martedì, settembre 13, 2022

Tommaso Merlo

 Come tutte le guerre da divano anche quella ucraina sta passando di moda. Basta prime pagine, basta politici che ci speculano, basta tifosi che si azzuffano. Ma una differenza c’è, questa guerra sta colpendo i guerrafondai da divano. Pare infatti rischino anche loro di rimanere al freddo e al verde. Non sia mai. È sempre bastato girare canale e adesso invece questa guerra gli entra in casa toccandogli addirittura il portafoglio. Le bollette schizzano alle stelle, si parla di razionamenti e perfino di rinunce. Oddio. La guerra esce dallo schermo e diventa cruda realtà. Non sia mai. Ed eccoli precipitarsi furiosi nelle piazze mediatiche, bruciare le bollette, prendersela con uomini neri e stanze dei bottoni. Vanno capiti. Sono stati abituati troppo bene. Hanno sostenuto per decenni guerre sanguinarie senza subire il minimo disturbo ed erano sicuri finisse così anche questa volta. Ed invece dalla Russia proviene gran parte dell’energia che serve a far funzionare nientepopodimeno che il nostro lunapark materialistico. Le giostre, i dolcini, le comodità e perfino i lussi con cui cerchiamo invano di dare un senso alla nostra esistenza egoistica. Già, il nostro modello economico e quindi sociale e quindi di vita dipende in gran parte dalle risorse russe ed è proprio per questo che a Putin e ai suoi scagnozzi han sempre perdonato di tutto. Ospitando ville e maga yatch e soprattutto garantendo vicinanza anche politica. Che Putin fosse un mezzo dittatore pieno di ombre si sa da prima che mettesse piede al Cremlino, che la mafia oligarchica russa fosse un insulto alla democrazia liberale si sa dai tempi di Boris Eltsin. Non si contano i giornalisti fatti tacere per sempre, la persecuzione degli oppositori, le retate di massa, le politiche liberticide e perfino i veri e propri macelli come quello in Cecenia. Eppure quei campioni della democrazia e dei diritti umani che sono gli occidentali, si son sempre tappati occhi ed orecchie davanti alle malefatte di Putin e dei suoi scagnozzi. E tutto questo per pura convenienza egoistica. Money first. Prima i soldi perché il lunapark materialistico non può permettersi di rallentare o addirittura chiudere. Bisogna produrre e consumare sempre di più. Già. È l’economia che deve crescere, non gli esseri umani perché il benessere si misura in euro. Grafici, indici, non realtà e tantomeno interiore. Lunapark che riempia a sufficienza le pance dei poveri cristi in modo che stiano tranquilli e che riempia a sufficienza l’ego degli altri in modo che continuino a proiettarsi verso la giostra successiva convinti che sia la volta buona per trovare vero benessere e senso. Un folle epocale lunapark. Egoismo individuale che si fa nazionale che si fa geopolitico. I propri interessi first. Se stessi first. La roba first. Alcuni presunti leader politici hanno addirittura esaltato per anni Putin e il suo regime sbandierandoli a modello di rigore e fermezza valoriale contro la deriva libertaria e l’invasione dei nuovi barbari. Mainstream d’ipocrisia. Lunapark egopolitico che a furia di giocare col fuoco ha fatto scoppiare l’ennesimo incendio. Una combinazione di fattori. Gli eterni cowboy a stelle e strisce in cerca di avamposti dove piazzare armamenti e chimere, l’ego di Putin invecchiato e in cerca di gloria ed eternità, una ucraina malconcia e maldestra, un’Europa imbesuita di burocrazia egoliberista e senz’anima politica, deliri nazionalisti duri a morire e orde di efferati guerrafondai da divano. Tutti a gettare benzina sul fuoco certi che anche questa guerra sarebbe finita come tutte le altre. Con loro comodamente seduti col telecomando in mano a chiacchierare a vanvera in attesa di girare canale per godersi uno spettacolo più avvincente. Tanto si sa come funziona. Alla fine passa tutto e non si deve rendere conto a nessuno. Come per l’Afghanistan. Vent’anni di guerra devastante, vite e risorse gettate al vento per poi lasciare il paese in mano ai talebani senza che nessuno si sia degnato di chiedere scusa. Ma con la guerra ucraina una differenza c’è. Putin controlla gran parte dell’energia che serve a far funzionare il nostro lunapark materialistico. Già. La guerra esce dallo schermo e diventa cruda realtà. Anche per i guerrafondai da divano.

Tommaso Merlo

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