ROMA – Il ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale ha convocato l'ambasciatore russo in Italia Aleksej Paramonov per contestargli l'inserimento di alte cariche della repubblica italiana in un presunto elenco di soggetti "russofobi". A prendere posizione è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui "l'Italia ha scelto con fermezza di stare al fianco dell'Ucraina di fronte alla brutale guerra di aggressione scatenata dalla Russia ormai tre anni fa, e continua a garantire il proprio sostegno al popolo ucraino nella sua eroica resistenza. La pubblicazione da parte del Ministero degli Esteri di una lista di presunti 'russofobi', accusati di aver 'incitato all'odio' contro la Russia, non è altro che l'ennesima operazione di propaganda, finalizzata a distogliere l'attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca, ben note alla comunità internazionale e che la comunità internazionale ha condannato fin dall'inizio. Desidero, per questo, rivolgere la mia solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e a tutti coloro che sono stati destinatari di questa inaccettabile provocazione".
giovedì, luglio 31, 2025
mercoledì, luglio 30, 2025
martedì, luglio 29, 2025
lunedì, luglio 28, 2025
Incidente.
Un treno espresso regionale della Deutsche Bahn con a bordo circa 100 passeggeri è deragliato nel distretto tedesco di Biberach (Baden-Wurttemberg), causando almeno 3 vittime (e non 4, come precedentemente riportato) e circa 34 feriti, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa tedesca citando fonti di sicurezza.
domenica, luglio 27, 2025
venerdì, luglio 25, 2025
giovedì, luglio 24, 2025
Tommaso Merlo
L’eroica resistenza palestinese
Li stanno facendo morire perfino di fame. Una morte lenta, spietata. Prima li riducono pelle ed ossa e poi lasciano che si spengano mentre gli aiuti umanitari marciscono sotto al sole oltre al filo spinato di quel lager ripugnante. E chi ha ancora la forza di raggiungere una mangiatoia, rischia di venire fucilato. Un orrore immondo che suggella il fallimento storico dell’ideologia sionista e sta creando le premesse per una svolta epocale. Sono oltre settant’anni che i sionisti perseguitano i palestinesi e quasi due anni che li massacrano a Gaza. Tonnellate di bombe, droni killer dalla mattina alla sera, cannonate e cecchini. Carestia. Qualunque altro popolo si sarebbe arreso, si sarebbe inginocchiato davanti alla brutalità sionista e alla disparità delle forze in campo. Ma non i palestinesi. E questo perché le atrocità e le ingiustizie subite generazione dopo generazione, li hanno fortificati. Una forza che deriva dal dolore subito sulla propria pelle e su quella dei propri cari. Una forza che deriva dalla bontà delle proprie ragioni perché politicanti e presunti giornalisti possono blaterale fin che vogliono, ma alla fine la verità storica è molto semplice. I palestinesi vivevano in quelle terre da secoli convivendo pacificamente anche con gli ebrei, poi un giorno sono sbarcati i sionisti con un pezzo di carta in mano con scritto sopra che quella era casa loro. Ed è scoppiato l’inferno. Un progetto coloniale assurdo in partenza perché storicamente fuori tempo massimo, perché mirato ad istituire uno stato ebraico e non laico mettendo quindi le premesse per l’apartheid. E perché ignorava che quella è una terra dalla cultura antica e fiera nonché santa per tutte e tre le religioni monoteiste. Un progetto coloniale che avrebbe al massimo potuto funzionare se gestito in maniera intelligente, se cioè il sionismo avesse imparato dai suoi tragici errori iniziali e avesse accantonato il fanatismo considerando i palestinesi esseri umani alla pari e trovando con loro compromessi ragionevoli in modo da convivere civilmente. Ed invece hanno sostanzialmente portato avanti una cocciuta occupazione