lodato quell’altro tagliatore incallito dell’argentino Milei e liberamente hanno duettato contro gli scioperi e per i licenziamenti selvaggi al punto che i sindacati americani si sono imbestialiti e sono scesi sul piede di guerra. Ci mancava pure questa grana. Trump sta già andando a picco nei sondaggi e mettersi a promettere licenziamenti a raffica alla vigilia delle elezioni è una di quelle idiozie senza eguali. I Repubblicani sono disperati. Se continua così rischiano l’estinzione. I media intanto sono passati dal fact-checking al conteggio delle balle che Trump spara ad ogni comizio e fanno fatica a tenere il conto. Centinaia a sera. Ma secondo gli osservatori più attenti, il problema è che ormai non riesce più a distinguere il vero dal falso dopo decenni di panzane in libertà e la tarda età ha aggravato la situazione. Si son messi anche a notare le volte che il cervello di Trump va in folle e biascica frasi senza senso, non è ancora ai livelli drammatici di Biden ma siamo sempre nella stessa categoria delle persone che ad una certa dovrebbero stare a casa coi nipotini a fare i puzzle. Se non bastasse, Trump si è scelto il vicepresidente più odioso dai tempi di Toro Seduto ed i suoi comizi son talmente noiosi che alzano i tacchi perfino gli scalmanati con addosso i mantelli di bisonte e le corna di bue. E per uomo-brand non c’è di peggio che venire a noia. Reggeva contro la salma di Biden ma contro un essere umano capace di intendere e di volere, è durissima. L’impressione di molti è che se al posto della Harris avessero candidato un pescatore del Mississippi, se la sarebbe giocata lo stesso. Del resto lo hanno capito anche i cow-boy più ottusi, Trump è in fuga dalla galera oltre che da se stesso e dei problemi del suo paese non gliene può fregare di meno. Ma c’è un “ma” grosso come la Statua della Libertà, negli Stati Uniti i soldi sono ancora decisivi per vincere le elezioni ed Elon Musk ha il portafoglio gonfio come una zampogna. Se Elon lo aprisse e investisse su quel vecchio ronzino di Trump e se magari venisse in loro aiuto qualche complotto alieno, allora il mitico duo potrebbe conquistare la Casa Bianca e tutti noi avere il privilegio di assistere alla fine degli Stati Uniti d’America.

Tommaso Merlo

martedì, agosto 13, 2024

domenica, agosto 11, 2024

Elio Lannutti

 🔴 Nelle profondità di mari e oceani si trovano metalli come cobalto manganese e nichel: aziende senza scrupoli vogliono impadronirsene per fabbricare batterie per automobili,

computer, smartphone e armi.


⚒️ Calare giganteschi bulldozer dentro ecosistemi marini ignoti e incontaminati significa mettere in pericolo il più grande habitat del pianeta.


Ma non è ancora troppo tardi: possiamo fermare le estrazioni negli abissi prima che inizino!


Chiedi insieme a noi una moratoria per dire no al Deep Sea Mining.

