sabato, settembre 24, 2022

Tommaso Merlo

 Non votare è la decisione più intelligente oggi. Un sacrosanto gesto di disubbidienza civile. Se questa politica non è degna del proprio voto, bisogna stare a casa. Punto. Tapparsi il naso e votare il meno peggio, serve solo a tenere in vita un sistema moribondo che si ostina a non farsi da parte. Vanno ignorati, altro che votati. Perché tanto se vince uno o l’altro alla fine non cambia niente. Siamo in era di pensiero unico e il giorno dopo il voto ricominceranno ad inciuciare in nome della continuità neoliberista e delle loro carriere. Il partito del non-voto vince da anni le elezioni, ma se stavolta addirittura le stravincesse, sarebbe un forte segnale politico. Sarebbe la conferma che la società si è evoluta molto più di questa politica ed è pronta a girare pagina. Una situazione imbarazzante che fiaccherebbe qualunque governo neoliberista partoriranno. Cittadini e mondo da una parte, politicanti e loro deliri egoistici dall’altra. Altro che soluzione, questa politica è uno dei problemi principali dei nostri giorni. È una delle manifestazioni più plastiche della nostra deriva. Ed è deprimente vedere cittadini che ancora votano perché innamorati di qualche Salvatore dopo decenni che il leaderismo ha prodotto la discarica che abbiamo davanti. È deprimente vedere cittadini che votano ancora per odio contro qualche nemico immaginario o per qualche ammuffito rigurgito ideologico. Che votano per tradizione di famiglia o perché manipolati e aizzati da qualche capopopolo o addirittura votano per qualche veniale tornaconto. Si vota per paura, per interesse, per inerzia e per ottusa faziosità. Si vota idoli e simboli. Ma non si votano certo idee o visioni politiche alternative dato che al di là della becera propaganda non esistono. Sotto sotto la pensano tutti allo stesso modo e se vince uno o l’altro alla fine non cambia niente. Il giorno dopo il voto ricominceranno con l’ordinaria amministrazione neoliberista. Son sfumature diverse dello stesso sistema. Una politica che fa da contorno e serve solo a dare una parvenza di democrazia al popolino che ancora abbocca. C’è ancora chi si ostina a votare, ma il vero potere è altrove. A comandare sono i mercati finanziari e i club internazionali in cui imperversa il pensiero unico neoliberista e guerrafondaio. I politici italiani fanno un gran casino ma non contano nulla come non conta nulla l’Italia che è sotto ricatto economico e politico. O si accoda o la paga cara. Perché come in ogni sistema, chi osa alzare la testa viene emarginato e chi si inginocchia viene premiato. L’unica via di uscita è mettere in discussione l’egoliberismo e puntare ad un nuovo paradigma. L’unica via di uscita è ambire ad una nuova fase storica che permetta alla nuova coscienza emergente di farsi nuova politica e quindi farsi cambiamento radicale. Non ci sono scorciatoie. È la storia ad insegnarlo. Il cambiamento vero sorge prima dentro le persone e poi contagia le società. E si dipana solo da basso, dalla strada. Sgorga da cittadini consapevoli che la smettano di farsi manipolare e si organizzano politicamente per realizzare i loro ideali e progetti. Si chiama democrazia. Altro che idoli e tifo e automatismi d’annata. Oggi non votare è la decisione più intelligente. Un sacrosanto gesto di disubbidienza civile ma anche gravido di significato. Una astensione non frutto dell’indifferenza, ma al contrario della propria consapevolezza democratica. Una astensione colpa della politica e non del cittadino che al contrario vorrebbe partecipare ma non trovando nessuno degno della propria fiducia è costretto a rinunciarvi. Il partito del non-voto vince da anni le elezioni, ma se stavolta addirittura le stravincesse, sarebbe un forte segnale politico. La conferma dello stato pietoso della politica e della grave crisi che sta vivendo la democrazia. La conferma che la società si è evoluta e attende solo l’occasione storica per girare pagina per sempre. Già. Vanno ignorati, altro che votati.


Tommaso Merlo

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