venerdì, settembre 30, 2022
Nicola Morra
Sono passati 5 giorni dalle elezioni, ancora ci sono dubbi sugli eletti e si anticipano ricorsi e controricorsi - gioia per gli avvocati -, circolano voci insistenti sui futuri ministri, sui futuri garanti del sistema.
giovedì, settembre 29, 2022
mercoledì, settembre 28, 2022
martedì, settembre 27, 2022
Pietro Spirito
IL PARTITO DEL VOTO NULLO E BIANCO IN CAMPANIA
di Pietro Spirito
Ci era rimasta la curiosità di conoscere il peso delle schede nulle e bianche, dopo aver giù rilevato che la astensione dalle urne in Campania è cresciuta di ben quattordici punti percentuali rispetto alle passate elezioni politiche, con un valore molto più elevato della contrazione che è stata registrata a livello nazionale, pari al dieci per cento.
Anche l’espressione del voto nullo o bianco manifesta lo stesso sentimento di lontananza rispetto alla offerta politica che viene sottoposta al giudizio degli elettori. Parrebbe quindi giusto analizzare questi dati con estrema attenzione, soprattutto se si è interessati, alle successive consultazioni elettorali, di recuperare l’area del non voto o del voto nullo e bianco.
Se ne parla invece molto poco, qualche ora in attesa dei risultati che escono dai seggi. E si parla soprattutto dell’astensionismo dal voto, mentre invece nessuno spazio viene invece destinato alla analisi delle schede nulle e bianche espresse nella consultazione elettorale.
Ora possiamo toglierci anche questa curiosità, almeno nella nostra Regione. e possiamo affermare che le schede nulle e bianche avrebbero raggiunto il quorum per far scattare un diritto di rappresentanza in tutti i raggruppamenti territoriali del voto nella nostra regione.
Cominciamo dalla Circoscrizione Campania 1 alla Camera dei Deputati, che corrisponde sostanzialmente al territorio della area metropolitana di Napoli: le schede nulle e bianche sono risultate pari a 38.761, vale a dire il 3,2% dei votanti, appena sopra il quorum fissato dalla legge per garantire il diritto alla rappresentanza.
Nella circoscrizione Campania 2 della Camera dei Deputati, le schede nulle e bianche sono state pari a 59.849, pari al 5% dei votanti, equivalente al consenso registrato in quella circoscrizione da Azione – Italia Viva, che equivale al sesto posto tra le forze politiche che si sono presentate in questi collegi.
Infine, nella Circoscrizione Campania del Senato della Repubbliche, che è unica per l’intera regione, le schede bianche e nulle sono state pari a 101.958, pari al 4,2% dei votanti, equivalente sostanzialmente ai voti che sono stati raggiunti dalla Lega, anche in questo caso al sesto posto tra le forze politiche che si sono presentate nella competizione elettorale in questa circoscrizione.
Non sono numeri affatto irrilevanti, e andrebbero non soltanto commentati, ma anche compresi, per provare a determinare nelle successive competizioni elettorali una offerta politica maggiormente capace di consentire una scelta consapevole ai cittadini.
Invece non se ne parla affatto, come non si parla affatto della partecipazione al voto, che presenta ormai dati drammatici in Campania. Nella Circoscrizione 1 della Camera i votanti sono stati il 50,78% del corpo elettorale, nella Circoscrizione 2 della Camera il 56% e nell’unico collegio senatoriale della Campania il 53,3%. Ci avviciniamo alla soglia di eletti che saranno espressione della minoranza del corpo elettorale: una soglia di guardia che dovrebbe essere considerata particolarmente pericolosa per la democrazia.
Alessandro Di Battista
Trovo superficiale considerare coloro che non hanno votato un branco di irresponsabili che non hanno alcun diritto di lamentarsi. La verità (Gianroberto lo ricordava sempre) è che è in crisi la democrazia rappresentativa. Ed il motivo è semplice. Sempre più persone non si sentono rappresentate. Molti ritengono votare un esercizio inutile. Molti ritengono (non a torto) che spesso le decisioni siano prese al di fuori del Parlamento. Molti vedono le oscene ingerenze internazionali (come se ci fossero solo i russi) e si indignano della mancanza di indignazione da parte dei politici, i primi ad accettare squallidi commissariamenti.
