lunedì, marzo 06, 2023

Tommaso Merlo

 Perdonare non è una resa, è una vittoria. Perdonando ci liberiamo dal dolore e anche dall’odio che logora chi lo prova. Perdonare è una mossa intelligente. Invece che consentire al passato d’intossicarci la vita, lo trasformiamo in una risorsa preziosa. Quando perdoniamo i traumi si trasformano in lezioni utili e più sono gravi più importanti saranno le lezioni. Quando perdoniamo i mostri si trasformano in maestri che finiremo per ringraziare. Il passato sopravvive solo nella nostra mente. Abbiamo il potere di sbarazzarcene oppure di rimuginare rovinandoci la vita da soli. È una scelta ma in pochi ne sono consapevoli. E così invece di perdonare, tengono aperte le ferite. Per presunte questioni di principio, per inseguire una giustizia immaginaria, perché sanno loro come dovrebbe andare il mondo. E così invece di affrontare il dolore e superare l’odio, lo sfogano contro qualche nemico o contro se stessi. Rimanendo così vittime di qualche tragedia e incastrati in qualche conflitto. Ma rivangare il passato gli serve anche a dotarsi di una fasulla identità di vittime o di carnefici e all’occorrenza accampare scuse per le loro rinunce o sconfitte. Perché è sempre colpa degli altri. E mai loro. Ed è sempre il mondo che deve cambiare. E mai loro. Del resto puntare il dito è molto più comodo che evolvere. Ma per perdonare serve anche forza. Quella necessaria ad accettare la realtà e a mettersela alle spalle. La forza per scendere dal proprio piedistallo, per togliersi la maschera, per cogliere la vita nella sua totalità. Ignoto compreso. Non siamo degli dei al centro del nostro illusorio universo egoistico, siamo gocce di un oceano immenso e misterioso. E più ne siamo consapevoli, più perdonare diventa una mossa intelligente.

Tommaso Merlo

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