domenica, maggio 19, 2024

Tommaso Merlo

 Il boicottaggio delle elezioni Europee e la speranza


Alle europee eleggiamo da decenni politicanti che a Bruxelles non ci vanno neanche. Troppo lontano e nuvoloso e poi lo stipendio arriva lo stesso. Quello europeo è uno dei quei poltronifici in cui la politica italiana parcheggia tradizionalmente trombati di lusso, dinosauri carrieristici, nuove leve in attesa del grande salto e starlette prendivoti. Con la chicca che per anni sono stati eletti europarlamentari antieuropei, in sostanza dei sabotatori che han speso anni a sputare nel piatto in cui mangiavano. Con queste classi dirigenti la repubblica europea non nascerà mai e rischia anzi di arenarsi per sempre. Non ha nemmeno senso aspettarsi che il processo di unificazione politica continentale lo compia la burocrazia brussellese, non è il suo mestiere. Solo i popoli europei potranno compiere la storica impresa. Lo faranno quando saranno culturalmente pronti e daranno vita a classi dirigenti all’altezza. Del resto solo se espressione della volontà popolare e quindi rappresentativa e legittimata, la repubblica europea potrà avere successo. Al momento l’Europa è impantanata per colpa delle classi dirigenti nazionali che non vogliono perdere il loro potere residuo. In realtà oggi a comandare è infatti il mercato finanziario oltre che il sistema lobbistico - che in Italiano si traduce in mafie bianche – che non hanno nessuna remora democratica. Gruppi di potere senza volto che pagano la politica e fanno pressioni sulle burocrazie per ottenere regole favorevoli e prebende. Siamo fermi qui. Mentre a livello nazionale la politica chiacchiera sul nulla, la finanzia globale decide la rotta del pianeta e le mafie lobbistiche assaltano giornalmente la burocrazia di Bruxelles. Affinché il progetto politico europeo riprenda, i cittadini continentali devono semplicemente rendersi conto della realtà. Tutte le sfide politiche cruciali oggi sono comuni e solo insieme possiamo risolverle. Le questioni economiche, l’immigrazione, sicurezza e terrorismo, nuove tecnologie, sfide ambientali e perfino quelle sanitarie sono tutte globali e i politicanti nazionali sono del tutto impotenti. È cronaca degli ultimi anni. Cambiano i governi, ma restano i problemi. Le nazioni hanno esaurito il loro compito storico e sono del tutto inadeguate. Quanto al contesto generale, le nuove superpotenze emergenti come la Cina o l’India sono masse continentali e solo una repubblica europea unita può reggere la sfida. Necessità ma anche legittimo desiderio ad esprimersi. L’Europa ha un patrimonio di esperienze, conoscenze e valori che la renderebbero un leader globale virtuoso e solo uniti i popoli europei potranno tornare a scrivere la storia invece di subirla. Rinchiudersi nel proprio giardinetto nazionale quando il mondo è globale, significa delegare ad altri il proprio destino, significa in sostanza rinunciare ad una democrazia capace di rappresentarci nel mondo reale. Eppure la tendenza è opposta. Le nuove e difficili sfide globali unite all’atavica paura del cambiamento, hanno generato un riflusso sovranista negli ultimi anni. Un riflusso retrogrado che le classi dirigenti nazionali hanno ovviamente cavalcato per l’unica cosa a cui tengono davvero che è la loro carriera. La paura rende eccome nelle urne. Ti votano se li consoli, se li rassicuri. Non se gli dici la dura verità e li sproni guardare oltre i loro muri mentali. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Paesi come l’Italia sono in balia della corrente globale. L’Europa è detestata anche se non esiste e l’unificazione politica è arenata. Inutile contare su queste classi dirigenti, la repubblica europea nascerà solo per slancio popolare grazie a nuove generazioni culturalmente europee. Boicottare le elezioni europee alle porte significa non stare al gioco, significa mandare un segnale di dissenso totale ma anche di speranza per il futuro.


Tommaso Merlo

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