venerdì, agosto 16, 2024

Prof. Orsini

 Il ministero della Difesa britannico ha negato l'autorizzazione a Zelensky a usare i missili a lungo raggio “Storm Shadow” nell'offensiva a Kursk. Evidentemente, anche il governo di Londra pensa che le linee rosse esistano. E, per ora, non vuole valicarle perché teme un attacco dalla Russia se i missili inglesi trovassero una base di lancio a Kursk. Da parte sua, Biden ha negato a Zelensky l'uso degli Atacms a Kursk. Tutti vogliono una guerra per la Russia; nessuno vuole una guerra con la Russia. Crosetto, che la teme, condanna l’invasione di Kursk e assicura che le armi italiane non vengono utilizzate da Zelensky su quel fronte. Dà l’idea della piccolezza e della sconsideratezza della classe dirigente europea: armare l’Ucraina fino ai denti salvo dire: “Ma io, a Kursk, non c’entro niente!”. La guerra andava fermata il 24 febbraio 2022, come invocavo e suggerivo. La ragione è presto detta: porre l'esercito ucraino nella condizione di difendersi significa porlo nella condizione di attaccare. L’attacco e la difesa si fanno, quasi esclusivamente, con le stesse armi.

Nel complesso, credo che i media e i politici italiani abbiano forse imparato la lezione. Nel 2022-2023, il più timido successo degli ucraini sollevava ondate di entusiasmo e di trionfalismo tracotante: “La Russia è spacciata”, “Putin sta cadendo”, “i russi stanno per ammutinarsi”, “la Russia è in bancarotta”, “la Russia ha terminato i missili”. Con le dovute eccezioni, oggi vedo [...]. Esce ora il mio nuovo editoriale per Sicurezza Internazionale. Incontrerò gli abbonati il 26 agosto dalle 19 alle 20.


Nessun commento: