Il corale Vaffanzum per lorsignori
L’unico concerto che si merita la classe dirigente italiana è il Vaffanzum di Amici Miei. Almeno imparano a boicottare blasonati direttori d’orchestra per fare a gara a chi è più russofobo. Invece di ricorrere e certi meschini mezzucci, lorsignori dovrebbero mettersi in testa lo scolapasta, impugnare il mestolo e recarsi in trincea in Ucraina così almeno capiscono cos’è davvero la guerra e dove finiranno i loro figli e nipoti se continuano a gettare benzina sul fuoco a vanvera. O meglio, dove finiranno quelli dei poveri cristi mentre loro si godranno il macabro spettacolo dai loro divani. È da tali piccolezze che capisci il perché il nostro paese non conta una mazza ed è impantanato in una mesta mediocrità. Dopo secoli di storia anche notevole, abbiamo prodotto la classe dirigente peggiore dai tempi di Tarquinio il Superbo. E se è vero che la classe dirigente rispecchia la società, siamo davvero messi male. L’unico aspetto positivo di questa Italia e l’unica vera speranza, è che oltre metà della popolazione è talmente esasperata e nauseata che non vota e non si informa più. E questo per il semplicissimo motivo che non ha nessun senso tapparsi il naso nelle urne e poi prenderselo regolarmente in quel posto. E non ha nemmeno senso venire manipolati da un giornalismo che a furia di servire padroni e paturnie partitiche, è sostanzialmente morto. Ma invece di prendere atto di tale disastro democratico, lorsignori fanno spallucce e si godono i loro posti al sole fino ad un passo dalla tomba. Come se non avessero altro da fare e come se dietro a quel fiume di chiacchiere e sotto a tutto quel cerone, ci fosse in fondo del banale egoismo. L’unica vera ideologia rimasta sulla scena. Davvero da corale Vaffanzum, mentre quella degli italiani è atavica saggezza. Invece di farsi il sangue amaro per niente, aspettano la prossima occasione per votare contro contro questo sistema andato a male. Ed è questa la vera sfida politica di oggi: dalla fasulla democrazia lobbistica dobbiamo evolvere verso una vera democrazia popolare. Negli ultimi anni i cittadini ci hanno provato col vituperato populismo. Un’ondata di malcontento e voglia di cambiamento radicale trattata da lorsignori peggio della peste bubbonica. E alla fine hanno prevalso loro imponendo una penosa restaurazione. L’abnorme astensionismo di oggi e il rigetto verso lorsignori, non è altro che una conseguenza logica a quella miope contromossa. Una forma di protesta verso un sistema anche culturalmente superato. Già, i colpevoli della drammatica crisi democratica in corso vanno cercati nei palazzi, non per strada. Per strada vanno invece cercati i responsabili della crisi politica perché è solo da lì che può nascere una alternativa. Servono progetti politici nuovi e all’altezza dei tempi e delle nuove consapevolezze. Nuovi contenuti, nuove facce, nuove formule. Progetti in grado di riaccendere la speranza e quindi l’entusiasmo e quindi la partecipazione popolare. La direzione da seguire è evidente. Dalla fasulla democrazia lobbistica bisogna evolvere verso una vera democrazia popolare. Non è più una questione di destra e sinistra, ma di vecchio e nuovo e di sotto e sopra. Il potere politico è stato sottratto al popolo dai ricchi e dai loro cortigiani, da quei detentori del capitale che nel sistema capitalista spadroneggiano al punto da comprarsi tutto, perfino politica e giornalismo, perfino verità e buonsenso tenendo sotto ricatto finanziario interi paesi. Perfino le guerre vengono scatenate solo per gli immensi profitti che generano mentre la qualità della vita dei poveri cristi precipita e rischiano pure di finire in qualche trincea. È questa la sfida politica che abbiamo davanti. Riportare cittadini liberi e consapevoli ai vertici della democrazia e sfruttare anche le nuove tecnologie affinché le decisioni siano prese sempre più dal basso e in maniera trasparente. È questa la vera battaglia per la sovranità, ridare il potere al popolo. Non una questione di principio, ma sostenziale. Perchè più la politica è partecipata, più è di qualità. E più la democrazia è diretta, più è illuminata. Già, va sconfitta la penosa restaurazione e ripreso il cammino. L’unico concerto che si merita la classe dirigente italiana è il Vaffanzum di Amici Miei, mentre se davvero i cittadini vogliono un paese migliore il rigetto non basta, bisogna rimboccarsi le maniche tornando a fare politica in modo da riprendersi le redini della democrazia.
Tommaso Merlo
Nessun commento:
Posta un commento