lunedì, settembre 26, 2022
Davide Casaleggio
18 milioni di italiani hanno rinunciato ad andare a votare. Il movimento era riuscito ad intercettare alcune delle istanze con i suoi 11 milioni di voti nel 2018 che provenivano in gran parte dagli astensionisti. Di quei voti oggi ne ha persi 7 milioni.
domenica, settembre 25, 2022
sabato, settembre 24, 2022
Tommaso Merlo
Non votare è la decisione più intelligente oggi. Un sacrosanto gesto di disubbidienza civile. Se questa politica non è degna del proprio voto, bisogna stare a casa. Punto. Tapparsi il naso e votare il meno peggio, serve solo a tenere in vita un sistema moribondo che si ostina a non farsi da parte. Vanno ignorati, altro che votati. Perché tanto se vince uno o l’altro alla fine non cambia niente. Siamo in era di pensiero unico e il giorno dopo il voto ricominceranno ad inciuciare in nome della continuità neoliberista e delle loro carriere. Il partito del non-voto vince da anni le elezioni, ma se stavolta addirittura le stravincesse, sarebbe un forte segnale politico. Sarebbe la conferma che la società si è evoluta molto più di questa politica ed è pronta a girare pagina. Una situazione imbarazzante che fiaccherebbe qualunque governo neoliberista partoriranno. Cittadini e mondo da una parte, politicanti e loro deliri egoistici dall’altra. Altro che soluzione, questa politica è uno dei problemi principali dei nostri giorni. È una delle manifestazioni più plastiche della nostra deriva. Ed è deprimente vedere cittadini che ancora votano perché innamorati di qualche Salvatore dopo decenni che il leaderismo ha prodotto la discarica che abbiamo davanti. È deprimente vedere cittadini che votano ancora per odio contro qualche nemico immaginario o per qualche ammuffito rigurgito ideologico. Che votano per tradizione di famiglia o perché manipolati e aizzati da qualche capopopolo o addirittura votano per qualche veniale tornaconto. Si vota per paura, per interesse, per inerzia e per ottusa faziosità. Si vota idoli e simboli. Ma non si votano certo idee o visioni politiche alternative dato che al di là della becera propaganda non esistono. Sotto sotto la pensano tutti allo stesso modo e se vince uno o l’altro alla fine non cambia niente. Il giorno dopo il voto ricominceranno con l’ordinaria amministrazione neoliberista. Son sfumature diverse dello stesso sistema. Una politica che fa da contorno e serve solo a dare una parvenza di democrazia al popolino che ancora abbocca. C’è ancora chi si ostina a votare, ma il vero potere è altrove. A comandare sono i mercati finanziari e i club internazionali in cui imperversa il pensiero unico neoliberista e guerrafondaio. I politici italiani fanno un gran casino ma non contano nulla come non conta nulla l’Italia che è sotto ricatto economico e politico. O si accoda o la paga cara. Perché come in ogni sistema, chi osa alzare la testa viene emarginato e chi si inginocchia viene premiato. L’unica via di uscita è mettere in discussione l’egoliberismo e puntare ad un nuovo paradigma. L’unica via di uscita è ambire ad una nuova fase storica che permetta alla nuova coscienza emergente di farsi nuova politica e quindi farsi cambiamento radicale. Non ci sono scorciatoie. È la storia ad insegnarlo. Il cambiamento vero sorge prima dentro le persone e poi contagia le società. E si dipana solo da basso, dalla strada. Sgorga da cittadini consapevoli che la smettano di farsi manipolare e si organizzano politicamente per realizzare i loro ideali e progetti. Si chiama democrazia. Altro che idoli e tifo e automatismi d’annata. Oggi non votare è la decisione più intelligente. Un sacrosanto gesto di disubbidienza civile ma anche gravido di significato. Una astensione non frutto dell’indifferenza, ma al contrario della propria consapevolezza democratica. Una astensione colpa della politica e non del cittadino che al contrario vorrebbe partecipare ma non trovando nessuno degno della propria fiducia è costretto a rinunciarvi. Il partito del non-voto vince da anni le elezioni, ma se stavolta addirittura le stravincesse, sarebbe un forte segnale politico. La conferma dello stato pietoso della politica e della grave crisi che sta vivendo la democrazia. La conferma che la società si è evoluta e attende solo l’occasione storica per girare pagina per sempre. Già. Vanno ignorati, altro che votati.
Tommaso Merlo
venerdì, settembre 23, 2022
giovedì, settembre 22, 2022
Corriere della sera
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