fregandosene di tutto e di tutti. Fin dal suo sbarco, il sionismo ha scelto la violenza cacciando letteralmente i palestinesi dalle loro case di famiglia, mentre cenavano, mentre chiacchieravano in giardino. Dopo secoli, i palestinesi hanno dovuto raccogliere in fretta e furia i loro effetti personali ed incamminarsi verso altre città e paesi, verso baraccopoli di lamiera sparse per tutto il Medioriente. Lasciandosi alle spalle non solo proprietà, ma anche storia, cultura, dignità. Una violenza anche psicologia inaudita che ha segnato profondamente la vita di chi è restato in prima linea come di coloro che sono scappati altrove in cerca di normalità. Ma senza mai dimenticare, senza mai arrendersi. Strage dopo strage. Diaspora dopo diaspora. Perfino dentro Gaza è pieno di rifugiati e discendenti di qualche deportazione di massa. Un dolore immenso che non si dissolve ma si accumula, traumi che si tramandano tra generazioni e che si fanno rabbia, che si fanno politica, che si fanno lotta armata. Resistenza dal punto di vista palestinese, terrorismo per gli Occidentali che da civiltà superiore si arroga il diritto di decidere chi sono i buoni e chi i cattivi. I loro nemici sono tutti terroristi soprattutto se di altre religioni e con la pelle più scura, mentre i loro amici come Israele esercitano il sacrosanto diritto di difendersi e di esistere anche quando calpestano il diritto internazionale e massacrano decine di migliaia di bambini innocenti. Assurde ipocrisie che dopo l’orrore a Gaza son diventate ridicole. Siamo davanti ad un delirio sanguinario fuori controllo. E se dopo oltre settant’anni i sionisti sono ancora lì a sterminare e perseguitare i palestinesi ed attaccare i paesi limitrofi, è segno di disperazione. Non vogliono ammettere il sostanziale fallimento della loro strategia e di tutto il loro progetto coloniale basato sulla forza, sulla manipolazione propagandistica e sull'appoggio occidentale. Un fallimento storico dovuto alle sue assurde premesse, al fanatismo con cui è stata portata avanti l’occupazione, ma anche all’eroica resistenza palestinese che non si è mai arresa nonostante tutto e tutti. Oggi a Gaza si muore di fame, ma il mondo è cambiato. Ha compreso la verità. È maturato. Ed è solo questione di tempo. La Palestina tornerà ad essere una terra libera dove i diversi popoli torneranno a convivere pacificamente.
Tommaso Merlo
mercoledì, luglio 23, 2025
martedì, luglio 22, 2025
Tommaso Merlo
Il corale Vaffanzum per lorsignori
L’unico concerto che si merita la classe dirigente italiana è il Vaffanzum di Amici Miei. Almeno imparano a boicottare blasonati direttori d’orchestra per fare a gara a chi è più russofobo. Invece di ricorrere e certi meschini mezzucci, lorsignori dovrebbero mettersi in testa lo scolapasta, impugnare il mestolo e recarsi in trincea in Ucraina così almeno capiscono cos’è davvero la guerra e dove finiranno i loro figli e nipoti se continuano a gettare benzina sul fuoco a vanvera. O meglio, dove finiranno quelli dei poveri cristi mentre loro si godranno il macabro spettacolo dai loro divani. È da tali piccolezze che capisci il perché il nostro paese non conta una mazza ed è impantanato in una mesta mediocrità. Dopo secoli di storia anche notevole, abbiamo prodotto la classe dirigente peggiore dai tempi di Tarquinio il Superbo. E se è vero che la classe dirigente rispecchia la società, siamo davvero messi male. L’unico aspetto positivo di questa Italia e l’unica vera speranza, è che oltre metà della popolazione è talmente esasperata e nauseata che non vota e non si informa più. E questo per il semplicissimo motivo che non ha nessun senso tapparsi il naso nelle urne e poi prenderselo regolarmente in quel posto. E non ha nemmeno senso venire manipolati da un giornalismo che a furia di servire padroni e paturnie partitiche, è