mercoledì, agosto 14, 2024

Tommaso Merlo

 Trump, Elon Musk e la fine degli USA


Altro colpo di genio di Donald Trump, una chiacchierata dal vivo con Elon Musk su X che sarebbe quello che resta di Twitter. Un social media che Elon Musk ha comprato per 44 miliardi di dollari e in soli due anni ne vale 15, manco le cavallette. Eppure Elon siede ancora sul podio degli uomini più ricchi del pianeta grazie a Tesla e alle sue auto elettriche tra cui spicca il Cyber Truck. Forse il veicolo più brutto dall’invenzione del motore a scoppio ma che è diventato di tendenza tra gli arricchiti nonostante una magagna dopo l’altra. Costa intorno ai 100.000 Euro e si bloccava perfino il pedale dell’acceleratore a piena velocità, roba che salivi su quel trabiccolo in Florida ti ritrovavi in Arkansas. Ma Elon Musk è anche quello di SpaceX che spara razzi a raffica nell’universo e vorrebbe soggiornassimo allegramente su Marte mentre sul pianeta terra gli umani finiscono per strada. L’unica cosa certa è che stiamo riempiendo di spazzatura anche la nostra galassia e prima o poi qualcuno dovrà passare a pulire. Ma Elon è considerato una specie di icona del turbocapitalismo moderno grazie alla ricchezza accumulata, alle posizioni anti sistema e alle maniere poco ortodosse. Perfino la sua balbuzie ha fatto tendenza in questa social era. Vedremo se la mossa azzardata di schierarsi spudoratamente col vecchio Donald si rivelerà vincente o finiranno entrambi nell’umido della storia. L’intervista è iniziata con 40 minuti di ritardo a causa di problemi tecnici di X, ma a sentire Elon non è stata l’ennesima figuraccia planetaria ma un attacco cibernetico forse di natura aliena. Il complottismo è una delle grandi passioni che Elon condivide con Trump insieme a quella del taglio delle teste. L’intervista è stata ad alto contenuto di melatonina con un unico picco registrato quando i due illustri ospiti hanno ipotizzato un nuovo ministero per l’efficienza pubblica con Elon che si è messo a disposizione. Certo – ha detto Trump – l’hai dimostrato, sei un grande tagliatore. Nel senso di teste. Vero. Non appena ha messo piede a fu Twitter, Elon ha licenziato l’80% del personale con la stessa freddezza con cui si soffia il naso. I due hanno poi lodato quell’altro tagliatore incallito dell’argentino Milei e liberamente hanno duettato contro gli scioperi e per i licenziamenti selvaggi al punto che i sindacati americani si sono imbestialiti e sono scesi sul piede di guerra. Ci mancava pure questa grana. Trump sta già andando a picco nei sondaggi e mettersi a promettere licenziamenti a raffica alla vigilia delle elezioni è una di quelle idiozie senza eguali. I Repubblicani sono disperati. Se continua così rischiano l’estinzione. I media intanto sono passati dal fact-checking al conteggio delle balle che Trump spara ad ogni comizio e fanno fatica a tenere il conto. Centinaia a sera. Ma secondo gli osservatori più attenti, il problema è che ormai non riesce più a distinguere il vero dal falso dopo decenni di panzane in libertà e la tarda età ha aggravato la situazione. Si son messi anche a notare le volte che il cervello di Trump va in folle e biascica frasi senza senso, non è ancora ai livelli drammatici di Biden ma siamo sempre nella stessa categoria delle persone che ad una certa dovrebbero stare a casa coi nipotini a fare i puzzle. Se non bastasse, Trump si è scelto il vicepresidente più odioso dai tempi di Toro Seduto ed i suoi comizi son talmente noiosi che alzano i tacchi perfino gli scalmanati con addosso i mantelli di bisonte e le corna di bue. E per uomo-brand non c’è di peggio che venire a noia. Reggeva contro la salma di Biden ma contro un essere umano capace di intendere e di volere, è durissima. L’impressione di molti è che se al posto della Harris avessero candidato un pescatore del Mississippi, se la sarebbe giocata lo stesso. Del resto lo hanno capito anche i cow-boy più ottusi, Trump è in fuga dalla galera oltre che da se stesso e dei problemi del suo paese non gliene può fregare di meno. Ma c’è un “ma” grosso come la Statua della Libertà, negli Stati Uniti i soldi sono ancora decisivi per vincere le elezioni ed Elon Musk ha il portafoglio gonfio come una zampogna. Se Elon lo aprisse e investisse su quel vecchio ronzino di Trump e se magari venisse in loro aiuto qualche complotto alieno, allora il mitico duo potrebbe conquistare la Casa Bianca e tutti noi avere il privilegio di assistere alla fine degli Stati Uniti d’America.

Tommaso Merlo

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