martedì, maggio 21, 2024

Tommaso Merlo

 Netanyahu, i suoi complici occidentali e la verità


Se Netanyahu è un criminale di guerra, altrettanto lo sono i paesi che gli vendono armi a genocidio in corso. La richiesta di arresto da parte del procuratore del Tribunale Internazionale, porta la tragedia di Gaza ad un livello inedito che fa ben sperare. Sta emergendo infatti la verità storica, un passo fondamentale per una possibile via di uscita. La propaganda pro-Israele che da sempre domina la narrazione occidentale, ha permesso ai governi israeliani di perseguitare i palestinesi nella totale impunità per oltre settant’anni. Nonostante Israele abbia sempre violato il diritto internazionale ed ignorato le istituzioni a partire dalle Nazioni Unite, ha sempre goduto di copertura politica e di sostegno incondizionato. Ma se Netanyahu è un criminale di guerra, allora crolla la favoletta di Israele democrazia liberale modello che va difesa ad ogni costo. E se Netanyahu è un criminale di guerra, non regge la propaganda della legittima difesa e del diritto ad esistere negando quello altrui. Emergerebbe piuttosto la verità. Il genocidio in corso a Gaza è il culmine di decenni di violenze perpetrate in tutti i territori palestinesi ed attualmente in Israele vige un intollerabile regime di apartheid. Verità che potrebbero far crollare il muro. Quello dell’ignoranza, dell’ipocrisia, dell’indifferenza, della cieca faziosità. Muri nelle menti dei cittadini ma soprattutto dei politicanti. Il rintronato Netanyahu blatera di antisemitismo, ma il tempo per certe barzellette sembra scaduto. Le piazze del mondo si sono riempite di persone che non odiano gli ebrei, ma detestano lui e il suo governo neofascista e lo scempio che sta commettendo a Gaza. Netanyahu è poi detestato anche a casa sua e da ebrei sparsi per il mondo che si vergognano della deriva sionista in corso. Sono poi preoccupati. Il neofascismo arrogante del governo Netanyahu sta portando Israele verso l’autodistruzione. Altro che terra promessa, un inferno. Ma è storia, nulla di nuovo. Politicaccia che sfrutta da sempre religioni, nazionalità, culture e passato per meschini scopi egoistici. Il procuratore del Tribunale Internazionale intanto chiede l’arresto anche per i leader di Hamas mettendoli tutti sullo stesso piano. E ci sta. Quello del 7 Ottobre è stato un disgustoso massacro, una violenza che non ha mai giustificazioni per nessuno. Altro punto chiave per il futuro. Se i palestinesi vogliono cogliere questa opportunità storica, devono abbandonare Hamas e virare verso movimenti democratici e non violenti. Altrimenti passeranno dal neofascismo giudaico a quello islamico. Ma c’è di più. Se Netanyahu è un criminale di guerra, allora i paesi occidentali che hanno continuato a sostenerlo e vendergli armi sono complici. Italia inclusa. Per questo c’è altissima tensione ai piani alti della politica globale dopo la richiesta di arresto. Temono crolli tutto. Temono di dover renderne conto. Le piazze del mondo intero si sono riempite in solidarietà della tragedia palestinese, la propaganda pro-Israele fa acqua e non riesce più a coprire le malefatte di Netanyahu e adesso ci si mette di mezzo pure il Tribunale Internazionale. Soffia un nuovo vento che sta spazzando via decenni di bugie e manipolazioni propagandistiche. La verità prima o poi trova sempre un modo per emergere e la Terra Santa non fa eccezione. Una situazione davvero rischiosa per i politicanti occidentali che per far carriera hanno dovuto sposare la causa di Israele. Sono in fibrillazione, devono capire il momento giusto per rimangiarsi tutto in modo da non compromettere la poltrona. Già, sta emergendo la verità, un passo fondamentale per una possibile via di uscita. E mentre gli azzeccagarbugli si scervellano e i politicanti tremano a Gaza si continua a morire. 

Tommaso Merlo

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