domenica, luglio 17, 2022

Antonella Laricchia

 La chiarezza di Antonella Laricchia:

🔴 "Due facce della stessa medaglia.
Da settimane mi chiedete se io sto con i contiani o con i dimaiani. Io sto con i pugliesi, che mi hanno mandato in Consiglio Regionale per fare i loro interessi.
Conte e Di Maio sono due facce della stessa medaglia. A partire dalle Regionali 2020, entrambi, con modi e tempi diversi, auspicavano (non da soli, ricordate quel giornalista educato?) che vincesse Emiliano, perché sostenere me e le due liste a mio sostegno (#M5S e #PugliaFutura) avrebbe significato far vincere Fitto. Se avesse vinto Fitto sarebbe caduto, secondo questi esperti politologi, il Governo Conte 2, quindi bisognava “turarsi il naso” (come se la cabina elettorale fosse un cesso sporco - citando Di Battista) e votare Emiliano.
La storia ha smentito malamente sia Conte, che Di Maio, che il giornalista educato. Il Conte 2 infatti è caduto lo stesso, nonostante non abbia vinto Fitto e anche per colpa loro la Puglia è stata condannata per altri 5 anni a questo spettacolo indecoroso (leggete le cronache di questi giorni) di mazzette, scandali e altre aberrazioni simili.
Ora, il M5S è morto, da tempo. 3 erano le fasi cruciali da superare (oltre a rispettare la parola data):
- non fare alleanze con i partiti (tranne nel sistema parlamentare o in caso di anatra zoppa nei Comuni, se si hanno i numeri per condizionare il Governo);
- restituire i soldi;
- tornare a casa dopo due mandati elettivi.
Le prime due per molti anni hanno resistito. Sulla terza è morto il M5S, nel momento in cui i “big” al secondo mandato hanno deciso che loro di rinunciare a quei privilegi non avevano nessuna intenzione. E quindi hanno iniziato a derogare a regole, principi, ecc., pur di mantenere lo status quo.
Un esempio su tutti le mille giravolte e il non rispetto di statuti e votazioni che hanno fatto pur di non farci votare Alessandro Di Battista capo politico. Uno spettacolo indecoroso, da partito verticistico e non democratico.
E poi le mille alleanze con chiunque pur di tirare a campare. Fregandosene di chi ci fosse nelle liste degli altri, l’importante era recuperare qualche seggiola in qualche consiglio comunale, perché la credibilità ormai era irrecuperabile.
Tutto questo sotto l’occhio sia Di Maio che di Conte. Entrambi fervidi sostenitori di questo Governo, terribile (inflazione alle stelle, attacco al Reddito di Cittadinanza, smantellamento del Superbonus 110% che sta dando una forte mano alla ripresa e alla transizione verde dell’Italia).
Per non parlare del sostegno a questo suicidio economico della gestione della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia.
Ora le loro strade si sono divise, nei modi non nelle intenzioni, Di Maio continua imperterrito a sostenere questo Governo Draghi (e la sua poltrona da ministro), disastroso, lo dicono i numeri, non io per un presa di posizione personale, come forse nessun Governo negli ultimi decenni, mentre Conte, dopo il 2-3% alle ultime elezioni, cerca di far credere di voler tornare al M5S delle origini (quello sì che faceva solo gli interessi dei cittadini), goffamente (anche perché lui non ha niente del M5S delle origini) dicendo NI o SO al Governo Draghi, dicendo non mi piaci ma non ti sfiducio, voglio uscire ma non ritiro i ministri. Tutto nella speranza di recuperare un 2% in più. Ma poi, l’attuale M5S ha in Parlamento lo stesso peso politico dei 4 eletti del M5S che in Regione sono passati con Emiliano: sono ininfluenti, perché che votino o meno la fiducia, il Governo resterebbe comunque in piedi, quindi non hanno forza politica per imporre i loro temi. Conte, spero, dovrebbe saperla e capirla questa cosa.
La verità è che su di lui ci aveva visto giusto Grillo in quel post di fine giugno 2021, peccato che non ebbe la forza di mantenere quella rotta.
Per fortuna, nelle istituzioni rimane ancora qualche portavoce che, eletto con il M5S, continua a rispettare quelle promesse e quei principi grazie al quale i cittadini hanno scelto di votarci. Ma pochi, in via di estinzione, ma che hanno il dovere di resistere.
Insomma, Conte e Di Maio, oggi, sono due facce tristi della stessa medaglia, ormai consumata e ammaccata. Calate il sipario, perché lo spettacolo è sempre più inguardabile."
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Tu, Salvatore Morra, Luca Fabbricatore e altri 42
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