martedì, marzo 08, 2022

Marco Travaglio

 Vi invito a leggere l'editoriale di Marco Travaglio pubblicato oggi su Ilfattoquotidiano


LE TRISTI VERITA'


Nella follia della guerra scatenata da Putin, dovevamo vedere pure questa: i generali che ragionano molto più e meglio dei politici e dei giornalisti. No, non parliamo di Figliuolo e delle sue memorie, ma del gen. Mario Bertolini, già capo del Comando operativo interforze e presidente dell'associazione parà, che alla Verità e al Messaggero dice cose molto simili a quelle dell'ex collega Fabio Mini sul Fatto. Per molto meno, chiunque altro passerebbe per anima bella pacifoide o, peggio, serva di Putin.


1) Le armi all'Ucraina sono “un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci” nella guerra, mai visto prima: “Bastavano le sanzioni, anche inasprite”.


2) Putin non è un pazzo né il nuovo Hitler: “Voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l'Ucraina nella Nato” per non perdere “l'agibilità nel Mar Nero”.


3) Il governo italiano non conta nulla e Di Maio che dà dell' “animale” a Putin “ci taglia fuori da ogni trattativa”, diversamente dalla Francia di Macron.


4) Guai a seguire Zelensky sulla no fly zone, che “significherebbe avere aerei Nato sull'Ucraina e l'incidente inevitabile”


5) I negoziati non sono un bluff, ma una “dimostrazione di buona volontà delle due parti”.


6) La sconfitta di Putin esiste solo nei nostri sogni e nella propaganda occidentale: la Russia s'è già presa l'Est, collegando Crimea e Donbass; “le grandi città al momento sono state risparmiate e non è partita la caccia a Zelensky” per “precisa volontà” di Mosca, che finora ha limitato al minimo “i bombardamenti dall'alto” per non moltiplicare le stragi e non provocare un “intervento della Nato”.


7) Putin non ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia: “Non ho visto missili, ma bengala per illuminare gli obiettivi” degli scontri con gli ucraini lì vicino: le radiazioni avrebbero colpito pure il Donbass e la Russia, che le centrali vuole controllarle, non farle esplodere.


8) Putin non vuole conquistare l'Europa, né rifare l'Urss né “governare l'intera Ucraina”, ma “trattare una ricomposizione”: un regime fantoccio sull'intero Paese scatenerebbe anni di guerriglia antirussa.


9) “La Russia vuol essere europea e noi non facciamo che schiacciarla verso Asia e Cina”.


10) Un successo ucraino è, purtroppo, fuori discussione. I possibili esiti sono due: una vittoria russa dopo “una lunga guerra”; o un negoziato che i soli mediatori credibili – Israele, Francia, Cina e Turchia – possono favorire se aiutano le due parti a trattare con reciproche concessioni anziché “istigarle a proseguire” nella guerra.


Dire queste cose con pacatezza e realismo non sposta di una virgola la condanna dell'aggressore russo e non leva un grammo di solidarietà agli ucraini aggrediti. Significa conoscere per deliberare e scongiurare altre inutili stragi.

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