sabato, aprile 09, 2022

Nisida

 Napel'è

#Nisida l'isola più bella ed é il 💙 del mondo.
Perchè non si pensa al recupero, e alla possibilità per i Napoletani di godere di questo paradiso ?
Ecco la proposta del nostro grande amico Professore e portavoce del m5s Franco Ortolani, che è sempre presente nei nostri cuori.
Nisida è un monumento naturale, unico e inimitabile…”che non c’è”
Nisida rappresenta una risorsa ambientale inimitabile.
L'edificio vulcanico si è individuato circa 10.000 anni fa; è del tipo tuff-cone, ha forma quasi circolare e una circonferenza di 2 KM circa, un diametro di 0,5 KM.
L’altezza massima è di 109 metri sul livello del mare e la superficie di circa 30 ettari.
Il lato meridionale del cratere è invaso dal mare e l’imbuto craterico ha originato una insenatura naturale chiamata Porto Paone che ha un diametro di circa 180 m e una superficie di circa 35.000 metri quadrati.
Sull’isola, servita da un porticciolo, vi sono vari manufatti costruiti in varie riprese fin dal periodo romano.
Come cittadino mi chiedo: è mai possibile che ancora oggi, in quello che è un vero e proprio monumento della natura, si continuino ad ospitare attività istituzionali che non hanno niente a che vedere con il mare e la storia ambientale dell’isoletta?
Perché rinunciare alla valorizzazione dell’incomparabile “bene comune” rappresentato da Nisida, inserita in un contesto ambientale e storico-culturale unico al mondo?
Una valorizzazione ambientalmente sostenibile in maniera duratura rappresenterebbe la base anche di uno sviluppo socio-economico fondato sulla parte naturalmente più pregiata del territorio di Napoli.
Grazie alle attività istituzionali finora svolte l’ambiente dell’isola è stato abbastanza ben conservato.
Altre attività istituzionali incentrate sull’ambiente marino potrebbero realizzare un’oasi marina attrezzata per la osservazione e la fruizione del patrimonio ambientale, archeologico e culturale napoletano e flegreo e fare diventare l’area un centro di ricerca multidisciplinare e attrazione internazionale unico al mondo.
Come?
Partiamo dalla considerazione che le attività istituzionali che si svolgono nell’isola possono essere localizzate in altre idonee strutture.
La proposta di valorizzazione può prevedere anche la creazione di un “ambiente marino naturale orientato” nel cratere di Porto Paone, ad integrazione della Stazione Zoologica A. Dohrn, ad esempio ed in collaborazione con altre stazioni zoologiche marine del Mediterraneo come parte di un “osservatorio dei cambiamenti climatico ambientali” che si stanno accentuando alle nostre latitudini.
Mediante strutture sommerse potrebbero essere realizzate camere separate con ambienti aperti adatti alla fauna e flora “sedentaria” lungo le pareti rocciose e ambienti per la fauna che preferisce nuotare.
Gli ambienti marini da realizzare potrebbero essere a più livelli sovrapposti e collegati da percorsi sommersi, trasparenti, che consentirebbero ai visitatori di osservare fauna e flora “live”.
L’accesso al Porto Paone può essere realizzato mediante una galleria orizzontale che colleghi il lato sud con quello nord dell’isola, con imbocco nei pressi del pontile che attualmente unisce Nisida con Coroglio.
In una parte dei manufatti si potrebbero localizzare laboratori di ricerca, sale didattiche e formative relative all’ambiente marino, al patrimonio culturale e archeologico dell’area flegrea e del Mediterraneo con la sinergia delle Soprintendenze e delle strutture di ricerca e didattica esistenti sul territorio regionale.
Un’altra parte degli edifici adeguatamente attrezzati potrebbe ospitare il museo dell’ambiente flegreo relativo alla storia dell’ambiente fisico (storia dell’attività vulcanica e costruzione del paesaggio) e dell’uomo negli ultimi millenni e il Museo del Mediterraneo.
L’area portuale attrezzata potrebbe diventare la sede delle escursioni marine (con natante e subacquee) per l’osservazione dei fondali e del patrimonio archeologico sommerso.
Le attività formative universitarie e post laurea sarebbero incentrate sugli aspetti fisici, faunistici, floristici, culturali, produttivi del mare.
Queste idee andrebbero arricchite con analisi dei costi e dell’impatto socio-economico delle nuove attività che solleverebbero un sicuro interesse e rappresenterebbero un irresistibile richiamo turistico internazionale a cui sarebbero connessi interessanti aspetti economici.
Tali prospettive potrebbero richiamare l’attenzione di capitali privati interessati ad investimenti trasparenti e remunerativi nell’ambito di cristalline regole dettate dai rappresentanti dei cittadini ai vari livelli istituzionali che mettano ai primi p unti la tutela e valorizzazione ambientale e la creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili.
La proposta sopra schematicamente tratteggiata può essere professionalmente arricchita e consentirebbe di valorizzare Nisida, l’isola che attualmente “non c’è”, rendendola fruibile e fonte di sviluppo socio-economico sostenibile e duraturo. "
Potrebbe essere un cartone
Giuseppe Rondelli

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