sostanzialmente morto. Ma invece di prendere atto di tale disastro democratico, lorsignori fanno spallucce e si godono i loro posti al sole fino ad un passo dalla tomba. Come se non avessero altro da fare e come se dietro a quel fiume di chiacchiere e sotto a tutto quel cerone, ci fosse in fondo del banale egoismo. L’unica vera ideologia rimasta sulla scena. Davvero da corale Vaffanzum, mentre quella degli italiani è atavica saggezza. Invece di farsi il sangue amaro per niente, aspettano la prossima occasione per votare contro contro questo sistema andato a male. Ed è questa la vera sfida politica di oggi: dalla fasulla democrazia lobbistica dobbiamo evolvere verso una vera democrazia popolare. Negli ultimi anni i cittadini ci hanno provato col vituperato populismo. Un’ondata di malcontento e voglia di cambiamento radicale trattata da lorsignori peggio della peste bubbonica. E alla fine hanno prevalso loro imponendo una penosa restaurazione. L’abnorme astensionismo di oggi e il rigetto verso lorsignori, non è altro che una conseguenza logica a quella miope contromossa. Una forma di protesta verso un sistema anche culturalmente superato. Già, i colpevoli della drammatica crisi democratica in corso vanno cercati nei palazzi, non per strada. Per strada vanno invece cercati i responsabili della crisi politica perché è solo da lì che può nascere una alternativa. Servono progetti politici nuovi e all’altezza dei tempi e delle nuove consapevolezze. Nuovi contenuti, nuove facce, nuove formule. Progetti in grado di riaccendere la speranza e quindi l’entusiasmo e quindi la partecipazione popolare. La direzione da seguire è evidente. Dalla fasulla democrazia lobbistica bisogna evolvere verso una vera democrazia popolare. Non è più una questione di destra e sinistra, ma di vecchio e nuovo e di sotto e sopra. Il potere politico è stato sottratto al popolo dai ricchi e dai loro cortigiani, da quei detentori del capitale che nel sistema capitalista spadroneggiano al punto da comprarsi tutto, perfino politica e giornalismo, perfino verità e buonsenso tenendo sotto ricatto finanziario interi paesi. Perfino le guerre vengono scatenate solo per gli immensi profitti che generano mentre la qualità della vita dei poveri cristi precipita e rischiano pure di finire in qualche trincea. È questa la sfida politica che abbiamo davanti. Riportare cittadini liberi e consapevoli ai vertici della democrazia e sfruttare anche le nuove tecnologie affinché le decisioni siano prese sempre più dal basso e in maniera trasparente. È questa la vera battaglia per la sovranità, ridare il potere al popolo. Non una questione di principio, ma sostenziale. Perchè più la politica è partecipata, più è di qualità. E più la democrazia è diretta, più è illuminata. Già, va sconfitta la penosa restaurazione e ripreso il cammino. L’unico concerto che si merita la classe dirigente italiana è il Vaffanzum di Amici Miei, mentre se davvero i cittadini vogliono un paese migliore il rigetto non basta, bisogna rimboccarsi le maniche tornando a fare politica in modo da riprendersi le redini della democrazia.
Tommaso Merlo
lunedì, luglio 21, 2025
domenica, luglio 20, 2025
Napoli
Mare Libero deposita in questura un esposto contro ignoti dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato che chiede il rilascio dell’area del Bagno Elena. L’Autorità portuale prepara il bando per gli arenili
sabato, luglio 19, 2025
venerdì, luglio 18, 2025
Lavoro
Il ministro Urso annuncia: "Approvata l'Aia per l'ex Ilva, l'impianto è salvo"
"Taranto continuerà a lavorare, l'industria italiana continuerà ad avere l'acciaio" dice il titolare del dicastero Imprese e Made in Italy dopo il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale per il sito siderurgico
giovedì, luglio 17, 2025
mercoledì, luglio 16, 2025
Cani e gatti.