sabato, agosto 10, 2024

venerdì, agosto 09, 2024

Tommaso Merlo

 L’Italia con la retromarcia e il coraggio


Ci mancavano solo le sempiterne polemiche sulla strage di Bologna a trascinarci nel passato. Coi soliti stracci ideologici che volano da tutte le parti. Ustica, l’Italicus e pure lo stragismo con presunte svolte sempre rinviate alla prossima puntata. L’Italia è impantanata nel passato mentre il resto del mondo corre. La politica parla di aborto manco fossimo tornati negli anni settanta mentre i treni arrivano in orario come negli anni cinquanta. Pare perfino che alle ultime elezioni in molti abbiamo votato Berlusconi nonostante ci abbia lasciato. Notti magiche inseguendo una medaglia, rigurgiti di tangentopoli e un evergreen, la guerra. Altro tuffo nel passato remoto, la guerra come risoluzione delle controversie internazionali alla faccia della Costituzione. Unica novità il camuffamento più ardito, armiamo invasi ma anche invasori e soprattutto invasati. Stipendi da fame, pensioni da sete e anche a livello internazionale nessuna novità. L’Italia mantiene un peso politico pari a zero, manco fossimo ancora i castigati del dopoguerra. In Europa ci limitiamo a fare capricci per raccattare poltrone che non si capisce a cosa servano, alla NATO continuiamo a servire ai tavoli e per il resto una specialità nostrana: America o Cina basta che si venda qualcosina. Questo governo sulla carta era il più a destra dai tempi della buonanima del pelatone eppure sembra che governi il Pd. Non è cambiato nulla di sostanziale e soprattutto si naviga senza una rotta. Non si capisce che idea di paese e di futuro abbiamo i politicanti. Inconsistenza della maggioranza ma pure dell’opposizione. Tutti al servizio del pensiero unico neoliberista, ma guai ad ammetterlo altrimenti non vota davvero più nessuno. Questo doveva essere il governo dei fantomatici sovranisti impegnati nella difesa della cara e vecchia patria, peccato che paesi come l’Italia continuiamo a procedere a rimorchio di altre entità a partire dal mercato. Altro che panzane da campagna elettorale, il vero potere politico oggi è altrove e lo sarà sempre di più. In Italia potremmo essere già arrivati alla fine della Repubblica con Roma rilegata all’ordinaria amministrazione di condominio. Come sta già accadendo. Ma se non ci sta bene delegare il nostro futuro ad altri, invece di illudersi di fermare la storia con la lingua, dobbiamo piuttosto cogliere la sfida e andare a giocarcela politicamente dove vengono prese le decisioni. Altro che chiudersi in casa e abbassare le tapparelle. Certo, per riuscirci servono classi dirigenti nuove e all’altezza della sfida ed è questo il grosso limite italiano. Il campanilismo, una partitocrazia ammuffita e una gerontocrazia superata come quello di cui si occupa ma che non molla mai l’osso. Siamo fermi e chiusi in mondo che corre e in cui nessuno ti regala niente. Si spiega così l’irrilevanza politica italiana e quando avverrà la transizione a blocchi continentali, scompariremo del tutto se l’Europa non sarà nel frattempo politicamente nata. Altro che battere i pugni e tornare puntualmente a Roma con la coda fra le gambe. Per reagire bisogna attrezzarsi dando spazio alle nuove generazioni e mandare delegazioni espressione del meglio del paese nei consessi chiave. E pure in fretta. Il mondo corre e il problema è che lo sta facendo verso l’autodistruzione. Già, cose da fare ce ne sono fin troppe e anche l’Italia potrebbe dare una mano. Più che la leadership americana, sta fallendo l’ideologia neoliberista che ha trasformato le società occidentali in beceri mercati. Montagne di roba inutile e di illusioni egoistiche che producono giusto generazioni di frustrati e spazzatura anche morale. Un modello che fallisce fuori come dentro di noi con l’essere umano ridotto ad un utile idiota dedito a sgobbare, consumare e fuggire dalla realtà. Serve un nuovo paradigma politico, economico e sociale. Democrazie al servizio dei cittadini invece che dei potentati, politiche espressione delle nuove consapevolezze invece che di vecchie paturnie ideologiche, società eque e sane, economie sostenibili e pulite. E anche la sfida della pace ancora tutta da vincere. Altro che rimanere arenati in beghe del passato e procedere in retromarcia. Altro che chiudersi in casa. Serve una politica con uno sguardo lucido sul futuro e il coraggio di perseguirlo.

