venerdì, agosto 09, 2024

Tommaso Merlo

 L’Italia con la retromarcia e il coraggio


Ci mancavano solo le sempiterne polemiche sulla strage di Bologna a trascinarci nel passato. Coi soliti stracci ideologici che volano da tutte le parti. Ustica, l’Italicus e pure lo stragismo con presunte svolte sempre rinviate alla prossima puntata. L’Italia è impantanata nel passato mentre il resto del mondo corre. La politica parla di aborto manco fossimo tornati negli anni settanta mentre i treni arrivano in orario come negli anni cinquanta. Pare perfino che alle ultime elezioni in molti abbiamo votato Berlusconi nonostante ci abbia lasciato. Notti magiche inseguendo una medaglia, rigurgiti di tangentopoli e un evergreen, la guerra. Altro tuffo nel passato remoto, la guerra come risoluzione delle controversie internazionali alla faccia della Costituzione. Unica novità il camuffamento più ardito, armiamo invasi ma anche invasori e soprattutto invasati. Stipendi da fame, pensioni da sete e anche a livello internazionale nessuna novità. L’Italia mantiene un peso politico pari a zero, manco fossimo ancora i castigati del dopoguerra. In Europa ci limitiamo a fare capricci per raccattare poltrone che non si capisce a cosa servano, alla NATO continuiamo a servire ai tavoli e per il resto una specialità nostrana: America o Cina basta che si venda qualcosina. Questo governo sulla carta era il più a destra dai tempi della buonanima del pelatone eppure sembra che governi il Pd. Non è cambiato nulla di sostanziale e soprattutto si naviga senza una rotta. Non si capisce che idea di paese e di futuro abbiamo i politicanti. Inconsistenza della maggioranza ma pure dell’opposizione. Tutti al servizio del pensiero unico neoliberista, ma guai ad ammetterlo altrimenti non vota davvero più nessuno. Questo doveva essere il governo dei fantomatici sovranisti impegnati nella difesa della cara e vecchia patria, peccato che paesi come l’Italia continuiamo a procedere a rimorchio di altre entità a partire dal mercato. Altro che panzane da campagna elettorale, il vero potere politico oggi è altrove e lo sarà sempre di più. In Italia potremmo essere già arrivati alla fine della Repubblica con Roma rilegata all’ordinaria amministrazione di condominio. Come sta già accadendo. Ma se non ci sta bene delegare il nostro futuro ad altri, invece di illudersi di fermare la storia con la lingua, dobbiamo piuttosto cogliere la sfida e andare a giocarcela politicamente dove vengono prese le decisioni. Altro che chiudersi in casa e abbassare le tapparelle. Certo, per riuscirci servono classi dirigenti nuove e all’altezza della sfida ed è questo il grosso limite italiano. Il campanilismo, una partitocrazia ammuffita e una gerontocrazia superata come quello di cui si occupa ma che non molla mai l’osso. Siamo fermi e chiusi in mondo che corre e in cui nessuno ti regala niente. Si spiega così l’irrilevanza politica italiana e quando avverrà la transizione a blocchi continentali, scompariremo del tutto se l’Europa non sarà nel frattempo politicamente nata. Altro che battere i pugni e tornare puntualmente a Roma con la coda fra le gambe. Per reagire bisogna attrezzarsi dando spazio alle nuove generazioni e mandare delegazioni espressione del meglio del paese nei consessi chiave. E pure in fretta. Il mondo corre e il problema è che lo sta facendo verso l’autodistruzione. Già, cose da fare ce ne sono fin troppe e anche l’Italia potrebbe dare una mano. Più che la leadership americana, sta fallendo l’ideologia neoliberista che ha trasformato le società occidentali in beceri mercati. Montagne di roba inutile e di illusioni egoistiche che producono giusto generazioni di frustrati e spazzatura anche morale. Un modello che fallisce fuori come dentro di noi con l’essere umano ridotto ad un utile idiota dedito a sgobbare, consumare e fuggire dalla realtà. Serve un nuovo paradigma politico, economico e sociale. Democrazie al servizio dei cittadini invece che dei potentati, politiche espressione delle nuove consapevolezze invece che di vecchie paturnie ideologiche, società eque e sane, economie sostenibili e pulite. E anche la sfida della pace ancora tutta da vincere. Altro che rimanere arenati in beghe del passato e procedere in retromarcia. Altro che chiudersi in casa. Serve una politica con uno sguardo lucido sul futuro e il coraggio di perseguirlo.

Tommaso Merlo

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