Tre giorni di permesso retribuito in caso di morte e otto ore all'anno per malattia di cani o gatti domestici: è la proposta di legge presentata dal deputato di Alleanza Verdi e sinistra Devis Dori. "Gli animali sono considerati a tutti gli effetti parte del nucleo familiare, alla stregua di una persona", spiega il parlamentare a Open. E quindi anche le normative vanno adeguate perché, aggiunge, "conosciamo tutti il dolore che può provocare la loro perdita o la loro malattia".
martedì, luglio 15, 2025
lunedì, luglio 14, 2025
Tennis
Forse lo dovevamo capire da quel tappo di champagne caduto dalla sua parte. La scena è questa: secondo set, 2-1 per Sinner che si accinge a battere… quando il rumore inconfondibile di un tappo che salta, nel silenzio del centrale, e piomba in campo, lascia tutti di stucco. Jannik lo raccoglie e lo dà al raccattapalle ma forse, quel tappo, era il segnale del successo che sarebbe stato, del brindisi che lo attendeva di lì a tre ore, dopo quel triplo 6-4 che lo consacrava campione di Wimbledon. Perché Sinner ha giocato una gran partita, addomesticando l’esuberanza di Alcaraz, costringendolo all’errore, non consentendogli il comando negli scambi grazie al servizio efficace. Il tutto accompagnato da una grinta e una voglia di vincere che gli ha fatto urlare “Go!” più di una volta, o mettersi le mani ai fianchi, incredulo per un errore non da lui, o ancora chiamare il pubblico, dopo una difesa delle sue seguita da un passante stretto di rovescio incrociato (sul 5-4 e servizio nel secondo set).
Forse dovevamo capire che questa era la “«vittoria nello Slam più speciale, dopo tre mesi fermi e due finali perse”, come ha detto il coach Simone Vagnozzi confessando di aver pianto - cosa che non era mai successa - nel box con Darren Cahill, Alex Vittur, mamma Siglinde protetta da un paio di occhialoni da sole, papà Hanspeter e Mark, il fratello sottratto alla Formula 1.
sabato, luglio 12, 2025
venerdì, luglio 11, 2025
giovedì, luglio 10, 2025
Italia
La povertà in Italia non ha più solo il volto degli emarginati. Oggi tocca padri e madri separati, giovani senza lavoro, lavoratori con stipendi insufficienti e soprattutto famiglie con bambini che, pur avendo un tetto sopra la testa, non riescono a pagare le spese di tutti i giorni.
A lanciare l'allarme è l'Antoniano di Bologna, storica istituzione che dal 1954 si prende cura dei più bisognosi. I numeri del loro Bilancio Sociale 2024 raccontano una storia preoccupante: negli ultimi tre anni le famiglie che chiedono aiuto sono aumentate in modo drammatico.
mercoledì, luglio 09, 2025
martedì, luglio 08, 2025
Profumi
C'è un profumo che, più di ogni altro, racconta l’estate italiana: quello del basilico appena colto. Una carezza verde sulle dita, un’esplosione aromatica nell’aria. Eppure, nonostante la sua apparente semplicità, il basilico è una delle erbe aromatiche più delicate da gestire in cucina, soprattutto quando si parla di lui nel contesto più classico che ci sia: la pasta con il sugo di pomodoro e basilico. Un piatto universale, simbolo dell’Italia nel mondo, ma tutt’altro che banale da realizzare con maestria.
continua su: https://www.cookist.it/il-basilico-nel-sugo-al-pomodoro-quando-aggiungerlo-davvero/
https://www.cookist.it/
lunedì, luglio 07, 2025
domenica, luglio 06, 2025
SPAGHETTI
Nemmeno Bono Vox resiste al fascino degli spaghetti al pomodoro. E chi ci riesce, d'altronde? Quel che è singolare è che il cantante degli U2, una delle band che hanno scritto la storia della musica (e non solo quella), li abbia espressamente chiesti in un ristorante stellato, come portata principale, oltre al percorso gastronomico.
È successo in Costiera Sorrentina, alla Torre del Saracino di Vico Equense, due stelle Michelin di Gennaro Esposito, che ha accolto Bono Vox e i suoi fedelissimi in un caldo weekend di fine giugno. Erano in barca e, a ora di pranzo, sono sbarcati da uno degli stabilimenti balneari vicini al ristorante. Non erano lì per caso: il loro tavolo era prenotato da tempo per esplicito desiderio di Bono Vox, a quanto pare particolarmente curioso di assaggiare la cucina dello chef campano dopo averne sentito tanto parlare da un amico in comune.
Lo ha raccontato lui stesso a Gennarino appena è arrivato e si è completamente affidato a lui per il menù. «Non c'è problema, mangiamo quello che vuoi tu», ha detto il frontman degli U2. Perciò lo chef gli ha proposto alcuni tra i suoi piatti più speciali - dai cannelloni di zucchine alla “Nerano ” al Pesce bandiera e melanzana alla “scapece” prima di un piccolo buffet di dolci con, tra gli altri, la Deliziosa alla fava di tonka con cuore esotico e frutti di stagione - ma poi si è dovuto adoperare per gli spaghetti al pomodoro.
sabato, luglio 05, 2025
venerdì, luglio 04, 2025
Prof. ORSINI
Tregua a Gaza?
Molti non capiscono la ragione per cui Israele ha bisogno di periodici cessate il fuoco a Gaza. Molti pensano che il cessate il fuoco a Gaza sia concepito per consentire ai palestinesi di riprendere a vivere; pensano che sia concepito per alleviare le pene dei palestinesi. Ma non è affatto così. I periodici cessate il fuoco accettati da Israele servono a Netanyahu per ricaricare le munizioni e ridare un po’ di sollievo ai soldati e all’economia. Israele è un piccoloissimo Paese. Quando entra in guerra, molti israeliani vengono spostati dal settore produttivo a quello improduttivo. Il Pil cala. Dopo avere ricaricato le armi, Israele riprende a massacrare i palestinesi. È già accaduto con il primo cessate il fuoco. Israele aveva bisogno di ridurre le bombe su Gaza per fare incetta di armi da lanciare contro l’Iran. Come ho spiegato a Rete 4 martedì scorso, la ragione per cui Israele ha sterminato 60.000 palestinesi e non 600.000 è perché deve mettere da parte moltissime armi per gestire sette fronti di guerra. Se Israele fosse in guerra soltanto con Gaza, quella città martoriata subirebbe bombardamenti infinitamente più massicci e i palestinesi morti sarebbero infinitamente più numerosi. Più tregue avremo, più massacri registreremo.
L’aspetto più disumano di questa storia è che tutte le volte che il cessate il fuoco entra in vigore, il presidente degli Stati Uniti viene subissato di lodi dai suoi sostenitori. In realtà, Trump – l’ha detto infinite volte – ha un disprezzo assoluto per la vita dei palestinesi. Trump ha dichiarato ufficialmente che persegue il progetto della pulizia etnica a Gaza: un progetto che richiede necessariamente lo sterminio dei civili. Senza lo sterminio dei civili, Trump non potrebbe mai deportare un milione e mezzo di palestinesi. Il progetto di Trump è realizzabile soltanto se i palestinesi vengono costretti a lasciare la loro città ai coloni ebrei-israeliani di Smotrich. Il che richiede il loro sterminio sistematico. Smotrich ha spiegato che [...]. Il mio nuovo editoriale esce ora. Incontrerò gli abbonati a sicurezza internazionale il 28 luglio dalle 19 alle 20 per la consueta diretta del mese.
giovedì, luglio 03, 2025
mercoledì, luglio 02, 2025
Tommaso Merlo
La complicità politica nel genocidio
Alcuni politicanti occidentali sono sionisti, pensano cioè che i palestinesi siano una razza inferiore e vadano sterminati o cacciati in quanto la Palestina è stata assegnata da Dio all’eletto popolo ebraico. Ma tali poveracci sono una minoranza, la maggioranza dei politicanti sa benissimo che son tutte scempiaggini religiose sfruttate a fini coloniali e che Netanyahu e il suo governo di fanatici stanno compiendo un vomitevole sterminio. Eppure non fanno nulla o addirittura sono complici. Un peso che si porteranno sulla coscienza per sempre, ma noi cittadini esasperati dobbiamo capirne le ragioni. Una è l’opportunismo carrierista, molti politicanti non fanno quello gli suggerisce la coscienza, ma quello che gli conviene per la poltrona. E anche davanti ad una immane strage di donne e bambini, se ne lavano le mani per paura di ripercussioni. Oggi in politica paga la fedeltà ad un barone o partito, non la verità e la coerenza. Devi garantire al sistema affidabilità e quindi continuità a prescindere. E se ai piani alti la linea è quella sionista, ti devi adeguare altrimenti alle prossime elezioni ti scordi un posto in lista. E cosi' paradossalmente, più sei spregiudicato e disposto a voltarti dall’altra parte davanti ad igni porcheria, più sei apprezzato dal potere e quindi fai carriera. Oggi come oggi i partiti politici selezionano personaggi che convengono a loro, non al paese. Una deriva sotto gli occhi di tutti. Ma c’è di più. Da mesi i cittadini riempiono le piazze in tutto l’Occidente chiedendo di fermare il genocidio ma la politica ha sempre risposto ignorandoli o addirittura prendendosela con chi ha osato alzare la testa. Vergognoso ma comprensibile. Oggi come oggi tra la volontà dei cittadini e quella delle lobby, i politicanti servono la seconda e a maggior ragione per la potentissima lobby sionista che da decenni lavora dietro le quinte della politica e dell’informazione occidentale. I politicanti vengono eletti per rappresentare il popolo, ma poi una volta nei palazzi rappresentano gli interessi di potentati economici di vario genere. Anche il riarmo a vanvera è dovuto alla lobby della guerra che prevale sulla volontà di pace dei cittadini europei. Negli Stati Uniti la mafia lobbistica ha raggiunto livelli tragicomici. Girano col mitra anche i ragazzini e sono in guerra da sempre, mentre la lobby sionista decide a piacimento la politica americana in Medioriente dato che oltre a comprare a peso d’oro il presidente, corrompono parlamentari di ogni schieramento fin dai primi passi che compiono in politica, gli pagano perfino un viaggio in Israele e poi li seguono per tutta la carriera suggerendogli il copione da recitare. Lo hanno raccontato i pochissimi parlamentari ribelli finiti ovviamente in disgrazia, mentre tutti gli altri sono quelli che si sono spellati le mani per applaudire quel terrorista di Netanyahu a genocidio in corso ed ancora oggi inviano armi e soldi e proteggono politicamente quel regime criminale. Più che politici, sono rappresentati lobbistici. Tu li paghi e loro portano avanti i tuoi interessi nelle istituzioni mentre i cittadini che li hanno votati possono andare a farsi fottere. Un sistema mafioso che ha preso piede anche in Europa, con Bruselles sempre più verminaio lobbistico continentale con cordate di ogni genere e specie che assaltano risorse pubbliche e si fanno scrivere le leggi su misura. E se va di moda la terza guerra mondiale ed ignorare il genocidio a Gaza, basta un giro di WhatsApp per serrare i ranghi. Nelle colonie europee c’è poi l’aggravante del servilismo. Siamo servi degli Stati Uniti che sono servi della lobby sionista e quindi siamo servi di quei deliri pure noi. Ma noi spettatori esasperati dal genocidio e dall’insulso riarmo, non dobbiamo arrenderci ma capire e reagire. E non c’è nulla da inventare. Si tratta semplicemente di ristabilire una vera e sana democrazia in cui il potere appartiene al popolo. Dobbiamo riprenderci la sovranità che ci hanno sottratto. La politica si è venduta alle lobby e al carrierismo conformista. Servono nuovi partiti e nuove classi dirigenti anche culturalmente all’altezza dei tempi che riprendano la strada del bene comune e quindi anche del rispetto dei diritti umani per tutti e della pace.
Tommaso Merlo