Tommaso Merlo

giovedì, agosto 08, 2024

mercoledì, agosto 07, 2024

Prof. Orsini

 Questo signore, Enrico Borghi, è uno dei miei peggiori detrattori in Parlamento. Avendomi attaccato in maniera del tutto immotivata, non vorrei che questo cinico cambiacasacca - scivolato sotto la soglia minima della dignità con il passaggio dal Pd al partito di Renzi pochi mesi dopo la sua elezione - pensi che possa temerlo in qualche modo. Tanto più che il cinico cambiacasacca è membro del Copasir, il comitato di controllo dei servizi segreti, importantissimo per le nostre libertà. Oggi sul Fatto quotidiano parlo di questo cinico cambiacasacca. Sapete che cosa ha fatto questo Enrico Borghi? Il cinico cambiacasacca, legato a Letta, ha lasciato il Pd dopo l’elezione di Schlein. Ma è grazie al Pd che ha preso il posto importantissimo al Copasir che non avrebbe preso con Renzi. Siccome aveva bisogno di nobilitare il suo atto poco nobile, ha sostenuto che la ragione per cui ha lasciato il Pd sarebbe il mio elogio a Schlein per essersi opposta all’uso del Pnrr per costruire munizioni. Del tipo: "Visto l'elogio di Orsini a Schlein? Ecco perché ho lasciato il Pd". 

Ma, piccolo cambiacasacca, un minimo di senso storico. Il mio post di elogio è arrivato molto dopo che tu hai fatto i tuoi conticini e hai lasciato il Pd da furbacchione quale sei. Il mio elogio alla Schlein non c’entra niente con la tua decisione di accasarti da Matteo Renzi tenendoti il posto al Copasir preso con il Pd. Capito, cambiacasacca? Mica tutti gli studiosi temono personaggetti come te. 

Invece di perdere il tuo tempo a sparare tweet contro gli studiosi liberi, fai qualcosa di utile per il tuo Paese.

P. S. Iscriviti al mio canale youtube. Presto non sarò più libero di parlare su questa pagina.

martedì, agosto 06, 2024

lunedì, agosto 05, 2024

Tommaso Merlo

 Il fu Movimento e il vero cambiamento


Il Movimento 5 Stelle è spirato andando al governo con Draghi e Berlusconi, ma versava in cattive condizioni di salute già da tempo. Una fine repentina come la sua ascesa e dovuta alla contaminazione col sistema. Da allora è iniziata la solita via crucis dei partiti che cercano di risalire la china, un’impresa pressoché impossibile. Anche dare in mano tutto a Conte, è sembrato un disperato tentativo di salvare la baracca sperando che il consenso personale dell’ex premier servisse a qualcosa. I risultati parlano da soli. Altri milioni di voti rimasti sul divano e una crescente irrilevanza. Più il fu Movimento si è allontanato dalla sua idea originaria, più ha perso idee, slancio e peso nella società. Eppure sembra essere ancora questa la linea in vista del congresso autunnale, completare la metamorfosi partitocratica tipo con l’annosa rimozione dei due mandati. In attesa del grande evento rifondatore, Conte e Grillo si punzecchiano a distanza. Aria davvero pesantuccia e le strade appaiono tre. O fanno pace e gestiscono a braccetto la definitiva scomparsa del Movimento dalla scena, oppure divorziano e con le rispettive tifoserie fondano qualcosa di proprio gusto, oppure con un colpo di scena si dimettono entrambi e mandano avanti i giovani che sarebbe l’unica mossa che smuoverebbe qualcosa. Un colpo di scena degno dei vecchi tempi, con Grillo che finalmente compie il famoso passo indietro andando in pensione e Conte che ritorna col taxi bianco a fare il cittadino comune in compagnia della vecchia guardia. L’esito della diatriba dipenderà dall’ego dei contendenti e da quello delle loro curve, di sicuro c’è solo che oggi in Italia non esiste nessuna vera opposizione politica. Non esiste cioè un partito vivo nella società che rappresenti i milioni di cittadini che detestano sia questo governo che l’intero sistema partitocratico. E stiamo parlando di oltre la metà degli aventi diritto che non si sente rappresentata da nessuno. Molti di loro votavano il Movimento perché lo vedevamo come l’ultima speranza ed è questo il mistero a 5 stelle degli ultimi anni. Invece di provare ad intercettare nuovamente quella massa enorme di voti antisistema, il fu Movimento continua a normalizzarsi sempre di più ed addirittura insiste nel voler allearsi col Pd dalle cui ceneri era nato. Davvero inspiegabile. Mentre i cittadini rigettano il sistema partitocratico, il fu Movimento fa di tutto per diventare parte di quel sistema. Ed è per questo che ha perso per strada milioni di voti anche dopo gli imperdonabili errori strategici nei palazzi. I cittadini vogliono una forza alternativa ai vecchi partiti che miri ad un cambiamento reale e radicale, non se ne fanno nulla di una stampella del Pd che aderisca a qualche campo santo pieno di sterpaglie rinsecchite. Oggi come allora, quando votarono in massa per quel movimento anomalo e strambo che però incarnava sia la loro esasperazione verso la vecchia partitocrazia, sia il loro desiderio di novità e di un paese all’altezza delle loro nuove consapevolezze. Oggi la gente non vota perché è più avanti dei partiti, è più evoluta dell’offerta politica che gli viene propinata. Il problema è nella politica, non nei cittadini. Che destra e sinistra siano la stessa identica cosa è più evidente oggi che mai e questo succede perché l’unica vera idea di fondo dell’intera partitocrazia è il neoliberalismo lobbistico. L’economia e i suoi potentati, il profitto, il mercato. Con la politica ridotta a fare marketing per mantenere una parvenza democratica e una volta distribuite le poltrone non cambia mai nulla. È storia. Affinché in democrazia cambi davvero qualcosa, devono nascere per strada - e non all’interno di qualche burocrazia partitica – dei movimenti innovativi che una volta nei palazzi abbiano la libertà e il coraggio di fare quanto promesso ai loro elettori anche a costo di scontrarsi con l’establishment. Proprio come avvenuto durante i primi mesi del governo gialloverde. E se il fu Movimento è stato trattato peggio della mafia, è proprio perché ha dimostrato che è possibile riuscirci e perfino senza soldi e con la sola validità del proprio progetto politico. Il fu Movimento ha dimostrato che i cittadini possono organizzarsi in proprio, conquistare il potere e realizzare le proprie idee. Un livello di libertà e di democrazia inaccettabile per il neoliberismo lobbistico e la vecchia partitocrazia al guinzaglio. Da quando il Movimento è spirato, c’è un vuoto politico enorme in Italia e nessuno se ne occupa perché meno persone votano, meno grattacapi ha il sistema. Se poi tenteranno di nascere nuovi movimenti verranno perseguitati, ma è quella l’unica via per il vero cambiamento. 

Tommaso Merlo

domenica, agosto 04, 2024

sabato, agosto 03, 2024

Poesia

 "Ho passato la giornata a medicarmi le ferite con i raggi del sole.

Ho passato il pomeriggio a cancellare la mia infelicità con l'acqua salata.

Ho passato la sera a togliere le paure dalla mente, mettendovi dentro stelle e canzoni.

Se qualcuno mi chiede come ho passato la mia giornata al mare, io rispondo "A guarire".

Perché nient'altro al mondo mi guarisce come il mare."

FabrizioCaramagna

Web

Phpinterest 

Digitalart

venerdì, agosto 02, 2024

giovedì, agosto 01, 2024

Tommaso Merlo

 L’escalation, la violenza e la vittoria palestinese


Continua la striscia di sangue in Medio Oriente e vedremo se dopo mesi di tentativi Netanyahu sarà riuscito a far scoppiare un conflitto regionale. Bombardare Beirut e Teheran per assassinare nemici politici è già guerra, quello che si attende è la guerra aperta. E cioè lo scontro diretto tra l’esercito israeliano ed Hezbollah ed eventualmente il coinvolgimento a distanza dell’Iran e la partecipazione dello Yemen, della Siria e addirittura della Turchia. Erdogan ha promesso di mandare truppe e questo renderebbe la resa dei conti regionale ancora più imprevedibile. Ed è proprio questo che l’ha scongiurata fino ad oggi. Se Netanyahu fosse sicuro di vincere avrebbe già attaccato da tempo, ma è invischiato a Gaza e affrontare i libanesi è tutt’altra storia soprattutto dopo dieci mesi di guerra. Ma la strage di bambini ha trafitto la censura finendo su tutti i giornali del mondo e non poteva certo rimanere impunita. E' così che Netanyahu ha rispolverato un classico del suo repertorio, la ritorsione uccidendo nemici sul suolo altrui. Della serie, quello degli altri è terrorismo, quello di Israele sacrosanto diritto di una democrazia modello ad esistere e a difendersi. Pratiche che Israele persegue da anni con l’unico risultato di essere sempre più in pericolo e col Medioriente diventato una ciminiera. Eppure insistono imperterriti a scegliere la violenza. È questo che sconvolge. L’incapacità di rendersi conto della realtà dei fatti, di dove li ha portati e li sta portando la sottocultura della guerra. L’incapacità di riflettere e smetterla di ripetere gli stessi tragici errori, il farsi sopraffare dall’odio nell’illusione che prima o poi il nemico si plachi. Illusioni. La violenza genera altra violenza opposta. E il male fatto prima o poi torna sempre indietro. Sempre. Sono leggi della vita insegnate paradossalmente proprio dai profeti a cui dicono di ispirarsi certi fanatici politicanti. È proprio vero che i mali del mondo derivano dalla scarsa consapevolezza degli esseri umani. Più che cattiveria è che non sanno quello che fanno e dall’altra parte non trovano nessuno che li perdoni. Altro che strumentalizzazioni bibliche, questo Medio Oriente è una bestemmia quotidiana. Una terra che poteva essere al centro del mondo ed invece è stata ridotta ad un cumulo di macerie anche spirituali. Movimenti come Hamas sono nati come reazione alla violenta occupazione israeliana in Palestina e continueranno a nascere. Sono decenni che Israele assassina nemici politici e il risultato è sotto gli occhi di tutti, i suoi nemici non sono mai stati così tanti e così forti ed agguerriti. Al punto che mai come oggi risulta imprevedibile l’esito di una guerra aperta regionale. Ma in attesa di sviluppi ci sono già degli sconfitti, gli occidentali. A parte i paesi europei che non contano più nulla e son fermi a faziosità ed ipocrisie da secolo scorso, la ciminiera mediorientale è la conferma di come la disastrosa leadership americana sia al tramonto. Netanyahu ha umiliato Biden e tutto il Congresso, prima comprandoseli e poi costringendoli ad applaudire a genocidio in corso e con una richiesta di arresto per crimini di guerra sulle spalle. Dollari, armi e nient’altro. Anche i vincitori ci sono già e sono i palestinesi. Nonostante oltre settant’anni di persecuzione coloniale non si sono mai arresi e continuano a lottare eroicamente per ottenere libertà e giustizia. Decenni di oppressione, abusi ed apartheid finalmente certificati anche dall’ONU con molti paesi che si son mossi per riconoscere il loro stato. Quanto all’orrendo genocidio a Gaza, ha aperto gli occhi al mondo intero dopo decenni di manipolazioni propagandistiche di massa e s’intravedono spiragli di luce. Ma non è ancora finita, la striscia di sangue continua e si teme l’escalation regionale. Violenza che genera violenza in attesa che i potenti ricomincino ad ascoltare i profeti invece di sfruttarli per i propri deliri egoistici. Già, i mali del mondo derivano dalla scarsa consapevolezza degli esseri umani.

Tommaso Merlo