domenica, agosto 18, 2024

Tommaso Merlo

 La rivolta contro la guerra mondiale


Solo una rivolta popolare può fermare la spirale verso la terza guerra mondiale. Devono tremare i governi al guinzaglio degli americani e delle lobby belliche. I politicanti faranno qualcosa solo quando la loro poltrona sarà in pericolo. Non un secondo prima. Siamo già in piena fase di riarmo, il prossimo passo sarà reintrodurre la leva obbligatoria per essere pronti anche con la carne da macello, come stanno già facendo alcuni paesi europei. E poi via con la propaganda massiccia per spargere paura e convincere le masse che la guerra è l’unica salvezza. Una china pericolosa che dura da anni, il rischio oggi è superare il punto di non ritorno. A furia di procedere a guinzaglio dei deliri bellici americani, a furia di produrre e vendere strumenti di morte a chiunque, a furia di conformismo ed inconsistenza governativa, potrebbe diventare troppo tardi sottrarsi all’ennesima follia collettiva mondiale. Bisogna reagire. Che la Nato vada a farsi fottere e i deliri guerrafondai americani pure. Quelli sono in guerra permanente e da decenni fanno solo danni. Eppure insistono a fare gli sceriffi globali mentre noi insistiamo ad andargli dietro come dei ligi cagnolini. Come se i veri amici si vedessero da come ti leccano i pieni invece che dalla franchezza. L’Italia ha vissuto sulla propria pelle già due guerre mondiali ed ha pagato un prezzo talmente caro da decidere di non ripetere mai più tali tragici errori. Concetto che non a caso ha messo per iscritto nella sua Costituzione. I politicanti del momento non si devono permettere di calpestare la storia del nostro paese e con essa i valori su cui si fonda la nostra Repubblica. Non è accettabile. I governi durano qualche anno se va bene, gli strascichi delle guerre mondiali si pagano per generazioni. E in democrazia comandano i cittadini, non le lobby delle armi e i loro servetti politici. Se siamo arrivati fino a questo punto è perché la politica ha raggiunto livelli davvero miseri e perché stanno morendo man mano tutti i reduci e con essi la consapevolezza di cosa sia davvero quella follia collettiva chiamata guerra. Se siamo arrivati fino a questo punto è perché l’Italia gioca col fuoco da anni, aggirando la Costituzione spacciando le guerre come missioni di pace e perfino per l’esportazione della democrazia e dei diritti umani. Ma se siamo arrivati fino a questo punto è anche perché i cittadini al di là di qualche sporadica eccezione non si rendono nemmeno conto di quello che sta succedendo. Troppo impegnati a correre da una festa e da un negozio all’altro e a scrollare Tik Tok per capire che rischiano di finire in trincea come i loro nonni e bisnonni. Eterni bambini che saranno costretti a crescere di colpo quando gli arriverà la chiamata alle armi magari via WhatsApp e quando sentiranno le esplosioni delle bombe da casa loro invece che da qualche schermo. Si sta profilando un conflitto su larga scala che non sarà vissuto spaparanzati sul divano come i precedenti. Affinché la situazione non degeneri e finché siamo in tempo, serve una rivolta popolare contro il rischio di venire trascinati per inerzia nella terza guerra mondiale e per il rispetto della nostra Costituzione. Ma non solo. Bisogna fare in modo che non si arrivi più a questi livelli di rischio. Non è accettabile che la guerra sia tornata normalità e sia un tema sempre più sottratto ai cittadini e ai parlamenti e gestito opacamente in qualche consesso lobbistico sovranazionale. Il destino di una vera democrazia - nazionale o continentale che sia - deve rimanere saldamente in mano ai suoi cittadini e questo soprattutto quando in gioco c’è la loro vita e quelle delle generazioni future. Gli Europei non vogliono la guerra eppure oggi i fronti aperti sono addirittura due. Una situazione preoccupante di cui i politicanti non sembrano nemmeno rendersi conto. Solo i cittadini possono invertire la rotta, rivoltandosi e riprendendosi il ruolo democratico che gli spetta. 

Tommaso Merlo

Nessun commento: