domenica, marzo 20, 2022

Alessandro Di Battista

 Dopo anni di pressing la Nato (dunque gli americani, dunque la Lockheed Martin, la Boeing, la General Dynamics, etc, etc) ha raggiunto l'obiettivo. L'Italia, un Paese che dovrebbe "ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" aumenterà la spesa per la difesa fino al 2% del proprio Pil. Questo grazie ad un ministro della difesa che risponde più a Washington che al Popolo italiano, grazie alla pavidità di gran parte dei parlamentari e grazie ad un Presidente del Consiglio che pensa più a piacere a Larry Fink (il num. 1 di Blackrock) che agli italiani. 


Per essere chiari spendere per la difesa il 2% del Pil significa passare da 25 a 38 miliardi di euro all'anno. 13 miliardi (soprattutto in armamenti) in più ogni anno. Considerate che il governo italiano investe nelle università 7 miliardi di euro all'anno.


La nuova guerra fredda da molti cercata assiduamente (lo dico da anni e questo non sposta di un millimetro la mia condanna della guerra preventiva in atto oggi in Ucraina, guerra preventiva criminale come tutte le guerre preventive fatte dagli "amici") serve a questo. Economia di guerra, salvaguardia di poteri in crisi, nuova corsa al riarmo.


Il tutto in una fase della storia umana particolarmente complicata. Con il surriscaldamento globale che provocherà vittime oltre che ondate di "migranti climatici" e con gli effetti della pandemia dal punto di vista economico, sociale e psicologico sempre più presenti nella vita di tutti noi.


Decisioni vigliacche, anti storiche, pericolose oltretutto prese da partiti che si sono presentati ai propri elettori con programmi totalmente diversi.

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